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06/12/2011 15:44 CEST - Rassegna nazionale

Il tennis ritrova Del Potro, ma per la Davis non basta (Giua)

6-12-2011

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Il tennis ritrova Del Potro, ma per la Davis non basta (Claudio Giua, repubblica.it)

Dagli Australian Open del 2005 (dove trionfò Marat Safin, che nel frattempo s'è ritirato), cioè da sette anni in qua, i vincitori degli slam sono stati quattro: Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic e Juan Martin Del Potro. Nessun altro. Dunque sono loro i più forti del mondo, a parità di condizioni. Andy Murray se ne faccia una ragione. Nel primo set del match clou della finale di Davis a Siviglia il più giovane dei quattro, l'argentino classe 1988, ha mostrato cos'è in grado di fare - e che rifarà - quando sulla propria strada trova uno degli altri tre. Nel set finito 6-1 Del Potro per un'ora ha letteralmente dominato Rafael Nadal. Che forse non ha memoria dell'ultima volta che aveva dovuto penare per dieci game prima di incassare un punto sul proprio servizio. Potente e preciso, brillante nelle soluzioni tattiche, Juan Martin ha davvero annichilito Rafa, che ha commentato al termine dell'incontro: "Non riuscivo a reagire, tutto mi sembrava davvero complicato". Indirettamente, il miglior complimento per l'argentino.

Recuperate forma e fiducia dopo l'intervento al polso destro, nei primi otto game Del Potro ha davvero fatto sfoggio del suo tennis migliore - passanti vincenti costruiti con pazienza, recuperi spesso al limite, capacità di tirare bordate da dentro la linea di fondo campo -, come non si vedeva dalla finale degli Usa Open del 2009, unico slam nel suo breve curriculum.

Ma non è bastato. Rafa, seppure lontano dallo stato di grazia che l'aveva portato ad essere il più forte giocatore d'inizio di millennio insieme a Federer, ha ripreso in mano la partita palla dopo palla, punto dopo punto, urlo dopo urlo. Per più di un'ora e mezza ha fatto quel che ha voluto, sfruttando il calo fisico e nervoso di Del Potro. Il secondo set s'è l'è preso rischiando e forzando sul 5-4 per lui e servizio di Del Potro. Il terzo non ha avuto storia, con l'argentino demoralizzato e in balìa dei continui sfiancanti cambi di direzione imposti da Nadal. 6-1.

Il quarto set - l'ultimo - è stato molto più equilibrato, Del Potro non aveva più nulla da perdere e ha giocato con più serenità. Di nuovo tennis muscolare e di classe, il suo. Quattro break a testa. Il tie break, però, ha spazzato via l'ultima speranza dei ragazzi di Tito Vazquez e delle migliaia di chiassosi tifosi argentini assiepati sulle tribune: 7-0. Del Potro è uscito dal campo dello stadio olimpico della Cartuja in lacrime. Ma di più e di meglio, forse, era difficile fare.

Con tre partite vinte e una persa per gli spagnoli, inutile il quinto match tra David Ferrer e David Nalbandian. Meritata quinta Davis per la Spagna di Nadal e David Ferrer, eroe della prima giornata. Il ct Albert Costa ha a disposizione il più ricco parco giocatori del mondo, anche se deve al più presto trovare una coppia più efficace di quella ormai logorata formata da Feliciano Lopez e Fernando Verdasco (per esempio, potrebbe riprovare Marcel Granollers, forte doppista). Il ranking ATP, peraltro, non potrebbe essere più esplicito: sono tredici gli spagnoli tra i cento più forti tennisti professionisti. I francesi sono dieci, gli statunitensi nove, i tedeschi otto, gli argentini sei, gli italiani cinque, i serbi tre, i cechi tre, gli svizzeri due, i britannici e gli svedesi uno a testa, e sapete chi sono.

Dall'anno prossimo anche l'Italia sarà della partita, essendo rientrata nel gruppo delle nazioni più forti dopo la vittoria in Cile. L'appuntamento d'esordio sarà in febbraio con la Repubblica Ceca, a casa loro. Che significherà vedersela con Tomas Berdich e Radek Stepanek. Impresa da far tremare i polsi, ma Fognini, Seppi e compagni devono crederci.

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