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28/01/2012 15:44 CEST - Australian Open

La prima volta
non si scorda mai

TENNIS - Victoria Azarenka ha impiegato due game per annullare lo svantaggio di esperienza e abitudine alle grandi partite con Maria Sharapova. La bielorussa ha ceduto solo due set nel corso del torneo, contro Radwanska e Clijsters. Si può scommettere che questo non resterò l'unico Slam nella bacheca della Azarenka, già vincitrice del titolo junior nel 2005. Rino Tommasi

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Victoria Azarenka, da me eletta come la mia favorita di riserva dopo la prima settimana del torneo, ha pagato un modesto contributo di due games, i primi della partita, per annullare lo svantaggio che in termini di esperienza e di abitudine alle grandi partite la separavano da Maria Sharapova, che giocava la sua sesta finale in un grande torneo.

La Azarenka che in un colpo solo ha vinto il suo primo titolo dello Slam ed ha conquistato il primo posto nella classifica mondiale, non ha nemmeno dovuto far ricorso alla sua migliore qualità atletica che l’avrebbe certamente favorita se la partita si fosse allungata al terzo set.

Al netto dei primi due giochi il punteggio di questa finale sarebbe stato di 6-1, 6-0 non nuovo nel tennis femminile dove si ricorda ancora il doppio 6-0 inflitto da Steffi Graf a Natasha Zvereva nella finale del Roland Garros del 1988. Tuttavia ad onore della Sharapova bisogna dire che la Azarenka la partita l’ha dominata solo in termini di punteggio perché la qualità del gioco si è mantenuta sempre su buoni livelli.

In tutto il torneo la Azarenka che era la terza testa di serie, ha ceduto due set, uno per distrazione contro la Radwanska, l’altro con la Clijsters che è stata l’unica a dare l’impressione di poterla fermare ma si può scommettere che a questo primo titolo la Azarenka, che in questo torneo aveva vinto la prova junior nel 2005, ne aggiungerà altri.

La Azarenka è anche la quinta diversa vincitrice del singolare femminile negli ultimi cinque tornei dello Slam a dimostrazione di una situazione di grande equilibrio che al momento contrasta con la stabilità di valori nel settore maschile dove nello stesso periodo i vincitori sono stati soltanto due, gli stessi che – guarda caso – si giocano oggi il quinto (Djokovic) o l’undicesimo (Nadal) titolo dello Slam.

A proposito della finale maschile i sei successi consecutivi del serbo negli ultimi confronti diretti, una striscia che comprende Wimbledon e Flushing Meadows dell’anno scorso, dovrebbero rendere facile il pronostico. Aggiungerei anche che solo sulla terra del Roland Garros Nadal sarebbe oggi favorito ma il modo in cui ha resistito all’ambiziosa sfida di Federer attenua i termini del confronto senza peraltro rovesciarli.
 

Rino Tommasi

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Maria Sharapova

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