Venus Williams: "Per combattere la disuguaglianza tra i sessi, bisogna cambiare la cultura"

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Venus Williams: “Per combattere la disuguaglianza tra i sessi, bisogna cambiare la cultura”

Premiata con il Power of Woman 2022 la sorella di Serena ha rilasciato una lunga intervista: “Mia madre mi ha insegnato l’importanza della verità”

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Venus Williams - Miami 2018 (foto via Twitter, @MiamiOpen)
 

Venus Williams, una delle più grandi giocatrici di tutti i tempi nonché tennista capace di sedersi sul trono del ranking mondiale sia in singolare che in doppio rispettivamente nel 2002 e nel 2010, ha rilasciato un lunga intervista, mercoledì 4 maggio, a Claudia Eller di Variety – rivista settimanale che si occupa del mondo dello spettacolo, dell’intrattenimento e del cinema – a margine della cerimonia tenutasi a New York per premiare le protagoniste scelte per il 2022 per il riconoscimento di Power of Woman.

Il titolo viene attribuito annualmente dalla rivista americana a tutte quelle donne che, avendo una vita pubblica per via della loro professione e di conseguenza potendo godere di un grande seguito mediatico, si sono distinte per la loro capacità d’influenza al fine di smuovere le coscienze su temi sociali di primaria importanza. Insieme alla 7 volte campionessa Slam, sono state premiate anche le attrici: Drew Barrymore, la canadese Kim Cattrall e Amanda Seyfried (anche ex modella); oltre alla cantante di origini cubane Camila Cabello, e alla produttrice cinematografica e volto noto della televisione statunitense Queen Latifah.

LA LOTTA DI VENUS PER LA PARITA’ SALARIALE – La prima parte delle domande verte sulla tematica centrale e più corposa di tutto il complesso delle dichiarazioni della maggiore delle sorelle che hanno lasciato un solco indelebile nel tennis moderno: la lotta di Venus per l’equità salariale in favore delle donne e di conseguenza per la parità dei diritti fra i sessi nel mondo del tennis. (sulla marcia per la giustizia retributiva, la leggenda americana era già stata intervistata da Sports Illustrated) Una battaglia che per la quattro volte oro olimpico (3 in doppio ed 1 in singolare) è iniziata fin da suoi primi passi nel professionismo, in quella che fu un’esperienza rivoluzionaria per la giovane campionessa a stelle e strisce: “Arrivai a Wimbledon e mi resi conto di quella situazione di ingiustizia sociale. Ricordo che dissi ‘Wow non sono pagata allo stesso modo degli uomini‘. Fu sicuramente uno schiaffo in faccia ad un ragazza di soli 16 anni, duro da digerire. Quell’esperienza mi colpì duramente“. Da lì in poi l’approccio a quella tematica non fu più lo stesso per l’attuale n. 530, che avviò un’autentica crociata per colmare il divario retributivo e far sì che le donne guadagnassero lo stesso premio in denaro degli uomini. Le sue proteste, assieme ad altri fattori, contribuirono al cambiamento. Infatti, quando vinse il primo titolo a Church Road nel 2000 non ricevette il corrispettivo assegno di Pete Sampras; ma quando lo rivinse 7 anni dopo il suo premio in denaro fu identico a quello di Roger Federer ricordiamo che lo Slam britannico fu l’ultimo ad implementare la parità salariale, esattamente un anno dopo il Roland Garros -: “Due anni dopo il mio terzo trionfo sui prati dei Champhionship, dopo oltre trent’anni di lotta per avere lo stesso montepremi, arrivammo finalmente all’obbiettivo. Fu un momento meraviglioso”. E dopo non si è più fermata la cara Venus, issandosi al secondo posto all-time per prize money in carriera.

GLI ESEMPI PIU’ LUNGIMIRANTI: BILLIE JEAN KING E KATHRINE SWITZER – La 41enne californiana aggiunge anche un doveroso riconoscimento per un’altra “grandissima” del tennis femminile come Billie Jean king, che fu la prima negli anni ’70 a sollevare il problema della discriminazione salariale; citando inoltre altre grandi sportive che sono state in grado di cambiare la mentalità e le convinzioni arretrate della società dell’epoca come Kathrine Switzer: “Il problema non è mai stato affrontato fino agli anni ’60, quando una donna [Switzer, ndr] ha corso per la prima volta una maratona e ha dovuto fingere di essere un ragazzo“. Williams sottolinea anche: “Fino a non molto tempo fa le donne non potevano neanche possedere carte di credito o ereditare proprietà. Abbiamo combattuto migliaia di anni di disuguaglianza, quindi non possiamo pensare che il cambiamento avverrà da un giorno all’altro. Lo vogliamo e lavoriamo cercando di ottenerlo. Ma si tratta di cambiare le menti, cambiare le culture, cambiare la storia, e si tratta di non arrendersi. Le donne sono in genere pagate 82 centesimi per ogni dollaro guadagnato dagli uomini e il divario salariale è ancora più ampio per le minoranze, in particolare per le donne di colore e oltre i confini americani. Almeno negli Stati Uniti si può avere una conversazione su questo tipo di questioni, mentre fuori dagli Stati Uniti è molto difficile averne“.

