ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > Italia, k.o. e rimpianti: Repubblica Ceca avanti 2-0 (Martucci, Semeraro, Valesio, Sisti, Giorni, Giua).

11/02/2012 11:25 CEST - Rassegna nazionale

Italia, k.o. e rimpianti: Repubblica Ceca avanti 2-0 (Martucci, Semeraro, Valesio, Sisti, Giorni, Giua)

11-2-2012

| | condividi

L’Italia lotta ma non basta, la Repubblica Ceca è 2-0 (Vincenzo Martucci, Gazzetta dello Sport 11-2-2012)

Due a zero per i cechi. Era già tutto previsto. Ma il modo fa molto più male. Perché Andreas Seppi cede a Radek Stepanek, ma deve davvero rammaricarsi per le troppe pause e, soprattutto, per non aver ammazzato la partita all'inizio del quinto set. E perché Simone Bolelli gioca il miglior match da chissà quanto tempo, assolutamente alla pari con il numero 7 del mondo Thomas Berdych, domina il secondo set, ma quand'è sotto il traguardo del terzo, smarrisce la prima di servizio e il 7-5 cruciale, arrendendosi poi in quattro set, da numero 135 del mondo che non riesce a tenere il livello del proprio talento.

Già una volta, tre anni fa a Roma, Radek Stepanek aveva quella faccia disgustata di ieri, alla Cez Arena. Allora, si ritirò, raccontando che, più di Djokovic, gli erano andati storti gli straccetti coi piselli. Stavolta, davanti alla sua gente venuta da Karvina, a 40 chilometri dall'infreddolita Ostrava (ieri -15 alle 19), si sente “a tratti vuoto, senza energie, per l'attacco influenzale della notte”, manca una marea di palle break (6/25): «Avessi concretizzato tutte quelle chances, avrei vinto prima, ma ero sempre io il più aggressivo, quello che andava di più a rete e serviva meglio» (82% di punti con la prima). Stavolta non può mollare, perché ha 8000 persone che lo chiamano (…)

Quando gioca a bim-bum-bam, picchiando forte la palla dritto per dritto da fondocampo, Bolelli si sente da quartieri alti e tiene fino al 3-6-6-4 5-5. Finché la prima si servizio gli sorregge il coraggio per tirare bordate di dritto e di rovescio, mettendo paura al numero 7 del mondo. Il bolognese ha anche tre palle del 6-5. Ma, quando il ceco gli entra nella risposta, si scioglie, concede il set e poi anche il match.

---------------------------------------------------

Davis, all’Italia manca il punto di Seppi (Stefano Semeraro, La Stampa 11-2-2012)

Il grande freddo non è quello che morde la Cez Arena da fuori (-15˚ fra i palazzoni grigi e la neve della periferia di Ostrava), ma quello che gela l’Italia dentro, dopo tre ore e cinquanta minuti di lotta fra Andreas Seppi e Radek Stepanek che finiscono fra i labbroni del numero 2 ceko, grande intarsiatore di colpi e sciupatore di femmine (4-6 6-4 6-3 3-6 6-3) e mandano sottozero i nostri tiepidi sogni. Era il nostro ridebutto nel World Group, la Serie A della Coppa Davis, dopo 11 passati fra Serie B e Serie C, e Corrado Barazzutti ci aveva costruito un castellino sottile sottile per sperare in un miracolo contro pronostico, in trasferta, contro avversari superiori, su una superficie veloce (quasi) come il ghiaccio.

Per scaldarci al focherello di una speranza speravamo di raccattare due punti contro Stepanek e di scippare il doppio, visto che Berdych, che nel secondo singolare ha poi superato in 4 set Simone Bolelli (6-3 4-6 7-5 6-2), è inattingibile. Andreas, amico fragile del nostro tennis, non giocava in Davis da due anni, da quando nel 2009 si era chiamato fuori dopo un pasticciato “ammutinamento”. Troppa tensione, aveva spiegato, e sotto la crosta c’era anche un pizzico di disagio per l’ambiente federale. Ma questo è un anno olimpico, Andreas vuole i Giochi di Londra, alla Fit fa comodo rimettere in squadra il n.1 italiano. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, eccetera eccetera. Tanto più che il secondo singolarista a Ostrava è quel Bolelli che il presidente della Fit Binaghi nel 2008 aveva scomunicato in eterno. Il ritorno dei reprobi.

