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11/10/2011 13:40 CEST - MASTERS 1000 SHANGHAI

Shanghai, "gamba zoppa" dei 1000?

TENNIS – Con appena sei top 10 in gara, è partito il più debole Masters 1000 stagionale. La stagione asiatica non sembra interessare granchè ai giocatori. Dopo Tokyo, il favorito è Andy Murray. Già spariti gli italiani. Poco pathos per la corsa al Masters. C’è attesa per la riunione dei giocatori dopo le minacce di sciopero delle scorse settimane. Riccardo Bisti

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Tanti anni fa l’Australian Open era considerato “la gamba zoppa” del Grande Slam. Un campo di partecipazione non sempre straordinario giustificava una presa di posizione discutibile ma legittima. Dando uno sguardo al tabellone del Masters 1000 di Shanghai (3.240.000$, cemento) ci si domanda se il torneo cinese possa essere la gamba zoppa del circuito Masters 1000. Persino il torneo di Monte Carlo (anch’esso sponsorizzato da Rolex), che ha ha perso l’obbligatorietà riservata agli altri “1000”, ha avuto un campo di partecipazione migliore. Nel Principato c’erano otto dei primi dieci, mentre a Shanghai ce ne sono appena sei, con le pesantissime defezioni di Federer e Djokovic. La rinuncia di Federer, in particolare, deve far riflettere. Non ci sono motivazioni fisiche, ma solo il desiderio di recuperare in vista del finale di stagione (Basilea, Bercy e Londra). Significa che gli ultimi tornei gli interessano mentre Shanghai, insomma, mica tanto. Non è servito da stimolo nemmeno il rischio di perdere la terza posizione a favore di Andy Murray, recente vincitore a Tokyo e ovvio favorito di un torneo scattato con pochissimo pubblico e un programma non trascendentale, giacchè i (pochi) big in gara scenderanno in campo solo mercoledì.

Italiani già fuori
Togliamoci il dente e parliamo degli italiani. In tabellone c’era solo Fabio Fognini, spazzato via da Florian Mayer con un duro 6-0 6-2. Risultato troppo brutto per essere vero. Fuori nelle qualificazioni Cipolla, Bolelli e Galvani. Se il patavino si è concesso un viaggio-premio dopo una stagione vissuta (bene) nella polvere dei challenger, il “Bole” e “Cipo” hanno deluso. Bolelli ha ceduto a “Randy” Yen Hsun Lu, sempre motivatissimo quando si gioca da quelle parti. Sul suo passaporto c’è scritto “Taipei” ma lui ha più volte dichiarato di aspirare a diventare “il primo cinese ad entrare tra i top 10”. Probabilmente non ce la farà, anche se si è tolto la soddisfazione di battere Murray alle Olimpiadi e (soprattutto) acchiappare un quarto di finale a Wimbledon, peraltro ottenuto battendo Andy Roddick. Lo stesso che si è preso la rivincita a Shanghai, battendolo 6-2 3-6 6-2. Cipolla, al contrario, ha raccolto 3 game contro il turco Marsel Ilhan. Forse era un po’ stanco dopo le fatiche delle ultime settimane, in cui è entrato tra i top 100 (oggi festeggia il best ranking al numero 83). I due hanno seguito insieme alcune fasi di Nalbandian-Gulbis, primo match “televisivo” del torneo. Forse starano affinando l’intesa in vista del Campionato di Serie A1, al via domenica prossima, in cui saranno chiamati a difendere lo scudetto conquistato nel 2010 con il Circolo Canottieri Aniene. Intanto Bolelli-Fognini continuano nella loro campagna “doppistica”: hanno battuto con un doppio 6-4 gli indigeni Wu-Zhang.

Vincono Nalbandian, Robredo e i giovani
Il Qi Zhong Stadium, con il suo tetto “a petali”, evoca dolcissimi ricordi per David Nalbandian. Su questo stesso campo, 6 anni fa, vinse il Masters ATP battendo Roger Federer in una finale thriller, artigliata da due set a zero sotto. Allora l’impianto era stracolmo, stavolta c’erano quattro gatti a seguire il match contro Ernests Gulbis, vinto 7-5 6-4. “Ho giocato abbastanza bene – ha chiosato Davis – devo dare una ripulita al mio gioco, ma mi sento sano, in forma. Dobbiamo prepararci nel migliore dei modi”. L’allusione è alla finale di Coppa Davis che la sua Argentina giocherà in Spagna nel primo weekend di dicembre. A proposito di argentini, Juan Monaco ha perso in tre set contro Stanislas Wawrinka e perderà i 360 punti ottenuti con la semifinale dell’anno scorso. Tra gli altri risultati, si segnala il ritorno alla vittoria di Tommy Robredo (7-6 7-6 al qualificato Bohli: dopo Monte Carlo avevagiocato appena sei match, perdendone cinque) e i successi dei giovani Tomic e Dimitrov, rispettivamente contro Kevin Anderson e Marsel Ilhan. In attesa dell’esordio dei big, il programma di martedì non offre granchè. Il match clou sarà indubbiamente lo scontro generazionale Roddck-Dimitrov, ottimo test per il bulgaro. Desideroso di effettuare quel salto di qualità che il suo talento reclama da tempo. Chiuderà il programma Fish-Tomic, match delle tematiche simili, con la differenza che l’australiano sembra di mezza lunghezza più avnti rispetto a Dimitrov.

Verso il sindacato?
Come detto, il favorito del torneo è Andy Murray. Dovesse confermare il livello espresso a Tokyo, beh, non dovrebbe avere problemi. Probabilmente nemmeno con Berdych, brillante vincitore a Pechino. Il problema di Murray è che diventa fortissimo in occasione dei Masters 1000 (Ne ha vinti 7 su un totale di 20 titoli), ma si scioglie quando viene pronunciata la parolina magica: Slam. Non c’è particolare pathos neanche per la corsa alle ATP World Tour Finals di Londra: i Fab Four sono già qualificati, Ferrer quasi, mentre il trio Fish-Berdych-Tsonga gode di un buon margine sui più diretti inseguitori. Il più vicino è Almagro, ma né lui, né Simon e né Monfils sembrano avere in canna il colpo grosso. Per rientrare in ballo devono sperare almeno in una finale….con Del Potro out per scelta tecnica e Soderling fatto fuori dalla mononucleosi, la battaglia è ben più moscia rispetto agli anni scorsi. Ciò che interessa di più ai giocatori (soprattutto Murray, Nadal e Roddick) è la possibilità di creare un sindacato autonomo per “contare” di più nel sistema tennis. L’ATP è l’associazione dei giocatori, ma nel board hanno un peso notevole anche i rappresentanti dei tornei, i quali hanno speso interessi opposti a quelli dei giocatori. Roddick ha fatto sapere che l’attesa riunione probabilmente ci sarà, e che le tematiche sono più o meno le stesse: meno tornei obbligatori, più settimane di off-season e una più corretta distribuzione dei premi nei tornei del Grande Slam (pare che attualmente si aggiri sul 13%, per quanto si parli di cifre elevatissime). “E’ chiaro che i migliori devono essere coinvolti – ha detto Roddick – Federer e Djokovic, i fondo, sono lontani appena di una telefonata”.

Riccardo Bisti

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