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09/12/2011 01:19 CEST - PERSONAGGI

La rincorsa di Adrian Ungur

TENNIS - Il bello del tennis è che ci sa raccontare sempre una storia. A volte sono storie fantastiche. Storie di sogni, di rincorse. La rincorsa di Adrian Ungur, giocatore dallo spettacolare rovescio ad una mano, è iniziata molto tempo fa. Fra non molto la sua rincorsa diventerà una corsa. Tra i campioni. Perchè con un colpo del genere non è possibile, non è tollerabile fermarsi ai piedi del grande tennis. Francesco Pagani

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Giocatori che vanno. Giocatori che vengono. Dentro. Fuori. Sogni che si realizzano. Che si spezzano. Ogni settimana c'è una variazione. È come se si accendessero e spegnessero candele, continuamente. È un equilibrio dinamico. Il primo obiettivo di tutti i tennisti è entrare nella top 100. È il primo passo per traguardi più ambiziosi. O è l'ultimo arrivo, è il sigillo di una carriera giocata in un'eterna rincorsa tra campi secondari, poco pubblico e posti poco conosciuti. Eterno combattimento. Partite formidabili che spariscono in numeri. Niente memorie o racconti lacrimosi. Il raggiungimento degli obiettivi è unico. Ogni giocatore e persona ha il suo modo di agire, il suo modo di affrontare le partite, le situazioni, i tornei. Ci sono i giocatori che hanno l'annata eccezionale e la loro carriera finisce per costruirsi intorno a quel che è stato. Ci sono i migliori che hanno sempre annate eccezionali. Ci sono i giocatori che lottano con i loro mezzi sempre e costruiscono, poco alla volta, partita dopo partita, la loro carriera. E ce ne sono altri. Molti altri. Ognuno ha la sue particolarità e le sue doti. E così, con queste, percorre la sua strada. Strade. Le costruisce, le plasma, le accetta. Tra momenti difficili e momenti di entusiasmo. E nascono le storie. Vere storie.

Adrian Ungur nasce il 25 gennaio del 1985 a Pitesti, in Romania. Inizia a giocare all'età di 8 anni e nel 2003, all'età di 18 anni, entra nel circuito professionistico giocando i primi tornei Futures in Romania e vincendo solamente due partite su cinque. La stagione successiva, sebbene per Adrian inizi a maggio, si apre sotto i migliori auspici con la vittoria del torneo Future di Bucarest che gli permette di entrare nella classifica mondiale come 738esimo. Il prosieguo della stagione lo vede in una progressiva ascesa nei tornei Futures con due finali e una vittoria che gli permettono di concludere la stagione da 392esimo al mondo. Il 2005 è la stagione dei viaggi. Dal giocare i tornei Futures in Romania e nei Paesi limitrofi inizia a viaggiare, a spostarsi, a vivere la vita del tennista. Vince a febbraio un future a Messina e la settimana successiva un Future a Siracusa in finale su Fabio Fognini. Vince poi altri due tornei in Romania ed esordisce nel circuito challenger a luglio, in Germania, raggiungendo la semifinale. Conclude la stagione giocando gli ultimi challenger in Sud America raccogliendo qualche punto finale che gli permette di chiudere al 227esimo posto della classifica mondiale. È avvenuto così il primo passaggio importante per un giocatore: dai futures, il gradino più basso, ai challenger, il secondo gradino da superare. O forse montagna da scalare. La stagione successiva è per Adrian stagione di stallo. Nonostante due finali in due tornei challenger (Roma e Costanza) infatti la classifica a fine stagione è lievemente peggiorata rispetto a quella di inizio, 238. Anche il 2007 non regala progressi in termini di classifica e risultati. C'è una nota positiva però: Adrian inizia ad affacciarsi su palcoscenici più importanti, gioca le qualificazioni degli Australian Open e del Roland Garros, fermandosi al secondo turno. Nel 2008 vince il primo torneo challenger a Sofia, in Bulgaria e raggiunge un'altra volta la finale a Costanza, risultati che gli permettono di entrare, per una parte di stagione, nei primi duecento e di raggiungere il miglior ranking fino a quel momento: 169 al mondo. La stagione successiva, il 2009, rappresenta meglio forse quello che Adrian è stato finora. Un picco di alti e bassi. Grandi partite, grandi vittorie e brutte sconfitte. Non riuscendo a difendere i punti conquistati l'anno precedente, a luglio Adrian tocca il fondo alla 621esima posizione. Sono quei momenti in cui ti tocca ripartire da zero o quasi, in cui ti devi concentrare sul tuo gioco e basta, solo su di te, cercando di dimenticare ciò che è stato fino a quel momento per poi ripartire. Un passo alla volta. Di nuovo: partita dopo partita. Rovescio dopo rovescio. Il rovescio ad una mano di Adrian. Quel rovescio di assoluta bellezza. Così il giocatore rumeno è costretto a ripartire dalle qualificazioni dei tornei challenger e i risultati arrivano quasi subito: raggiunge la semifinale a Brasov (in Romania), la finale a Todi, vince il torneo di Palermo e raggiunge la semifinale a Napoli. Grazie a questi risultati riesce a tornare a fine anno 178esimo al mondo. Il 2010 è un anno di assestamento. Adrian non vince niente ma si mantiene tra i primi duecento, pronto a rompere le file ed entrare nei 100. Arriviamo così ad oggi. Al 2011. Adrian inizia l'anno da 185esimo al mondo e raggiunge i suoi migliori risultati. Si qualifica per il tabellone principale di Acapulco perdendo poi da David Ferrer, sconfigge Juan Monaco in Coppa Davis, raggiunge la semifinale al torneo di Caltanissetta e a Belgrado, partendo un'altra volta dalle qualificazioni, raggiunge il secondo turno mettendosi in mostra agli occhi di molti appassionati. In quella partita affronta infatti Djokovic in formato deluxe e viene sconfitto 6-2 6-3. A luglio vince il challenger di San Benedetto del Tronto, ad agosto vince il challenger di Manerbio e ad ottobre raggiunge la finale a Palermo. Con questi risultati ora è 114esimo al mondo. A un passo dal sogno. A un passo dalla svolta.

Se è in giornata sì, e ciò dipende dalla sua testa, Adrian gioca a tennis. È eccellente interprete del gioco del tennis. È destro e ha il rovescio ad una mano. Un rovescio da far impazzire. Da farti venire i brividi sulla schiena. Da farti alzare in piedi e dire “Ma...ma questo è possibile?”. Sì è possibile. È possibile quel rovescio in Serie A contro Starace, lui che gioca per il Crema. E non è esaltata esagerazione. È pura, realistica descrizione. Dal vivo, il più bel rovescio mai visto da me colpire. Palla profonda di Potito, arrotata in top spin. Adrian è in corsa e proviene dal lato del dritto, la palla supera di molto l'altezza della spalla, ti aspetti un colpo di recupero. Adrian invece salta e colpisce in modo sordo, puro, spettacolare un rovescio lungo linea a tutto braccio nello stupore generale. Il colpo successivo che gioca però è un dritto facile a campo libero fuori di molto. Ed è questo forse il suo limite, o quello che lo ha limitato fino ad ora, è la costanza, è la mancanza di quella velocità di crociera che ti permette di navigare in modo tranquillo tutto l'anno, anche quando le acque sono burrascose. E spesso lo sono. Spesso non sei al massimo ma ci sei. Devi esserci. Per realizzare il tuo sogno. Per essere quello che vorresti essere. Per issare le vele e dire no, no, io non viaggio a basse velocità, io navigo, navigo, navigo. Navigo tra i migliori.

Francesco Pagani

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