Al termine del match di doppio, in cui Simone Bolelli ed Andrea Vavassori sono stati superati da Wesley Koolhof e Botic van de Zandschulp, i due azzurri, accompagnati dal capitano Filippo Volandri, sono intervenuti in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti presenti, compreso il direttore Ubaldo Scanagatta. Ecco, dunque, le loro parole.
Ubaldo Scanagatta: Un commento su questa settimana in Coppa Davis?
Filippo Volandri: “Abbiamo raggiunto l’obiettivo tutti insieme, tutti ne fanno parte, anche voi. La settimana è stata pazzesca, io devo sempre ringraziare i ragazzi, ma anche tutte le persone che lavorano dietro a loro. Sono tante, le avete viste, e tutti fanno la propria parte. Devo ringraziare i ragazzi che non sono stati con noi questa settimana: io ne devo portare cinque, ma ne ho quasi il doppio se non di più, che meriterebbero di essere qui. È stata una lotta continua, una battaglia all’ultimo sangue, anche questo ultimo doppio. Certe partite si giocano e si vincono per pochissimi punti. Non smetterò mai di ringraziare i ragazzi che sono stati ancora una volta strepitosi. Gli ho chiesto disponibilità e me l’hanno data, gli ho chiesto di esserci nelle difficoltà degli altri e lo hanno fatto. Di più non so cos’altro chiedere“.
D: A Malaga avrai un po’ di grattacapi per le convocazioni, quando ce le dobbiamo aspettare?
Filippo Volandri: “Non so quando, ma di solito un paio di mesi prima non serve a niente. Quello che conta davvero è l’ultima settimana, lì si capisce come stanno i ragazzi. Quella è la parte più complicata del lavoro che faccio, perché devo dire a qualcuno che non farà parte della squadra, però dall’altra parte è quella che ci porta in fondo. Senza quella non avremmo vinto la Davis l’anno scorso. Ce la siamo dovuta sudare fino in fondo perché con due vittorie non eravamo ancora qualificati. Ma novembre è tanto lontano ancora“.
D: Perché i giovani di oggi sono riusciti a trovare questa empatia e questa armonia?
Filippo Volandri: “Se pensi che io ho esordito perché cinque giocatori più avanti di me si sono rifiutati di giocare, direi che il problema lo abbiamo avuto quando giocavamo noi. Quello che funziona è il fatto che abbiamo dei ragazzi speciali e degli allenatori speciali. Io faccio il direttore tecnico, quindi con questi ragazzi ho condiviso esperienze da quando erano molto giovani. Wave è stato due anni nel centro tecnico di Tirrenia. Quello che fa la differenza è che c’è unione di intenti con giocatori ed allenatori. Io parlo per quelli che ho la fortuna di guidare e devo essere sincero, lo farebbero tutti”.
D: Vi sentita in una buona condizione o potreste migliorare nei prossimi mesi?
Simone Bolelli: “Per quanto mi riguarda siamo in buona condizione. Abbiamo giocato tre buonissime partite, ci sentiamo bene in campo. Abbiamo fatto una grandissima stagione che non è ancora finita, ci sono tanti altri obiettivi. Ovviamente dobbiamo migliorare, questo senza dubbio, ma tutti non ci accontentiamo. Il rammarico c’è di non aver portato il punto oggi, ma ce l’abbiamo messa tutta. È girata su pochi punti, ma sono contento di questa settimana. Obiettivo raggiunto e guardiamo avanti“.
Andrea Vavassori: “A inizio stagione abbiamo avuto una continuità pazzesca e ultimamente abbiamo perso partite per pochi punti per merito degli avversari. A inizio stagione eravamo gli outsider e adesso siamo tra i più forti del mondo, quindi siamo cambiati agli occhi degli avversari, che giocano diversamente. Abbiamo vinto la partita che dovevamo vincere. Oggi sono stati bravi gli olandesi. Io devo stoppare un attimo perché sto tirando la corda troppo tempo. Poi partirò per la Cina, ma siamo molto fiduciosi e carichi per spingere”.
D: Ti ha sorpreso qualche altro risultato negli altri gironi?
Filippo Volandri: “Ci siamo talmente tanto concentrati su noi stessi questa settimana, che non abbiamo seguito altro. Facciamo un passo alla volta e godiamoci questa giornata”.
D: Qual è la differenza nel giocare da campioni in carica?
Filippo Volandri: “Forse le attese sono superiori, ma le difficoltà sono sempre le stesse. Giocare in Davis è diverso, i valori delle classifiche vengono totalmente sballati. Questo è il risultato di questa settimana. Noi non difendiamo la Coppa Davis, ma ripartiamo da zero per provare a vincerla di nuovo”.
D: Questo atteggiamento è stato un messaggio che hai voluto mandare?
Filippo Volandri: “Sicuramente possiamo ancora migliorare tutti. Questi ragazzi, anche rispetto alle generazioni passate, sono molto più professionisti e più preparati. La Coppa Davis da sola porta a dare tutti e non mollare mai. Noi cerchiamo di lavorare sui punti giusti. Avere la fortuna di stare insieme a questi ragazzi da quando hanno dieci anni è importantissimo. Sono i ragazzi che fanno la differenza“.