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Musetti e quel digiuno di tre anni: “La vittoria è solo questione di tempo”. Eppure i risultati …

Lorenzo Musetti non vince un titolo da Napoli 2022 ma da diversi mesi a questa parte è entrato in un'altra dimensione

Last updated: 24/09/2025 13:42
By Beatrice Becattini Published 23/09/2025
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11 Min Read
Lorenzo Musetti - Roland Garros 2025 (foto X @atptour)

“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Per un tifoso della Juventus come Lorenzo Musetti questo motto deve essere familiare. E nello sport, si sa, niente è come la vittoria. Il valore di un trofeo è inestimabile e consacra il vincitore nel firmamento della sua disciplina. Non tutto, però, si esaurisce con il trionfo. Anche perché a vincere è sempre e solo uno. Il biennio 2024-2025 di Musetti è la sintesi perfetta di questa affermazione. Perché cinque finali perse consecutivamente non possono offuscare la crescita delle ultime stagioni.

Sezioni
Musetti e un digiuno che dura da tre anni: l’ultimo titolo al 250 di Napoli contro Berrettini e le cinque finali perseMusetti 2.0 tra crescita e nuove consapevolezze: il bronzo olimpico, le semifinali Slam e la top 10E ora? Torino si avvicina…

Musetti e un digiuno che dura da tre anni: l’ultimo titolo al 250 di Napoli contro Berrettini e le cinque finali perse

A Chengdu Lorenzo Musetti è stato a un punto dal ritorno al successo dopo tre lunghi anni. Alla fine, però, è stato Alejandro Tabilo ad avere la meglio al tiebreak del set decisivo. “È stata una serata dura per me. Abbiamo giocato un match molto intenso, abbiamo lottato fino all’ultimo punto. Ma alla fine c’è solo un vincitore. A volte vinci, le altre impari. Andrà meglio la prossima settimana, spero” ha dichiarato a caldo il carrarino durante la premiazione.

“Penso che per tornare a vincere un torneo sia solo questione di tempo. L’ultimo l’ho vinto ormai tre anni fa, da allora ho giocato qualche finale ma non sono mai riuscito a vincere. Mi auguro che la prossima sia quella giusta”. Le lacrime di Lorenzo alla fine dell’incontro non avevano insiti solamente delusione e dispiacere per i due match point mancati. C’era dentro anche il peso di una vittoria che manca dal 2022, quando all’ATP 250 di Napoli fece suo il derby azzurro contro Matteo Berrettini e il trofeo. Da quel momento la bacheca è rimasta intonsa. Tra l’altro proprio nel medesimo anno arrivò anche il secondo titolo, o meglio il primo della carriera, a Amburgo, quando si impose su Carlos Alcaraz, che appena qualche settimana dopo avrebbe vinto lo US Open e sarebbe divenuto il più forte del mondo.

Sul cemento cinese il numero 9 del mondo ha perso la sua quinta finale di fila, la seconda del 2025. Questa striscia apparentemente così negativa si è inaugurata lo scorso anno con l’ultimo atto del Queen’s, quando non ha potuto niente contro Tommy Paul. Neppure la terra di Umago è riuscita a sbloccare Musetti. Un mese dopo la sconfitta sull’erba, infatti, Lorenzo si è arreso a Francisco Cerundolo al tiebreak del terzo set. A completare il mosaico delle superfici è stata la resa, un po’ a sorpresa a dire la verità, contro Juncheng Shang a Chengdu 365 giorni fa.

In questa stagione il rapporto tra l’azzurro e le finali non è andato a migliorare, almeno in termini di esito. Nello specifico a batterlo, oltre a Tabilo in Cina, è stato Carlos Alcaraz a Montecarlo. Si trattava della prima volta in cui Lorenzo si giocava in titolo così importante come un Master 1000. E il primo set di quell’incontro ha dimostrato a tutti che Musetti può fare partita pari con i migliori. Poi il fisico lo ha tradito.

Sono state cinque partite diverse le une dalle altre, che hanno lasciato sensazioni altrettanto differenti. Se contro Paul forse era difficile pretendere un risultato altro e con Cerundolo la partita è stata equilibrata fino alla fine, anche se l’italiano si è fatto rimontare dopo un primo set dominato, perdere contro Shang, seppur un grande talento in rapa di lancio fermato quest’anno dagli infortuni e beniamino di casa, è stata un’opportunità sfumata al pari della sconfitta contro Tabilo. Tanto più che quest’anno c’è in ballo la qualificazione alle ATP Finals.

Ecco, ripartiamo proprio da qui. Si diceva che i trofei sono di vitale importanza. Eppure stiamo parlando di centrare l’accesso tra i migliori otto giocatori dell’anno. Sintomo che qualcosa è decisamente cambiato.

Musetti 2.0 tra crescita e nuove consapevolezze: il bronzo olimpico, le semifinali Slam e la top 10

Le sconfitte, ancorché dolorose, non possono cancellare i progressi che Musetti sta mettendo in luce da più di un anno. Procediamo con ordine.