Vincere il punto della speranza insomma sarebbe stata una bella storia, e non si può dire che Andreas non ci abbia provato. Ha provato ad attaccare di più Stepanek – con cui aveva perso 3 volte su 3 – ha spesso comandato lo scambio da fondo contro un fantasista che ama la rete e le variazioni, ma che gli rende 6 anni e che durante il match era andato giù fisicamente, mezzo infebbrato («A tratti mi sono sentito svuotato»). Qualche errore di troppo, qualche volée non chiusa al momento giusto. La partita Seppi l’ha persa nel primo game del secondo set, «quando ho ceduto male il servizio», e all’inizio del quinto, dopo la rimonta del quarto: «Ho avuto la chance di strappargli subito il servizio, non ci sono riuscito, il break l’ha fatto lui e si è caricato». Esattamente la cosa da non fare in un match di Davis, che vive di elettricità.

L’astinenza da Davis conta e non conta. «L’adrenalina in Coppa è diversa – ammette Andreas –. E la pressione l’ho sentita, ma alla fine credo di averla gestita bene. È stata una partita di alto livello, perderla al quinto fa male perché a tratti ho sentito di essere il migliore in campo e perché era il punto che tutti, io in primis, sapevamo di dover portare a casa». Ma il cuore dell’Italia, a quota -2 , ora è stretto in un inverno crudele.
 

-----------------------------------------------------

Seppi e Bolelli ko con onore (Piero Valesio, Tuttosport 11-2-2012)

ERA, quello a lungo vagheggiato da Andreas Seppi, il punto che l'Italia avrebbe dovuto conquistare per mantenere viva la speranza di celebrare il ritorno nel gotha del tennis maschile mondiale: quel punto è volato via dopo oltre tre ore di battaglia e adesso - dopo la successiva, fisiologica seppur dignitosissima, sconfitta di Simone Bolelli contro Tomas Berdych - tutto è diventato più difficile. Sostanzialmente impossibile. Seppi ha perso contro Radek Stepanek: un risultato tutto sommato prevedibile considerando le condizioni ambientali, le classifiche dei dire giocatori e soprattutto considerando che uno dei due giocatori - il nostro - è tornato in Davis dopo una stana strana che più o meno tutti ricorderanno. Strana come, per certi versi, la resistenza che un Bolelli insolitamente ispirato e centrato, a tratti addirittura spettacolare, ha opposto per tre set a Berdych, sorpreso e a tratti sconcertato dalle palle che gli tornavano indietro anche quando credeva di aver risolto lo scambio con i suoi colpi di bazooka

II break all'11° gioco della terza partita ha spezzato l'equilibrio e insieme le certezze del bolognese, subito brekkato in avvio di 4 set e poi incapace di insidiare il ceco nei turni di sempre più problematica risposta, fino a ricrollare in battuta. Insomma, l'onore è stato salvato, ma il punteggio resta quello impietosamente pronosticato da tutti: 2-0 per loro. Di fatto, il confronto fra Repubblica Ceca e Italia a Ostrava è girato allorché Seppi s'è fatto beffare proprio quando invece avrebbe dovuto prevalere in forza della sua minore età, cioè al quinto set. Inutile rimuginare sul fatto che una partita del genere la Schiavone (così, per dire) l'avrebbe vinta sarebbe solo il girare il coltello nella ferita del povero Andreas che stavolta, gliene va dato atto, ha lottato sopra le sue possibilità dando a sprazzi la sensazione che la maglia azzurra non gli pesi più sulle spalle come un paio di anni addietro. Purtroppo cambiando l'ordine dei fattori non è cambiato il risultato: e l'Italia è andata sotto portando i più a ragionare su chi potrà essere la squadra che dovremo affrontare nel playoff per evitare di ricascare in serie B.

ZANNE Perché Seppi ha perso contro Stepanek? Primo perché non è né Djokovlc né Murray, né Nadal é raramente riesce, nei momenti topici, a sfoderare gli artigli e azzannare l'avversario alla giugulare come invece riesce perfettamente agli esempi sopracitati. E pensare che è pure migliorato, l'altoatesino. Non disdegna l'attacco in controtempo ad esempio e talvolta anche non in controtempo. Ma quando si attacca e si prende il tempo all'avversario poi le volée bisogna chiuderle e idem dicasi per gli smash.

