Tsonga, Wawrinka e lo champagne di Lille (Stefano Tarantino)
Jo-Wilfried Tsonga e Stan Wawrinka si affrontano oggi sul Philippe Chatrier per conquistare la loro seconda finale in uno Slam. Come tutti sappiamo infatti, lo svizzero ha giocato e vinto la finale del 2014 agli Australian Open battendo in finale Rafa Nadal, mentre il francese ha raggiunto l’atto conclusivo in una prova dello Slam sempre in Australia ma nel 2008 perdendo da Nole Djokovic.
I precedenti tra i due giocatori sono 6 e regna un perfetto equilibrio visto che siamo sul 3 pari. Curioso notare come gli ultimi 5 sono sempre stati giocati sulla terra e per ben 2 volte si sono affrontati al Roland Garros: nel 2011 quando vinse Wawrinka e l’anno successivo quando invece si affermò Tsonga, in entrambi i casi sempre al quinto set.
Precedenti comunque sempre molto equilibrati tra i due semifinalisti, in quanto solo in un’occasione (il primo singolare della finale di Davis dell’anno scorso giocata a Lille) non si è ricorso al set decisivo (sia che il match fosse 3 su 5 sia che fosse 2 su 3). E allora già che ci siamo è giusto guardare i record dei due tennisti al quinto set al Roland Garros e in carriera. Wawrinka è 7-2 a Parigi e 21-17 in carriera, Tsonga invece è 3-2 al Roland Garros e 12-6 in assoluto. Wawrinka per ben 6 volte è riuscito a rimontare due set di svantaggio in carriera, Tsonga invece 2. Al Roland Garros hanno in assoluto un record molto simile, 25 vittorie e 7 sconfitte lo svizzero, 25 vittorie e 10 sconfitte il francese.
Stan e Jo-Wilfried sono due dei 39 atleti over 30 che hanno preso parte a questa edizione del Roland Garros: l’ultimo over 30 ad arrivare in finale era stato David Ferrer nel 2013, l’ultima volta che erano invece arrivati in due alle semifinali era stato nel 2012, quando toccò sempre a Ferrer e a Roger Federer. Wawrinka ha vinto 8 degli ultimi 9 incontri contro tennisti francesi, l’ultima sconfitta è stata proprio quella contro Tsonga nel 2012. Piccola curiosità: i due giocatori hanno appena 20 giorni di differenza, essendo nato Wawrinka il 29 marzo del 1985 e Tsonga il 17 aprile dello stesso anno.
I numeri di Stan
Wawrinka vincendo oggi può diventare il primo tennista ad arrivare in finale al Roland Garros avendo perso al 1° turno nell’edizione precedente dopo Albert Costa, che nel 2001 perse dal francese Boutter prima di vincere l’edizione del 2002 (nel 2014 lo svizzero perse dallo spagnolo Garcia-Lopez). Stan è il 3° giocatore svizzero della storia del tennis ad aver giocato una finale Slam, dopo Roger Federer (25 sin qui) e Martina Hingis (12). Mentre prima di Wawrinka solo i suoi connazionali Roger Federer e Marc Rosset (rispettivamente 7 volte e 1) erano riusciti nell’impresa di arrivare in semifinale a Parigi.
Nessuno come testa di serie n.8 è mai approdato in finale al Roland Garros nell’era Open. Curiosamente l’ultimo tennista che come testa di serie n.8 è approdato in finale in uno Slam è stato proprio lo svizzero l’anno scorso agli Australian Open, dove come detto batté in finale Rafa Nadal. Ricordiamo anche che Stan Wawrinka è stato campione juniores a Parigi nel 2003 quando sconfisse Brian Baker. L’ultimo vincitore della prova juniores ad approdare in finale nella prova tra i professionisti è stato Guillermo Coria nel 2004. Soltanto 5 dei 68 campioni della prova juniores sono riusciti nell’impresa di vincere anche lo Slam, l’ultimo è stato Mats Wilander nel 1988. Wawrinka nel caso dovesse vincere domani arriverebbe in finale a Parigi all’undicesimo tentativo, tanti quanti ne sono occorsi a David Ferrer e Andres Gomez, in cima a questa speciale graduatoria. Lo stesso ecuadoregno detiene il record del maggior numero di tentativi occorsi per vincere il titolo a Parigi, per l’appunto 11.
