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15/12/2011 21:12 CEST - ATP Tour

Il 2011 del circuito ATP: marzo

TENNIS - E’ il mese di Novak Djokovic: si disputano solo due tornei, i primi Masters 1000 della stagione a Indian Wells e a Miami e in entrambe le occasioni è il serbo a imporsi battendo in finale Rafael Nadal. Sono le prime due sconfitte dell’anno per lo spagnolo ad opera di Djoker. Roger Federer si ferma in semifinale mentre Andy Murray non riesce a uscire dalla crisi in cui è caduto dopo la finale persa in Australia a gennaio. Lorenza Teti

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“Marzo pazzerello, esce il sole e prendi l’ombrello”, recitavano i nostri nonni. E in quale mese dell’anno poteva mettersi in luce il mattacchione serbo Novak Djokovic se non proprio in quello, meteorologicamente parlando, più bizzoso per eccellenza?

In realtà il Djoker non è una novità, avendo già conquistato nei primi due mesi dell’anno gli Australian Open e il ricco torneo di Dubai, semmai è una conferma. Ma sono convinta che in pochi avrebbero scommesso sulle straordinarie performances dell’attuale numero 1 del mondo in quel di Indian Wells e Miami e sul filotto vincente che lo ha accompagnato fino al Roland Garros, prima di arrendersi in semifinale a un Roger Federer in versione deluxe.

E, invece, Nole sorprende tutti conquistando i due unici tornei disputati a marzo, e non stiamo parlando di 250 ma di veri e propri Masters 1000, i primi della stagione. Lo fa togliendosi il lusso di battere in finale in entrambe le occasioni l’allora numero 1 del ranking, Rafael Nadal, e a Indian Wells regolando in semifinale il numero 2, Roger Federer. E’ vero che si gioca sul veloce, su una superficie non particolarmente gradita dal campione di Manacor, ma qualche piccola crepa nel muro difensivo del maiorchino, e non solo in quello, si inizia a vedere. Dopo due turni agevoli, a Indian Wells Rafa incontra qualche difficoltà nel battere agli ottavi l’indiano Somdev Devvarman e il 7-5, 6-4 finale ne è una prova.

Ancora più difficile superare ai quarti il gigante croato Ivo Karlovic, regolato in tre set dopo aver perso il primo parziale e conquistato il terzo al tie break. Più agevole la pratica Del Potro in semifinale dove Nadal s’impone con un doppio 6-4. Ma la finale ha l’esito che non ti aspetti: dopo aver vinto il primo set per 6-4, lo spagnolo, ancora in rodaggio (d’altronde era appena tornato dopo i problemi fisici di cui era rimasto vittima a Melbourne), cala fisicamente con il passare dei minuti e complice un servizio che sappiamo non essere propriamente il punto forte di Rafa, si arrende per 6-3, 6-2 nelle successive frazioni. Game, set and match per Djokovic che alza il trofeo, conquistando la 18esima vittoria consecutiva dall’inizio di un 2011 (vittorie in Davis escluse) che lo vedrà sempre più protagonista.

Federer, invece, deve accontentarsi di una semifinale che lo vede cedere al serbo per la terza volta dall’inizio dell’anno. Ma mentre nelle due precedenti sfide, Australian Open e Dubai, lo svizzero non ha mai conquistato un set, a Indian Wells quantomeno oppone maggiore resistenza e un parziale riesce a strapparlo all’indomabile serbo (6-3, 3-6, 6-2 è il risultato che premia Nole).

E in tutto questo, il quarto componente dei Fab Four, Andy Murray, che parte svolge? Dopo la sconfitta subita in finale in Australia contro Djokovic si trova in piena crisi, soprattutto mentale (è anche precipitato nel ranking al quinto posto, scavalcato da Robin Soderling): ad Indian Wells esce mestamente di scena all’esordio con l’ex promessa statunitense Donald Young, allora oltre la 100esima posizione del mondo e a Miami non fa molto meglio, arrendendosi sempre al secondo turno (al primo usufruisce di un bye), questa volta, però, contro Alex Bogomolov jr. , il quale a sua volta non era ancora entrato nella top100.

Certamente due avversari non irresistibili, ma a Andy va dato, comunque, un merito, quello di aver dato loro fiducia nei propri mezzi. La scalata al ranking, infatti, iniziata a gennaio, fu inarrestabile per Young e Bogomolov jr. che ora occupano rispettivamente la 39esima e la 34esima posizione mondiale. Il russo è stato addirittura premiato a Londra quale giocatore che ha compiuto i più sensibili miglioramenti in classifica in questo 2011.

Facili ironie a parte, Miami si decide tra le prime tre teste di serie, ovvero Nadal, Federer e Djokovic, che pur presentandosi ai nastri di partenza come numero 3 del seeding, è da poco diventato numero 2 del mondo, preludio di un cammino che si concluderà con il raggiungimento della prima posizione mondiale. Questa volta è lo spagnolo a vedersela con Fed-Express in semifinale, dopo un cammino tutto sommato agevole nel corso del torneo che lo vede perdere un solo set contro Tomas Berdych ai quarti. Neanche un parziale, invece, concede lo svizzero in Florida, almeno fino al penultimo atto del torneo: in semifinale, infatti, perde con un netto 6-3, 6-2 e lascia strada libera a Rafa che in finale proverà a trovare la rivincita contro Djoker, vincente a sua volta sullo statunitense Mardy Fish.

L’andamento è simile a quello della finale di Indian Wells, con Nadal che vince il primo set per 6-4 ma subisce la rimonta nel secondo perso 6-3. Il match si decide al terzo e decisivo parziale dove Nadal offre maggiore resistenza rispetto alla finale di Indian Wells. E’ il tie break a decretare il vincitore. Finisce 7-4 per Novak Djokovic che conquista il quarto trofeo dell’anno, batte per la seconda volta consecutiva il numero 1 del mondo e invia un chiaro messaggio a tutti gli avversari: be careful!

In realtà marzo è caratterizzato anche dagli incontri di Coppa Davis: dal 4 al 6 marzo scendono in campo, tra le altre formazioni, la Spagna che poi a fine anno avrebbe conquistato l'insalatiera, e la Serbia detentrice del titolo, ma orfana del suo punto di forza, Djokovic, che salta l'esordio. E mentre gli iberici, nella cui formazione non manca il solito Nadal, non perdono un set contro il Belgio e approdano tranquillamente ai quarti, la Serbia retta dalla premiata ditta Tipsarevic-Troicki, fatica per sbrigare la pratica India. Ma alla fine raggiunge i quarti, in compagnia degli Stati Uniti, vincenti sul Cile, della Francia, che batte l'Austria, della Svezia che supera la Russia, e dell'Argentina di Del Potro che si sta pian piano ritrovando e che non ha problemi nell'eliminare la Romania. Ai quarti, infine, approdano anche la Germania e la sorpresa Kazakistan, vincente 3-2 sulla Repubblica Ceca di Berdych e Stepanek. Il duo Golubev-Kukushkin trascina la propria nazionale ai quarti contro l'Argentina: il resto è storia...

Lorenza Teti

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