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10/02/2012 12:17 CEST - Rassegna Stampa del 10 Febbraio 2012

La magia della Davis ritrovata ma all' Italia serve un miracolo (Clerici, Viggiani, Semeraro, Martucci, Giorni)

10.02.2012

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

La magia della Davis ritrovata ma all' Italia serve un miracolo

Gianni Clerici, la repubblica del 10.02.2012

Una rottura delle racchette (da neve) mi ha impedito di recarmi a Ostrava (sento un eschimese sorridere) ma mi sono messo in comunicazione con un amico Aficionado e patriota che non manca mai un match di Davis da quando, nel 1928, i nostri grandi De Morpurgo (N. 7 del mondo) e Gaslini (fidanzato della Lenglen) riuscirono a battere la Cecoslovacchia nella finale europea. Conversazione con l'amico: C.: «Però quel match si giocava a Milano. E anche adesso conterà il fattore campo». A.: «Secondo lo Zingarelli fattore è un coadiutore agricolo». C.: «Il vantaggio campo, volevo dire». A.: «Certo, soprattutto perché il fondo è in ghiaccio ricoperto da un tappetino di plastica. E noi italiani alla neve non siamo preparati». C.: «Anche secondo il famoso statistico Tommasi. Mi informa che è, la nostra, la più debole formazione azzurra mai schierata». A.: «Vero. Dai tempi dell'invenzione del computer mai la somma delle classifiche dei nostri singolaristi è stata tanto bassa: Seppi, recuperato da una passata lite fratricida è N. 42. Ma Bolelli è addirittura N. 135». C.: «Perché Barazzutti non ha messo Fognini, N. 35, o Starace (N. 68) o Volandri (N. 70) o l'unico recente vincente, Cipolla (N.86)?»A.: «Fognini ha un piedino malato. Starace è reduce dall'influenza. Volandri è ritenuto un ex. Cipolla un bulbo». C.: «Così la somma dei nostri singolaristi è uguale a 177.E gli avversari boemi?». A.: «Berdych è il N.7, e Stepanek i I N.33. Vedi tu che altro possiamo fare se non puntare ai futuri spareggi, con le altre squadre di Serie A sconfitte nel primo turno». C.: «Va bene Berdych, che se avesse un minimo di buon senso sarebbe subito il quinto, dopo i famosi Fab Four. Ma Stepanek? Non ha già 34 anni?». A.: «Si era anche già ritirato, ma il matrimonio con la Vaidisova gli ha fatto cambiare idea. Una certa capacità erettiva gli dev'essere rimasta, visto che, brutto com'è, è da sempre il maggior seduttore del circuito». C.: «Allora, nessuna speranza». A.: «Nessunissima. Forse, non fosse fuori forma la Schiavone, e infortunate Pennetta e Errani, l'unica era schierare le nostre ragazze di Fed Cup. Il regolamento di Davis non accenna infatti al sesso». C.: «Lo farò sapere a Barazzutti. Non si sa mai».

Gli azzurri con l'abito buono

Mario Viggiani, il corriere dello sport del 10.02.2012

Dopo undici anni di purgatorio, l'ItalDavis torna in Serie A e riparte da Ostrava, la città natale di Ivan Lendl. Allora era in Cecoslovacchia, oggi fa parte della Repubblica Ceca, che avrà dalla sua il fattore campo e soprattutto un Top Ten come Tomas Berdych e un vecchio marpione come Radek Stepanek. E se i nostri singolaristi, che saranno il figliol prodigo Andreas Seppi e l'estroso Simone Bolelli (questo anche agevolato dall'influenza che fino a tre giorni fa ha colpito il Davisman per eccellenza Potito Starace: 15 vittorie e solo 1 sconfitta in singolare!), sono sotto nei precedenti con Stepanek, fin qui sono invece entrambi in parità nei confronti con Berdych. Quindi azzurri sfavoriti ma capaci di tutto e pronti all'impresa, che significherebbe i quarti del Gruppo Mondiale anziché i play off per non tornare in Serie B. Di sicuro elegantissimi, in giacca bianca, al sorteggio di ieri mattina… «Questa di Ostrava somiglia ad altri confronti difficili che abbiamo sostenuto negli anni scorsi, penso magari ai due spareggi con la Spagna, per tornare in Serie A, e a quello con la Svizzera. Comunque stavolta, rispetto al passato, posso contare su una squadra molto più matura e più forte, quindi speriamo di far bene nonostante la difficoltà dell'impegno. Il match-chiave sarà quello di Seppi contro Stepanek: Andreas sta giocando bene, sono convinto che possa vincere. E attenzione a Bolelli, che darà certamente problemi a Berdych: non parte sconfitto. Dispiace per Starace, ma sarà pronto .per il doppio con Bracciali». Seppi, che torna in azzurro dal settembre 2009 dopo mille polemiche, andrà in campo per primo contro Stepanek. «Sono teso ma è normale, i match di Davis procurano più emozioni degli altri. E poi stavolta valgono per il Gruppo Mondiale, dopo tanti anni di assenza: non vediamo l'ora di giocare». Altrettanto carico Bolelli. «Servirà soprattutto una prova di carattere, il gioco verrà strada facendo. Andrò in campo convinto delle mie possibilità. Certo, contro Berdych mi attende un match difficile, ci sarà da lottare anche contro il pubblico, però la ritengo una partita tosta ma non impossibile. Tomas è forte, ma come tutti ha un punto debole (non lo indica, ma lui deve averlo individuato al meglio, se l'ha battuto due volte nei quattro precedenti - ndr)». I PADRONI DI CASA - In questa prima parte del 2012, Berdych ha raggiunto i quarti agli Australian Open e appena vinto il torneo di Montpellier. «L'inizio di stagione è stato molto positivo, non sono stanco. Certo, fin qui ho giocato molto e non ho avuto tanto tempo per rifiatare dopo…

