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17/11/2011 22:18 CEST - ATP World Tour Finals

Verso Londra: Djokovic e Murray

TENNIS – Il serbo ed il britannico sembrano nettamente favoriti per la qualificazione alle semifinali. Sara così? Djokovic ha disputato la stagione dei record (69 vinte – 4 perse) ed è diventato il numero 1 del mondo, ma non sembra essere al Top della condizione. Murray dopo un inizio 2011 incoraggiante, ha stentato salvo poi riprendersi da Roma in poi, ma manca ancora quel salto di qualità. Sarà profeta in patria? Stefano Tarantino

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Novak Djokovic ed Andy Murray sono i logici favoriti del gruppo A del Masters di fine anno che partirà a Londra la prossima domenica. Inseriti nel primo gruppo con Berdych e Ferrer, sulla carta sembrerebbero non dover avere problemi per la qualificazione alle semifinali. Ma sarà proprio così? Quali le insidie del Round Robin?

Vediamo nel dettaglio la loro (ottima) annata e facciamo anche un rapido riassunto della loro carriera e delle loro precedenti esperienze al Master.

NOVAK DJOKOVIC

Classe 1987, nativo di Belgrado, attuale nr. 1 del mondo. Ventotto titoli vinti in carriera (di cui 4 Slam), ben 10 in questo stratosferico, inarrivabile, fantastico 2011 (e chi più ne ha più ne metta) per Nole (che ha disputato anche 14 finali nel circuito dalla sua entrata nei pro nel 2005). Lo stesso Djokovic ha dichiarato in un’intervista sul sito dell’ATP: ”Quest’anno sono andato ben oltre le mie aspettative”.

Vediamo di riassumere tutti i record fatti segnare quest'anno da Nole e analizziamo tutti i tornei sin qui disputati. Innanzitutto partecipazione alla Hopman Cup in coppia con la Ivanovic e qualificazione alla finale poi non disputata perché la bella Ana si infortunò agli addominali (Nole vinse comunque tutti i suoi singolari che ai fini statistici non vengono considerati perché facenti parte di un torneo ad inviti).

Vittoria agli Australian Open (secondo titolo in terra australiana e secondo Slam) dove perde un solo set in tutto il torneo (con Dodig al secondo turno) e batte in semifinale Federer ed in finale Murray. Vittoria al torneo di Dubai (battuto in finale Federer) e conquista del 20esimo titolo ATP.

Vittoria nell'ATP 1000 di Indian Wells (battuti Federer in semifinale e Nadal in finale), replica immediata a Miami (ancora vittoria su Nadal in finale), settimo giocatore a centrare l'accoppiata dei tornei americani sul cemento nella stessa stagione, quarto giocatore dal 1990 (dopo Federer, Sampras e Agassi) a vincerli entrambi insieme agli Australian Open nello stesso anno. A quel punto della stagione il serbo era 24-0 nel bilancio vinte-perse, avendo vinto 59 set sui 65 disputati ed avendo battuto ben 8 volte un Top10.

Il serbo rinvia il suo esordio sulla terra saltando Montecarlo per un infortunio al ginocchio, poi vince il torneo di casa di Belgrado (senza perdere un set, battuto in finale Feliciano Lopez), l'ATP 1000 di Madrid (battuto in finale Nadal dopo aver faticato con il brasiliano Bellucci in semifinale, partita vinta rimontando da un set ed un break sotto) e l'ATP 1000 di Roma battendo per l'ennesima volta Nadal in finale dopo essere stato a due punti dalla sconfitta contro Andy Murray in una bellissima semifinale.

La striscia di vittorie dall'inizio dell'anno raggiunge quota 37, è il settimo titolo della stagione, è il primo giocatore dal 2005 (dopo Federer e Nadal naturalmente) a vincere quattro ATP 1000 nello stesso anno ed è il secondo giocatore nella storia che si qualifica matematicamente per il Master prima di giocare il Roland Garros (vi era riuscito solo Nadal nel 2009)

Si arriva a Parigi e la serie positiva si interrompe, ma non per demerito di Nole. Un grandissimo Federer lo batte in semifinale e ferma la striscia del serbo (che non riesce ad imitare Jim Courier che nel 1992 fu l'ultimo a vincere di seguito Australian Open e Roland Garros) a 41.

Djokovic si riposa ed è tale lo stato di grazia che diviene uno dei pochi giocatori che al ritorno in campo vince Wimbledon (ancora Nadal battuto in finale) senza aver giocato precedentemente tornei sull'erba.

