Giornata molto lunga nella capitale nipponica, con l’ultimo incontro di quarti di finale terminato alle 23:47 locali. Nella domenica dedicata ai quattro match dei migliori otto rimasti in tabellone nel Japan Open Tennis Championships, il primo a sorridere è stato Tomas Machac, vittorioso in due set su Alex Michelsen per un successo che gli vale la prima semifinale in un ATP 500. Successivamente, Ugo Humbert ha potuto sfruttare il ritiro di Jack Draper (per dolori nella zona addominale) a inizio secondo set per accedere pure lui al penultimo atto. Holger Rune, invece, ha avuto molti più problemi per venire a capo dell’idolo di casa Kei Nishikori, sconfitto in rimonta annullando un match point. Infine, Arthur Fils ha estromesso il campione in carica Ben Shelton a seguito di tre ore di tennis e dopo aver avuto match point nel secondo parziale. Addentriamoci ora in ciascun match.
[6] H. Rune b. [WC] K. Nishikori 3-6 6-2 7-5
Ci è andato vicinissimo Kei Nishikori, ma Holger Rune ha avuto la meglio. Il tennista danese è venuto a capo di una partita complicatissima dopo due ore e un quarto di gioco, con il punteggio di 3-6 6-2 7-5. In rimonta, quindi, e perdipiù annullando un match point all’idolo di casa, campione qui nel 2012 e nel 2014, contro cui non aveva mai giocato. Due successi filati contro tennisti giapponesi per la sesta testa di serie del tabellone – al secondo turno aveva sconfitto Yoshito Nishioka – che si vendica così della resa contro Yasutaka Uchiyama a Hangzhou sconfiggendo appunto due giocatori del Sol Levante.
Per lui, questa è la 22esima vittoria in stagione su 26 match disputati contro tennisti fuori dalla top 50 e diventa così il quinto giocatore – dopo Sinner, Zverev, Ruud e Musetti – a raggiungere sei semifinali nel 2024 (giocherà la sua 19esima in carriera). Perdipiù, è il secondo danese ad arrivare al penultimo atto a Tokyo dopo il suo coach Carlsen, capace di questo risultato nel 2002. Per un posto in finale, sarà battaglia con Arthur Fils.
IL MATCH – I primi due set sono dominati prima da Nishikori e poi da Rune, abili nel conquistare uno o due break per poi arrivare a chiudere la frazione piuttosto agevolmente. Nel terzo parziale c’è equilibrio: nel quinto gioco Rune offre palla break, si salva, ma non è abile nel fare lo stesso nel turno di battuta seguente, che finisce per perdere ai vantaggi. Nishikori arriva a match point in risposta, ma non riesce a concretizzarlo e nel game successivo, al momento di servire per portare a casa il match, perde d’intensità. Il danese non perdona e si riprende il break. Tenendo poi la battuta, e cancellando un’ulteriore chance avversaria di break, è questa volta la sesta testa di serie a costringere l’avversario a dover ricorrere al colpo di inizio gioco per allungare la partita al tie-break. Il giocatore di casa, però, fallisce in questo obiettivo e finisce per inchinarsi con lo score di 2-6 6-3 7-5.
A. Fils b. [8] B. Shelton 7-5 6-7(5) 7-6(2)
Si aggiudica senz’altro la partita del torneo Arthur Fils. Il francese ha disputato un incontro molto adrenalinico con Ben Shelton, ottava testa di serie e campione in carica del torneo. Dopo tre ore e due minuti di combattimento il transalpino l’ha spuntata con lo score di 7-5 6-7(5) 7-6(2), accaparrandosi così l’ottava semifinale nel circuito maggiore, la terza a livello 500, e vendicandosi pure della sconfitta contro Ben patita lo scorso anno alla Laver Cup.
IL MATCH – C’è da subito grande intensità nella capitale nipponica. Ad avere più difficoltà in battuta è Shelton, che talvolta offre palle break mentre Fils tiene il servizio a regola d’arte. Il francese se ne procura un paio nel terzo game, poi altre tre consecutive sul 4-4. Ma la potenza di Shelton fuoriesce senza controllo e il transalpino non riesce a concretizzarle. Gli basta però solo avere pazienza perché, sul 5-5 e all’ottava opportunità da inizio match, Fils strappa finalmente la battuta all’avversario e a 30 chiude il primo parziale.
