40 anni di Wta agli Us Open

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40 anni di Wta agli Us Open

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Steffi Graf batte Gabriela Sabatini e festeggia il Golden Slam
 

TENNIS US OPEN – Nel 40mo anniversario della WTA, ricordiamo i grandi momenti degli Us Open al femminile dal ’73. L’ultima vittoria di Billie Jean King, i record di Evert e Navratilova, il Golden Slam di Steffi Graf, le sorelle Williams.

Come molti di voi già sapranno, il 1973 è l’anno della nascita della WTA, acronimo di Women Tennis Association, ma ancor più sinonimo di pari diritti e pari opportunità nel tennis professionistico. E’ celebre e già raccontata (Wimbledon celebra i 40 anni della WTA, Uomini e donne sono uguali) la storia di come Billy Jean King guidò un gruppo di 63 tenniste, barricandole il 20 giugno in una stanza del Gloucester Hotel di Londra, per poi riemergere con i documenti legali che attestavano la nascita della WTA e quindi l’espansione a livello globale di quello che era stato il Virginia Slims Tour.

Gli US Open furono il primo slam, proprio nel 1973, ad assegnare pari montepremi per i tornei maschile e femminile e, in occasione del 40ennale dalla nascita della WTA, sul sito dello Slam americano compare un countdown che fino all’8 settembre svelerà ogni giorno un evento o un fatto significativo volto a celebrare i successi e la realizzazione di donne come giocatrici negli ultimi 40 anni. Sulla scia di questa simpatica ed interessante iniziativa, noi vi proponiamo un excursus temporale attraverso personaggi, match passati alla storia, primati raggiunti e curiosità.

1974 – L’ultimo trionfo a New York di Billie Jean King
E’ facile ricordare Billie Jean King più per le battaglie intraprese fuori dal campo che per i successi ottenuti in carriera, lei stessa in un’intervista del 1984, dopo essersi ritirata dalle competizioni in singolare,  esprime qualche rimpianto su ciò che avrebbe potuto realizzare se si fosse dedicata solo al tennis “A volte quando sto guardando una come Martina [Navratilova], mi ricordo quanto era bello essere la numero uno. Credetemi,  è il momento migliore nella vostra vita. Non lasciate mai che nessuno dica qualcosa di diverso…. il mio unico rammarico è che ho dovuto fare troppo fuori dal campo. In fondo, mi chiedo quanto sarei potuta essere brava se mi fossi concentrata solo sul tennis. ” Ad ogni modo, se non si fosse impegnata per i diritti delle giocatrici, lei stessa e molte dopo di lei avrebbero avuto meno opportunità e meno sostegno per portare avanti le proprie carriere”.
Vincendo il quarto US Open nel ’74 divenne la seconda tennista, dopo Margaret Court, a trionfare in una prova dello Slam a trent’anni compiuti, finendo nuovamente l’anno da numero uno secondo la classifica stilata dalla WTA.

1977 – Tracy Austin debutta agli US Open
Al suo debutto nello Slam Americano era già celebrata come un prodigio e forse in molti diranno che l’eliminazione della campionessa in carica degli Open di Francia, Sue Barker, non sia stata poi una così gran sorpresa. Di certo, l’allora 14enne Californiana che amava spazzolare le righe, divenne rapidissimamente la beniamina di casa, tanto da ricevere una telefonata del presidente Jimmy Carter alla vigilia del quarto di finale perso contro Betty Stove “Quando mi hanno detto negli spogliatoi che lui era al telefono, ho pensato che fosse uno scherzo” ha ricordato in un’intervista del 2007 con ESPN “Sono sicura di avere detto al massimo sette parole.”
L’anno successivo non riuscì ad aggiudicarsi il torneo, fermata nuovamente nei quarti, questa volta da Chris Evert, campionessa in carica da tre anni, ma nel ’79 interruppe il regno della collega statunitense aggiudicandosi la finale 64 63, divenendo la più giovane vincitrice dell’evento a sedici anni e nove mesi.  Austin, che divenne numero uno l’aprile dell’anno successivo, riuscì a vincere nuovamente il torneo nel 1981, di fatto il secondo è ultimo Slam vinto in singolare, battendo Martina Navratilova 16 76(74) 76(71).

