21/01/2014 17:22 CEST - AUSTRALIAN OPEN - LAVAGNA TATTICA

(S)punti tecnici del giorno: Australian Open, day 9

AUSTRALIAN OPEN - Nono appuntamento con gli spunti tecnici del giorno. Oggi parliamo della superiorità di Li Na, del paradosso di Berdych e di un rovescio da Guerre Stellari. lucabaldi

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Stanislas Wawrinka
Stanislas Wawrinka

La superiorità di Na Li

Dispiace per Flavia Pennetta, ma l'oretta e dieci di tennis esibito da Na Li è stata di tale livello da non poter avere nemmeno il più piccolo rimpianto.
Se a una giocatrice pulita e potente nelle esecuzioni come la cinese comincia a entrare tutto, c'è poco da fare. A parte applaudirla.
Il problema di Flavia è che è altrettanto pulita e lineare nei colpi e nelle geometrie, ma viaggia con una cilindrata inferiore. Il che può non essere un problema se si è anche sufficientemente incisivi, un dritto profondo e vicino alla riga è un vincente sia che vada a 110 che 130 all'ora, non si prende lo stesso. Ma se si tirano colpi poco liftati, poco complessi, ordinati e quasi scolastici come traiettorie senza riuscire ad aprirsi il campo, una come Na Li ci va a nozze, la palla se la mangia letteralmente e il doppio 6-2 è servito.
La campionessa asiatica, se dovesse farsi sorprendere in semifinale dalla diciannovenne di belle speranze Bouchard, 31 della classifica, sarebbe imperdonabile. Personalmente, ritengo che il bel tennis di Na Li meriterebbe un'altro risultato di prestigio dopo Parigi 2011. Impeccabile.

La (troppa) facilità di Tomas

I colpi di Tomas Berdych sono probabilmente il più clamoroso esempio di facilità nell'accelerare la palla del circuito, dritto semiwestern e rovescio bimane tecnicamente perfetti, così come uno dei migliori servizi in circolazione.
Forse, però, sono troppo perfetti.
La quasi totale assenza, nel repertorio del bombardiere ceco, di qualsivoglia variazione degna di nota, a parte qualche ovvio back di rovescio in allungo difensivo o su palle particolarmente basse, può far diventare il suo gioco monocorde, quando non prevedibile. A certi livelli, non è un difetto da poco. Un problema in parte condiviso con Juan Martin Del Potro e con il “desaparecido” Robin Soderling: non è un caso che tre fenomenali colpitori simili abbiano vinto così poco relativamente alla qualità del loro tennis (uno Slam Delpo, una finale Tomas, due finali Robin).
Finchè le tue sequenze di mazzate ti finiscono sulle righe, ok, ma appena scendi un minimo, rischi di ottenere l'effetto di dare ritmo e mettere in palla gli avversari. E quando gli avversari sono campioni assoluti, se li metti in palla sei nei guai. Grandi prestazioni ogni tanto, ma sulla strada dei titoli pesanti uno dei grandi che ti frega lo trovi sempre.
David Ferrer, troppo leggero stanotte, è comunque riuscito a strappare un set: in semifinale contro “Mr backhand” Stan-the-Man, o a Tomas entrerà davvero tutto, o saranno guai. Robot.

Il rovescio di Stan

La semifinale conquistata da Stanislas Wawrinka, eliminando il pluricampione del torneo e superfavorito Novak Djokovic, è stata più che meritata, meritatissima.
La chiave tecnica, in un match giocato prevedibilmente in asfissiante pressione da fondocampo, è stata altrettanto prevedibilmente la qualità assoluta del rovescio di Wawrinka. A questo punto, direi il migliore tra quelli a una mano del tour per distacco.
La pressione sulla diagonale del dritto ha visto una sostanziale parità tra Stan e Novak, ma è stata clamorosa nonché sorprendente la tenuta dello svizzero sulla diagonale sinistra contro il miglior rovescio bimane attuale: risultato, lotta punto a punto, e stavolta per un pelo è andata bene (9-7 al quinto) a Wawrinka. Sacrosanto.
Dettaglio tecnico: Djokovic ha la migliore uscita in lungolinea dallo scambio diagonale di rovescio, ma Stan ci riesce altrettanto bene con il colpo a una mano, con in più un particolare poco evidente ma importantissimo. Wawrinka, infatti, riesce in un tipo di esecuzione unica e a dir poco difficilissima, ovvero anticipare il primo passo di rientro verso destra mentre sta ancora eseguendo il movimento a colpire. È incredibile se osservato attentamente: butta dentro il peso sulla gamba destra, ma riesce a toglierla, spostando l'equilibrio lateralmente e impostando il primo cross-step di rientro verso destra mentre il braccio-racchetta sta ancora salendo incontro alla palla, senza perderne il controllo. È uno step anticipato, diciamo a “sfuggire dal colpo”, che si fa spesso eseguendo il back: farlo tirando coperto a una mano per di più lungolinea, è fuori dal mondo. Il premio è un rientro verso il campo che parte tipo un terzo di secondo prima, il che si traduce in un buon mezzo metro di copertura laterale in più, senza rinunciare a trasformare il rovescio in una pallata offensiva e precisissima. Avendo il rovescio a una mano, non farsi sfondare sulla diagonale sinistra da Djokovic, uno che su quella traiettoria regge il dritto di Nadal, è roba da fuoriclasse vero. Equilibrio da trapezista, solidità di polso da boscaiolo, sensibilità di braccio da campione di biliardo. Strepitoso.

One-handed backhand appreciation corner
È il crepuscolo dei Jedi. La notte sta calando sulla civiltà stessa. Ma sebbene questa sia la fine dell'era degli Eroi, il meglio è stato tenuto in serbo per ultimo” (novelization di Star Wars Episode III: Revenge Of The Sith)

Stan-The-Man: un nome che verrà sussurrato con rispetto e devozione dai giovani padawan, intorno ai falò nel buio delle notti senza stelle. Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, si tirava il rovescio a una mano, che sta alla barbarie bimane come una spada laser sta a un goffo ed erratico folgoratore: un'arma elegante, per tempi più civilizzati.

La One-Handed Band irrompe in semifinale, trionfando nel primo confronto con le nemesi bimani. L'Epica al suo massimo, la leggenda che si compie e viene scritta sotto i nostri occhi. E come detto, il meglio è stato tenuto in serbo per ultimo: la Forza scorre potente in Roger e Grigor, che dovranno confrontarsi a loro volta con la tentazione del Lato Oscuro. Esseri illuminati noi siamo, non questa materia grezza: per avere ancora fiducia nel domani, che come sempre sarà un altro giorno.

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lucabaldi

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