Buon compleanno a Benoît Paire che, oggi, potrà spegnere 27 candeline nella Città Eterna. Ma non subito. Prima il bel Benoît dovrà affrontare sul Centrale del Foro Italico l’altrettanto imprevedibile Bernard Tomic. Insomma, un primo turno col botto per entrambi, rispettivamente n. 20 e 22 del mondo, in un derby del genio e sregolatezza.
Già, perché il potenziale di Benoît Paire è davvero enorme. Dall’alto dei suoi 196 centimetri, riesce a coniugare potenza e savoir-faire, dotato di una mano sopraffina, capace di cimentarsi in qualsiasi soluzione in campo; tuttavia, Benoît non riesce ancora a brillare come meriterebbe, essendo ancora un diamante allo stato grezzo, ancora troppo incostante e spesso sopraffatto dalla fragilità della tenuta mentale. In campo fa e disfa la sua tela quando meno te l’aspetti: capace di eseguire il punto più bello del 2015 – contro Simon a Bercy – come la “magica” volé tagliata che torna indietro, definita dallo stesso Federer “misto di genio e follia”, Paire è altresì spesso vittima di improvvisi black out, come accaduto contro Andy Muray poche settimane fa a Montecarlo, dopo aver sfiorato la vittoria.
Per lui finora un solo titolo in bacheca, a Bastad nel 2015. Si issa, inoltre, altre tre volte in finale (Belgrado 2012, Montpellier 2013 e Tokyo 2015) e negli ottavi nell’edizione 2015 degli US open; nel gennaio di quest’anno raggiunge il suo best ranking salendo al n. 18 Atp.
Insomma, più tardi, in quel di Roma, con il terzo match in programma sul Centrale lo spettacolo è assicurato. Tomic permettendo però, poiché l’australiano, dopo aver brillato nei primi mesi dell’anno, sembra già aver esaurito le energie e la grinta necessaria. E Paire? A prevalere in campo, oggi, sarà il genio o la sregolatezza? Auguri Benoît!
