La stagione 2024 fa tappa a Parigi, coronando così il momento principale dell’attività sulla terra rossa che vive il periodo dei tornei della bella stagione sudamericana come prologo a febbraio e l’ultimo sussulto con le manifestazioni europee post-Wimbledon in zone più… vacanziere come Umag, Bastad o Gstaad. Allo Slam sulla terra chiediamo di fare luce su alcune situazioni, soprattutto tra gli uomini, che hanno preso il centro dell’attenzione e animano le discussioni tra gli appassionati e gli addetti ai lavori del nostro sport.
Gli uomini: Zverev è carico e motivato, nessuno sta meglio di lui
Il tennis maschile arriva all’appuntamento in una situazione piuttosto inedita: la fase di rinnovo generazionale è decisamente avviata ma i nuovi protagonisti arrivano con più di qualche dubbio sulle loro condizioni atletiche. Dal lato opposto ci sono le leggende: Novak Djokovic arriva nella capitale francese senza aver vinto nulla nella stagione (gli resta solo Ginevra per scongiurare l’eventualità), evento accaduto dal 2007 solo una volta, nel 2018, e Rafa Nadal, pronto a dare tutto ciò che gli resta nell’arena che lo ha visto riscrivere tutti i record.
Nel mezzo la generazione che più ha sofferto il dominio dei Big Three: Tsitsipas, Medvedev e Zverev ne sono i migliori rappresentanti. L’uomo del momento è forse proprio il tedesco: uscito di scena per il noto infortunio alla caviglia due anni fa da numero 3 del ranking mentre lottava alla pari con il super Nadal di quei tempi, Sasha ha impiegato quasi un anno e mezzo per ritrovare la top ten. Ha giocato in maniera incredibile la United Cup lo scorso gennaio per poi mancare la finale a Melbourne a causa della sciagurata sconfitta in semifinale con il grande rivale Medvedev.
Zverev non si è abbattuto e ha proseguito la sua risalita mentre i riflettori si spostavano, come era naturale, su Sinner: semifinali a Los Cabos e Miami, qualche impaccio iniziale sul rosso e poi il capolavoro al Foro Italico. Quarta piazza nel ranking, la più alta dopo l’infortunio di due anni fa: per l’amburghese il Bois de Boulogne è la prova della maturità senza più scuse, la possibilità di uscire dal gruppo di quelli che, per una ragione o per l’altra, nei major arrivano sempre dopo. Il sorteggio gli propone Nadal, l’avversario della dannata semifinale di due anni fa: una ulteriore prova di maturità sarà proprio superare un match di primo turno che gli chiederà le energie nervose di una grande finale.
Medvedev e Tsitsipas, altro incrocio con scintille e… balletti. Il russo sembrava aver adottato un approccio maggiormente filosofico alle avversità di questo sport, salvo poi prendere una solenne incazz…ura a Montecarlo di fronte alle troppe sviste dei giudici. Filosofia a parte, Daniil non ha punti da difendere a Parigi ma nel 2024 non ha ancora vinto nulla. Il greco ha rialzato la testa dopo un periodo piuttosto lungo di risultati mediocri per il suo valore; il rosso gli fa bene e anche a Roma, dopo la vittoria a Montecarlo e la finale a Barcellona, ha sfiorato la semifinale. Sapranno Daniil essere più concreto e Stefanos provare a reinserirsi nella lotta per il titolo?
Le leggende: Djokovic ha grandi ambizioni, Nadal orgoglio smisurato ma limiti evidenti.
Un quesito importante cui i prossimi quindici giorni dovranno dare risposta riguarda le reali ambizioni del detentore del titolo: come sta Djokovic? L’asso serbo è andato con umiltà a Ginevra per mettere nel serbatoio ore di tennis agonistico e quanto visto con Hanfmann e Griekspoor è stato positivo ma con alcune riserve, più sulla continuità dell’azione che sulle condizioni atletiche. Novak commette qualche errore di troppo; a momenti d’oro come gli ultimi venti minuti con il tedesco alterna momenti di calo che gli fanno perdere punti, game e in sostanza gli allungano la partita. Il persistere di questa situazione ovviamente carica gli avversari, che probabilmente non lo vedono più come il muro invalicabile che nulla concede ai rivali. Questo Nole può davvero aspirare al titolo e soprattutto alle Olimpiadi, che sono il suo vero sogno?
Rafa Nadal non ha dato al pubblico troppi motivi per sperare in una lunga permanenza parigina; ogni partita che gioca si può allungare, affaticandolo e compromettendogli il prosieguo nel torneo. È pur vero che c’è il giorno di riposo, ma c’è anche il tre-su-cinque. L’esordio con Zverev lo motiverà tantissimo, soprattutto per il fatto che per una volta non scenderà in campo da favorito. Saprà essere il rompi-torneo, il giocatore che estromette una delle stelle della manifestazione?
Il terzo “domandone”, come soleva dire Piero Chiambretti in “Complimenti per la trasmissione”, riguarda i nuovi eroi. A che punto sono Alcaraz e soprattutto il nostro Sinner? Entrambi sono fermi dai quarti di finale di Madrid con i loro problemi al braccio e all’anca. Sinner ha sciolto come sappiamo i suoi dubbi e ci sarà; sappiamo bene come Jannik preferisca non partecipare se non si sente sicuro o se il piano dei lavori suggerisca altrimenti, questo dovrebbe autorizzare un certo ottimismo per l’impegno francese, che potrebbe anche dargli la corona di numero uno del ranking. L’inizio dell’anno lo ha poi già selezionato come unico pretendente al Grande Slam: è probabile che il pensiero non sia ancora dominante nella sua testa, ma visto anche lo stato generale della concorrenza, non è un’opzione da lasciare nel dimenticatoio.
Le donne: tutte contro Iga, la regina
Tra le signore è ormai avviata la solidificazione delle gerarchie: negli ultimi tempi sempre più spesso le favorite della vigilia rispettano la testa di serie loro affidata e le finali sono di alto livello o comunque ben frequentate da campionesse. Swiatek a Parigi è quasi inavvicinabile: lo scorso anno rischiò in finale con Karolina Muchova che si prese un break di vantaggio nel set decisivo della finale, ma la ceca non gioca da settembre e è tuttora alle prese con i preparativi per il rientro dopo l’intervento chirurgico al polso.
Chi potrà tentare il ribaltone? Ovviamente Sabalenka, campionessa di Melbourne e strenua avversaria della polacca a Madrid e a Roma. La terza incomoda può essere Rybakina, ogni tanto distratta ma capace di vincere quattro incontri diretti su sei con Iga, tra cui l’ultimo a Stoccarda lo scorso aprile. Coco Gauff per il momento e anche per i precedenti con l’atleta di Varsavia, sembra staccata. Ma guai a sottovalutarla. In conclusione, arriviamo alla vigilia del torneo con una situazione piuttosto stabile tra le donne e qualche situazione da verificare in più tra i maschi: il passaggio di consegne non è ancora giunto al termine e le possibilità di sorpresa sono più alte che nel singolare femminile.