Intervista a Barazza: "I cechi? Stavolta c'è la moviola"

Stefano Semeraro, la stampa del 10.02.2012

Barazzutti, dopo dodici anni siamo di nuovo in serie A di tennis: più difficile arrivarci o rimanerci? «Difficile fare tutte e due le cose. Contro la Repubblica Ceca l'incontro è molto duro. Berdych è il n.7 del mondo (ha appena vinto un torneo a Montpellier, ndr), noi faremo la nostra gara su Stepanek e sul doppio». Con i cechi abbiamo vinto nel '95 a Napoli, quando c'era ancora Lendl: lei a Praga nel-l'80 da giocatore perse una finale fra mille polemiche... «Diciamo che per fortuna oggi è obbligatorio l'hawk-eye, la moviola in campo. Ci sarebbe servito 32 anni fa: in campo ci rubarono di tutto». Il Cile per tornare in A, ora Repubblica Ceca al primo turno, così come nei quarti di Fed Cup con le ragazze. Barazzutti torna sempre sul luogo del delitto? «Beh, in Davis ho giocato dieci anni, ho incontrato molte delle squadre che mi trovo davanti ora da capitano. Se vuole una battuta dico che sono venuto in avanscoperta, visto che anche in Fed Cup forse giocheremo a Ostrava». Se dovesse scegliere quale delle due sfide vorrebbe vincere? «Speriamo di portarne a casa almeno una». In panchina si diverte più con le ragazze o i ragazzi? «L'impegno è lo stesso, una volta in campo sento la pressione». Però in Fed Cup ha vinto tanto, togliersi una soddisfazione con gli uomini non sarebbe meglio? «Anche con le ragazze è iniziato tutto così: nel 2006 a Nancy battemmo una Francia che aveva in squadra una fuoriclasse come la Mauresmo. Spero che la storia si ripeta». Si gioca su un campo steso sopra il ghiaccio, contro degli specialisti del veloce. Mission impossible? «Il campo è velocissimo, ma le palline per fortuna sgonfie... Comunque questo passa il convento». Dopo la promozione teme il rischio di ritrovarsi una squadra appagata, e con l'alibi dell'avversario forte? «Guardi, non è che negli ultimi anni abbiamo incontrato avversari deboli negli spareggi: Svizzera, Spagna, Croazia. Siamo abituati a giocarcela con le grandi». Bolelli al posto di Starace contro Berdych: scelta tecnica o voglia di far riposare Potito? «Ha avuto un po' di febbre, ora ha già ripreso gli allenamenti, per precauzione domani (oggi, ndr) giocherà Bolelli, Starace sarà pronto da sabato». Fuori Fognini per infortunio, dopo quattro anni torna in squadra, e da n.1, Andreas Seppi, che se andò dicendo di non reggere la pressione. È maturato? «Lo vedo sereno, tirato alla perfezione, con tanta voglia di giocare». Sarà la voglia di Olimpiadi. Il resto della squadra però mugugna. Scherzando Andreas ha ammesso che gli sono toccate «un po' di punizioni e sculacciate». C'è maretta? «Ma no. Io da capitano sono il più felice, perché voglio sempre avere a disposizione tutti i più forti. Però tutta la squadra è compatta, e vuole vincere». Risposta diplomatica. La Coppa Davis conta ancora tanto? «Per me sì. Neanche negli Slam giochi tre giorni di fila al meglio dei cinque set. La Coppa ti mette a nudo per quello che sei». Dopo aver vinto la Fed Cu p e riportato in serie A l'Italia di Davis, che traguardo si è posto? «Vivo alla giornata. E spero di concludere - come si dice? - decorosamente la mia carriera di capitano».