I numeri di Tsonga
Jo-Wilfried Tsonga potrebbe diventare il 10° francese a raggiungere la finale a Parigi da quando il torneo ha assunto un carattere internazionale, il quinto a disputare in caso di vittoria oggi più di una finale in uno Slam dopo Jean Borotra, Henri Cochet, René Lacoste e Cedric Pioline (visti i nomi, record non da poco), il 6° a disputare una finale Slam nell’Era Open dopo Patrick Proisy (1972), Yannick Noah (1983, l’unico poi a vincere), Henry Leconte (1988), Cedric Pioline (1993 e 1997) ed Arnaud Clement (2001). L’ultimo francese in finale a Parigi fu proprio “Ritton” Leconte nel 1988, che si avventurò in un improbo “Je le casse” (io lo distruggo) prima della finale contro Mats Wilander che naturalmente lo surclassò nell’atto conclusivo. Tsonga non ha mai giocato una finale sulla terra in carriera, l’ultimo a raggiungere la prima finale sulla terra rossa proprio a Parigi fu Robin Soderling nel 2009.
Il francese è testa di serie n.14, l’ultimo a raggiungere la finale al Roland Garros in quella posizione nel tabellone fu Alex Corretja, finalista nel 1998. Nessuno ha mai vinto il titolo a Parigi come testa di serie n.14, mentre l’ultimo a vincere una prova dello Slam da n. 14 del seeding è stato Marin Cilic agli ultimi Us Open. Tsonga è alla sua seconda semifinale a Parigi (sconfitto da Ferrer nel 2013), l’ultimo ad arrivare più volte tra i francesi tra i primi 4 nello Slam di casa era stato Henry Leconte, semifinalista nel 1986, nel 1988 e nel 1992. Sono solo 5 i francesi che hanno raggiunto la semifinale a Parigi da quando Yannick Noah ha vinto il titolo nel 1983. Tsonga è alla 6° semifinale in una prova dello Slam, solo Cochet, Borotra e Lacoste hanno fatto meglio di lui nella storia del tennis francese. Mentre solo Cochet e Borotra hanno vinto più di lui negli Slam, Tsonga ha un record di 89 vittorie e 28 sconfitte. Se dovesse perdere la semifinale il tennista transalpino salirebbe alla posizione nr.12 del ranking, in caso di vittoria approderebbe nei Top10 (proprio alla posizione n.10).
Lo champagne di Lille
L’ultimo precedente tra Tsonga e Wawrinka è stato quello della finale di Coppa Davis dell’anno scorso a Lille, una sfida che prima, durante e dopo è stata contraddistinta da numerose polemiche. Gli svizzeri sembravano arrivati a Lille in condizioni a dir poco disastrose. Federer non aveva giocato la settimana prima la finale del Master per problemi fisici alla schiena, in semifinale a Londra la sua gentile consorte aveva provocato Wawrinka (“Piangi bambino, piangi”), creando apparentemente attrito tra i due, insomma sembrava che i francesi (uniti quanto mai nel ritiro pre-finale) fossero d’improvviso diventati i favoriti.
Nella tre giorni la storia si ribaltò, iniziando proprio dal primo singolare, guarda caso quello tra Wawrinka e Tsonga. Il francese perse in 4 set mostrando una condizione fisica quanto mai inappropriata per l’evento, soprattutto manifestando a fine match dei problemi al gomito non palesati nei giorni immediatamente precedenti la finale e che crearono non poche polemiche. Molti accusarono il capitano Clement di non aver saputo gestire il team, parecchie critiche colpirono Tsonga reo di aver nascosto il suo problema fisico. Sta di fatto che gli svizzeri nonostante un Federer al 50%, dopo l’1-1 della prima giornata, vinsero il doppio e fu poi proprio Roger a dare il colpo di grazia finale battendo un remissivo Gasquet nel primo singolare della giornata conclusiva, subentrato proprio all’infortunato Tsonga. La ciliegina sulla torta di tutta questa bagarre fu la conferenza stampa di Wawrinka, uno che in generale non le manda mai a dire e che tra le tante si fece uscire questa battuta a dir poco pesante:”I Francesi avevano pronto lo champagne in frigo, poi hanno perso e lo hanno dovuto mandare a noi….”. Battuta non gradita dal team francese che cercò di chiarire quanto accaduto in maniera inizialmente energica con il n.2 svizzero alla serata di Gala post-finale... Chissà che Tsonga non abbia voglia di riprendersi “virtualmente” lo champagne di Lille!
