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16/11/2011 19:07 CEST - STATISTICHE

Ranking diverso,
diversa numero 1?

TENNIS – Il ranking di fine 2011 non premia la giocatrice coi migliori risultati, Petra Kvitova. E' dunque Caroline Wozniacki, a conclusione di un anno non entusiasmante, a chiudere l'anno al n.1 per la seconda volta di fila. Per questo motivo l’attuale WTA Ranking System è spesso sotto accusa: ma se tornassimo al passato la situazione cambierebbe? Quali accorgimenti si potrebbero adottare? Claudio Gilardelli

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Recentemente è stata riproposta in un eccellente articolo firmato da Christian Turba la questione dell’inadeguatezza dell’attuale sistema di calcolo del ranking femminile, che non premierebbe con la prima posizione la giocatrice che ha vinto più tornei major nella stagione, vale a dire Petra Kvitova.
Nell’articolo Turba faceva giustamente notare come Wozniacki fosse solamente quarta dietro Sharapova, Kvitova e Azarenka nella somma dei punti conquistati nei tornei obbligatori (Slam, Wta Championships, Premier Mandatory e due migliori Premier 5) e che Caroline costruisse la sua classifica da numero uno del mondo sostanzialmente nei tornei cosiddetti minori (i restanti Premier 5, i Premier, e i tornei ITF). Turba sottolineava anche che se si adottassero i punteggi utilizzati dall’ATP, dove sono maggiormente enfatizzate le differenza tra i buoni piazzamenti e le vittorie, si valorizzerebbero i trionfi di Kvitova a Wimbledon e al Masters, e la ceca sarebbe al comando della classifica. Prendendo spunto da queste considerazioni e senza scomodare l’ATP, mi sono chiesto se, avvalendomi dei sistemi di calcolo del ranking del passato, la classifica di fine stagione cambierebbe in modo sostanziale, incoronando Kvitova migliore giocatrice del 2011 come è già per molti appassionati. In realtà avevo già scritto un articolo del genere a metà stagione. Tuttavia, ora, a bocce ferme e con i risultati dell’US Open, dei Premier di Beijing e Tokio e soprattutto dei WTA Championships, ha senso riproporre questo aggiornamento.
Prima di addentrarmi nell’esposizione dei risultati, voglio ricordare ancora una volta come funziona il corrente WTA ranking system: la classifica attualmente in vigore si basa sui sedici risultati migliori nell’arco delle ultime 52 settimane, tra i quali è obbligatori che ci siano gli Slam, i tornei Premier Mandatory (Indian Wells, Miami, Madrid, Beijing), i WTA Championships e, per le top20, i due migliori risultati nei tornei Premier 5 (Dubai, Roma, Cincinnati, Montreal/Toronto, Tokio).
Ovviamente la classifica WTA non si è sempre calcolata in questo modo e sono stati molteplici i cambiamenti e aggiustamenti che hanno portato al sistema in vigore ai nostri giorni. In particolare, sono stati tre i punti di svolta sostanziali ai quali farò riferimento nel prosieguo dell’articolo. Il primo fu nel 1997, quando si passò dalla media dei punti per torneo (con un minimo divisore di 14 tornei) alla semplice somma dei punteggi. È scontato sottolineare come con questo metodo avessero un peso specifico anche le sconfitte ai primi turni. Il secondo fu nel 2006, quando la WTA introdusse la regola del “best 17” e abolì i “quality points”, ovvero punti addizionali assegnati a ogni vittoria sulla base della classifica dell’avversaria sconfitta. Infine nel 2009 furono aumentati i punteggi assegnati ai tornei e fu abbassato a 16 il numero dei risultati migliori da conteggiare, introducendo anche l’obbligo per le top players di giocare determinati eventi. Quest’ultimo è essenzialmente il sistema ancora in vigore e in base a tale metodo di calcolo, il ranking di fine stagione per il 2011 è:

Come già ricordavo nel precedente articolo, il primo grosso problema nel passare da un periodo storico a un altro è uniformare la classificazione dei tornei, in base alla quale poi si ricalcoleranno tutti i punteggi relativi ai risultati sul campo. L’attuale classificazione divide i tornei in Slam, Premier Mandatory, Premier 5, Premier, International, mentre in passato erano divisi in Slam, Tier I, Tier II, Tier III, e così via. Se per i tornei dello Slam, com’è ovvio, non c’è alcuna difficolta, per la maggior parte degli altri tornei ci sono problemi di omogeneità nell’arco degli anni: il torneo di Eastbourne, per fare un esempio, è oggi un Premier, ma fino al 1988 fu un Tier III e dal 1989 al 2009 un Tier II. Come fare allora? La soluzione ottimale si è trovata considerando il valore attuale di un torneo, in termini di punti e montepremi assegnati, cercando poi collocarlo nella categoria che fosse più appropriata per la sua caratura. Così facendo, i Premier Mandatory e i Premier 5 sono stati assimilati ai Tier I, i Premier ai Tier II, gli International ai Tier III.

Kvitova n.1 con il WTA ranking system pre 1997?

No, la ceca non sarebbe in cima alla classifica.

La nuova numero 1 è comunque una giocatrice che non ha vinto Slam nell’arco dell’anno, Maria Sharapova. La campionessa di Wimbledon e del Masters, Petra Kvitova, è sempre al n.2, mentre scivola in terza posizione Wozniacki. È interessante notare il rientro nella top ten di Serena Williams, nonostante abbia giocato solo 6 tornei nel 2011: evidentemente il sistema valorizza la qualità dei piazzamenti e delle avversarie sconfitte. Per quanto riguarda la top 20, crollano Francesca Schiavone, n.15, e Jelena Jankovic, n.17, che pagano (come si può vedere nella successiva tabella sulla media qualiy points/tornei giocati) il bassissimo score dei quality points. Guadagnano invece numerose posizioni Cibulkova (n.13) e Peng (n.14). Per curiosità, la “vera” classifica a fine 1996 era questa

Da notare la differenza dei punteggi tra le prime due giocatrici del 2011 e quelle del ’96, vere e proprie dominatrici del circuito. Facendo le dovute proporzioni e i giusti distinguo, sia Sharapova che Kvitova si sarebbero trovate al 3° posto nel ranking di 15 anni fa. Se si considera poi la classifica basata sulla media qualiy points/tornei giocati

troviamo in testa niente di meno che Serena Williams: la media su soli 6 tornei giocati può dare un risultato parzialmente falsato ma è anche vero che la statunitense, nonostante i mille problemi, è evidentemente in grado di battere, se vuole, ancora tutte le migliori. Infatti, dal rientro ha sconfitto una volta la n.1, la n.4 e la n.9 del mondo e per ben due volte la n.5. Stesso discorso va fatto per Clijsters, al n.4. Wozniacki crolla al n.7: nel 2011 non ha mai battuto una giocatrice classificata tra la seconda e la quarta posizione e il suo migliore risultato contro una top ten è una vittoria contro la n.5, oltre ovviamente a quattro trionfi contro la n.8 e due contro la n.9. Escono dalla top ten Zvonareva (n.11) e Bartoli (n.13), perdono moltissime posizioni Schiavone (n.20) e Jankovic (n.22). Nello specifico Francesca vanta solo una vittoria contro una top ten, la n.10 (Jankovic, Roland Garros). Recuperano invece posti Cibulkova (n.12), che ha sei vittorie contro una top10 nel carniere, tra le quali figura per ben due volte lo scalpo di Wozniacki, e Pennetta (n.16), quatto volte vincente contro una giocatrice classificata tra le prime dieci (n.1, n.2, n.4 e n.9).

Il WTA Ranking system del 1997 rende giustizia a Kvitova?

