Classifica WTA per superfici: chi ha fatto meglio e dove?

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Classifica WTA per superfici: chi ha fatto meglio e dove?

Barty domina sull’erba e all’aperto, ma sul cemento è Muguruza a farla da padrona. Krejcikova reginetta della terra rossa, Kontaveit meglio di tutte indoor

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Ashleigh Barty - Wimbledon 2021 (via Twitter, @Wimbledon)
 

Una delle principali caratteristiche del tennis è la diversità delle superfici su cui si gioca, aspetto che modifica radicalmente il modo in cui approcciarsi a questo sport. Uno scambio che avviene su terra rossa più avere dinamiche completamente differenti rispetto a uno su erba o ancor di più su cemento, per non parlare poi delle diverse condizioni che si creano tra i tornei all’aperto e quelli al chiuso. È difficile trovare altri sport che abbiano un ventaglio di condizioni di gioco così ampio tanto da poter portare alcuni tennisti a specializzarsi più su una superficie che su un’altra, e diventa quindi interessante andare ad analizzare chi, in un determinato periodo di tempo, si è comportato meglio e dove.

In questo articolo stileremo le classifiche delle migliori tenniste del 2021 divise per superficie (cemento, terra, erba) e per impianto (outdoor, indoor) cercando di trarne conclusioni qualitative. Vediamo dunque le diverse Top 10 basate sui punti WTA.

Partiamo dalle superfici in particolare dal cemento, superficie veloce che occupa la parte iniziale (da gennaio a marzo) e finale (da agosto a novembre) della stagione. Al primo posto troviamo una rinvigorita Garbiñe Muguruza, che con 4351 punti sovrasta tutte le sue colleghe ed è l’unica ad aver vinto trofei su questa superficie nei due periodi distinti della stagione, su cui spiccano il WTA 1000 di Dubai a marzo e le WTA Finals di Gadalajara a novembre. Indubbiamente questa è la miglior stagione della sua carriera sul cemento a dimostrazione non solo di come lei sia ancora perfettamente in grado di battere le migliori al mondo, ma anche di come il suo gioco si stia sempre di più adattando ovunque. Era da Wimbledon 2017 che la spagnola non piazzava un risultato da prima pagina, ma con la vittoria del titolo di Maestra in un paese per lei ricco di successi come il Messico, Garbiñe è tornata a far parlare di sé; dunque lo Slam che aprirà la stagione 2022 sarà sicuramente un suo obiettivo.

Al secondo posto per numero punti ottenuti sul cemento troviamo la scoppiettante Anett Kontaveit (3591 punti), che ha terminato il 2021 col maggior numero di finali: sette, di cui sei sul cemento. La venticinquenne estone ha fatto il salto di qualità tanto atteso e ora si può solo ben sperare per lei. Le due ‘infiltrate’ in questa classifica sono forse Naomi Osaka ed Emma Raducanu che rispettivamente con 2635 e 2237 punti fanno leva sul bottino pieno di 2000 punti ottenuto negli Slam (Australian Open per la giapponese e US Open per la britannica).

Il grosso impatto dato dagli Slam si palesa anche per le classifiche riguardanti la terra e l’erba. Il mattone tritato vede il suo maggior utilizzo da aprile fino all’inizio di giugno, per poi riaffacciarsi nel tour per un breve frangente a luglio; mentre il tennis su erba è condensato tutto nell’intenso mese di giugno. La reginetta della terra è la ceca Barbora Krejčíková (2425) una delle grandi sorprese di quest’anno che ha trionfato al Roland Garros (anche in doppio), con al secondo posto la russa Anastasija Pavljučenkova (1691), sconfitta proprio in finale a Parigi.