1971-89 – I record di Chris Evert
Nei quarti di finale del 1987 Chris Evert veniva sconfitta  63 26 46 da Lori McNeil, perdendo per la prima volta in sedici anni prima delle semifinali. Ma questo non è l’unico record assoluto conseguito dall’americana nello Slam di casa, i suo primati iniziano quando aveva solo sedici anni e l’accompagnano fino alla fine della propria carriera nel 1989:
1975-1978 è l’unica donna ad aver vinto lo US Open su due superfici diverse (terra dal ’75 al ’77)
1975-1979 31 match e 46 sets consecutivi vinti
1975-1982 conquista 6 titoli di cui 4 consecutivi dal ’75 al ‘78
1975-1984 gioca 9 finali di cui 6 consecutive dal ’75 all’ ‘80
1971-1989 101 match vinti con una percentuale di realizzazione dell’ 89.38% (101-12)
Ai record conseguiti nel solo Slam americano se ne aggiungono molti altri che di fatto la proiettano tra le migliori tenniste della storia, basti pensare che nei confronti diretti con le tenniste dominanti della sua epoca ha un riscontro negativo solo nei confronti di Martina Navratilova (37-43), Tracy Austin(8-9) e l’emergente Steffi Graf (6-8, perdendo gli ultimi 8 incontri).

1987 – Martina Navratilova vince tutti e tre i titoli
In occasione del 100esimo anniversario del torneo, Martina Navratilova divenne la regina indiscussa dello Slam americano, aggiudicandosi la Tripla Corona, ossia tutti e tre i titoli: il singolare sconfiggendo Steffy Graf 76(74) 61, il doppio in coppia con Pam Shriver e il doppio misto assieme a Emilio Sanchez.
Val pena ricordare che durante tutta la durata del torneo singolare Martina non perse nemmeno un set, inoltre, l’allora 30enne cecoslovacca, vinse lo stesso giorno, a distanza di tre ore, il doppio e il doppio misto, dove assieme a Sanchez dovette fronteggiare due match points prima di aggiudicarsi il titolo al tie break del terzo set, sconfiggendo la coppia americana Betsy Nagelsen /Paul Annacone 6-4, 6-7 (6), 7-6 (12) “Quando abbiamo subito il break, Emilio mi ha detto che era molto nervoso, e lo ero anch’io, non solo per la partita, ma anche per la tripla. Lui non sapeva nemmeno che stavo per una tripla. E non avevo intenzione di dirglielo”.

1988 – Steffi Graf completa il  Golden Slam
Il 1988 è l’anno dell’impresa e a compierla è Steffi Graf, allora 19enne e già numero 1 dall’anno precedente. Quello di Steffi è un primato assoluto per l’era Open, prima di lei furono capaci di vincere tutti e quattro i tornei dello Slam nello stesso anno solo Margaret Smith Court nel 1970 e Maureen Connolly nel 1953, ma nessuna portò a casa anche la medaglia d’oro alle Olimpiadi. Dopo essersi aggiudicata gli Australian Open e il Roland Garros, Graf riesce nell’impresa di interrompere il regno incontrastato di Martina Navratilova ai Championship, la cecoslovacca, aveva infatti vinto le ultime sei edizioni, totalizzando otto successi sui campi londinesi. Agli US Open trova in finale l’amica e rivale Gabriela Sabatini, l’esito dell’incontro è 63 36 61 che vale per Steffi la realizzazione di un sogno che si protrarrà fino alla fine del torneo Olimpico a Seul, dove conquistò la medaglia d’oro in singolare e il bronzo in doppio. Alla fine della stagione aveva totalizzato solo 3 sconfitte e realizzato una striscia di 47 vittorie consecutive, conquistando 10 titoli a cui vanno sommate le medaglie olimpiche.

