Wimbledon: Halep punta il n.1. Venus non finisce mai, Konta sogna

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Wimbledon: Halep punta il n.1. Venus non finisce mai, Konta sogna

Mamma Azarenka fermata da Simona. 13esimo quarto a Church Road per Williams. Konta prima britannica ai quarti dal 1984 (Jo Durie). Vandeweghe supera Wozniacki

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[2] S. Halep b. V. Azarenka 7-6(3) 6-2 (Paolo Di Lorito)

Simona Halep raggiunge per la terza volta in carriera i quarti di finale di Wimbledon, battendo Azarenka che per un set ha mostrato il miglior tennis dal suo rientro. La bielorussa guidava gli scontri diretti 2-1 ma il più recente, US Open 2015, lo aveva vinto Simona in 3 set e oggi non è stato neanche necessario arrivare a tanto.

L’ex-numero 1 del mondo e l’aspirante tale si sfidano sul campo numero 2 e non vogliono essere da meno rispetto a chi le ha precedute (Muguruza-Kerber), dunque sin da subito battagliano con scambi tirati e rumorosi. Dopo un reciproco scambio di break iniziale, Azarenka grazie alla sua potenza e alla sua estrema profondità sembra in grado piazzare l’allungo decisivo, ma andando a servire sopra 4-2 incappa in due gratuiti che ristabiliscono la parità. Le abilità difensive della romena oggi non sembrano voler palesarsi, ed è così che per evitare di soccombere ai dritti della bielorussa, decide di prendere le redini dello scambio, e una volta giunti al tie-break, con due risposte efficaci passa avanti 4-1. Senza soffrire ulteriormente chiuderà 7 punti a 3, in 54 minuti. Il secondo set si apre come peggio non si poteva per Victoria che subisce un break e continua a spingere per tenere l’avversaria lontano, ma i suoi colpi smettono di cadere in campo, e ci pensa poi lei a colpirlo scagliando la racchetta a terra. Immediato il warning per aver maltrattato l’erba di Wimbledon, così come immediato è stato il secondo break. Simona, che negli ultimi mesi ci ha abituato ad avere difficoltà nel chiudere incontri che aveva già in cassaforte, si è ripetuta anche questa volta e nonostante il cospicuo vantaggio ha sofferto il gioco della sua avversaria che ormai, non avendo nulla da perdere, tirava a tutto braccio. La n. 683 del mondo tuttavia è apparsa troppo frustrata, mostrando problemi nello spostamento laterale ha subito il terzo break, e dopo un’ora e 30 minuti è costretta a lasciare Church Road con un netto 6-2. Al prossimo turno Halep affronterà la beniamina di casa Konta (n. 7) e nel caso dovesse raggiungere le semifinali diventerebbe la numero 1 del mondo. I precedenti sono 2-2 con l’ultima sfida giocata in Fed Cup che si è lasciata dietro tanti strascichi.

[10] V. Williams b. [27] A. Konjuh 6-3 6-2 (Tommaso Voto)

Passano gli anni, cambiano le avversarie, ma Wimbledon continua ad essere il giardino dorato di Venus Williams, che strapazza in poco più di un’ora di gioco la croata Konjuh, di 17 anni più giovane. Novantanovesima partita di Venere All England Club, con un record di 85 vittorie e 14 sconfitte, un dato che dimostra in modo eloquente la sua longeva e straordinaria carriera. A 37 anni e 29 giorni, Venus diventa così la tennista più anziana a raggiungere i quarti di finale dai tempi di Martina Navratilova, che nel 1994 aveva 37 anni e 258 giorni. Un match perfetto, ordinato e privo di pause quello messo in scena dalla Venere Nera, che ha controllato dal primo all’ultimo quindici, senza mai perdere la misura dei colpi e la fiducia. Konjuh si è dimostrata troppo tenera per la cinque volte campionessa di Wimbledon, che ora attende la lettone Ostapenko, che dopo il titolo al Roland Garros continua a stupire.

