30/08/2012 09:30 CEST - US OPEN 2012

Goodbye e grazie, Kim!

TENNIS - Kim Clijsters cede con un doppio tie-break a Laura Robson e dice addio al tennis giocato, in quella New York che le ha dato le soddisfazioni più grandi (tre titoli: 2005, 2009 e 2010, all'interno tutti gli articoli dell'epoca). "Flushing Meadows mi ha sempre ispirato, era il luogo perfetto per ritirarmi. Speravo solo non fosse oggi" ha dichiarato Kim a caldo. Da New York, Giacomo Fazio
 

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Kim Clijsters con il trofeo degli US Open 2010 (Photo by Chris Trotman/Getty Images)
Kim Clijsters con il trofeo degli US Open 2010 (Photo by Chris Trotman/Getty Images)

Robson b Clijsters 76 76

Non meritava di finire in questo modo “Mamma Kim”, 41 tornei vinti tra cui 4 Slam. Ma forse è giusto così. Quasi un passaggio di consegne ad una giovane promessa del tennis mondiale. Di Kim ci mancherà tutto: la solarità, le spaccate, il suo essere speciale. Si ferma a 22 la striscia di vittorie consecutive agli Us Open tra la prima e la seconda parte della sua carriera, non perdeva qui dal 2003. E’ la serie più lunga dopo quella di Chris Evert (31).

Kim Clijsters conclude così una giornata triste per il Belgio che aveva visto sconfitti in precedenza Flipkens, Malisse e Wickmayer. Tutti continuano a ripetere che sia l’anno degli inglesi ma la Robson nonostante la grande partita non ha alcuna speranza di vincere il torneo, a differenza di Murray. Vero è che dopo moltissimi anni i britannici hanno forse trovato una degna erede di Virginia Wade.Ufficialmente è l’ultima partita in singolare ma la belga sarà impegnata ancora in doppio con la connazionale Flipkens e giocherà probabilmente un’esibizione ad Anversa.

Sembrava tutto abbastanza facile per Clijsters che si è trovata in vantaggio 4-1 e 5-2 nel primo set ma ha subito il break quando è andata a servire sul 5-3. Si arriva così al tiebreak e Robson, dopo aver annullato tre set point, converte la sua prima chance per chiudere grazie a una risposta sbagliata della belga.

Robson regala un break con una serie di errori in avvio di secondo set, ma Clijsters restituisce subito il favore con un doppio fallo. Sul 6-5 la stellina britannica, argento alle Olimpiadi in doppio misto con Andy Murray, spreca due match point e Clijsters riesce a rifugiarsi nel tiebreak. Ma è tradita dalla risposta di rovescio nell'ultimo punto della sua carriera. Lascia il tennis con 41 titoli WTA all'attivo: solo le Williams ne hanno vinti di più tra le giocatrici in attività.

Un pubblico commosso saluta la sua campionessa. L'Arthur Ashe Stadium ha fatto di tutto per portarla alla vittoria ma non è riuscito a vederla vincere ancora una volta, come era successo nel 2005, 2009 e nel 2010.

"Questo è il posto migliore dove ritirarmi e sono contenta di aver giocato la mia ultima partita qui. Ho perso ma ho dato tutto. Finisce il tennis ma inizia una nuova parte della vita con la mia famiglia. Già quello che ho fatto nel 2009 è stato qualcosa di straordinario. Sono contenta della mia carriera. Vi ringrazio tutti". 

Ubaldo in conferenza stampa le chiede se le sarebbe piaciuto diventare una giornalista ma Kim ha risposto con un categorico NO!  "Mi dispiace, assolutamente no. Ho letto la stampa nei primi della mia carriera ma po l'ho assolutamente ignorata. Non mi piace parlare in maniera positiva o negativa delle persone. Lo hanno fatto spesso nei miei confronti quando ero giovane".

Robson, che da Cincinnati lavora con Zeljko Krajan, affronterà Na Li. Anche la cinese ha cambiato guida tecnica nello stesso torneo, iniziando la partnership con Carlos Rodriguez, ex coach di Justine Henin, che l'ha portata a vincere il suo primo titolo dal Roland Garros 2011. Li ha battuto Casey Dellacqua 64 64, con l'australiana che si è trovata avanti 4-0 nel secondo set.

