Classifica ATP per superfici: Medvedev il migliore per punti sul cemento, Tsitsipas sulla terra

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Classifica ATP per superfici: Medvedev il migliore per punti sul cemento, Tsitsipas sulla terra

Djokovic primo sull’erba e outdoor. Berrettini secondo sui prati e sesto sulla terra, Sinner quinto sul cemento e quarto indoor

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Abbraccio tra Djokovic e Medvedev - US Open 2021 (via Twitter, @usopen)
 

Non ci sono più le superfici di una volta (il carpet di sicuro), un tempo qui era tutta erba e adesso hanno cementificato (steso il GreenSet) a perdita d’occhio, il mattone (tritato) è sempre un buon investimento, il feltro di adesso è da buttare dopo due giochi (a Indian Wells). Dopo il “chi ha fatto meglio dove” della WTA, tocca ai maschietti essere scrutati al microscopio per vedere le loro reazioni ai filtri posti sotto i loro piedi e anche sopra la testa.

Nonostante l’appiattimento delle superfici – che in nessun modo può essere usato a sostegno di una balzana credenza riguardante la Terra con la T maiuscola –, solo due nomi compaiono in Top 10 sia sul duro, sia sulla terra battuta, sia sull’erba. Perché, se il numero 2 del mondo non solo non figura tra i primi dieci sull’argilla ma ha raccolto poco più della metà di chi è al decimo posto, un motivo ci deve essere. Anche più di uno, come per esempio la scelta di farsi vedere ad appena tre tornei sul rosso quando il calendario offre la possibilità di giocarne addirittura quindici; una scelta che tuttavia rafforza il persistere di una certa varietà, quantunque ben lontana da quella del passato. Pertanto, avendo così giustificato l’esistenza di questo articolo, riveliamo subito che i due nomi sempre presenti all’appello sono quelli di Djokovic e Rublev, aggiungiamo che Nole è l’unico ad aver vinto almeno un titolo ATP su ogni superficie, e non ci rimane che entrare nel dettaglio dei rendimenti su hard/clay/grass e outdoor/indoor. Cominciamo dai primi.

DUROTERRAERBA
Medvedev 7180Tsitsipas 3110Djokovic 2000
Zverev 4995Djokovic 3030Berrettini 1700
Djokovic 4940Nadal 2580Shapovalov 945
Rublev 2970Zverev 2035Hurkacz 720
Sinner 2710Ruud 1945Auger-Aliassime 690
Tsitsipas 2585Berrettini 1310Humbert 575
Hurkacz 2520Carreño Busta 1255De Minaur 485
Norrie 2055Delbonis 1055Rublev 480
Karatsev 1815Rublev 970Medvedev 430
Ruud 1685Garin 880Cilic 430

Colui che un giorno criticava l’esasperante lentezza delle condizioni e la settimana successiva ne lamentava l’eccessiva rapidità, al secolo Daniil Medvedev, stravince la classifica relativa ai punti conquistati sul duro. 51 vittorie (record), 8 sconfitte e tre dei quattro trofei sulla superficie dove il campione dello US Open si trova a proprio agio nella ricerca della palla e negli spostamenti, e dove risultano parecchio efficaci le sue traiettorie relativamente piatte. In seconda posizione ma ben staccato troviamo Alexander Zverev. Dopo due stagioni avare di titoli importanti (tre “250” il bottino complessivo) per quanto a un paio di punti dal vincere uno Slam, Sascha è tornato ad allineare trofei nobili in bacheca. Cincinnati e le ATP Finals si fanno notare fra i cinque ottenuti sul duro dal campione olimpico. Proprio a Tokyo la sua la stagione ha spiccato il volo, con un bilancio parziale di 32-4 che l’ha riportato a quella terza e finora migliore posizione del ranking per la prima volta raggiunta a fine 2017. Il servizio, cartina di tornasole della fiducia del tedesco, ha fatto la differenza in positivo: se nelle due precedenti stagioni gli ace di Zverev erano meno del doppio dei falli, quest’anno sono stati quasi il triplo (749-271 complessivi), rapporto che migliora limitando il conteggio a cemento e sintetico: 547-143. È soprattutto il dato relativo alle seconde fuori bersaglio a essere rilevante, considerando che sul duro ha giocato 50 incontri su 74. La svolta è arrivata appunto con il torneo dei Giochi Olimpici: di quei 143 gratuiti in battuta, infatti, 74 li ha commessi a partire da Tokyo, vale a dire una media di 1,6 a set, contro i 3,2 della prima parte dell’anno.