Il secondo si apre invece con un game ‘fiume’ da 24 punti con cui il numero 24 ATP conquista nuovamente il break, che però restituisce subito dopo. Si prosegue senza troppi intoppi sino al 5-5. Qui, l’americano non è preciso in battuta e spedisce il francese a servire per la vittoria. Fils arriva per due volte a match point, ma non converte e anzi ritorna subito la battuta all’avversario. Si arriva quindi al tie-break. Shelton parte in vantaggio e non lo perde più, mettendo in tasca il parziale 7 punti a 5 (con 7 mini-break totali su 12 punti giocati) e allungando così la contesa al terzo dopo più di due ore di tennis sulle sue gambe e su quelle dell’avversario.
Dopo un inizio set che vede entrambi soffrire per i crampi, il primo a spezzare il ritmo nella frazione decisiva è Fils, che nel sesto gioco risponde bene e avanza sul 4-2. Il campione in carica però non ci sta: nel game successivo lo porta ai vantaggi e in men che non si dica si riprende il break. Il giusto epilogo per un match così tirato è il tie-break, che non tarda ad arrivare. Ineccepibile, il transalpino non commette alcuna sbavatura, conquista due mini-break e chiude 7 punti a 2.
Anche i numeri finali sono a suo favore, dato che ha realizzato l’86% di punti con la prima in campo (Shelton il 68%) e ha concluso con un +9 nel saldo vincenti/errori, mentre lo statunitense ha terminato con un -15 e ben 19 palle break totali offerte. Per uno come lui, troppe.
U. Humbert b. J. Draper 7-5 2-1 rit.
È finita anzitempo la sfida tra i mancini Ugo Humbert e Jack Draper, al primo testa a testa in carriera. Il francese ha staccato il pass per la semifinale dopo che era avanti 7-5 2-1, con l’inglese che non ha potuto fare altro che ritirarsi per un infortunio addominale, il quale gli provocava dolore sia durante il movimento del servizio, sia in quello del rovescio. Non come avrebbe voluto, ma il numero 18 ATP giunge così alla sua 16esima semifinale nel circuito maggiore, la quarta a livello 500. Per un posto in finale, ora, se la vedrà con Tomas Machac.
T. Machac b. A. Michelsen 7-6(2) 6-3
Così come era successo a Ginevra pochi mesi fa, Tomas Machac ha sconfitto Alex Michelsen ed è approdato in semifinale, la sua seconda in carriera e la prima a livello 500. In un’ora e trentasei minuti di match lo score recita un convincente 7-6(2) 6-3 per il tennista ceco, che fa così doppietta di vittorie contro giocatori americani dopo aver sconfitto Tommy Paul al secondo turno. Dal lato opposto, sfuma invece la prima semifinale per Michelsen fuori dal suo paese, in un torneo in cui era il più giovane quartofinalista da Denis Shapovalov nel 2018.
IL MATCH – Dopo uno scambio di break in apertura, il primo set prosegue in maniera molto liscia seguendo fedelmente la regola dei servizi, senza che nessuno dei due riesca a giungere nuovamente a palla break. Si arriva automaticamente al tie-break e qui è Machac a dominare la scena chiudendo 7 punti a 2. Anche la seconda frazione è all’insegna della stabilità, con entrambi i tennisti che si aggrappano gelosamente al colpo di inizio gioco. Nel sesto game, però, Michelsen va in difficoltà e offre ben cinque palle break. Con freddezza le annulla, ma nel turno di battuta seguente non riesce a fare altrettanto, cedendo così il break fatale a Machac, che chiude poco dopo con il punteggio di 7-6(2) 6-3. Sempre con il servizio, il cui eccellente 88% di conversione con la prima (Michelsen 63%) ha decisamente fatto la differenza. Così come il rapporto vincenti/errori: per il ceco +10, per lo statunitense -4.