Comunque andrà, sarà un successo. Spesso lo si dice a prescindere ma al di là della retorica, lo US Open appena archiviato lo è stato sul serio e, oltre al vincitore Jannik Sinner, a gioire sono anche gli organizzatori del major a stelle e strisce perché il seguito sugli spalti è stato clamoroso, da record. Continuando il trend positivo degli ultimi anni, l’affluenza a Flushing Meadows è in continuo aumento, e lo score al botteghino di quest’anno recita cifre da capogiro: nelle tre settimane complessive dello Slam statunitense sono accorse 1.048.669 persone, oltre il milione di paganti.
Una crescita significativa rispetto ai già strabilianti numeri dello scorso anno, dove l’edizione vinta da Novak Djokovic aveva annoverato complessivamente 957.387 spettatori, toccando quota 799.402 per quanto concerne le due settimane di tabellone principale. Anche sotto questo aspetto c’è stato un corposo incremento perché quest’anno i quattordici giorni di main draw hanno fatto registrare 832.640 appassionati accorsi alla manifestazione.
PARAGONE CON GLI ALTRI SLAM – Un successo su larga scala se confrontato con gli altri “fratelli” della famiglia Slam. Se è vero che New York può contare sull’impareggiabile capienza dell’Arthur Asche, è comunque un risultato schiacciante per quanto concerne il paragone con i 675.000 del Roland Garros e i 526.455 di Wimbledon. L’unico che è riuscito a fare meglio rispetto a Flushing Meadow è l’Australian Open che con l’edizione 2024 vanta il primato con 1.110.657 convogliati per le qualificazioni e il tabellone centrale.