4) SF Cincinnati: Sinner – Zverev 7-6(9) 5-7 7-6(4)
Dei tanti enigmi risolti nella stagione che porterà per sempre il suo nome, a Jannik Sinner mancava ancora un ultimo tassello per completare il puzzle: Alexander Zverev. A Cincinnati, secondo 1000 del 2024 dell’azzurro e trampolino di lancio verso lo US Open, la vera finale è stata il penultimo atto contro il tedesco. Più di 3 ore di tennis a velocità pazzesche, con botte da orbi da fondo campo e nessuno dei due mai disposto a concedere iniziativa all’avversario o arretrare di un solo passo. Una sinfonia di rovesci e ribaltamenti di fronte, in un incontro dove Sinner aveva ancora qualche ruggine all’anca. È difficile dirlo con certezza, ma molto del clamoroso finale di stagione di Jannik (da quel match in avanti ha perso solo contro Alcaraz a Pechino) è passato dal trionfo in semifinale in Ohio contro un avversario che lo aveva battuto per quattro volte di fila.
3) F Olimpiadi Parigi: Djokovic – Alcaraz 7-6(3) 7-6(2)
LA partita. Per molti la più bella dell’anno, per quanto finita in “soli” due set a favore di Novak Djokovic. Ma che due set! L’equilibrio ha regnato sovrano, in un’assolata domenica d’agosto vissuta inusualmente sulla terra del Philippe Chatrier, per quasi tutte e tre le ore di lotta tra il serbo e Carlos Alcaraz. Palle corte, pallonetti, scambi durissimi da fondo, mirabolanti prodezze di dritto e rovescio, e 48 vincenti in totale, di cui 33 dello sconfitto. Nole ha però saputo alzare il livello nei due tie-break, quando più contava, per tenere lontano Carlitos e andarsi finalmente a prendere l’unico grande trofeo che ancora gli mancava. L’unico alloro tennistico sul quale desiderasse mettere le mani. Al termine di una partita intensa, da cuori forti, spettacolare ed emozionante, ma soprattuton comunque incerta e di qualità, di gran lunga tra le migliori della storia delle Olimpiadi, Djokovic ha “completato il tennis”.
2) F Pechino: Alcaraz – Sinner 6-7(6) 6-4 7-6(3)
La sublimazione della rivalità, la prima finale “vera” tra i due protagonisti del futuro, in un palcoscenico non di primissima fascia ma comunque nobile come l’ATP 500 di Pechino. L’abito però non fa il monaco, e per quanto sia una frase fatta cade decisamente a fagiolo parlando di questa partita. Suspence e pathos per tutta la durata di un incontro iniziato nella tarda mattinata italiana per finire il primo pomeriggio. In cui Sinner prima ha recuperato un break nel primo per andare avanti, poi ha sciupato un 3-0 nel tie-break subendo 7 punti di fila. “Sciupato” non rende però il livello prodotto da Carlitos nei momenti che gli hanno consegnato la vittoria: un tennis celestiale, dirompente, nella più classica delle giornate in cui ad Alcaraz riesce tutto. Per fortuna di chi guardava era riuscito però tutto anche a Sinner. Potenza contro armonia, regolarità contro genio, costanza contro picco. E soprattutto nessun vero padrone del campo. Una sola richiesta: questo match dovrà valere sempre un trofeo. E allora avremo di che riempire tante classifiche sui migliori incontri dell’anno.
1) F Amburgo: Fils – Zverev 6-3 3-6 7-6(1)
Più sciabola che fioretto, più gegenpressing che tiki-taka, più boxe che tennis. Colpi duri, tanto agonismo, spesso anche sfociato all’estremo in 3 ore e 32 di battaglia nella partita da terra ideale. La presentazione perfetta per quello che è stato il romanzo della finale del 500 di Amburgo tra Arthur Fils e il padrone di casa Alexander Zverev. Duello giocato principalmente dal lato del rovescio, dove entrambi hanno maggiore sensibilità: più lungolinea il tedesco, con variazioni e palle corte il francese, bravo a sfruttare la mancanza di pressione e anche a cavalcare un pubblico particolarmente partecipe. E le polemiche nel finale dopo il servizio da sotto di Fils non proprio gradito da Sasha e accolto tra i fischi hanno contribuito ad aggiungere pathos e grinta al 2004, che nonostante i crampi (sofferti da entrambi) ha portato a casa la contesa giocando un tie-break di altissimo livello. Scambi lunghi, non eccessivi errori e pulizia dei colpi tra il più promettente under 20 e il n.2 al mondo a fine anno: una ricetta di successo. La celebrazione, con uno Zverev esausto e deluso che “innaffia” con lo champagne Fils scrive anche il lieto fine regalando un sorpasso all’ultima curva per il “titolo” di partita del 2024. E non ci stupiremmo di rivedere su palcoscenici ben più prestigiosi questo matchup e questo spettacolo nel 2025.