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08/12/2011 14:51 CEST - NATO UN MOVIMENTO

Un filo di speranza per il tennis italiano

TENNIS - Si chiama “Tennis for Italy” il Movimento che nasce oggi. Ha l’obiettivo di migliorare la situazione del nostro sport in Italia con l’aiuto della maggioranza (ad oggi) silenziosa: sono i circoli nei quali serpeggia il malcontento. Sul nuovo sito www.tennisforitaly.com troverete il Manifesto firmato dai fondatori, il testo della lettera inviata ai circoli, le idee portate avanti, il modo per sostenerlo (anche finanziariamente) e molto altro. Ubaldo Scanagatta

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Non c’è solo Federer, non c’è solo Nadal, c’è anche un tennis italiano che dovrebbe interessare tutti gli appassionati e tutti i lettori di Ubitennis. E’ a questi lettori più maturi, ai veri appassionati, che si rivolge quest’articolo che spero leggerete…anche se qualcuno lo troverà magari più noioso di una diatriba su chi sia il più forte tennista di tutti i tempi. Nasce in Italia un Movimento di opinione, “Tennis for Italy” (sottotitolo “il tuo circolo merita di più”), che aspira a diventare un punto di riferimento per chiunque senta e voglia dare un contributo al miglioramento del tennis italiano. Per dare voce a quella che fino ad oggi è stata forse soltanto una maggioranza silenziosa. Da oggi chiunque voglia essere informato sulle idee e le proposte costruttive di questo movimento lo potrà fare senza spesa via Internet cliccando con attenzione sul nuovo sito www.tennisforitaly.com che è stato appena creato ed ospiterà via via contributi, proposte, storie, denuncie importanti di dirigenti di circolo, di tecnici affermati e di maestri meno noti, di giocatori giovani e meno giovani, di genitori di tutt’Italia. Tale sito sarà sempre consultabile sia direttamente, sia arrivandoci tramite www.ubitennis.com e il banner che sulla destra, in uno spazio promozionale, ospiterà il logo di “www.TennisforItaly.com”.

Credo, in tutta franchezza, che della nascita di un simile Movimento se ne avvertisse il bisogno, considerato lo stato poco allegro in cui da tempo versa il nostro tennis sotto i più vari profili, tecnico, dirigenziale e _ quel che è peggio _ perfino etico per un’interpretazione troppo disinvolta di regole spesso discutibili o imposte ad arte. Ma sarete voi, attivandovi con le vostre presenze, i vostri commenti, le vostre proposte, il vostro passaparola fra gli amici appassionati e i soci del vostro Tennis Club a decretarne il successo così come l’eventuale insuccesso. Sono stati sinceri appassionati di tennis, persone di valore, avvocati, imprenditori, magistrati, presidenti di circoli, coach internazionali, maestri di tennis, persone che non hanno ambizioni elettorali a dare il via a questo Movimento che è molto più consistente delle firme che oggi lo onorano (per motivi abbastanza comprensibili a chiunque oggi e in passato abbia gestito sia un comitato regionale sia un circolo di tennis che per qualunque motivo non si sia allineato pedissequamente a chi aveva conquistato la possibilità di gestire il tennis italiano).

Questo Movimento non è espressione di una cordata politica antifederale, ma si vuole però porre quale interlocutore qualificato, referenziato e propositivo nei confronti della dirigenza federale al potere dal 2000 (candidata a restarci fino al 2016). Nei suoi confronti chi scrive ammette di nutrire istintiva simpatia per gli ideali che lo ispirano, ma non invece condivisione a scatola chiusa di tutti i concetti che esprimerà. Per questo motivo io, e Ubitennis.com, vogliamo restare assolutamente voci indipendenti ed autonome pur avendo accettato l’acquisto di uno spazio da parte dei promotori di TennisforItaly (spazi peraltro disponibili anche a Movimenti d’opinione alternativi). Questo Movimento non sarebbe certo mai nato se molti dirigenti, tecnici e maestri non avessero registrato in tutt’Italia tante, tantissime lamentele che, vox populi, restano sottotraccia soltanto perché si temono conseguenze negative per chi le esprima ad alta voce.

A temerle, è chiaro, sono soprattutto i presidenti dei circoli di tennis che sono al momento curiosi di vedere come reagiranno i loro colleghi _ curiosità condivisa dai primi firmatari del resto _ e vogliono capire intanto dalla partecipazione che avrà il sito www.tennisforitaly.com, anche in termini di dibattito, se questo Movimento godrà di un seguito importante o meno, a prescindere dal fatto che i vari circoli scontenti dichiarino subito oggi apertamente la propria scontentezza firmandosi con nome e cognome. Di qui la decisione di TennisforItaly di garantire riservatezza e privacy a quanti vorranno segnalare storture e rimedi in atto senza esporsi pubblicamente. Dire che proprio la chiara emersione di questa realtà tristemente ma anche comprensibilmente pavida (per conseguenze che possono colpire non soltanto chi proponga una qualche modifica e/o denunci un aspetto critico, ma anche il suo stesso club) è lo specchio di una situazione che tutti dovrebbero voler modificare per motivi etici e, semplicemente, civili.