Lo scontro è subito divertente, si scambia poco anche perché entrambe spingono al massimo il servizio e i fondamentali da fondo. Venere verticalizza meglio, mentre Ana muove meglio la palla alternando lungolinea e angoli stretti. L’ex n.1 del mondo è sempre molto aggressiva in risposta, entra nel campo, ma spesso è sorpresa dalla traiettoria al corpo della croata. La fase di studio è breve, Konjuh è già costretta agli straordinari, infatti neutralizza la prima palla break dell’incontro e impatta sul 2-2. L’equilibrio si spezza, la californiana si prende il break nell’ottavo gioco e chiude il primo parziale con il punteggio di 6-3. Venus è praticamente un cecchino al servizio (94% di punti vinti con la prima in campo), questo agevola il suo gioco e soprattutto risparmia energia preziose, che alla sua età e, considerando la Sindrome Sjogren di cui è affetta, sono fondamentali. La 19enne croata prova a fare qualcosa di diverso, ma per fare punto è costretta a fare miracoli (salva una palla break sull’1-1 30-40 con una straordinaria volée). L’erba è la superficie preferita di Konjuh, infatti l’unico titolo in bacheca, a livello WTA, è quello di Nottingham del 2015. I guai di Ana continuano, perché con delle risposte violente di diritto Venus conquista un altro break e fa corsa di testa anche nel secondo parziale. Finalmente c’è una reazione nervosa della tennista europea, che si procura la prima palla break dell’incontro, però Venus è implacabile. Ana torna ad eseguire un drop shot, che vede l’americana arrivarci in modo goffo, tuttavia con uno schiaffo al volo di rovescio è nuovamente parità. Venere è disattenta, meno efficace e lo scambio si fa più incerto, ma è comunque 3-1 a stelle e strisce. La tensione e la delusione paralizzano i movimenti della Konjuh, che crolla sotto 4-1 e alza letteralmente bandiera bianca. C’è il tempo per la croata di salvare tre match point consecutivi, ma è ormai troppo tardi, anche perché la statunitense si prende i quarti di finale con un altro turno di servizio infallibile.

[24] C. Vandeweghe b. [5] C. Wozniacki 7-6(4) 6-4 (Antonio Ortu)

Sul campo 2, dopo l’uscita di Radwanska, grazie a una prova più che convincente Coco Vandeweghe elimina la numero 5 del seeding, Caroline Wozniacki in due set e si aggiunge alla lunga lista di palpabili campionesse dei Champioships 2017. Arrivando ai quarti, Vandeweghe eguaglia il suo miglior risultato a Wimbledon: nel 2015 perse da Sharapova. Inoltre la statunitense, testa di serie n. 24, raggiunge l’altra giocatrice USA ai quarti, Venus Williams. Per Caro invece si tratta della sesta uscita al quarto turno a Wimbledon su sei. Oggi il suo gioco ha funzionato solo a tratti contro un’ottima Vandeweghe. Coco si presentava al Manic Monday senza aver perso un set, statistica che non le ha portato bene l’anno scorso, quando, dopo un cammino identico, perse contro la russa Pavlyuchenkova. Il suo gioco offensivo, assieme a un bel rovescio in back e un gioco di rete solido, si adatta bene all’erba e anche il servizio le dà una grossa mano. È infatti approdata ai sedicesimi con l’88% di punti vinti sulla prima.