Per l’erba invece il discorso si risolve spesso con un solo torneo, e a vincerlo è stata la numero 1 del mondo Ashleigh Barty (2000). L’australiana quest’anno è stata molto oculata negli spostamenti e le sue scelte sono state quasi sempre corrette: dopo la delusione per l’infortunio al Roland Garros, l’australiana non è più scesa in campo fino a Wimbledon centrando il secondo Slam della sua carriera. Ash ha terminato l’anno col maggior numero di trofei, punti e montepremi nonostante abbia chiuso la sua stagione con tre mesi d’anticipo… difficile fare meglio di così. Eppure c’è un altro dato che sottolinea l’attuale superiorità di Barty: è l’unica tennista presente tra le prime quattro nelle tre le classifiche per le diverse superfici (cemento, terra, erba) a riprova della sua ecletticità tennistica.

Per quel che riguarda le specialiste invece sarà interessante tenere d’occhio il nome della ventitreenne Ljudmila Samsonova (735) e della ventiduenne Elena Rybakina (480) relativamente all’erba. Samsonova addirittura quest’anno con il WTA 500 di Berlino ha vinto il suo primo titolo che le è valso una wild card per Wimbledon, dove ha raggiunto gli ottavi di finale. Sulla terra rossa invece una possibile candidata a successi futuri è Tamara Zidansek (1440), semifinalista al Roland Garros e sesta per punti ottenuti su questa superficie. La ventitreenne slovena ha capitalizzato al massimo il periodo terraiolo di luglio conquistando il WTA 250 di Losanna.

Ulteriori considerazioni. Sorprende vedere Coco Gauff, tennista cresciuta sul cemento, non comparire affatto nella Top 10 su questa superficie bensì essere ottava con 1170 punti sulla terra (vittoria al WTA 250 di Parma, semi a Roma e quarti a Parigi). Sorprende – poco – e dispiace – molto – non leggere affatto il nome Simona Halep nella Top 10 di nessuna superficie a causa dell’infortunio al polpaccio patito a Roma. Non sorprende invece vedere il podio per l’erba completato da Pliskova (1302) e Kerber (1115), conferma di come per primeggiare su questa superficie desueta sia richiesta una certa dose si esperienza che le due veterane evidentemente possiedono.

Completiamo queste riflessioni con la distinzione tennis ‘all’aperto’ e tennis ‘al chiuso’, sottolineando innanzitutto come il circuito WTA presenti uno sbilanciamento molto più netto in favore dell’outdoor rispetto alla controparte maschile; questo è vero anche in termini di superfici, nel senso che il rapporto fra cemento e terra, non essendoci la stagione sudamericana, verte in favore del duro.

Anche qui a primeggiare spuntano due nomi già ampiamente citati in questo pezzo. Barty è quella che ha ottenuto più punti outdoor nel 2021, 5941, mentre Kontaveit è quella che ne ha ottenuti di più indoor, 1320, un bottino davvero notevole se considera, come detto, quanti pochi tornei si giochino in palazzetti e arene coperte. Krejcikova invece, che si è difesa egregiamente anche sul cemento, è seconda nella classifica outdoor con circa 1000 punti in meno rispetto all’australiana, seguita a ruota da Sabalenka. Risultati che quindi riflettono l’andamento complessivo della stagione.

Il discorso cambia nettamente invece per la situazione indoor: i tornei al chiuso occupano prevalentemente la parte finale dell’anno, da settembre in poi, e non sono rari risultati notevoli di tenniste inaspettate che si fanno trovare pronte in una fase di stagione dove la fatica è consistente. Dopo Kontaveit infatti troviamo Clara Tauson con 850 punti e Ekaterina Alxandrova con 550. Degno di nota il traguardo della danese Tauson, che a 18 anni ha già messo in bacheca due titoli WTA 250, entrambi indoor: Lione e Lussemburgo, con tanto di finale persa a Courmayeur sempre ovviamente al chiuso. Ora la domanda è: col suo gioco propositivo e volto all’attacco, riusciremo l’anno prossimo a vederla anche in una delle Top 10 relative alle superfici? Fra dodici mesi avremo la risposta.

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