Emblematico l'ultimo gioco con Andreas avanti 40-0 e poi capace di dissolversi nell'area lasciando gioco partita e incontro al simpaticone Stepanek. Cose che succedono ma che sarebbe bello non succedessero dopo quasi quattro ore di battaglia. Andreas, dal canto suo, ha accettato la sconfitta con parecchia sofferenza. Perché era il primo a credere che quello contro Stepanek era un incontro alla sua portata. Un incontro che avrebbe potuto anche sancire l'inizio di una nuova pagina della sua carriera “Sono arrabbiato - ha detto alla tv - perché non penso proprio di aver giocato male. Anzi. Se dovessi identificare un momento in cui il mio rendimento è calato direi solo il primo gioco del secondo set. Sapevo che lui sa essere aggressivo alla risposta ma tutto si è giocato in pochi momenti del match”.

PAURA SVIZZERA Ma la Davis è così, verrebbe da dire per fortuna. Se da Ostrava non arrivano buone notizie per i colori azzurri c'è chi sta peggio. Ovvero la Svizzera. Forte di Stas Wawrinka e Roger Federer, per i quali è stato allestito un campo in rosso nel palazzetto di Friburgo, gli elvetici hanno assistito basiti a due sconfitte e hanno dovuto prendere atto che gli Stati Uniti di Mardy Fish e del lungagnone John Isner sono in vantaggio 2-0 alla fine della prima giornata. Un risultato più che sorprendente che avrà costruito le fortune degli scommettitori capaci di puntare su un risultato tanto inatteso. Se Wawrinka ha opposto una strenua resistenza a Fish, lascia a bocca aperta la debacle di Federer che è parso a suo agio sul rosso come nei suoi giorni peggiori. Quelli in cui nessun credeva che sulla terra il grande svizzero non sarebbe mai riuscito a combinare granché (…)

--------------------------------------

Va sotto 2-0, ma l’Italia spaventa Berdych (Enrico Sisti, Repubblica 11-2-2012)

La prima in A degli azzurri si gioca sul cemento della Cez Arena di Ostrava, il "Novacrylic Ultracushion", velocissimo. Le palline rimbalzano basse come sull'erba di Wimbledon nei primi turni di 30 anni fa. Dobbiamo sfidare giocatori superiori in tutto, sulla carta, nei numeri, nei trofei vinti di fresco (Stepanek il doppio agli Australian Open, Berdych l'Atp di Montpellier), per condizione fisica e per l'abitudine a giocarsi la Davis a certi livelli. Si apre con Seppi che perde da Stepanek e si chiude con Berdych che strapazza (ma non troppo) Bolelli. Ogni ceco vince a modo suo. Ogni azzurro perde a modo suo, coni suoi limiti e i suoi lampi di bel gioco. Siamo sotto e forse ci resteremo. Ma senza sfigurare. Dopo aver vinto il primo set (64) grazie a un regalo di Stepanek (break a zero nel decimo gioco), per un'ora Seppi ha solo paura dell'avversario, terne che gli venga addosso, che morda la rete e non lo lasci respirare. Scambia da fondo senza una strategia, come se si limitasse a palleggiare. E sul cemento è un rischio.

Quando tenta soluzioni definitive sceglie sempre quelle più complesse. I suoi turni di battuta si trasformano in "endurance": mai meno di dieci minuti e con mai meno di cinque sei "vantaggi". Nel secondo set Stepanek comincia ad esaltarsi. Si vedono le sue giocate più istintive, i rovesci in controbalzo, gli attacchi in back e il gioco di volo. Vincerà secondo e terzo set. Ma Seppi non è ancora sotto la doccia e riprende a martellare. Conquista il quarto set strappando il servizio a Stepanek nel nono gioco. E così si guadagna il quinto. Dove arriva più stranito che stanco. Se Andreas perde lucidità, a Stepanek rimane l'energia. Radek il brutto s'impone 4-6, 6-4, 6-3, 3-6, 6-3.