Davis l'ora di Bolelli candidato eroe

Vincenzo Martucci, la gazzetta dello sport 10.02.2012

L'uomo giusto ce l'avevamo, e si chiama Daniele Bracciali. Fosse quello che, di risposta, servizio e personalità, portò Andy Roddick al quinto set a Wimbledon 2005, sarebbe perfetto per il campo-saponetta, «ancor più liscio di due anni fa in Svezia», della Cez Arena di Ostrava, dove i cechi danno il bentornato all'Italia di coppa Davis dopo 11 anni in serie B. Peccato che, a 34 anni, abbia colpevolmente abdicato al singolare e si sia immolato al doppio (mentre il trentatreenne di casa, Radek Stepanek, rilancia: «Quest'anno vorrei vincere la Davis»). Non c'è nemmeno il braccio veloce di Fabio Fogni-ni, fermo ai box per l'ennesimo problema fisico. E di Andreas Seppi, al rientro dopo due anni di «mal di Davis», ce n'è solo uno e ha già il compito di sfatare il tabù-Stepanek e portare un punto importantissimo. Così, nel raschiare il barile della nazionale di più bassa classifica dal 2005, capitan Corrado Barazzutti — complice l'attacco influenzale di martedì —, rispolvera oggi il talento di Simone Bolelli risparmiando a Poti-to Starace l'esordio-shocking contro il bau-bau di casa, Tomas Berdych, per giocarselo al meglio nel doppio di domani. «Che potrebbe essere il match decisivo, se siamo 1-1», graffia Bracciali. Spirito «Poto» è guarito, si nota dall'unico guizzo degli azzurri ai microfoni: «Forse rispetto ai cechi abbiamo un po' più voglia di far bene. Loro ci sono da un pezzo nel Gruppo Mondiale, sono anche arrivati a una finale, e magari sono un po' appagati»….. Velocità Bolelli e Berdych hanno tutt'e due 26 anni, si conoscono da junior, Thomas sta facendo un nuovo salto di qualità (anche spinto dalla nuova fidanzata), Simone s'è arenato al 36 del mondo nel 2009, poi ha alternato allenatori a delusioni e oggi è appena numero 135: «Speriamo che con Eduardo (Infantino) sia la volta buona, ho fatto un'ottima preparazione, sono molto migliorato negli spostamenti, l'anno scorso ho giocato bene solo a sprazzi, spero di trovare continuità». Oggi ha un'altra occasione: «E' una partita sicuramente dura, ma non impossibile, può essere quella che mi ridà la fiducia. Voglio dare il meglio, lottare su ogni punto, soffrire, star lì, essere aggressivo e non lasciargli in mano il gioco: l'atteggiamento in campo sarà la cosa più importante». Simone sa che il punto debole di Berdych è il suo punto forte, il servizio, che o va a mille o non va, demoralizzando il lungagnone (1.96). Simone forse non sa che undici mesi fa, su questo stesso campo e sempre in Davis, Berdych e la sua squadra hanno pianto di rabbia contro il braccio veloce di Andrey Golubev, russo di nascita, kazako di bandiera e cittadino di Bra (Italia). Curioso, come il destino di Seppi e Bolelli, ieri fuggiaschi reietti, oggi candidati ad eroi.

Seppi-Bolelli, l'impresa non è Ceca

Alberto Giorni, il giorno del 10.02.2012

Neanche il tempo di riacclimatarsi alla serie A di Coppa Davis, ritrovata dopo 12 anni, che il primo match sarà già decisivo. Oggi alle 16 (diretta tv su SuperTennis, canale 64 del digitale terrestre oppure 224 di Sky) aprirà le danze Andreas Seppi (n 42 Atp) con Radek Stepanek (n 31), sfida chiave di tutto il confronto; a seguire Simone Bolelli (n 135) se la vedrà con Tomas Berdych (n 7). La Repubblica Ceca, che ha anche il vantaggio del fattore campo (si gioca sul veloce indoor della Cez Arena di Ostrava, città natale di Ivan Lendl), è nettamente favorita e agli azzurri servirà un'impresa per superare questo primo turno. Berdych appare difficilmente battibile, così l'Italia ha messo nel mirino i due punti in singolare contro Stepanek, più il doppio di domani. PER ATTUARE il piano, Seppi non può sbagliare. L'altoatesino, assente in Davis da due anni e mezzo e ritornato dopo i dissidi con la Federazione, è il nostro miglior giocatore sui campi veloci e dovrà dimostrarlo subito con Stepanek (precedenti 2-0 per il ceco), uno dei pochi a saper praticare il serve&volley. Assente l'infortunato Fognini e influenzato Starace, capitan Barazzutti per il secondo singolare ha scelto Bolelli. Una decisione per alcuni azzardata (il bolognese è solo n 135) ma in realtà condivisibile, perché Simone quando è in giornata può fare paura a tutti, come ha dimostrato a Wimbledon battendo Wawrinka, allora n 14; e nei precedenti con Berdych è 2-2. Starace, non a suo agio sul veloce, tornerà utile in doppio in coppia con Bracciali. «La scelta di Bolelli è legata anche alle condizioni di Starace – conferma Barazzutti –, che ha avuto la febbre. Il match clou è quello di Seppi: ce la può fare. E Bolelli non parte sconfitto». Simone preannuncia sorprese: «Berdych è molto forte, ma anche lui è vulnerabile. Ho già in mente qualcosa, vedremo se basterà...».

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I grandi eventi si identificano nel luogo in cui si svolgono. Wimbledon si identifica con l’All England Club. Se spostassero lo stesso torneo in un altro luogo, non sarebbe Wimbledon. Il successo di un evento è legato a quei luoghi nei quali la gente vuole andare, perché sa che lì accadono cose “magiche”.

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