Nonostante abbia lasciato strada libera al Queen’s a Tommy Paul, lo scorso anno Lorenzo ha dimostrato di avere nelle sue corde il gioco adatto all’erba. Non a caso prima di Londra, a Stoccarda era arrivato in semifinale, perdendo sonoramente contro Matteo Berrettini. A Wimbledon è forse cambiato qualcosa nella sua testa. È avvenuto quel click, quella scintilla che ha convinto lo stesso azzurro di poter ambire a qualcosa di più della già ottima top 20 che aveva già raggiunto in precedenza. La rincorsa del carrarino si è infranta solamente contro Novak Djokovic, che sui prati dell’All England Club è di casa. Il traguardo, però, è stato di quelli importanti, che sanno di svolta: la semifinale, la prima in un Major. Nemmeno un Taylor Fritz alla stagione della vita ha potuto niente.

La sconfitta contro Cerundolo in Croazia è avvenuta appena pochi giorni prima dell’esordio di Muso alle Olimpiadi di Parigi. La terra è da sempre l’elemento più congeniale a Lorenzo e la competizione a Cinque Cerchi per quell’edizione ha preso in prestito i campi del Roland Garros. E, ancora una volta dopo una finale persa, Lorenzo ha dimostrato di saper resettare e guardare avanti, conquistando il bronzo. A fermarlo in semifinale ancora una volta Nole. Ma il riscatto è avvenuto subito contro Felix Auger-Aliassime, portando l’Italia sul podio.

Girando la pagina del calendario, il 2025 è l’anno della consacrazione di Lorenzo Musetti ai massimi livelli del tennis mondiale. Certo, manca ancora un passo per poter competere alla pari con i primissimi della classe, però, a un certo punto, il ranking suggeriva che i giocatori migliori di lui fossero solo cinque al mondo, con il best ranking alla posizione n° 6.

Lorenzo è sbocciato a primavera. I tornei sul rosso hanno decretato la sua uscita dal limbo. Dapprima è stata la finale a Montecarlo, poi i quarti a Madrid, dove un Jack Draper ai limiti dell’ingiocabile, in un momento di forma straripante durato purtroppo una manciata di mesi, si è preso l’incontro in due set. Risultato che gli è valso l’ingresso in top 10.

Infine la conferma agli Internazionali d’Italia. L’azzurro non è passato oltre la semifinale, con Carlos Alcaraz in versione fenomeno a sbarrargli la strada. Mancava un solo tassello. La conferma di essere competitivo anche nello Slam rosso, dove si gioca al meglio dei cinque set. La dimostrazione di forza a Parigi ha confermato che lo status di Musetti si è evoluto. Seconda semifinale in un Major e sesta posizione in classifica. Un infortunio non ha permesso al carrarino di completare la sfida, ma per due set ha seriamente messo in difficoltà Carlos Alcaraz.

Purtroppo il problema fisico si è rivelato non così di poco conto e l’estate non è stata altrettanto allettante come i mesi di aprile, maggio e giugno. Il vero Lorenzo si è tornato a scorgere a New York. I quarti raggiunti allo US Open, persi contro Jannik Sinner, hanno rivelato miglioramenti notevoli nel tennis su cemento dell’azzurro. Seppur nella finale contro Tabilo qualche reminiscenza del vecchio giocatore si è intravista – in alcune fasi il suo gioco è tornato ad essere troppo attendista e passivo – l’ultimo atto raggiunto a Chengdu può far ben sperare per il prosieguo dell’annata.

E ora? Torino si avvicina…

Confermare un miglior rendimento sulle superfici veloci per Musetti sarà essenziale. Perché la qualificazione alle ATP Finals passa tutta da qui. Race alla mano, grazie ai punti messi in cassaforte in Cina, Lorenzo si arrampica alla settima posizione della classifica annuale, mettendosi alle spalle Alex De Minaur. Considerando che Jack Draper non tornerà alle competizioni prima del 2026, l’insidia maggiore è attualmente Felix Auger Aliassime, che sul cemento, e ancor di più quello indoor, sa come si fa. Il canadese dista 530 punti – 3235 contro 2705. Un tesoretto da gestire con cura. Sempre che Djokovic non rinunci, come lo scorso anno. In quel caso l’avversario da guardare sarebbe Andrey Rublev con i suoi 2410 punti.

Insomma, il finale di stagione si prospetta incandescente. Avere due italiani a Torino – Sinner è già qualificato – non è più un’utopia. Poi ci sarà anche da cercare la riconferma in Coppa Davis, competizione nella quale Musetti non si è mai espresso al massimo. Almeno il vecchio Lorenzo, che è comunque bicampione. I tasselli iniziano ad accomodarsi. E anche le finali perse verranno riscattate, sperando che la pressione, l’urgenza di tornare a sollevare al cielo un trofeo svaniscano. Il tennis edonistico di Musetti lo merita.


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