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20/11/2011 21:56 CEST - Esibizioni

James Blake aiuta la ricerca

TENNIS - Giunge alla settima edizione Serving for the Cure, l’ evento di beneficenza organizzato annualmente da James Blake per raccoglere fondi da destinare alla ricerca contro il cancro. Parteciperanno anche il tennista originario delle Bahamas Ryan Sweeting, l’ ex n° 1 ATP Jim Courier ed altre personalità americane dello sport e delle spettacolo. Jacopo Pastore

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Negli ultimi anni sempre più tennisti hanno deciso di dedicare parte del loro tempo e delle loro energie (fisiche, mentali ma sopratutto economiche) a cause benefiche e di interesse sociale. Certamente James Blake è da anni tra quelli più attivi sotto questo aspetto.

Dopo la prematura scomparsa del padre, Thomas Blake Senior, nel 2004 a causa di un tumore allo stomaco, il tennista originario di Yonkers (NY) dette vita alla James Blake Foundation, la cui cui mission è quella di raccogliere fondi per il Memorial Sloan-Kettering Center, centro privato di New York all’ avanguardia nella ricerca e nella cura dei tumori.

L’ evento principale creato a questo scopo dalla fondazione è Serving for the Cure, della cui organizzazione si occupa personalmente Blake ormai dal 2005. Per il secondo anno consecutivo, il programma della manifestazione, che si terrà il 28 Novembre al Lincoln Center a New York non prevede tennis giocato ma uno show serale al quale, oltre a Courier e Sweeting, saranno presenti anche l’ attore Justin Long (He is just not into you) ed il musicista Brett Drennen, che si esibirà durante l’ evento. Nelle scorsi anni hanno partecipato all’ iniziativa anche Andre Agassi (sempre in prima linea nel campo della beneficienza), Andy Roddick ed i fratelli McEnroe.

Visto il successo delle precedenti edizioni (grazie alle quali è stato possibile donare oltre 2,5 milioni di dollari alla ricerca) è prevista una grande affluenza di pubblico: Serving for the Cure sta ormai diventando uno degli appuntamenti più importanti tra gli eventi di raccolta fondi organizzati da sportivi negli Stati Uniti e lo stesso Blake si augura che la manifestazione possa crescere in futuro: “Il mio sogno è che nei prossimi 10 anni questo evento possa crescere e diventi sempre piu’ importante per la citta’ di New York: un vero evento sociale, non solo di tennis”. Come ulteriore attrattiva, al Lincoln Center saranno montati alcuni tavoli da ping pong nei quali i fans presenti avranno l’ occasione di sfidare Blake, Courier e Sweeting in cambio di una piccola donazione.

Blake, che ha tenuto una conferenza stampa per pubblicizzare la serata, ha inoltre tracciato un bilancio della stagione 2011 che lo ha visto impegnato in diversi tornei challenger americani (Tallahassee, Saresota, Savannah, Winnetka, Sacramento) al fine di guadagnare posizioni nel ranking dopo essere sprofondato oltre i primi 150 a causa del grave infortunio al ginocchio che gli ha condizionato irrimediabilmente tutta la stagione 2010 e l’ inizio del 2011 tanto da fargli addirittura pensare al ritiro.

L’ ex n°4 ATP, sebbene abbia ottenuto risultati modesti o quasi nulli negli Slam (non ha partecipato agli Australian Open ed al Roland Garros, eliminazione al primo turno a Wimbledon ed al secondo turno agli Us Open) è così risalito fino alla 59° posizione attuale grazie al terzo turno raggiunto a Miami e Cincinnati ma anche alle vittorie nel challengers di Winnetka e Sarasota. Risultati non indifferenti considerando la gravità dell’ infortunio subito e l’ età: Blake compirà 32 anni il prossimo Dicembre, ed in pochi avrebbero scommesso su un suo ritorno nel circuito maggiore.

Ecco alcuni passi importanti dell’ incontro con i giornalisti: “Dopo l’infortunio ho lavorato molto con il mio fisioterapista ed il mio preparatore atletico ed adesso va molto meglio. Dalla fine dell’ estate il mio ginocchio è finalmente tornato a posto e le mie capacità di movimento in campo sono notevolmente migliorate: questo è essenziale per poter esprimere al meglio il mio tennis; ora posso guardare in modo positivo alla prossima stagione”, ed ancora: “le vittorie ottenute nei challengers mi hanno permesso di acquisire confidenza; adesso riesco a giocare meglio perchè ho più fiducia nei miei mezzi”.

Sicuramente tutto si puo’ dire di James Blake eccetto che gli manchi la determinazione nelle difficoltà e nel raggiungere gli obiettivi prefissati: dopo aver lottato (e vinto) contro la scoliosi da bambino, dopo aver superato le complicazioni del gravissimo incidente che nel 2004 rischiò di compromettere non solo la sua carriera ma anche la sua stessa salute (rottura di due vertebre cervicali durante una sessione di allenamento agli internazionali d’ Italia), adesso si dice pronto a dare tutte le proprie energie verso questo suo lodevole progetto a favore della ricerca, da lui considerato come una vera e propria sfida, e vista l’ enorme determinazione mostrata fino ad adesso nella propria carriera e nella propria vita c’è da scommettere che raggiungerà anche questa volta il successo sperato.

Fonti:

www.nytimes.com
www.jamesblakefoundation.com
www.atpworldtour.com
www.ctpost.com

Jacopo Pastore

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