Vandeweghe parte fortissimo, andando avanti 3-1 dopo il break nel primo gioco. Merito della spinta col suo efficace rovescio, su cui Caroline insiste un po’ troppo in apertura. Non appena però riesce a muovere il gioco, anche sul dritto della statunitense, l’ex numero 1 del mondo torna in partita. Ora Wozniacki sembra aver preso le misure col gioco verticale e aggressivo di Coco, che tuttavia continua ad attaccare bene, procurandosi sul 5-5 una palla break per andare al servizio per il set. Ma stavolta il rovescio la tradisce: il primo set si decide al tie-break. Il servizio di Vandeweghe, accompagnato da preziose e rare (nel circuito WTA) soluzioni a rete, sono la chiave del tie-break. Non è un caso se la giocatrice di New York ha avuto la meglio in sette tie-break su otto nel suo 2017. Con il punteggio di 7-4 in quello odierno, si porta a casa anche l’ottavo. Un set a zero per Vandeweghe in poco meno di un’ora. Alla battuta Coco soffre pochissimo anche nei primi turni del secondo set. Wozniacki riesce a imporre il suo gioco solo in poche occasioni e le prime (e talvolta anche le seconde) potenti della sua avversaria, le lasciano poco scampo. La danese esce tuttavia con grande classe da una situazione scomoda sul 3-4: annulla di forza tre break point, simili a match point. La statunitense non si scompone e si procura altre chance di break nel decimo gioco. Dopo 1 ora e 37 Coco chiude l’incontro al primo match point, raggiungendo i quarti. L’allieva di Pat Cash, campione a SW19 nel 1987, cercherà di raggiungere la seconda semi in uno Slam dopo quella giocata in Australia quest’anno. A sfidarla ci sarà Rybarikova. Le avversarie sono avvisate, per il titolo a Church Road bisognerà fare i conti anche con Coco Vandeweghe.

[6] J. Konta b. [21] C. Garcia 7-6(3) 4-6 6-4 (Jacopo Bartalucci)

Voleva e doveva vincere e alla fine ci è riuscita. Ma è stata tutto fuorché una passeggiata di salute per Johanna Konta. Anzi, è stata una durissima battaglia di quasi tre ore di gioco: contro un’avversaria molto forte e che di partite, con questo tipo di atteggiamento, in futuro ne vincerà moltissime. La ventiseienne nata a Sydney ma britannica dal 2012 pensava di meritare la spinta del Centrale; le hanno preferito Venus Williams e lei non ha fatto una piega andando a deliziare gli spettatori di un campo numero 1 esaurito in ogni ordine di posto. Se lo spettacolo è stato di primissima qualità però, va sottolineato, grande merito va anche ad un’avversaria, Caroline Garcia, che ha saputo adattarsi all’erba e lo ha fatto brillantemente, con un gioco da fondo sempre propositivo alternato con intelligenza ad uno di volo bello ed efficace. Dopo i quarti di finale raggiunti nel Major di casa insomma, la ventitrenne di Lione sembra essersi definitivamente messa alle spalle le polemiche di Fed Cup, si è regalata l’ennesima convincente prestazione ed è andata a sfiorare un grande risultato anche sui campi intrisi di storia dell’All England Club. Oggi però, era la giornata di Johanna Konta. Era la giornata di una ragazza molto british nei comportamenti in campo e fuori dal campo e che gli inglesi, da qualche tempo a questa parte, sembrano aver imparato ad amare ogni giorno di più. Ha avuto un calo al servizio nel secondo parziale, è vero; per il resto ha condotto meravigliosamente nonostante Garcia non mollasse la presa di un solo centimetro per oltre due ore: è la prova di una raggiunta maturità mentale, soprattutto. Il prossimo scoglio adesso, si chiama Simona Halep: forse futura numero uno al mondo ma che domani – stavolta sì sul Centrale di Wimbledon – avrà di fronte una vera e propria montagna da scalare di nome Johanna Konta. Mica bruscolini.

Risultati:

[7] S. Kuznetsova b. [9] A. Radwanska 6-2 6-2
[13] J. Ostapenko b. [4] E. Svitolina 6-3 7-6(6)
M. Rybarikova b. [Q] P. Martic 6-4 2-6 6-3
[14] G. Muguruza b. [1] A. Kerber 4-6 6-4 6-4
[10] V. Williams b. [27] A. Konjuh 6-3 6-2
[24] C. Vandeweghe b. [5] C. Wozniacki 7-6(4) 6-4
[6] J. Konta b. [21] C. Garcia 7-6(3) 4-6 6-4
[2] S. Halep b. V. Azarenka 7-6(3) 6-2

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