Reazione del feltro della palline alla sola vista della superficie di Indian Wells (foto di Craig O’Shannessy via Twiiter @BrainGameTennis)

Sul gradino più basso del podio troviamo Novak Djokovic con quel bilancio di 30 vittorie e 4 sconfitte che significano la miglior percentuale (88,2%) davanti a Medvedev (86,4) e Zverev (82). Andare a giocare solo dove e quando lo ha ritenuto opportuno certo ha giovato, ma poi gli incontri bisognava comunque vincerli. Oltre al quinto posto di Sinner, meritano di essere sottolineati il sesto di Tsitsipas (tra l’altro semifinalista a Melbourne, Toronto e Cincinnati), per non dimenticare che il greco esiste anche al di fuori della terra battuta, e specialmente di Ruud, quinto subito dietro a Jannik per percentuale di vittorie, alla quale hanno in effetti favorevolmente concorso quattro rubber di Coppa Davis contro avversari più che abbordabili; in ogni caso, punti alla mano, qualificarsi per le ATP Finals cogliendo anche una semifinale è stato un risultato davvero inatteso per chi, N.12 del ranking a inizio agosto, pareva aver sparato tutte le cartucce a disposizione.

Stefanos Tsitsipas – Montecarlo 2021 (via Twitter, @ROLEXMCMASTERS)

Passiamo ora alla terra battuta, con Stefanos Tsitsipas che svetta per punti conquistati. Al Roland Garros ha raggiunto la sua prima finale Slam in carriera dopo aver iniziato la stagione rossa assicurandosi il primo titolo Masters 1000 a Monte Carlo. Il greco può fare affidamento sul quarto rovescio “più rotante” del circuito e su un dritto che è appena fuori dalla Top 10 per rpm, un dato medio che nel suo caso non valorizza appieno la capacità di variare imprimendo grandi rotazioni o attraversando la palla alla Del Potro. Segue a ruota Djokovic, campione a Parigi dopo aver sconfitto quello che a casa ha tredici Coppe dei Moschettieri – un evento che non capita tutti i giorni, anzi, diciamo in media una volta a decennio. Novak ha anche raggiunto la finale a Roma, l’unico torneo individuale ATP disputato nei primi dieci mesi dell’anno, esclusi naturalmente quelli a cui non poteva sottrarsi perché organizzati nei suoi due circoli.

Rafa Nadal, al terzo (!) posto, si deve accontentare di avere la migliore percentuale di vittorie con l’86,4%, seguito da Nole, Casper, Stefanos e Carreño Busta, tutti sopra l’80%. Zverev, quarto, comincia timidamente a farsi vedere in fondo agli Slam: questa volta è toccato alla terra parigina annoverare tra gli ultimi quattro il vincitore del Masters 1000 di Madrid. Ci spingiamo fino al quinto posto perché non si può parlare di argilla senza nominare Casper Ruud, colui che ha già provato – e con buoni risultati – a togliersi di dosso l’etichetta di specialista ancor prima di diventare uno specialista di altissimo livello. La macchia del flop al terzo turno del Roland Garros contro Davidovich Fokina, in una di quelle partite che se la rigioca altre dieci volte altrettante le vince (facciamo nove, va’), è stata lavata via accaparrandosi tutti i 750 punti disponibili sulla terra estiva. Il valore degli avversari in quei tre ATP 250 vinti dal norvegese non era eccelso, ma nemmeno è colpa sua se i colleghi di pari rango hanno preferito fare altro; d’altra parte, in quelli che per i top player sono tornei fantasma, chi meglio di uno che si chiama Casper…? Infine, l’Italia non sarà più solo pizza, spaghetti e terra battuta (certo più comune del mandolino), ma non per questo dimentica le proprie radici: lo conferma la presenza di Berrettini in sesta posizione.