 

I TRIONFI DI KIM CLIJSTERS A NEW YORK

2005

Clijsters, buona la quinta (Ubaldo Scanagatta, La Nazione)

NEW YORK _ Il premio più alto mai incassato da un’atleta donna. E, fatta eccezione per le borse pugilistiche di qualche peso massimo, anche dagli uomini. Se lo riporta in Belgio, 2 milioni e 200.000 dollari, Kim Clijsters, finalmente vittoriosa in uno Slam dopo 4 finali perdute, tre con la connazionale (ma francofona) Justine Henin, una con Jennifer Capriati quando era stata cinque volte a due punti dal match, al Roland Garros.
Tanto era bastato per affibbiarle la nomea di grande perdente, soprattutto in Belgio dove il confronto con la Henin (4 Slam in bacheca) fino a ieri era particolarmente stridente. Reputazione certo ingenerosa per una ragazza che è stata n.1 del mondo (ora è n.3) e che aveva già vinto 27 tornei (ora sono 28) e più 11milioni di dollari (ora sono 13).

Non tanto vincente semmai Kim era stata nella sua vita sentimentale. Il matrimonio con Lleyton Hewitt, nonostante le date già fissate per febbraio di quest’anno, era saltato all’ultimo minuto e dopo pochi mesi l’aussie “Mister Com’on!” aveva fatto capire di non essere vedovo inconsolabile mettendo incinta un’attricetta di soap-operas australiane, Rebecca Cartwright, lei sì prontamente sposata. Anche lei ha un nuovo boyfriend, Bryan Lynch, modesto cestista USA emigrato in Belgio.

Nella finale (6-3,6-1 in 65 minuti) contro Mary Pierce l’unico momento di pericolo per Kim è stato quando, trasformato il matchpoint, si è arrampicata sul corrimano per raggiungere mamma Els, sorellina Elke, allenatore Marc Dehous, sponsor (Martin Mulligan,Fila), per abbracciare i suoi sostenitori. A Parigi contro la Henin (6-1,6-1 in 49 minuti) la Pierce era stata un disastro. Qui è stata Kim a giocare molto bene, come del resto aveva fatto tutta l’estate vincendo il circuito americano (è a causa di quel successo che ha potuto raddoppiare il prize-money dell’US Open).
Un anno fa credeva di dover smettere di giocare. S’era fatta male al polso, era stata sotto i ferri del chirurgo. Uno stop di 8 mesi. Forse per questo Kim è meno logora delle altre. Straordinaria atleta, capace di spaccate da ginnasta, ragazza semplice e simpatica, senza grilli per la testa, Kim ha le idee chiare sul suo futuro: “Fra due anni smetterò di giocare”.


2009

Clijsters in finale. Follia Serena (Elisa Piva)
Potremmo parlare del match, di come Kim Clijsters fosse arrivata a due punti dal match. Ma l'episodio che ha concluso il match è troppo clamoroso. Kim ha vinto il primo set 6-4, sul 6-5 per la Clijsters, Serena va a servire per portarsi al tie-break e si trova 15-30. Non le entra la prima, serve la seconda e la giudice di linea chiama il fallo di piede. Kim va a doppio match point. Serena è comprensibilmente inviperita, inveisce contro la giudice di linea, e si becca un warning per 'Unsportsmanlike Conduct' (condotta antisportiva), ma in precedenza ne aveva già ricevuto uno per 'racqet abuse' (abuso di racchetta), quindi è inevitabile il penalty point.

Inutile per la Williams, l'intervento del Supervisor e del Referee e finisce così. Kim Clijsters è in finale.
Kim visibilmente scossa non esulta, Serena le va a stringere la mano ed esce furiosa dal campo accompagnata dai fischi del pubblico rivolto all'arbitraggio.

La Clijsters, intervistata a fine match da Mary Joe Fernandez, dice: “Io cercavo solo di rimanere concentrata per il match point, ho visto Serena parlare con il giudice, non riesco davvero a commentare quello che è successo. Ho iniziato molto bene, vedevo bene la palla e colpivo negli angoli, poi lei ha cominciato a servire molto bene. In realtà però sono ancora sotto shock.”