E adesso tocca a Berdych, che è molto peggio di Stepanek (e Bolelli lo sa). E' più giovane, più alto, più completo, ha meno passato e più futuro di Radek. A meno che tu non sia Djokovic o Nadal, quando te lo ritrovi davanti hai una sola possibilità: farlo correre il più possibile, fargli spolverare gli angoli del campo. A Bolelli non sono ha-stati un fantastico secondo sete un grande coraggio nello sfidare l'amico degli anni juniores negli scambi di potenza pura: «Nel terzo set lui ha cominciato a servire benissimo, io no». Bolelli ha sfruttato le poche possibilità che il ceco gli ha offerto. Ma nel quarto set è crollato (6-3, 4-6, 7-5, 6-2): «Andrea poteva vincere», ha detto il ct Barazzutti. «E Bolelli se l'è giocata sino al "quasi 5-3" del terzo set». I cechi hanno meritato ma noi avremmo meritato di più. Oggi decisivo il doppio (ore 15, Supertennis). Se perdiamo ci dirottano sui playoff per non tornare in B. Se vinciamo allunghiamo di un giorno la speranza. Che è una lucina fioca però.

---------------------------------------

Italia, doppio ko e rimpianti (Alberto Giorni, Il Giorno 11-2-2012)

Quanti rimpianti! Sul veloce indoor di Ostrava, davanti a ottomila rumorosi spettatori, la Repubblica Ceca conduce 2-0 sull’Italia e ipoteca la qualificazione ai quarti di Coppa Davis: il doppio di oggi può già essere decisivo (diretta tv alle 15 su SuperTennis). Ma gli azzurri possono mangiarsi le mani per le occasioni mancate. Nel match sulla carta più abbordabile, Andreas Seppi ha lottato 3 ore e 50 minuti, ma alla fine ha dovuto cedere all’esperienza del 33enne Radek Stepanek, impostosi 4-6, 6-4, 6-3, 3-6, 6-3. Una sconfitta che brucia, perché Andreas era riuscito a raddrizzare la situazione e la rimonta appariva possibile: «Sono arrabbiato – ha commentato a caldo Seppi, tornato in Davis dopo due anni e mezzo –, questa partita dovevo portarla a casa. Ho perso il servizio all’inizio del secondo set in un momento delicato, ma per il resto ho giocato abbastanza bene. Perdere al quinto fa sempre male».

Nel secondo singolare, un Simone Bolelli in versione extralusso ha fatto tremare Tomas Berdych, prima di uscire sconfitto 6-3, 4-6, 7-5, 6-2 in 2 ore e 47 minuti. Come spesso gli capita quando è libero da pressioni, Bolelli (n°135 Atp) è stato ammirevole, giocando a lungo alla pari con il numero 7 del mondo. Il bolognese ha lasciato andare il braccio e per larghi tratti ha fatto la partita, mettendo in grande difficoltà il favorito ceco, recente vincitore del torneo di Montpellier. Fino al 5-5 del terzo set Simone ha tenuto botta. Però Berdych al momento decisivo non ha fallito: ha conquistato il break all’undicesimo gioco e ha finito per dilagare, per il tripudio del pubblico di casa. «Ho comunque giocato un buon match – ha dichiarato Bolelli –, lottando fino alla fine. E per la qualificazione non è detta l’ultima parola».

---------------------------------------  

Effetto Davis, sconfitti ma bravi Seppi e Bolelli (Claudio Giua, repubblica.it 11-2-2012)

La notizia-notizia arriva dalla Svizzera, paese talmente ordinato, organizzato e prevedibile da fornire materia da titolo cubitale una volta l'anno. Forse due. E' questa: la nazionale rossocrociata guidata da Roger Federer è sotto per due a zero al termine della prima giornata di Coppa Davis contro gli USA. John Isner ha sconfitto in quattro set il numero 3 al mondo, mentre Mardy Fish è passato al quinto con Stanislas Wawrinka. Ho seguito su Supertennis e poi sul sito dell'ITF alcuni spezzoni dei due match di Friburgo. Wawrinka alla fine ha ceduto per 9-7 ma ha mancato di poco il colpo grosso. Federer, invece, è apparso spaesato e inefficace davanti alla mobilità del gigante americano, protagonista di recuperi di cui di solito sono capaci solo i brevilinei (ne so qualcosa). Davvero brutto lo score del mio giocatore più amato: 4-6 6-3 7-6 6-2.

