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Medvedev, ennesima battuta d’arresto nel 2025: il paragone con Tsitsipas

Il greco, n.30 ATP, ha vinto a Dubai, ma in stagione deve ancora battere un top 20. Il russo è a secco di sigilli da oltre due anni; tra i primi 20 lui però c’è ancora abbondantemente

Last updated: 02/08/2025 14:03
By Andrea Binotto Published 01/08/2025
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10 Min Read
Daniil Medvedev - ATP Finals 2024 (foto X @ATPTour_ES)


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“Darei un sei e mezzo al mio 2024”, diceva Daniil Medvedev dopo essere uscito di scena alle ultime Nitto ATP Finals di Torino, terminando così la stagione da numero 5 al mondo (qui un bilancio della scorsa annata del russo). “Ma se consideriamo i miei obiettivi e i risultati raggiunti, direi 0 su 10”. Critico, onesto, lapidario. “Non vedo l’ora che arrivi la prossima stagione”. Il 2025 è oramai ampiamente nella sua seconda parte, dato che più della metà degli Slam e dei Masters 1000 sono già andati in archivio. Ma del miglior Daniil Medvedev non c’è ancora alcuna traccia.

“Troverò il modo di giocare meglio e sono abbastanza sicuro che ce la farò”, aveva dichiarato il 29enne russo a Rotterdam a seguito dell’inaspettata sconfitta contro Mattia Bellucci. “Quando? Non lo so. Domani, il mese prossimo, tra dodici mesi…”. E intanto la collaborazione con Gilles Simon finiva lasciando di nuovo carta bianca all’altro Gilles, Cervara, lo storico coach che lo allena da anni. Poi ancora Miami e la disastrosa resa all’esordio contro Jaume Munar. Ma di nuovo: “Non sono preoccupato del mio livello di gioco”, le parole di ‘Meddy’ dopo il match.

Quindi la stagione sul rosso e l’ennesima dichiarazione morbida di Daniil nei suoi stessi confronti: “Devo ritrovare un po’ di fiducia. E allora tornerò a vincere un titolo”, aveva affermato dopo la sconfitta in due set ai quarti di finale di Madrid contro Casper Ruud. E ancora a Wimbledon, a seguito della scioccante resa contro Benjamin Bonzi all’esordio: “Non sono preoccupato, è solo questione di fiducia”, aveva detto Medvedev, che poi aveva aggiunto: “Sento davvero di poter tornare in top 10. Quest’anno ho perso tante partite tirate. Quando comincerò a vincerle, risalirò nel ranking. Per ora non sono troppo preoccupato. Se finisco l’anno intorno alla posizione n.15 del mondo, magari lo sarò di più”. Insomma, tutti sembrano turbati dalle controprestazioni di Daniil, fuorché Daniil.

Se si guarda alle sconfitte patite quest’anno, c’è sicuramente più di qualcosa da rivedere. Anche se, sul manto color argilla, il 29enne russo si è arreso quasi esclusivamente a top player quali Alex de Minaur a Monte Carlo, Casper Ruud (poi campione) a Madrid e Lorenzo Musetti, autore di una stagione clamorosa sul mattone tritato, a Roma. In tutte e tre le occasioni, sempre in due set. Poi il Roland Garros e la sconfitta all’esordio, in cinque parziali, contro Cameron Norrie, che però giusto qualche giorno rubava un set a Novak Djokovic in semifinale a Ginevra. E si sa quanto il 14esimo tennista ATP viva un rapporto di odio e amore (forse ancora un po’ più di astio) verso la terra battuta, superficie dove però ha vinto l’ultimo titolo: ben più di due anni fa in quel di Roma.

Riavvolgendo il nastro, a inizio stagione l’ex numero uno al mondo è stato più volte vittima di giovani in rampa di lancio come Learner Tien (che sta facendo strada anche a Toronto) all’Australian Open, il già citato Bellucci in Olanda e Hamad Medjedovic (che è 3-0 contro top 15 su cemento) a Marsiglia. Quindi una partita tiratissima contro Tallon Griekspoor a Dubai, persa 7-5 al terzo con quattro match point non convertiti, e il Sunshine Double. A Indian Wells il torneo più positivo sino ad ora del 2025, con una scalata sino alla semifinale, persa in due frazioni contro Holger Rune. Di lì a poco, la già nominata disfatta in Florida subita per mano di Munar.