I precedenti: Wawrinka-Tsonga 3-3
2007 Metz Hard (I) R32 Tsonga 67(6) 64 64
2011 Roland Garros Clay (O) R32 Wawrinka 46 67(3) 76(5) 62 63
2012 Roland Garros Clay (O) R16 Tsonga 64 76(6) 36 36 64
2013 Monte Carlo-1000 Clay (O) QF Tsonga 26 63 64
2013 Madrid-1000 Clay (O) QF Wawrinka 62 67(9) 64
2014 Davis Cup (WG-FR) Clay (I) R1 Wawrinka 61 36 63 62
Il cammino al Roland Garros
Stan Wawrinka ha superato senza problemi il turco Ilhan al 1° turno, il serbo Lajovic in 4 set al 2° (unico set perso in tutto il torneo), poi agevolmente ha battuto l’americano Johnson, il francese Simon, prima del capolavoro contro Roger Federer nei quarti di finale. Jo-Wilfried Tsonga ha invece superato senza problemi il qualificato svedese Lindell, l’israeliano Sela, lo spagnolo Andujar, prima di battere contro pronostico Tomas Berdych in 4 set e poi il giapponese Nishikori in 5, nel match che tutti ricorderanno per il pannello del tabellone dello Chatrier volato sulla testa di alcuni poveri spettatori.
Il pronostico
Wawrinka, la sua eccezionale forma, il suo incredibile rovescio, le sue accelerazioni incredibili da una parte. Tsonga, i suoi colpi esplosivi, la sua voglia di rivincita, il pubblico dello Chatrier, dall’altra. Chi avrà la meglio? Oggettivamente ci sentiamo di dare una piccola chance in più a Wawrinka, il giocatore che arriva sicuramente più rodato alla finale e dal maggior talento, che poi Cassius Clay Tsonga porti a casa la partita ci può stare, insomma alla fine gli appassionati si dovrebbero divertire.
Wawrinka 60% – Tsonga 40%
Murray vs Djokovic: come può Andy compiere il miracolo? (Ruggero Canevazzi)
Per analizzare la sfida numero 27 tra Andy Murray e Novak Djokovic, poco c’è da aggiungere alla strepitosa stagione che sta portando avanti il n.1 del mondo, vale allora la pena chiedersi attraverso quali punti di forza Murray deve basare la sua strategia per riuscire nell’impresa di battere chi non perde da 28 partite consecutive.
Al di là di ogni considerazione sulle sfide precedenti, nettamente favorevoli a Djokovic (18-8 il computo degli head to head, con Novak che ha vinto gli ultimi sette incontri – Andy non lo batte dalla finale di Wimbledon 2013), la montagna che lo scozzese deve scalare oggi appare insormontabile per diversi motivi: il livello di gioco espresso da Djokovic dall’inizio della stagione, la maggiore esperienza acquisita rispetto alla sua stagione di grazia (il 2011, quando completò tre quarti di Slam fallendo solo il Roland Garros), l’impressionante dominio imposto dal serbo in quest’annata, al punto da rendere ogni suo successo quasi scontato (ha vinto tutto finora: Australian Open e tutti i Master 1000 giocati fin qui, a parte Madrid che ha deciso di saltare per arrivare al meglio a Porte d’Auteuil), il grande slancio mentale che può avergli dato l’aver battuto lo spauracchio numero 1 qui, ossia Rafa Nadal.
