05/12/2011 14:41 CEST - La Grande Sfida
Tutti i colori della Grande Sfida
TENNIS - Molto spesso la bellezza dell'evento è l'evento stesso. I suoi colori sono in grado di emozionare e divertire migliaia di persone, come è accaduto oggi al forum di Assago in un'esibizione ben riuscita che ha riportato il grande tennis a Milano. Missione compiuta. Da Milano, Francesco Pagani
Spazzati via. Tutti i dubbi sulla riuscita o meno dell'esibizione La Grande Sfida sono stati spazzati via da una giornata intensa, divertente e ricca di colori. Una giornata lunga ma breve, stancante ma riposante, in cui migliaia di appassionati hanno potuto godere di grande tennis in una città che da troppo tempo ne era senza.
Tutto è iniziato al mattino con i 48 ragazzi delle scuole che si davano battaglia nella “Longines Kids Cup” per palleggiare con le campionesse. È un momento di forte impatto emotivo e c'è una motivazione. Significa assistere al futuro che cerca il presente, lo ambisce, prova con tutte le sue forze a misurarsi con lui, ammirandolo.
I ragazzi che incrociano le racchette con i campioni. Con le proprie campionesse. E ciò non può che dare forza ai ragazzi. Dà un modello da raggiungere, forse anche da superare. L'onore e la fortuna di palleggiare con le grandi campionesse non l'hanno solamente avuta i migliori ragazzi scelti. Il privilegio è stato infatti anche concesso ai vincitori del concorso Gazzetta e agli sponsor, tra risate e cenni di scusa verso le sorelle Williams.
In seguito, in un palazzetto che è andato via via gremirsi fino al tutto esaurito, dopo un'altisonante presentazione sono iniziate le partite di esibizione, al meglio dei due tie-break su tre. Le prime a scendere in campo sono state Serena Williams e Flavia Pennetta, con la prima vincitrice 6-8 7-3 7-3. Subito dopo è iniziato il secondo incontro che ha visto vincitrice Francesca Schiavone su Venus Williams (che ha mostrato di essere pronta per la prossima stagione, nonostante un vistoso cerotto antinfiammatorio sulla gamba sinistra e un dritto un po' ballerino) 7-5 7-3.
Dopo le prime due partite sono scesi in campo in una sfida inedita Boban, ex giocatore del Milan, e Omar Camporese. Boban, che in un divertente scambio di battute ha detto a Ubaldo che aveva recentemente battuto un 3.2, viene sconfitto facilmente dall'ex vincitore del torneo di Milano (nel 92 sconfisse in finale Ivanisevic) in un veloce tie break.
È in momenti come questi che il palazzetto è in relax. E allora inizi a camminare e ti ritrovi di fronte, ad ogni passo, uno sportivo professionista. Vedi Bernardo Corradi, vedi Matteo Ferrari, vedi Danilo Gallinari, vedi Potito Starace (presente per seguire Flavia?), vedi Forlan, vedi Seedorf e capisci che l'evento ha suscitato interesse in tutte le direzioni. Che l'evento c'è, è riuscito, è ben fatto nonostante piccole imperfezioni sicuramente migliorabili.
La terza sfida, forse la più interessante a livello tecnico, vedeva opposte Pennetta-Schiavone, doppio delle prossime olimpiadi, al doppio delle sorelle Williams. Alcuni scambi sono stati splendidi e di altissimo livello, con la Schiavone che ha illuminato il palazzetto con alcune giocate di fino anche se non sufficienti ad evitare una sconfitta all'ultimo respiro per 3-7 8-6 8-6.
Seguono poi le ultime due partite in cui Flavia vince su Venus 8-6 7-1 e Francesca Schiavone, mostrando un'ottima condizione atletica, vince su Serena 7-5 7-9.
Nel frattempo, mentre Alberto Giorni scrive diligentemente sul suo computer, Ubaldo gira nel palazzetto seguendo il suo fiuto giornalistico e Sara Cecamore si dà alla fotografia del grande evento, io osservo e penso. Penso che nel grigio, cupo e uggioso cielo di Milano oggi qualcosa splendeva.
C'era un arcobaleno nel forum di Assago. E non un arcobaleno qualsiasi, di quelli pallidi che a volte compaiono all'orizzonte. Era un arcobaleno splendente creato dalla luce dei magnifici colpi di queste quattro campionesse. Ed era strano e bello. Strano perchè il grande tennis a Milano era scomparso e non si vedeva da parecchio tempo. Bello per l'atmosfera creatasi, bello per i sorrisi dei bambini durante la corsa per prendere al volo qualche autografo. Bello perchè le cose belle non hanno sempre un perchè. O ne hanno solo uno: sono belle e basta.
Francesco Pagani
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Andre Agassi prima del Roland Garros 1990. Perse in finale contro Andres Gomez
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