ATP Amburgo: Musetti piega Alcaraz al sesto match point e ferma la sua imbattibilità, terza vittoria contro un Top 10

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ATP Amburgo: Musetti piega Alcaraz al sesto match point e ferma la sua imbattibilità, terza vittoria contro un Top 10

Il n. 1 del tabellone deve inchinarsi al primo successo della carriera per l’azzurro, Lorenzo è il quarto italiano ad affermarsi in questo torneo. Da lunedì sarà n. 31 del mondo

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L. Musetti b. [1] C. Alcaraz 6-4 (6)6-7 6-4

Lorenzo Musetti, nella finale più giovane di sempre dei tornei di categoria ‘500’ – a partire dalla loro fondazione nel 2009 – tra un classe 2002 ed un 2003, nella sfida ribattezzata della “generazione zeta” supera sul Centrale dell’Hamburg European Open Carlos Alcaraz dopo una lotta imperiosa, durata la bellezza di 2h46 con lo score di 6-4 (6)6-7 6-4. E’ il quarto azzurro a trionfare nella città anseatica, dopo Nicola Pietrangeli nel 1960, Paolo Bertolucci nel 1977 e Fabio Fognini nel 2013. Lo spagnolo si deve inchinare al 20enne toscano, che trova soltanto al sesto match point il primo titolo della carriera, riuscendo anche a compiere l’impresa di fermare l’iberico che prima di oggi aveva vinto tutte e sei le sue finali a livello ATP senza perdere neanche un set. Il n. 6 non riesce così ad eguagliare il connazionale di cui prenderà il testimone: sarebbe stato infatti solamente il secondo giocatore a realizzare una tripletta nella stessa stagione in eventi ‘500’ sul mattone tritato, dopo Rafa Nadal che vi riuscì nel lontano 2005 trionfando ad Acapulco, (al tempo si disputava sul rosso) Barcellona e Stoccarda.

Le lacrime di Simone Tartarini a fine partita dicono tutto sul valore di questa affermazione per Musetti, il quale centra grazie alla strabiliante performance in terra teutonica la terza vittoria ai danni di un Top 10 dopo quella ottenuta nel 2021 al primo turno di Acapulco contro Schwartzman – nel torneo messicano avrebbe poi raggiunto la sua prima semifinale nel circuito maggiore – e quella fatta registrare lo scorso aprile su Auger-Aliassime al secondo round di Montecarlo che gli permise di qualificarsi per gli ottavi monegaschi. Entrambi i protagonisti di questo scontro per il futuro dominio del tennis mondiale, la prossima settimana raggiungeranno il loro best ranking: n. 31 Lorenzo, n. 5 Carlos – il più giovane da Nadal nel 2005 ad entrare in Top 5. Un solo precedente tra i due prima di oggi: semifinale del Challenger di Trieste 2020 vinta al terzo dal 19enne murciano.

IL MATCH – Le previsioni lasciavano presagire la classica partenza a razzo di Alcaraz, che normalmente fulmina gli avversari immobilizzandoli già in avvio. Invece si assiste all’esatto contrario, è Musetti a strappare immediatamente il servizio allo spagnolo facendo leva sulla profondità della sua risposta. Inoltre le palle del toscano sono molto cariche, ben lavorate e piene di effetto, esecuzioni che specie quando giungono dalla parte sinistra azzurra creano non pochi grattacapi al 19enne di Murcia. Carlos infatti appare abbastanza contratto, i suoi gratuiti in uscita dal servizio si accavallano e così è Lorenzo il primo ad allungare. Certamente falloso l’iberico, ma i suoi unforced sono stati propiziati dall’ottima efficacia della ribattuta carrarinagià ammirata nella giornata di ieri contro Cerundolo. Purtroppo però questo inizio dirompente del n. 62, si rivela essere soltanto un’illusione, Carlos difatti si scuote e infilando un parziale di nove punti consecutivi centra subito il contro-break.  

L’allievo di Ferrero ritrova d’improvviso il suo tennis e comincia a macinare gioco a suon di drittoni estremamente ficcanti, a questo punto il campione juniores dell’Australian Open 2019 mette in mostra tutti i miglioramenti compiuti sul piano della tenuta mentale. Perché sarebbe stato alquanto semplice per il maestrino delle Next Gen Finals dello scorso anno continuare a spingere il piede sull’acceleratore e raccogliere i frutti derivanti dallo scossone emotivo a cui è stato sottoposto il giocatore italico, dal ritorno prepotente di Charlie, dopo il buon avvio di gara, ma Musetti non cede di un millimetro. Adesso il livello generale della sfida cresce sensibilmente, entrambi si esibiscono in autentiche prodezze balistiche nei pressi della rete, ma a differenza dei primi scampoli di partita, ora le battute sono molto più solide. Il primo dei due protagonisti a concedere nuovamente qualcosa è Alcaraz nel fatidico settimo game, sul 30-0 il n. 6 al mondo inciampa prima in un doppio fallo e poi stecca malamente un dritto. Lorenzo non si fa pregare e ancora una volta a fare la differenza sono due meraviglie in risposta. Muso consolida a 30 il break di vantaggio, mostrando anche un fondamentale d’inizio gioco in grande spolvero: i kick ad aprirsi il campo, soprattutto in impianti come il Centrale della città anseatica che possiedono out molto ampi, sul rosso diventano un incubo per gli avversari. Carlitos ovviamente fa il suo, ma non basta perché Lorenzo chiama a sé il suo marchio di fabbrica, la palla corta, e suggella la prima frazione con un dritto in avanzamento per il 6-4 finale dopo 44 minuti. E questa è già un’impresa del classe 2002, visto che si tratta del primo set perso dal nativo di El Palmar nelle sette finali – compreso quella odierna – del circuito maggiore da lui disputate.