Nole diventa inoltre con la vittoria in semifinale su Tsonga il 25esimo giocatore nell'era ATP a raggiungere la vetta del ranking, il primo che dal 2004 interrompe il duopolio Federer/Nadal, il quarto (dopo Wilander, Becker e Federer) che al debutto da numero uno vince subito uno Slam.

Altro periodo di riposo, poi altro titolo. Stavolta il serbo si impone a Montreal, quinto ATP 1000 della stagione (primo giocatore a riuscirci nella storia) battendo in finale un buon Mardy Fish. Siamo a questo punto della stagione 53-1 nel bilancio vinte-perse (addirittura 29-0 sul veloce), una cavalcata trionfale clamorosa.

Nole ci riprova la settimana dopo a Cincinnati, ma stavolta il fisico non regge. In finale Djokovic si ritira sotto di un set contro Andy Murray per un problema alla spalla (lo stesso che lo sta imitando nell'ultimo periodo).

Un paio di settimane di riposo e riprende inesorabile il filotto di vittorie, agli US Open Nole coglie la sua terza vittoria della stagione in uno Slam, annullando in una splendida semifinale due match point consecutivi a Roger Federer e battendo per la sesta volta nell'anno Rafa Nadal (che ormai lo soffre) nell'atto conclusivo, diventando il primo giocatore dal 2005 a vincere uno Slam dopo aver annullato match point (allora vi riuscì Safin).

Djokovic però forza un po' troppo la mano, in non perfette condizioni fisiche il serbo la settimana dopo la vittoria a New York vuole (o è spinto?) a scendere in campo in Davis contro l'Argentina in semifinale, con il suo paese sotto 1-2. Il tentativo di rimonta non riesce, Nole si blocca e si arrende ai suoi muscoli esausti ad inizio secondo set del match contro Del Potro (dopo aver perso il primo). Sarà costretto al ritiro e la Serbia perde l'incontro e la possibilità di difendere il titolo conquistato l'anno prima (e che sicuramente a livello mentale ha dato il la alla fantastica stagione di Djokovic).

Il serbo salta gli ATP 1000 in terra asiatica per rimettersi fisicamente, gioca il torneo di Basilea dove perde (crollando nel terzo set ceduto a 0) in semifinale dal giapponese Nishikori, poi a Parigi Bercy si ritira (senza nemmeno scendere in campo) sempre per il problema alla spalla nei quarti contro Tsonga.

Crediamo che qualsiasi altro commento sulla stagione di Nole sia superfluo, ma quanto influirà l'infortunio di cui sopra sulla partecipazione di Djokovic al Master? Saranno sufficienti questi pochi giorni per permettergli di ritrovare il Top della forma oppure le pile sono definitivamente scariche?

Per quanto riguarda le precedenti partecipazioni al Master, per il serbo questa è la quinta consecutiva. Nel 2007 fu sempre sconfitto, nel 2008 Djokovic vinse l'edizione chiudendo (allora nr. 3 del ranking) il girone con 2 vittorie ed 1 sconfitta e battendo poi in semifinale Simon ed in finale Davydenko (oltretutto già battuto anche nel Round Robin).

Nel 2009 le stesse 2 vittorie ed una sconfitta non gli furono sufficienti per accedere alle semifinali, mentre l'anno dopo il cammino si fermò proprio in semifinale per mano del futuro vincitore Roger Federer.

Contro tutti i suoi avversari del girone eliminatorio è in vantaggio nei precedenti (7-1 con Berdych, 6-4 sia con Ferrer che con Murray), diciamo che se in condizioni fisiche buone la semi sembra proprio il traguardo minimo, vedremo quale sarà la risposta del campo.

ANDY MURRAY

Il figlio “putativo” degli inglesi (in effetti è scozzese, di Dunblane) arriva al Master al termine di una stagione iniziata molto bene (finale agli Australian Open), continuata maluccio e poi dall’inizio della stagione sulla terra reindirizzata su un binario positivo.

Di Murray diciamo oramai sempre le stesse cose, tecnica, classe, fondamentali sono di tutto rilievo, cosa manca al britannico per fare definitivamente il salto di qualità? Certo talvolta alcune dichiarazioni lasciano di stucco, tipo quella dopo la finale persa in Australia:” Non è mica un problema se non vinco uno Slam”, che danno l’impressione che Andy il vero salto di qualità lo debba fare a livello mentale.

