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Medvedev: “Se diversi giocatori hanno problemi a gomito e polso, forse è colpa delle palline”

Dopo la vittoria in finale su Andy Murray a Doha, Daniil Medvedev critica le palle usate anche all'Australian Open: “Non sono adatte ai campi in duro”

Last updated: 27/02/2023 15:03
By Michelangelo Sottili Published 26/02/2023
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6 Min Read
Daniil Medvedev – ATP Doha 2023 (foto via Twitter @QatarTennis)

Sette giorni dopo quello di Rotterdam, Daniil Medvedev ha alzato il trofeo del Qatar ExxonMobil Open, battendo in finale Andy Murray con un doppio 6-4. Lo scozzese aveva ormai esaurito la magia a furia di rimonte e match point annullati che avevano reso epico il suo percorso fino all’atto conclusivo del sabato qatariano – magia esaurita con il senno di poi perché, subito dopo la vittoria, Daniil ha simpaticamente commentato: “Ho il match point contro Andy. Non un buon segno”.

Medvedev si è fatto invece più serio poco più tardi, seduto davanti ai giornalisti, parlando della sfida che, come si aspettava, è stata “dura, specialmente in queste condizioni, piuttosto lente con palle che diventano super, super fluffy”. Abbiamo lasciato la parola inglese fluffy (letteralmente, “coperto di pelo morbido”, tipo capigliatura di Napo Orso Capo) perché ha un suono che ben descrive come diventano le palline secondo il moscovita e perché è la stessa usata da altri tennisti durante l’Australian Open. Ebbene sì, anche in Qatar si è giocato con le palline Dunlop AO criticate durante lo Slam down under – criticate durante i primi giorni, dacché, come aveva puntualmente sottolineato John McEnroe, “non ne sentiremo più parlare dopo la prima settimana”.

“Quindi” ha proseguito Medvedev, “a un certo punto è come se stessi lanciando, non so come si chiami in inglese, ma quando lanci una grossa palla pesante [una palla medica, immaginiamo, ndr]. Ed è stata dura per entrambi, è difficile fare un punto: devi correre, soffrire. Che è quello che piace fare a lui e quello che piace a me”.

Per Daniil l’argomento non è però concluso e approfitta della domanda su come sia stato adattarsi a un torneo disputato all’aperto venendo dalle condizioni indoor. Un adattamento “difficile, ma la fiducia aiuta tanto. Tranne il match con Felix, negli altri non sentivo bene la palla, l’atmosfera, è molto diverso da Rotterdam. La parte più tosta è stata adattarsi alle palle. Ne voglio parlare ancora un po’, perché in Australia sentivo che che queste palle non andavano bene per i campi in duro e, prima del match contro Korda, avevo un forte dolore al polso, ma ho pensato, vabbè, è un problema mio, quindi non ne parlerò molto”.

Ne approfittiamo per ricordare che chi se ne era lamentato in Australia lo aveva fatto riferendosi alle “nuove palle” o alle “palline di quest’anno”, mentre l’azienda avrebbe poi dichiarato che non erano diverse da quelle delle edizioni precedenti (il contratto con Tennis Australia è iniziato nel 2019 ed è stato da poco rinnovato per altri cinque anni).

“Poi a Rotterdam [dove si gioca con le Tecnifibre, ndr], quando dei doppisti sono venuti a parlarmi delle palline e di come tutti avessero problemi a gomito, polsi, penso sia a causa delle palle. Ah, allora non sono il solo”. Medvedev fa allora 2+2 o, almeno, questa è la sua opinione riguardo ad alcuni ritiri di questo periodo: Stefanos e Sebastian che rinunciano Acapulco, dopo che Holger si era ritirato all’ABN AMRO Open.

“Ora vedo Rune, Tsitsipas, chi altri, Korda, tutti polso, gomito, spalla. Così penso che queste palle non vadano bene per i campi in duro” ripete. “Diventano molto fluffy ed è un grosso shock impattarle. Penso che bisognerebbe rifletterci sopra perché la sensazione è che, se non lavoro abbastanza sul polso ogni giorno, sarà, non so, molto doloroso”.

Poco dopo, un giornalista è tornato sull’argomento domandando se ci sia stato un qualche confronto con l’ATP a tal proposito. “Non ne ho parlato con loro, solo un po’ con il supervisor del torneo, ma mi chiedo cosa pensino gli altri giocatori. Non è che vai negli spogliatoi a domandarlo a ogni tennista. Quindi, se si comincia a fare questa domanda, forse finalmente non sarò più l’unico a discutere delle palline. Se ci sono quindici giocatori a dire, sì, ho la stessa sensazione, allora è un problema di palle. Aspetterò per vedere cosa succederà quando questa domanda verrà posta ad altri tennisti”.

Naturalmente, non c’è bisogno di aspettare altre conferenza stampa nella speranza che qualche rappresentante dei media si prenda la briga di ripetere la stessa domanda a chiunque si presenti dietro il microfono. Esiste il Player Council, l’organo dell’ATP tra l’altro preposto a ricevere le istanze dei giocatori e tra i cui componenti è stato recentemente eletto anche Andrey Rublev, concittadino e amico di Daniil.

Nel frattempo, con i due trofei in valigia, Medvedev fa rotta vero Dubai, dove parteciperà ai Duty Free Tennis Championships. Terza forza del seeding, all’esordio troverà Matteo Arnaldi, lucky loser non proprio fortunatissimo.


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TAGGED:ATP Doha 2023daniil medvedevdunlop
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