Musetti è in grandissima fiducia, oltre che essere pienamente consapevole dei propri mezzi e così sulle ali dell’entusiasmo si procura un pesantissimo break point anche in apertura di seconda frazione. Dall’altra parte invece è tutt’altro che in un buon momento a livello di sensazioni lo spagnolo, incorre in un altro doppio fallo e soprattutto s’innervosisce per i troppi errori banali da fondo, in particolar modo perché arrivano su palle morbide dove dev’essere lui a premere. Lollo, al contrario, è totalmente a suo agio in campo: plana danzante sul rettangolo di gioco esibendosi in difese da manuale. Il tennis del toscano porta Alcaraz a perdere di lucidità e addirittura lo costringe a voler uscire dallo scambio attraverso una smorzata insensata. E così, mentre sulla prima chance di allungo il classe 2003 murciano si era salvato con un dritto miracoloso sulla riga; sulla seconda il drop-shot che si ferma in rete regala il vantaggio immediato all’italiano anche nella seconda partita. Il prossimo n. 3 d’Italia è invalicabile, 2-0, da sottolineare il rendimento in questo frangente della sfida del tanto bistrattato dritto del Muso: quando tutto funziona, anche il lato destro è uno spettacolo con lo sventaglio che viaggia pesantemente.

L’azzurro non abbassa i giri del motore, porta a casa il suo secondo turno di servizio consecutivo a 0 e s’issa sul 3-1. Il protetto di Simone Tartarini è assolutamente conscio, che in queste fasi cruciali dell’incontro non può permettersi di lasciare l’iniziativa all’avversario poiché sa perfettamente che se Carlos dovesse avere anche un solo spiraglio lo trasformerebbe in una voragine. Perciò Lore continua a controllare gli scambi, andando sempre a ricercare il bimane iberico: oggi infatti l’italiano sta costruendo il suo successo proprio sulla diagonale sinistra, portando all’esasperazione l’avversario tramite cariconi di rovescio in top spin. L’azzurro però deve comunque fronteggiare un passaggio a vuoto, inseguendo sul 3-4, per la verità più per meriti avversari che per propri demeriti. Sembra tutto apparecchiato per ristabilire la parità, ma ecco che si ha l’ennesima riprova della crescita e della maturazione psicologica di Musetti; sotto 0-40 si rialza alla grandissima sparando dritti al fulmicotone sulle righe e scagliando prime iper performanti. Ora Lollo chiama a raccolta il pubblico, sa che il momento della verità è ormai vicino – per tutta la partita si sono ascoltati supporter italici accompagnare calorosamente Lorenzo. La tensione si avverte nell’area, poi nel secondo quindici del decimo game si materializza una protesta veemente dello spagnolo, che si lamenta a più riprese con la giudice di sedia per un doppio ribalzo. Il replay dà ragione ad Alcaraz, ma il toscano non si distrae e sale 40-15; qui si assiste a quella che potrebbe essere definita una compensazione divina per il maltorto subito dal n. 3 della Race, con i due match ball frantumati. In realtà, i grandi rimpianti per il n. 62 sono tutti riversati sul primo match point mancato, dove ha perso in lunghezza un dritto comodo. Sul secondo, infatti, nulla ha potuto contro il passantone formidabile di Carlitos, il quale adesso è in totale trance agonistica, sembra inarrestabile e gli spalti lo sostengono vogliosi di terzo set.

L’italiano è bravo a reggere l’intensità, in questo momento, irrefrenabile dell’iberico e si giunge così al tie-break. L’inizio del jeu décisif parrebbe soltanto quella scintilla che darà in là alla mattanza da parte della Furia Rossa. Invece inaspettatamente la prima forza del seeding si blocca, dal 3-1 perde cinque punti consecutivi. Ma appena sente nuovamente l’odore di match point contro, torna in versione animalesca: ne annulla tre di seguito, di cui i primi due sul servizio di Musetti. Poi il finale più doloroso, a chiusura dello psicodramma carrarino, sul primo set ball per l’avversario Lore commette il secondo doppio fallo della sua partita. La cinquina viene dunque restituita e si va al terzo, dopo 1h59 ed il 7-6(6) in favore di Carlos. I colpi del giocatore iberico sono ritornati corposi e profondi, il dritto ricomincia a fare sfracelli, Lorenzo rischia di pagare dazio fin da subito anche per un pizzico di sfortuna – che gli porta via di poco due rovesci – ma esce dalle sabbie mobili del primo e del terzo gioco del set rimanendo attaccato nel punteggio. Il fatto di essere in scia permette all’azzurro di procurarsi un’importantissima palla break nel sesto gioco con una grande veronica: lo spagnolo è però implacabile, smash a rimbalzo e pugnetto. La qualità del match risale vertiginosamente, i due protagonisti regalano scambi spettacolari con alcuni recuperi imperiosi, si arriva così al decimo game: dove Lollo prima si guadagna il 30-30 con un rovescio stretto strepitoso, e poi finalmente può lasciarsi andare perché il rovescio di Carlos vola via oltre la linea di fondo.

IL TABELLONE DELL’ATP 500 DI AMBURGO

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