Poi sono state date tutte le spiegazioni di questo mondo, che subisce troppo l’influenza della mamma, che non ha mai avuto l’allenatore ideale per cambiare marcia, che sia forte con i deboli ma debole con i forti e così via. Sta di fatto che Murray ad oggi non ha ancora vinto uno Slam, e nonostante il best ranking del 2009 con il raggiungimento della posizione nr. 2, il suo segno nel tennis che conta lo deve ancora lasciare. Andy ha conquistato in carriera 21 titoli del circuito di cui 8 ATP 1000, il bilancio nel 2011 è di tutto rispetto, 56 vittorie a fronte di 12 sconfitte.

Nel dettaglio, come abbiamo detto, il britannico dopo aver partecipato (come Djokovic) alla Hopman Cup arriva in finale agli Australian Open, dove si scioglie però nell’atto conclusivo, battuto con facilità da Nole in tre set.

Dopo lo Slam australiano Andy accusa un piccolo passaggio a vuoto (a cui poi fa seguito anche la separazione dal coach Corretja, accusato dai più di non averlo seguito fisicamente in Australia) e subisce tre eliminazioni al primo turno di fila a Rotterdam e nei due ATP 1000 americani di Indian Wells e Miami.

Si passa poi sulla terra rossa e come d’improvviso torna la magia (ma soprattutto la voglia di lottare e d’imporsi), arrivano le semifinali a Montecarlo, a Roma ed al Roland Garros (primo britannico dal 2004 dopo Henman a riuscirci, l’ultimo ad arrivare in finale è stato Austin nel ’37).

Quindi si va sull’amata erba ed Andy non tradisce, vittoria al Queen’s e striscia di nove vittorie consecutive che però viene interrotta nella semifinale di Wimbledon (la terza consecutiva, eguagliato il connazionale Fred Perry) dal solito Nadal che smonta i sogni di gloria suoi e degli inglesi.

Ma Murray nonostante tutto mette in mostra una continuità insospettabile, prende le misure a Montreal perdendo precocemente con il sudafricano Anderson, ma poi nell’ATP 1000 di Cincinnati arriva in finale e batte Djokovic (alla prima sconfitta sul veloce) che si ritira sul 6-4 3-0 per il britannico.

Il momento positivo continua agli US Open, dove arriva ad un passo dalla finale (ancora Nadal sulla sua strada), diventando però il settimo giocatore nell’era Open a conquistare almeno la semifinale in tutti e quattro gli Slam nello stesso anno.

Andy prosegue alla grandissima nelle tappe asiatiche del circuito ed addirittura vince tre tornei consecutivi, trionfando a Bangkok, a Tokio e nell’ATP 1000 di Shanghai e tornando così alla posizione nr. 3 del ranking scavalcando Roger Federer.

La striscia di 17 vittorie consecutive viene interrotta dal miglior Berdych della stagione (che dichiarerà che è stato il miglior match della sua carriera due set su tre) a Parigi-Bercy nei quarti, ma ad onor del vero se dovessimo prendere in esame tutti i vari fattori, Murray nel suo girone sembra quello più accreditato per la qualificazione alla semifinale, ed è tra i quattro quello che più ci convince

Negli scontri diretti con gli altri del gruppo è in vantaggio con il solo Ferrer (5-3, Andy ha vinto tutti i match sul veloce e perso tutti quelli sulla terra), mentre è in svantaggio con Nole (4-6) ed anche con Berdych (1-3 e l’unica vittoria risale addirittura al torneo di Basilea del 2005, si vede che il gioco del ceco un po’ lo soffre).

Murray è alla sua quarta partecipazione consecutiva al Master. Nel 2008 vinse tutti gli incontri del girone eliminatorio (tra cui una bella vittoria su Federer) prima di perdere in semifinale da Davydenko, nel 2009 fu eliminato con due vittorie per la differenza game (fu cruciale un tie break perso con Del Potro).

L’anno scorso arrivò ancora in semifinale, dove fu sconfitto al termine di un incontro combattutissimo da Rafa Nadal dopo 3 ore e 12 minuti di autentica battaglia al tie break del terzo set.

In definitiva nel gruppo A i favoriti sembrano Nole e Murray (che oltretutto non dovrebbe sentire quella pressione data dal giocare in casa che di solito l’accompagna a Wimbledon) con l’eventuale sorpresa Berdych. Per la vittoria finale il serbo ed il britannico hanno sicuramente delle chance, ma crediamo che bisognerà fare i conti soprattutto con l’ottimo Federer dell’ultimo periodo.

Stefano Tarantino

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