[1] J. Sinner b. [Q] A. Michelsen 6-4 7-5
Non è stato un esordio memorabile quello di Sinner nel 1000 di Cincinnati, ma comunque migliore di quello di un anno fa. La scorsa stagione Jannik, reduce dal trionfo di Montreal, perse infatti contro Lajovic. Questa volta la prestazione è stata parimenti sottotono ma per motivi diversi. In quel caso era tutta una questione di stanchezza, mentale più che fisica probabilmente, mentre la partita odierna si colloca all’interno di un percorso di avvicinamento allo US Open in cui la condizione atletica è ancora in fase di costruzione. Il risultato è stato però quello che serviva a Sinner: una vittoria – in due set su Michelsen – che gli permetterà di mettere altri minuti nelle gambe e altro tennis nelle braccia.
Davanti a un avversario intraprendente ma poco preciso nei momenti più importanti, l’azzurro non è quasi mai riuscito a trovare il suo ritmo da fondocampo. In più, la bassa percentuale di prime in campo (51% il dato finale) ha permesso a Michelsen di avere un atteggiamento sempre aggressivo in risposta che gli ha fruttato otto palle break. È proprio su questi punti, però, che Sinner ha vinto la partita cancellando tutte le chance concesse con un’autorevolezza che si confà al numero uno del mondo. Per vedere le altre qualità di chi guarda tutti gli altri dall’alto nel ranking ATP c’è da aspettare ancora qualche partita: difficile che si tratti già dell’ottavo di finale contro Baez o Thompson.
Primo set – Con poche prima e senza brillare ma Jannik si porta avanti
Il Cincinnati Open del numero uno del mondo inizia con un break. Quando parte lo scambio, Jannik prova a muovere Michelsen non facendogli mai colpire la stessa palla per due volte di fila e le difficoltà dell’americano negli spostamenti più rapidi danno il primo vantaggio all’azzurro. In queste prime fasi di gioco Sinner litiga con la prima palla di servizio e sul 2-1 deve fronteggiare due palle del controbreak. In attesa del supporto della prima, che effettivamente accorre alla seconda chance concessa, Jannik si affida al kick e respinge l’offensiva dell’avversario.
Approfittando delle basse percentuali in battuta di Sinner, Michelsen cerca spesso l’anticipo in risposta e si conferma pericoloso anche nei turni successivi pur mancando in termini di continuità (e precisione). Sul 4-3 l’americano ha un’altra occasione ma il giocatore di Sesto Pusteria se la cava, aiutato anche dal nastro, al termine di un punto rocambolesco. Il dato delle prime in campo non riesce a raggiungere il 50% entro fine set ma il bicchiere è comunque mezzo pieno per Jannik che porta fino in fondo il break di vantaggio e chiude il parziale sul 6-4.
Secondo set – Sinner fa il minimo indispensabile ma è chirurgico sulle palle break
Sinner prova a partire forte in risposta come nel primo set ma questa volta Michelsen non accetta lo scambio da fondo ed è attento in fase offensiva. In battuta, poi, Jannik continua ad essere in affanno. Oltre ai problemi con la prima, anche la profondità e l’incisività dei colpi da fondo campo non sono quelle a cui l’azzurro è abituato (e ci ha abituato). Ciò che invece è tipicamente da Sinner e che non manca nemmeno oggi è la freddezza nei punti più delicati e così il numero uno d’Italia e del mondo annulla altre tre palle break portando a 0/6 il dato complessivo di (non) realizzazione di Michelsen. Il computo si aggiorna non molti minuti dopo quando, sul 3-2, Jannik trova una buona prima per cancellare un’occasione concessa in seguito a due brutti errori (uno con lo smash e l’altro con il dritto).
Nel sempre delicato settimo game Sinner prova allora a presentare all’avversario il conto di tutte le occasioni sprecate ma l’americano risponde presente alle due palle break guadagnate dall’azzurro (o meglio, regalate dallo stesso Michelsen, confusionario nelle vicinanze della rete) servendo bene e tenendo così la testa del set. Ormai non c’è game (specie con Jannik al servizio) che passi senza vedere una palla break. Anche sul 4-3 il risultato è un nulla di fatto ma questa volta il 19enne californiano non può farsene una colpa visto che Sinner lo lascia fermo con un ace provvidenziale.
Lo stesso discorso rischia di essere applicato a parti invertite sul 5-5 ma Sinner si ribella a un andamento ormai fin troppo prevedibile dei vari game trovando una profondità di colpi – per certi versi insolita in questo match – che gli procura un’ulteriore occasione su cui poi Michelsen va fuori giri con il dritto. Jannik può quindi servire per chiudere i conti e trova uno dei pochi game di battuta comodi della sua partita. Dopo un’ora e quaranta di gioco, l’azzurro può stringere la mano all’avversario accedendo agli ottavi di finale.