Cambiate le scarpe verso inizio giugno, è stato così il momento dell’erba, dove Daniil è stato inizialmente estromesso da Reilly Opelka a ‘s-Hertogenbosh, dopo due set terminati al tie-break, ma in seguito ha piazzato una bella cavalcata ad Halle, sconfiggendo Sascha Zverev per poi arrendersi all’ultimo atto contro l’altro Sascha, Bublik. Dopo la delusione ai Championships, il rientro sulla superficie prediletta, il cemento. La sconfitta contro Corentin Moutet a Washington e ora, la più recente, contro Alexei Popyrin a Toronto. In linea generale, molti insuccessi sono arrivati contro giocatori piuttosto pericolosi. Togliendo i migliori al mondo, da cui comunque ci sta perdere, nessuno sarebbe tranquillo nel trovarsi dal lato opposto della rete un Medjedovic su cemento indoor, un Griekspoor in forma su cemento, un Opelka su erba, un Moutet motivato come non mai o per ultimo un Popyrin con tutta la volontà di far sentire la sua aura da campione uscente in Canada.

Con questo non si cerca di giustificare le sconfitte di Daniil, un tempo letale contro chiunque non fosse almeno top 15/20 (ovviamente esclusi i tornei sul rosso). Moltedi queste partite si sono risolte in maniera negativa per pochi punti, a seguito di molti tie-break o alla fine di set serrati, e appunto contro avversari sicuramente inferiori nel livello assoluto, ma pur sempre insidiosi in una partita secca. Viene quindi quasi spontaneo comparare il periodo che sta vivendo il russo con quello di un altro tennista della sua generazione: Stefanos Tsitsipas, anch’egli, se vogliamo utilizzare un eufemismo, non proprio nella miglior condizione di forma.

Scivolato alla posizione n.30, il 26enne greco ha inanellato sconfitte brucianti in questa stagione. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che almeno lui un titolo l’ha vinto: l’ATP 500 di Dubai. Ma alcuni insuccessi sono e rimangono davvero pesanti. A partire dal match contro Alexander Shevchenko in United Cup, per finire all’ultimo disputato contro Christopher O’Connell a Toronto. Ma soprattutto, passando per il torneo a cui forse tiene di più, il Roland Garros, dove è stato surclassando dal tennis di Matteo Gigante. Non ce voglia il nostro giovane pupillo azzurro, ma vedere uscire di scena Tsitsipas in questo modo, dallo Slam in cui ha sicuramente più chance di ottenere un gran risultato, è piuttosto pesante.

L’unico altro risultato di spessore ottenuto dal figlio e allievo di Apostolos Tsitsipas in questo 2025 è il quarto di finale a Monte Carlo (200 punti), che sommato ai 500 punti del sigillo a Dubai risultano 700 punti intascati. Poi, in altri dodici eventi (tre Slam, cinque 1000, tre 500 e la United Cup) il tennista di Atene ha racimolato la bellezza di 625 punti, facendo le valigie per andare via dai Major due volte dopo il primo turno e una dopo il secondo. In tutto ciò, ha scartato il risultato del 500 di Doha, torneo che lo ha visto uscire all’esordio contro Hamad Medjedovic. Numero 24 nella race, con 1325 punti collezionati da inizio anno, Tsitsipas non ha ancora battuto un top 20 dall’inizio della stagione. Il bilancio è un netto 0-4.

Da questo punto di vista Medvedev si è comportato un po’ meglio, conquistando due affermazioni su sei partite contro top 20 da gennaio. I risultati che hanno consegnato più punti a Daniil sono stati la semifinale di Indian Wells (400), l’ultimo atto ad Halle (330) e il quarto di finale a Madrid (200). Quindi, sommandoli, il risultato è di 930 punti. Nei restanti 13 tornei disputati (tre Slam, quattro 1000, quattro 500 e due 250) il russo si è accaparrato altri 670 punti, comportandosi però allo stesso modo di Stefanos negli Slam: due sconfitte al debutto e un’altra al secondo turno. Numero 19 della race, con 1700 punti conquistati in stagione, il nativo di Mosca è quindi un po’ più avanti rispetto al greco, che ha forse come unico vanto rispetto a Daniil quello di aver messo la firma su un titolo in questo 2025.

Ma siamo ben lontani dal Medvedev e dallo Tsitsipas di qualche anno fa. Ciò non significa che i due non possano ritrovare il loro miglior tennis, magari a seguito di qualche aggiustamento che porterebbe il rispettivo gioco di nuovo nella via dell’imprevedibilità. Perché, di questi tempi, chiunque sfidi il russo e il greco sa su quali tasti insistere. La bravura di un tennista sta però anche in questo: sapersi evolvere mantenendo allo stesso tempo un proprio equilibrio che possa permettere di affrontare le difficoltà sempre con la stessa dose di cattiveria e sicurezza nelle proprie armi. Daniil e Stefanos sono rimasti al top di questa disciplina per anni. Non c’è motivo per cui non possano prima o poi tornarci.


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