Intanto, ottocento chilometri più a est, il rientro dell'Italtennis maschile nel gruppo delle sedici più forti nazionali s'è confermato un ostacolo com'erano le Tre Cime di Lavaredo al Giro d'Italia d'un tempo, durissime da scalare e interminabili se non eri Felice Gimondi, Eddy Merckx o Gianni Motta del memorabile 1967. Con la Repubblica Ceca di Berdych e Stepanek si va alla seconda giornata con un fardello di due sconfitte eppure con l'obiettivo ragionevole non solo di evitare il cappotto ma di provarci ancora domani e domenica.

Corrado Barazzutti, reduce dalla sofferta vittoria delle italiane contro le ucraine a Biella, sperava di arrivare al confronto del doppio di domani con un pari che avrebbe lasciato aperte ben altre prospettive in questo passaggio del World Group di Davis. E Andreas Seppi è andato vicino a prendersi la sua partita. Lui è un lottatore, quand'è in forma è di quelli che non mollano mai, che sanno che il tennis è guerra di posizione, di controllo dell'avversario e di autocontrollo, che ricominciano da capo dopo ogni errore, cocciuti a voler giocare meglio la palla successiva. Oggi Andreas, però, ha avuto come avversario Radek Stepanek, che in fatto di attitudine alla lotta non ha mai avuto bisogno d'imparare alcunché. A 33 anni e dopo quindici stagioni da professionista, il numero 2 ceco, ATP 30, è ancora in grado di combattere per quasi quattro ore e di vincere al quinto set (4-6 6-4 6-3 3-6 6-3) contro il nostro numero 1, ATP 42, che ha sette anni di meno.

Anni di vantaggio che in campo a Ostrava sono contati davvero poco. Il quinto set è stato deciso dal break in apertura che poi Stepanek ha difeso con i denti, ripetendosi poi sul 5-3 a suo favore, quando Andreas è stato costretto a rischiare il tutto per tutto e gli è andata male. Decisivi gli errori non forzati: 66 contro 48. Deluso l'altoatesino - "... perdere al quinto set fa sempre male, e poi mi dispiace per la squadra" - che avrebbe voluto far coincidere il suo rientro "ufficiale" in nazionale con una vittoria di prestigio. Ha tuttavia dimostrato di poter provare, domenica, a mettere pressione a Tomas Berdych.

Sulla carta il ceco avrebbe dovuto avere facilmente ragione di Simone Bolelli, 135 ATP, messo in campo da capitan Barazzutti per l'indisponibilità di Starace (febbre influenzale) e Fognini (frattura da stress al piede sinistro). Il bolognese, invece, non ha affatto sfigurato anche perché il gioco di Berdych s'adatta bene alle sue caratteristiche, tanto da risultare nei testa-a-testa, fino ad oggi, in parità, due a due. Perso 3-6 il primo set, ha vinto il secondo 6-4 ottenendo il break nell'occasione più importante, sul 5-4.

Potente, veloce, preciso soprattutto di diritto d'attacco a sventaglio, in grado di piazzare lungolinea e incrociati che hanno più volte lasciato basìto il ceco, spesso devastante al servizio, non è la prima volta che Simone dà il meglio di sè con uno dei migliori al mondo. Anzi, il numero 7 ATP è forse "il" migliore dei top ten in questo momento: fuori ai quarti di finale agli Open d'Australia contro Nadal in quattro set, domenica scorsa ha vinto l'Open Sud di Montpellier battendo in finale Gael Monfils. Terzo set con l'italiano sempre davanti fino al 5 pari e il ceco a inseguire. Poi, il break a sfavore: 7-5. Al quarto non c'è storia, finisce 6-2 per Berdych. Ma va bene così.

comments powered by Disqus
Partnership

 

La frase del giorno

I grandi eventi si identificano nel luogo in cui si svolgono. Wimbledon si identifica con l’All England Club. Se spostassero lo stesso torneo in un altro luogo, non sarebbe Wimbledon. Il successo di un evento è legato a quei luoghi nei quali la gente vuole andare, perché sa che lì accadono cose “magiche”.

Jerry Solomon

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Ubi TV

Il meglio degli Australian Open 2012

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis