Kei Nishikori è tornato! Dopo un lungo calvario iniziato nel 2019 il giapponese all’età di trentaquattro anni è tornato alla vittoria dopo un anno e mezzo di digiuno. Certo, non è un titolo ATP (come non lo era stato nemmeno l’ultimo vinto nel 2023), ma una rinascita per uno dei giocatori più sfortunati degli ultimi anni. Nishikori ha infatti battuto il nostro Luca Nardi in tre set al Challenger di Helsinki nella giornata di domenica, dopo aver già centrato la semifinale la scorsa settimana a Bratislava.
Se il successo dello scorso anno, a Palmas del Mar, era rimasto isolato venendo seguito da un nuovo stop lungo stop, la speranza è che questa vittoria possa segnare una vera svolta per il giapponese, senza dubbio il migliore mai visto nella terra del Sol Levante a livello ATP. Nishikori è infatti tutt’ora l’unico tennista giapponese ad aver occupato la top 5 del ranking maschile. Il risultato del “Project 45”, avviato per lui da quando in adolescenza si traferì negli Stati Uniti per inseguire il suo sogno. L’obiettivo? Superare la posizione numero 45, la più alta raggiunta fino a quel momento da un tennista nipponico: Shuzo Matzuoka, primo a vincere un titolo ATP.
Le aspettative sono state ampiamente superate. Di titoli ATP Nishikori ne ha infatti vinti dodici, sei 250 e sei 500. Le migliori annate senza dubbio quelle che vanno dal 2014 al 2016, con la sua prima e unica finale Slam, persa allo US Open contro Marin Cilic; e poi la quarta posizione nel ranking, raggiunta nel 2015, e le straordinarie Olimpiadi di Rio, con la vittoria su Rafa Nadal e la medaglia di bronzo.
Gli infortuni e il ritorno
Poi i primi problemi, nel 2017 un infortunio al polso lo costringe a chiudere anticipatamente la stagione, facendolo uscire dalla top 10 per la prima volta dall’agosto 2014. Sono solo le avvisaglie di un lunghissimo calvario. L’anno successivo centra di nuovo la semifinale a Flushing Meadows, e il 2019 inizia bene con la vittoria del suo ultimo torneo a livello ATP, quello di Brisbane. Ma poi proprio al “suo” US Open è costretto a fermarsi. In quello che sarà l’ultimo torneo della sua stagione perde al terzo turno contro un giovanissimo Alex De Minaur, i dolori al gomito destro sono troppo forti e lo costringono ad un’operazione e una lunga convalescenza. Nel 2020 viene contagiato dal Covid per due volte, poi è costretto a fermarsi di nuovo per un problema alla spalla. Gli infortuni si susseguono nelle parti del corpo più disparate: anca, caviglia, ginocchio.
“Ho pensato più volte di ritirarmi”, ha dichiarato nel 2022, anno della sua uscita dalla top 100. Ora la rinascita di Nishikori è passata dai Challenger e da qualche apparizione nel circuito principale come quella a Tokyo dove tra l’altro ha rincontrato – dieci anni dopo la loro finale Slam- proprio Marin Cilic, anche lui recentemente tornato al successo dopo tanti problemi fisici e tre anni senza tornei vinti. Finalmente il giapponese vede una luce in fondo al tunnel. La vittoria finlandese gli ha permesso di fare un balzo di 25 posizioni nel ranking, e ora alla posizione numero 107 è ad un soffio dal centrare il main draw dell’Australian Open, il suo prossimo grande obiettivo.