Clijsters signora: "Capisco Serena" (Scanagatta)
“Tu non mi conosci…te lo giuro su Dio, prenderò questa fucking palla e te la caccerò giù fin nella tua fucking gola!” Così, roteandole la racchetta davanti agli occhi a mandorla e vomitando queste ed altre minacce all’indirizzo di una minuta, spaventatissima signorina asiatica con gli occhiali, giudice di linea rea di averle chiamato un fallo di piede sulla seconda palla di servizio sul 4-6,5-6 e 15-30, Serena Williams, la grande favorita dell’US Open, ha perso la testa come non le era mai successo e la semifinale con Kim Clijsters. Senza poter nemmeno giocare il primo di quel doppio matchpoint. (...)

Ai giornalisti belgi Kim, che avrà giocato la sua sesta finale stanotte da favorita con la n.8 danese Wozniacki (ha vinto solo quella del 2005 qui), ha detto: “Però chiamare il fallo di piede sulla seconda palla … forse non è nello spirito del gioco. Serena non voleva seguire quel servizio a rete”. Signora davvero Kim, non solo moglie e mamma.

Clijsters vince gli Us Open (Scanagatta)
Non è stata memorabile per come è stata giocata una finale infarcita di errori (55 complessivamente), ma per chi ha vinto questa stranissima edizione dell’US open, per Kim Cljisters al suo terzo torneo giocato dopo il ritiro, dopo un periodo sabbatico di 2 anni e mezzo, la prima mamma del tennis campionessa d’uno Slam dai tempi (1980) di Evonne Goolagong a Wimbledon 1980.

Mamma Kim ha preso molti più rischi, come sempre, e alla fine con 36 punti vincenti al cospetto di 34 errori, ha un bilancio positivo…ma non così positivo come l’aver vinto l’US Open nelle ultime due edizioni cui ha preso parte, 2005 e 2009, i soli due Slam vinti in carriera. Insomma ha vinto 14 partite di fila qui, davvero è il suo torneo. Altrove aveva perso cinque finali di Majors. (...)

Kim porta a casa un altro milione di dollari, ma soprattutto _ sotto gli occhi della piccola Jada continuamente inquadrata dalla tv americana e sul grande schermo _ una grandissima soddisfazione per un 7-5,6-3 conquistato in appena un’ora e 32 minuti.

“Grazie di avermi dato una wild card, all’inizio di questo torneo ero soltanto contenta di poter ritornare a giocare…e ora ho vinto il torneo, con il sostegno del pubblico _ ha detto Kim alla signora che oggi presiede l’Usta che per sbaglio stava quasi per premiare la Wozniacki (sono gaffes ricorrenti qui all’US open) _ ma ora sono contante anche di tornare all’abituale routine familiare”.

Il suo successo da wild card, il primo nella storia del tennis femminile in uno Slam, richiama da vicino quello di Goran Ivanisevic a Wimbledon nel 2001, anche se allora la sorpresa fu forse maggiore (sebbene il croato avesse giocato e perduto tre finali di Wimbledon, una con Agassi e due con Sampras). Kim non aveva nemmeno una classifica, mentre Ivanisevic era n.125, ma dopo questo successo dovrebbe diventare almeno n.19 (e la Wozniacki n.6).


2010

La legge di Kim: quarta finale a NY! (Enzo Cherici)
Doveva essere la semifinale nobile del torneo. 81 titoli Wta in due (43 Venus, 38 Kim), tra cui 9 titoli dello Slam (7 Venus, 2 Kim). E già che ci siamo, ricordiamo anche il career prize money totale: 45.109.750 dollari (27.290.546 Venus, 17.819.204 Kim).  Si erano già incontrate 12 volte, con i precedenti in perfetta parità: 6-6.
Insomma, ce n'era più che abbastanza per attendersi una grande gara. E le due donzelle non hanno deluso le aspettative. Se non proprio dal punto di vista tecnico (in totale 53 vincenti e 93 errori non forzati), sicuramente dal punto di vista dalle emozioni.
 

Clijsters trionfa, Vera dov'era? (Comuniello)
Questo Us Open femminile va in archivio con la finale più corta dai tempi di Evert-Goolagong del 1976. In quel caso fu 6-3, 6-0 il punteggio finale. Più di recente ricordiamo invece la sconfitta della Safina agli Australian Open contro la grande assente di questo torneo, Serena Williams, also known as “piede rotto o naso rifatto?”. E naturalmente, la finale di Wimbledon di quest'anno. Anche lì, Zvonareva nel ruolo di agente guastatore della finale. Peccato, perchè sarebbe una gran bella giocatrice, se negli Slam non ci fosse la stupida regola di giocare la finale.

Giacomo Fazio

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