Eppure qualche freccia al proprio arco, davvero utile per fare male al dominatore della stagione, il campione di Dunblane può tirarla fuori. Non parleremo romanticamente di fighting spirit della terra degli Highlander, del figlio di un popolo che ha saputo nella Storia mostrare il proprio orgoglio già a partire dall’epoca dell’antica Roma. Il Vallo di Adriano giace ancora oggi a ricordare che nemmeno i Romani di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto, che dovunque hanno sono arrivati, sono stati capaci di espugnare le terre site oltre lo stesso muro. Un popolo di lottatori che è riuscito con una strenua difesa a respingere buona parte del poderoso attacco dei dominatori provenienti dal sud dell’Europa. Andy Murray, degno figlio di quel popolo, ha non a caso costruito i suoi più grandi successi proprio con la lotta e la difesa ed è quindi in grado, per la tecnica e per i cromosomi, di arrestare la voglia di conquista di chi ha messo il resto del mondo ai suoi piedi, il Sovrano di Belgrado.
Tutte immagini evocative di un certo fascino, ma alla fine conta giocare meglio a tennis, sia con la racchetta che con la testa. Allora quali sono le frecce che Andy può estrarre dalla sua faretra?
1) Pensare positivo. È vero che ha perso le ultime sette sfide, ma è vero anche che entrambi i suoi successi nei Major sono arrivati superando in finale proprio Djokovic, e ciò che più conta in due modi molto diversi: a Flushing Meadows nel 2012 è scattato avanti di due set prima di farsi recuperare, ma poi ha trovato la forza per non venire travolto dall’inerzia del match e ha dominato nel quinto set, mentre a Wimbledon nel 2013 è stato in grado di governare l’enorme pressione di un intero popolo che voleva la sua vittoria chiudendo in tre set e mostrandosi superiore per tutto l’incontro.
2) Partire forte per fare un match da front-runner. Murray è all’inseguimento del suo terzo titolo dello Slam e vuole diventare il primo britannico capace di raggiungere la finale del Roland Garros dopo Bunny Austin nel lontanissimo 1937, ma la pressione maggiore non può che essere su Djokovic, alla ricerca del Career Grand Slam, mai come quest’anno così vicino: lo spettro di una sconfitta dopo essere riuscito a superare l’unico che negli ultimi anni gli ha negato questa gioia (ovviamente, Rafael Nadal) potrebbe scalfire persino le sue granitiche certezze. Anche il n.1 del mondo, nonostante la straordinaria forza mentale, ha mostrato qualche crepa in più di un’occasione: nella finale di Wimbledon 2014 contro Federer ha sprecato nel quarto set un vantaggio di 5 giochi a 2 (fallendo un’occasione in cui ha servito per il match) e ha perso 7 finali Slam su 15 disputate (due di queste come detto proprio contro Murray). Ecco perché è fondamentale per Andy giocare essendo in vantaggio nel punteggio. Inoltre, nella finale dell’Australian Open, il n.3 del mondo ha mostrato segni d’insofferenza e frustrazione proprio quando lo score si stava mettendo male, in pratica dal primo break subito nel terzo set (il match finì 7-6 6-7 6-3 6-0 per Djokovic). Oltretutto, lo scozzese non ha mai battuto il serbo una volta perso il primo set. Per fare questo, deve giocare gli scambi iniziali cercando di cogliere di sorpresa l’avversario. Proprio tattiche apparentemente fuori dalle proprie corde come il cheap and charge e il serve and volley, se usate al momento opportuno, potrebbero disorientare Djokovic e impedirgli d’imporre da subito il suo ritmo cadenzato da fondo nel quale è difficilmente superabile.
3) Non perdere mai l’aggressività in risposta. Una delle principali cause della striscia di 15 vittorie consecutive sulla terra è dovuta alla sua maggior propositività negli scambi e in risposta sulla seconda di servizio. Nell’ottavo contro Jeremy Chardy, Murray ha portato quasi all’estremo la posizione in campo al momento di rispondere (a volte persino a metà tra la riga di fondo e quella del rettangolo del servizio), mettendo molta pressione al francese, incorso in ben 10 doppi falli. Certo, Djokovic non è Chardy, ma mantenere sempre una posizione avanzata in risposta alla seconda di servizio costituisce una conditio sine qua non per le speranze del n.3 del ranking.