LE RADICI E L’IMPORTANZA DI MAMMA ORACENE, CON UN RICORDO PER YETUNDE – A questo punto la traiettoria delle riflessioni e delle considerazioni dell’ex n. 1, punta il mirino sulla famiglia e i valori che gli ha trasmesso; con anche un ricordo della sorella scomparsa. Ricordiamo che Oracene Price ebbe un primo matrimonio con Yusef Rasheed; dal quale nacquero Yetunde, Lyndrea e Isha. Poi dopo la morte del marito convolò nuovamente a nozze: “Il clima era sempre molto sereno, c’era sempre qualcuno con cui spettegolare, essendo una famiglia piena di ragazze. Mentre nostro padre, Richard, ha spinto me e Serena a diventare giocatrici di livello mondiale attraverso l’allenamento, la forza, l’umorismo e la prospettiva di una vita sana e migliore. Sono cresciuta come le mie sorelle a Compton, dove ora gestiamo un ente di beneficenza chiamato Yetunde Price Resource Center che fornisce proventi, aiuti e servizi alla comunità ed è stato fondato in onore di nostra sorella Yetunde, che è stata assassinata a Compton all’età di 31 anni. Infine mia madre fu fondamentale nel modellare me e le mie sorelle durante i nostri anni formativi“. Dopodiché Venus fa un ritratto più approfondito della madre Oracene, facendo capire che meravigliosa ispirazione sia stata ed è tuttora sua madre: Mia madre è stata ed è una fonte d’ispirazione. È una donna meravigliosa e divertente, una donna forte, una brava tennista e un’ottima cuoca. È anche molto forte spiritualmente, quindi ci ha dato l’opportunità di avere fede e speranza e di essere calme e non stressate per le preoccupazioni quotidiane. Inoltre ci ha impresso l’importanza di dire la verità e vivere la verità“.

I MODELLI DI DONNA IDEALE – Nella seconda parte della chiacchierata con la giornalista – tra le più rilevanti del panorama dello spettacolo – è stato chiesto alla 41enne di Lynwood quali siano i suoi modelli di donna ideale e ai quali s’ispira costantemente. Venus ha spaziato molto nella risposta, affermando che oltre alle fondamentali radici familiari, i suoi punti di riferimento femminili sono riscontrabili anche in altre sfere, come quello dell’artista tedesca Anni Albers o della pluricampionessa di atletica leggera Wilma Rudolph o ancora di donne forti come la scrittrice Winfrey e capaci di supportare e sostenere grandi uomini politici con responsabilità non di poco conto come l’ex first lady Michelle Obama: “Sicuramente, oltre a mia madre e alla mie sorelle che sono state fondamentali, guardo a delle tipologie di donne diverse dal solito e che sprigionano in me molto interesse nei loro confronti. Chi non potrebbe amare Oprah Winfrey e Michelle Obama“. Poi sposta il focus sulla defunta creativa teutonica. “Ha finito per dover lavorare nel settore tessile perché era quello che veniva previsto in quel periodo. Ma era un’artista incredibile che ha davvero abbattuto le barriere per le donne”. Infine spazio alla velocista e tre volte medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma ’60, alla quale fu diagnosticata la grave malattia infettiva da bambina e gli venne detto che non avrebbe più potuto camminare: “Non so come si diventa un campione olimpico con la poliomielite, ma lei lo ha fatto. Incredibile“.

IL RITIRO E’ ORMAI IMMINENTE – L’ultimo stralcio del dialogo è invece riservato a quello che sarà il nuovo capitolo della sua vita quando deciderà di appendere definitivamente la racchetta al chiodo. Venus non ha voluto rivelare nessun dettaglio in merito a quando ha intenzione di ritornare alle competizioni, ma comunque si è lasciata andare nell’immaginare cosa gli riserverà il futuro, e negli ultimi mesi grazie ad attività extracampo – come la sponsorizzazione del film King Richard e il suo ruolo di produttrice esecutiva nel progetto. Nel quale ha cercato di sviluppare al massimo ogni personaggio, si è però rifiutata di commentare lo scivolone di Will Smith durante la notte degli Oscarha iniziato già ad assaporare cosa ci sarà per lei dopo il tennis. Prima di tutto le sensazioni sul ritiro, seppur non ancora deciso, ormai imminente vista l’età: “ Sono consapevole che ormai il ritiro non è così lontano“. Poi la cinque volte campionessa di Wimbledon ha posto l’accento sul meraviglioso viaggio che è stato King Richard – film sulla sua famiglia e soprattutto sulla figura del padre.

IL FUTURO NEL CINEMA, SENZA ABBANDONARE LO SPORT – Si è infatti concentrata su quanto sia stato bello condividere quest’esperienza con le sorelle Serena (qui il libro sulla storia mai raccontata sulla dinastia Williams) e Isha Price e in particolar modo su quanto l’attrare il mondo del cinema, soprattutto quello dei documentari sportivi. Che sia stata delineata la sua professione futura? Chi lo sa, sicuramente chi meglio della prima giocatrice afroamericana della storia dell’Era Open ad occupare la prima posizione mondiale, per raccontare le gesta sportive: “Ci sono così tante donne straordinarie a Hollywood con cui sarebbe bello lavorare. Mi piacerebbe lavorare con la regista Ava DuVernay, che ha diretto il documentario di ESPN del 2013 ‘Venus Vs’, il quale racconta la mia lotta per l’equità salariale nel tennis. Voglio continuare a raccontare storie di sport perché questa è la mia natura, ma non penso che si debba sempre raccontare una storia sportiva attraverso esclusivamente la lente della competizione, tralasciando quella umana. Dunque il mio sogno sarebbe quello di raccontare storie in cui mi rispecchio e con le quali riesco a creare anche un legame speciale, con l’obbiettivo di farle rivivere nei cuori dei bambini”. Ci tiene però a precisare che non ha nessuna intenzione di passare dall’altro lato della telecamera: “Non sarò mai un’attrice e non vorrei mai stare davanti ad una telecamera (ride)”. Infine per concludere una curiosità molto simpatica riguardante un oggetto che non può mai mancare nella sua valigia, con la quale ha viaggiato e continua a viaggiare in giro per il mondo: “Sono una regina del karaoke. Adoro cantare tutto il giorno e porto sempre con me in viaggio un microfono“.

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