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09/01/2012 11:22 CEST - ATP Brisbane

Murray-Lendl: un buon inizio

TENNIS - La prima settimana di lavoro con Lendl porta a Murray il 22mo titolo in carriera, a Brisbane. Lo scozzese diventa così il primo britannico a vincere un torneo in Australia dal 2002 (Henman a Adelaide). Sconfitto in finale il "Guru" Dolgopolov, 6-1 6-3 in 67 minuti. L'ucraino era però condizionato dall'infortunio alla gamba destra patito in semifinale contro Simon. Alessandro Mastroluca

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Non poteva iniziare meglio la gestione Lendl. A Brisbane, Murray vince il suo 22mo titolo in carriera contro un Dolgopolov evidentemente menomato dall’infortunio alla gamba destra, all’altezza dell’inguine, sofferto nella semifinale contro Simon. Si spiega anche così il 6-1 6-3 finale, maturato in 67 minuti, con lo scozzese che ha infilato anche un parziale di nove giochi di fila dall’1-1 al 6-1 4-0. Murray diventa così il primo inglese a vincere un torneo in Australia dal 2002 (Henman a Adelaide) e batte il Guru per la terza volta in carriera in altrettante sfide.

Il numero 4 del mondo sigilla il primo turno di battuta con un ace. Dolgopolov non va al di là di alcuni vincenti, sia di dritto che di rovescio, che illuminano il suo game di servizio inaugurale. Ma la Luce è effimera, si spegne presto e con due break di fila Murray si porta a servire per il set e chiude dopo aver comunque salvato due palle break.

Dolgopolov, sconfitto da Murray ai quarti degli Australian Open l’anno scorso (è stato comunque il primo a strappargli un set), si muove chiaramente male, serve appena il 45% di prime e non è certo nelle condizioni di fare match pari se non per il breve volgere di tre game a metà del secondo set. Interrompe la serie di game consecutivi per lo scozzese e riesce a strappargli il servizio con un profondo dritto vincente. È il sesto break che Murray subisce nel torneo (ha tenuto 42 game di servizio su 48). L’ucraino riesce anche a risalire a 4-3, dopo un game interminabile da 18 punti in cui ha salvato due palle break, ma è il massimo che riesce a fare nella prima finale giocata sul duro in carriera.

Chiedo scusa al pubblico” ha detto Dolgopolov durante la cerimonia di premiazione alla Pat Rafter Arena, “ma meglio di così proprio non potevo giocare

Mi dispiace per Alex” ha detto Murray, “chiaramente aveva un problema alla gamba. È la prima settimana con il mio nuovo team ed è andata bene. Lendl è lì da qualche parte, che si nasconde: spero che mi porterà ancora più successi in futuro”.

Lendl, otto volte finalista agli Us Open e etichettato da Sports Illustrated “il campione di cui non importa a nessuno” dopo la vittoria del 1985, può essere l’uomo giusto per portare disciplina e stabilità nel gioco di Murray. Quella stessa motivazione a superare i propri limiti che l’ha portato a allevare i cani alsaziani per il dipartimento di polizia nella sua casa in Connecticut nonostante lo shock di essere stato morso da un dobermann da bambino.

Murray ha spiegato domenica mattina, intervenendo a Sportsweek su BBC Radio 5 live, che ha lavorato bene in questa settimana con Lendl, che comprende bene le pressioni di giocare negli Slam, anche se ci vorrà un po’ più di tempo prima che l’ex numero 1 del mondo possa portare qualcosa di nuovo nel suo stile in campo.

E’ molto simpatico anche fuori dal campo”, ha spiegato Murray confermando quello che lo stesso Lendl diceva di se stesso qualche anno fa al Los Angeles Times (“ho sempre avuto il senso dell’umorismo, solo che non lo capisce nessuno”).

Sarà lui l’uomo giusto per dare a Murray quella piccola spinta che, come suggeriva Laver, costituisce il primo passo verso la grandezza?

Alessandro Mastroluca

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