Sì, con questo metodo di calcolo Petra sarebbe n.1 del mondo . Effettivamente il sistema utilizzato dal ’97 fino al 2006 premia le atlete capaci di grandi exploit (e sappiamo di cosa è stata capace Kvitova nelle ultime 52 settimane) ma ha il difetto di incentivare la partecipazioni a un gran numero di tornei a scapito della qualità dei risultati, permettendo di figurare nei piani alti della classifica ad atlete che non hanno mai brillato veramente.

E infatti sono proprio le giocatrici che hanno giocato un maggior numero di eventi a trarne maggior vantaggio. Solo così si giustificano il 5° posto di Bartoli (29 tornei), il 14° di Hantuchova (26 tornei), il 18° di Goerges (26 tornei). Di riflesso, Sharapova (n.6, 14 tornei), Clijsters (n.21, 8 tornei) e Kuznetsova (n.24, 19 tornei), pagano la scarsa "voglia di giocare". Discorso a parte va fatto per Williams, che si trova in una posizione sostanzialmente invariata rispetto alla classifica attuale per merito di tre exploit: due Premier vinti e la finale agli US Open. La classifica di Jankovic (n.19) e Schiavone (n.15), invece, soffre invece dei pochi quality points racimolati rispetto alle altre. Vediamo la classifica di fine 1997.

Confrontando le due epoche, salta subito all’occhio anche in questo caso come nel tennis femminile attuale manchi una vera e propria dominatrice.

E col sistema in vigore dal 2006 al 2009?

Neanche in questo caso Kvitova riuscirebbe a superare Wozniacki.

Non ci sono grosse novità nella top ten , dove le prime tre posizioni restano immutate. Guadagna tre posti Zvonareva, che trae vantaggio dall’abolizione dei quality points per superare avversarie che avevano, rispetto a lei, un miglior punteggio in quell’ambito. Infatti senza quality points, aver vinto un torneo senza battere le migliori ha lo stesso peso ai fini della classifica del medesimo risultato ottenuto però battendo le migliori. Per questo stesso motivo rientra nella top20 la nostra Vinci, vincitrice di tre tornei assimilabili a Tier III. Con questo sistema, la somma dei punteggi guadagnati da Roberta sono di poco inferiori a quelli che avrebbe ottenuto vincendo due Tier I o addirittura uno Slam. Le avversarie incontrate da Vinci sono state però di medio livello e l’abolizione dei quality points non ha permesso di considerare anche questa variabile, che avrebbe permesso di normalizzare e riequilibrare i valori Ecco la classifica di fine 2006:

Le alternative

Senza andare a pensare di sostituire il sistema di calcolo attuale con quello usato dall’ATP, potremmo immaginare soluzioni più semplici come ad esempio la reintroduzione dei quality points. In questo caso però andrebbero quadruplicati, considerato che i punteggi dei tornei hanno subito una variazione analoga da quando sono stati aboliti questi bonus. La classifica sarebbe allora:

A parte Kvitova che si troverebbe al n.1, non ci son cambiamenti clamorosi nella top10. Cibulkova (n.11) si troverebbe alle porte delle migliori dieci, e Pennetta (n.17) guadagnerebbe qualche posizione. Crollerebbero Jankovic (n.19) e Clijsters (n.20) mentre Schiavone (n.13) perderebbe moderatamente terreno. Se invece si volessero valorizzare i risultati negli Slam e nel Masters a scapito di quelli negli altri tornei "minori", dimezzando i punteggi di questi ultimi:

Ai primi posti della classifica si trovano ovviamente le atlete con i risultati migliori nel maggior numero di prove dello Slam e/o nel Masters. Il resto del ranking è praticamente invariato nelle posizioni che contano. Se si combinano le due variazioni:

In questo caso non ci sono differenze di sostanza rispetto alla classifica precedente:In tutte e tre le proposte però ci sarebbe finalmente in testa la giocatrice con in bacheca il maggior numero di tornei importanti vinti nell’arco dell’anno, cioè Petra Kvitova.

Claudio Gilardelli

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