ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > Chi ha paura della terra blu? (Semeraro).

07/12/2011 18:43 CEST - Rassegna nazionale

Chi ha paura della terra blu? (Semeraro)

7-12-2011

| | condividi

Chi ha paura della terra blu? (Stefano Semeraro, lastampa.it)

Nel 2012 il torneo di Madrid si giocherà su una superficie di terra blu, invece che rossa, e la faccenda va a toccare un tasto sensibile per molti appassionati: fino a che punto è giusto cambiare non solo le regole, ma il “look” di uno sport? Il calcio è uno degli sport più conservativi, forse il più conservativo in fatto di regole, ed è anche il più diffuso al mondo. Da anni i suoi dirigenti si stanno lambiccando sull’opportunità di introdurre la moviola in campo, ma nel frattempo è cambiato l’aspetto delle magliette: numeri non più da 1 a 11 ma liberalizzati, e fogge e colori nuovi ad ogni stagione e per ogni occasione (coppa, campionato, amichevoli…).

Anche il rugby ha fama di essere una disciplina tradizionalista: i numeri li ha lasciati immutati ma ha stravolto spesso regole per aggiornarle ai tempi che cambiano e ad un audience che ha voglia (o almeno così sostengono i fautori del cambiamento) di un gioco sempre più rapido e spettacolare. La F.1 muta regolamenti, colori e scenari in continuazione, l’antichissimo cricket ha da tempo abbandonato il “tutto bianco” e cercato nuovi formati per adeguarsi (o almeno tentare di farlo) ai frenetici tempi moderni.

Il tennis, in realtà, di novità ne ha introdotte: dal moviolone al nuovo formato del doppio, e non si può dire certo che non ami variare il colore del terreno di gioco. Nei tornei indoor se ne vedono di tutte le sfumature ma anche la terra battuta non è stata sempre e ovunque solo rossa: basti pensare alla terra verde americana (che peraltro ha poco da spartire con la nostra terra europea), alla terra marrone utilizzata a Houston nel 2008, a quella gialla del Challenger di Siviglia. Eppure davanti alla trovata di quel vecchio volpone del marketing e dell’organizzazione di Ion Tiriac, Federer e Nadal si sono inalberati e molti nell’ambiente hanno storto il naso.

“Mi auguro di non dover mai giocare a Wimbledon sull’erba blu”, ha dichiarato sarcastico il Nino. Ma c’è davvero tanto di cui scandalizzarsi? Forse no. In fondo tutte le tradizioni nascono in maniera darwiniana, scartando le varianti che non risultano giustificate o popolari, o creando nuovi filoni. Pensate al rugby, "inventato" dalla (leggendaria) provocazione di William Webb Ellis che nel 1823, stanco di prendere a calci un pallone giocando a football, lo raccolse con le mani fra lo stupore generale dei suoi compagni della Rugby School.

Chi avrebbe mai scommesso, solo pochi anni fa, sulla possibilità che un giorno Wimbledon avrebbe coperto il suo mitico Centre Court con un tetto? The Championships sono il Tempio indiscusso della tradizione, ma anche il grande torneo che dal ’97 a oggi ha saputo rinnovarsi e ristrutturarsi nel modo migliore e intelligente. Difficilmente, credo, vederemo mai a Church Road l’erba blu paventata da Rafa, o un Roland Garros tinto del color del cielo, ma perché negare a un torneo “giovane” come Madrid la possibilità di costruirsi una propria tradizione, una propria originalità? L’anno scorso un campo di allenamento in terra blu era stato allestito nella “Caja Magica” e ha passato il vaglio di giocatori come Marat Safin. Se le specifiche tecniche sono okay per l’Atp e la Federazione internazionale, ne converrete, l’esperimento in fondo ha una sua legittimità.

Tiriac sostiene che sul blu le palle si vedono meglio: forse non è vero, e di mezzo c’è anche il fatto che il colore in discussione è, guarda caso, lo stesso dello sponsor di Madrid. Ma non è questo il punto. L’importante è che le palle non si vedano peggio che sulla terra rossa, o che il rimbalzo non risulti anomalo, o ancora che gli spostamenti non siano più pericolosi. Già anni fa l’astuto Tiriac introdusse le modelle raccattapalle: non inficiarono certo la regolarità dei match ma portarono un po’ di attenzione sul tennis (quante volte succede, al di fuori degli Slam?). Oggi ce ne scandalizziamo più? Magari fra dieci o vent’anni Madrid sarà famoso proprio come il torneo su “terra blu”, e quella che oggi a qualcuno appare una indisponente eccentricità sarà vista come una rispettabile, inviolabile tradizione. 

comments powered by Disqus
Partnership

 

 

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis

Quote del giorno

"L'anno scorso prenotavo l'aereo per tornare a casa prima di ogni match. Stavolta mi sono portato una scorta di calzini per due settimane"

Andre Agassi prima del Roland Garros 1990. Perse in finale contro Andres Gomez

La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi 2010

Copertine di magazine e giornali

Ubi TV

Nadal fa uno scherzo al Ferrer dormiente