4) Variare continuamente il gioco. Vero, quando si cercano le armi che l’underdog può trovare per impensierire il giocatore favorito, si finisce sempre nell’aggressività in risposta e nel variare il gioco per non dare punti di riferimento sicuri all’avversario maggiormente solido. In questo caso, però, è lo stesso Murray ad aver mostrato tale capacità nelle recenti partite sul rosso: contro un ispirato Kyrgios ha vinto cambiando spesso la velocità impressa alla palla e contro Chardy ha variato posizione in risposta tra la prima e la seconda dell’avversario.
5) Sfruttare la superficie. Può sembrare pura follia pensare che proprio sulla terra Andy abbia le più alte possibilità di superare Djokovic (considerando anche che le uniche due sfide sul rosso le ha vinte il serbo, a Montecarlo nel 2008 e a Roma nel 2011), ma sul veloce i recenti risultati hanno visto un’ulteriore affermazione della superiorità di Novak, mentre i progressi mostrati su questa superficie e la già citata striscia di vittorie (in particolare l’ultima contro Ferrer ai quarti, la prima per Murray contro l’ostico valenciano) non possono che dare al tennista di Dunblane la migliore fiducia su questa superficie, come ha ribadito lui stesso in conferenza stampa.
6) Trarre vantaggio dalle condizioni atmosferiche, in particolare il gran caldo – 30 gradi – che probabilmente infuocherà il Philippe Chatrier nel primo pomeriggio (così dice il meteo, nonostante un clima finora spesso insolitamente freddo e ventoso): Murray si allena nella calda e umida Florida ed è abituato alla canicola: “Il caldo può alterare le condizioni di gioco, con un campo che potrebbe essere molto meno lento di quanto non sia stato finora”, ha dichiarato in conferenza stampa.
Pronostico
In conclusione, un Djokovic ai limiti dell’imbattibilità può essere sconfitto solo da un Murray ispirato da una lucida follia, quella che gli possa suggerire anche aspetti del gioco per lui del tutto insoliti, come il cheap and charge e il serve and volley, tentando il tutto per tutto pur di scardinare la solidità fisica, mentale e tecnica con la quale Nole ha dominato questa prima parte di stagione.
Djokovic 70% – Murray 30%
I precedenti: Djokovic conduce 18-8
2006 AMS Madrid Hard (I) R16 Djokovic 16 75 63
2007 AMS Indian Wells Hard (O) SF Djokovic 62 63
2007 AMS Miami Hard (O) SF Djokovic 61 60
2008 AMS Monte Carlo Clay (O) R16 Djokovic 60 64
2008 AMS Toronto Hard (O) QF Murray 63 76(3)
2008 AMS Cincinnati Hard (O) FR Murray 76(4) 76(5)
2009 Miami-1000 Hard (O) FR Murray 62 75
2011 Australian Open Hard (O) FR Djokovic 64 62 63
2011 Rome-1000 Clay (O) SF Djokovic 61 36 76(2)
2011 Cincinnati-1000 Hard (O) FR Murray 64 3-0 rit. (infortunio alla spalla destra)
2012 Australian Open Hard (O) SF Djokovic 63 36 67(4) 61 75
2012 Dubai Hard (O) SF Murray 62 75
2012 Miami-1000 Hard (O) FR Djokovic 61 76(4)
2012 Olympic Tennis Event Grass (O) SF Murray 75 75
2012 US Open Hard (O) FR Murray 76(10) 75 26 36 62
2012 Shanghai-1000 Hard (O) FR Djokovic 57 76(11) 63
2012 ATP World Tour Finals Hard (I) RR Djokovic 46 63 75
2013 Australian Open Hard (O) FR Djokovic 67(2) 76(3) 63 62
2013 Wimbledon Grass (O) FR Murray 64 75 64
2014 Miami-1000 Hard (O) QF Djokovic 75 63
2014 US Open Hard (O) QF Djokovic 76(1) 67(1) 62 64
2014 Beijing Hard (O) SF Djokovic 63 64
2014 Paris-1000 Hard (I) QF Djokovic 75 62
2015 Australian Open Hard (O) FR Djokovic 76(5) 67(4) 63 60
2015 Indian Wells-1000 Hard (O) SF Djokovic 62 63
2015 Miami-1000 Hard (O) FR Djokovic 76(3) 46 60