Matteo Berrettini – Wimbledon 2021 (credit AELTC/Edward Whitaker)

Dopo forse troppi dati, rilassiamoci con l’erba, quest’anno anche più scarsa del solito per una stagione che ha dovuto fare i conti con lo spostamento in avanti del Roland Garros. Novak Djokovic ha partecipato a un solo torneo e lo ha vinto; trattandosi di Wimbledon, non solo è stata una scelta ottimale, ma il primo posto in classifica è assicurato. Nole vanterebbe anche il miglior saldo vittorie-sconfitte, se non fosse che non raggiunge il numero minimo di dieci incontri perché sia preso in considerazione. In virtù di questa regola testé inventata, il miglior bilancio sull’erba è appannaggio del secondo arrivato per numero di punti. Insomma, Matteo Berrettini 2021 come Federer 2019. Perché ultimamente su Ubitennis si leggevano solo rocamboleschi paragoni con protagonista Sinner e sembrava giunto il momento di tornare a parlare della mano destra di John McEnroe. D’altronde, un italiano che vince il Queen’s e va in finale a Wimbledon un primo posto da qualche parte se lo merita.

Dietro di lui per percentuale di vittorie ci sarebbe Kevin Anderson, ruudemente andato a vincersi il, ehm, Challenger 250 di Newport, seguito da Marin Cilic. Per quanto anche il croato abbia alzato un trofeo erboso durante la stagione su terra (Stoccarda), almeno ha giocato più di dieci incontri. Tornando alla classifica per punti, dopo il secondo posto di Matteo c’è del Canada con Denis Shapovalov terzo e Felix Auger-Aliassime quinto. I due amici che non si fanno certo notare per la costanza dei risultati nell’arco della stagione hanno trovato sui prati un ottimo rendimento. In Church Road è stata addirittura semifinale per Denis, sconfitto da Djokovic. Finale a Stoccarda, semi ad Halle battendo Federer e quarti a Wimbledon per un FAA che arrivava da una disastrosa primavera rossa con 4 incontri vinti su 6 tornei disputati. A separare i due, il quarto posto occupato da Hubert Hurkacz, come Shapo semifinalista nello Slam e ancor più di Felix proveniente da uno swing terricolo fallimentare, però con le scuse di non avere Toni Nadal nell’angolo e di un dritto tra i meno arrotati del circuito, anche se non è che debba colpirlo sempre così per contratto. Bravo Hubi sui Sacri Prati a ribaltare l’inerzia contro Medvedev dopo la pioggia e, almeno lui, a battere quel signore arrivato lì dopo che uno dei giardinieri gli aveva raccolto e reso una cosa che gli era caduta. “Oh, grazie, un pezzo di menisco. Magari poi me lo faccio suturare”.

OUTDOORINDOOR
Djokovic 8370Zverev 2160
Medvedev 6220Medvedev 1850
Tsitsipas 5425Djokovic 1600
Zverev 5095Sinner 935
Berrettini 4000Rublev 755
Rublev 3665Ruud 670
Ruud 3015Hurkacz 655
Nadal 2985Cilic 535
Norrie 2775Paul 450
Hurkacz 2660Kwon 445

Veniamo ora alla distinzione outdoor-indoor, che può essere vista come la differenza di abilità nel gestire sole, freddo, vento, pioggia, ombre, insetti, iguane e chissà che altro invece di un semplice bipede implume racchettomunito oltre la rete. Con poca sorpresa, dal momento che gli Slam si giocano (solitamente…) all’aperto e il numero uno del mondo ne ha vinti tre arrivando in finale nel quarto, il primato appartiene a Djokovic che stacca di oltre duemila punti Medvedev, primo degli inseguitori come lo è nel Ranking ATP. Rispetto alla Race, questa classifica si fa notare principalmente per l’assenza tra i primi dieci di Sinner, in ritardo di quasi 600 punti sul N.10 Hurkacz. Menzione speciale per Fabian Marozsan (ne abbiamo parlato qui) che, fenomeno dell’adattabilità e sovrano incontrastato del tutto calcolato, nell’Adalia di dicembre ha vinto un punto alla Joe DiMaggio: colpendo un fuoricampo.

Jannik Sinner (ITA) – Vienna 2021 (© e-motion/Bildagentur Zolles KG/Christian Hofer)

Zverev guida invece la classifica dei migliori dieci sotto il tetto, con i punti indoor che valgono il 36% del suo bottino totale del 2021; quasi superfluo sottolineare che le sue insicurezze al servizio hanno più possibilità di riaffiorare in condizioni outdoor. Quarto in classifica, ma secondo tra i Top 10 dell’anno per peso dei punti al coperto (31%), Jannik Sinner ha dato, anzi, confermato l’impressione di chi davvero si sente a casa giocando tra quattro mura. Tra quattro mura, però imbottite, sarebbe probabilmente finito chi a inizio stagione avesse vaticinato Ruud in sesta posizione.

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