Chi confiderà nella serietà del Movimento comprenderà certamente come esso abbia anche necessità di essere aiutato finanziariamente. Il solo comunicare correttamente con i circoli _ anche via posta e telefono pur sfruttando al meglio il potenziale di internet _ per informare il maggior numero di addetti ai lavori su quel che si deve o si dovrebbe sapere, costa e costerà. Ma comunicare poco e male con coloro i quali potrebbero contribuire a cambiare le cose sbagliate, si tradurrebbe nella continuazione di un permanente stato di ignoranza su tante cose che non favorirebbe la loro modifica. I fondatori del Movimento TennisforItaly auspicano apertamente,come si può evincere dalla lettura del loro sito nella colonna destra dello sito, almeno l’arrivo di piccolissimi aiuti finanziari (100 euro) da parte di chi crede nella loro bontà d’intenti, sebbene la congiuntura economica non favorisca la partecipazione degli indifferenti.

Se un movimento non è rivoluzionario, ma è invece pacato e pacifico come chi lo anima, difficilmente provoca sconquassi; difficilmente conquista migliaia di immediate adesioni al suo solo manifestarsi. Come sempre allora ci sono i San Tommaso che preferiscono toccare con mano, aspettare di vedere la qualità e la quantità delle adesioni degli altri all’insegna del “fai tu il primo passo che semmai poi lo faccio anch’io”. Così come c’è chi per prudenza diffida di tutto ciò che è nuovo e/o attribuisce agli aderenti al movimento intenzioni diverse da quelle manifestate ispirandosi ai principi più in voga: quelli del pettegolezzo e della retrologia.

La vocazione di Ubitennis.com è certo internazionale, perché a chi scrive e a gran parte dei lettori di questo sito piace ed interessa soprattutto il grande tennis. E il grande tennis non è purtroppo quasi mai quello giocato dai tennisti italiani, ma quello dei Djokovic, Nadal e Federer (in rigoroso ordine di classifica Atp). Il nostro tennis nazionale, ormai da un trentennio, è invece piccolo, piccolissimo tennis. Esso riesce suo malgrado _ paradossalmente _ ad essere sport minore sebbene sia uno dei più praticati nel nostro Paese. Il quarto. Un milione e 300.000 di tennisti della domenica già nei dati Coni del 2006. E da allora saremo pure di più.

Ma a causa della crisi tecnica evidenziata dall’assenza di un solo top 25 nell’arco degli ultimi 15 anni, anche a livello mediatico _ quale miglior termometro? _ il tennis italiano, dal campionato di serie A ai quotidiani risultati dei “nostri” quando non è in ballo la Coppa Davis, viene confinato quasi sempre nelle “brevi” di quotidiani sportivi di 30/40 pagine. E sparisce del tutto da quelli non sportivi. Una situazione quasi intollerabile, francamente, per chiunque ami questo sport. Le sole, rare parentesi di grandezza, le hanno aperte Schiavone e Pennetta (seguite a distanza da Vinci e Errani) che per motivi anche anagrafici dovranno presto chiuderle senza che alle loro spalle si profilino valide eredi.

Sarebbe ingiusto attribuire tutte le colpe della clamorosa crisi tecnica in atto (e con nessuna prospettiva a breve di rimonta, né in campo maschile né in quello femminile: alle spalle del quartetto vittorioso in Fed Cup c’è il buio) soltanto ad una dirigenza magari inadeguata, ad operazioni poco trasparenti quando non fallimentari di marketing, al distacco progressivo indubbiamente verificatosi all’interno di quasi tutti i circoli di tennis fra il tennis dei soci e quello degli agonisti, fra la FIT e i circoli stessi che si trovano a servire la Fit piuttosto che ad esserne serviti, a differenza di quanto fino a qualche tempo fa accadeva. Ed era giusto che accadesse. Ma è solo affrontando seriamente quest’inoppugnabile realtà, ammettendola per qella che è senza nasconderla o peggio negarla per motivazioni politiche o di personalistica autodifesa, che si può sognare un’inversione di tendenza, chi si può tornare a sperare che anche in Italia nasca un settore tecnico come si deve, con coach e maestri altamente specializzati e incentivati (proprio così: incentivati! Non lo sono), che possano nascere anche da noi i Djokovic, i Nadal, i Federer, senza perderseli per strada perché i soldi (pochi o molti di cui si dispone) sono stati mal canalizzati in rivoli molto meno necessari e prioritari.

Raggiungere una maggiore trasparenza nel bilancio e negli investimenti federali _ è un esempio non secondario _ è uno degli obiettivi sacrosanti che il Movimento Tennis For Italy si prefigge nella speranza di poter cambiare le cose aumentando il controllo pubblico sulle spese diversamente indiscriminate di un qualsiasi governo federale. Credo che la nascita di Tennis for Italy _ leggete approfonditamente il nuovo sito in lungo e largo, non trascurate le varie voci, le tante finestre _ debba essere vissuto come un momento di speranza. Se piccola o grande speranza, lettori di Ubitennis prima e di Tennis For Italy poi, dipende proprio da tutti voi.

Ubaldo Scanagatta

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