1991-93 – Il dominio di Monica Seles
Dal Gennaio 1991 all’Australian Open del ‘93 Monica Seles si aggiudicò 7 titoli del Grande Slam su 8 finali disputate, tra cui i 2 US Open, rispettivamente ai danni di Martina Navratilova 76(74) 61 e Arantxa Sánchez Vicario 63 63, stabilendo un record vittorie/sconfitte di 55-1, pari al 98%, nei tornei del Grande Slam. In particolare, nel 92’, Seles si trovava stabilmente alla prima posizione mondiale, raggiunta con rapidità aggiudicandosi 30 titoli a partire dal suo debutto come professionista nell’ ’89, tra cui due Virginia Slim Championship ai danni di Martina Navratilova (’91 e ’92).
Il 30 Aprile del ’93, la tennista Jugoslava verrà pugnalata da un fan squilibrato di Steffy Graf durante il torneo di Amburgo. La ferita riportata per fortuna non fu troppo grave, ma l’episodio le provocò uno shock psicologico molto profondo, tanto da indurla ad abbandonare il professionismo per oltre due anni. Nel  ’95 decise di rientrare nel circuito vincendo agevolmente il torneo di Toronto, subito dopo arrivò nuovamente in finale agli US Open, dove perse una partita molto combattuta  contro la sua avversaria di sempre, Steffi Graf.

1997 – La scalata di Martina Hingis e Venus Williams
Alla vigilia della finale del ‘97 Martina Hingis, 17 anni non ancora compiuti, era già una giovanissima stella, capace di raggiungere nello stesso anno tutte le finali Slam, vincendo per altro gli Australian Open e i Championship. Venus, tre mesi più anziana della Hingis, era alla sua prima apparizione nel main draw del torneo e fino a quel momento non era mai andata oltre il secondo turno in un major.
La finale, non è stata in realtà un gran partita, Martina ha potuto approfittare della tensione e dell’inesperienza ad alti livelli della propria avversaria, aggiudicandosi il torneo senza intoppi e col punteggio 60 64. Ci sono però due aspetti importanti che caratterizzano quest’incontro: Venus è stata la prima afroamericana a raggiungere la finale di uno Slam dopo Arthur Ashe (trionfo cui è dedicato un capitolo di “Il successo è un viaggio”, la biografia del campione scritta dal nostro Alessandro Mastroluca) nel 1968 “Questo momento, nel primo anno dell’ Arthur Ashe Stadium, rappresenta lo stare tutti insieme, tutti hanno la possibilità di giocare” per Venus è stato un privilegio giocare nello stadio appena intitolato, inoltre quest’incontro rappresenta il cambio della guardia, da questo momento in poi né Graf né Seles disputeranno più una finale a New York, Martina si ripresenterà nelle due finali successive perdendo rispettivamente da Davenport e Serena, mentre dal 2000 al 2002 la conquista del titolo sarà quasi esclusivamente un affare di casa Williams, considerando anche la finale vinta da Serena su Davenport proprio nel 2000.

2001 – La prima finale in casa Williams
Difficile immaginare l’ascesa contemporanea di due sorelle al vertice del tennis mondiale, eppure loro ce l’hanno fatta, anche se la strada è stata lunga, con pazienza e dedizione sono arrivate in cima. Alla vigilia degli US Open del 2001 Venus aveva già conquistato tre titoli Slam, Wimbledon 2000 e 2001 e aspettava di riconfermarsi anche a New York, Serena invece solo uno, lo US Open del 1999. Era dal 1884, con la finale disputata a Wimbledon dalle sorelle Watson, che il trofeo di uno Slam non veniva assegnato in famiglia.
La partita non fu delle migliori, con Venus e Serena impegnate nel contrastare le proprie emozioni e un pubblico che a ragione non sapeva da che parte stare. Fu la prima finale trasmessa in prima serata e la curiosità di vedere le due sorelle contendersi il titolo attirò 23 milioni di spettatori, Diana Ross cantò God Bless America e fra il pubblico vi erano numerosi personaggi famosi. Venus si aggiudicò l’incontro 62 64, vincendo il suo secondo US Open.

2003 – Una finale tutta belga
Il 2003 è l’anno di Justine Henin e Kim Clijsters, le due belghe si erano già affrontate nella finale degli Open di Francia dove Justine aveva sconfitto la connazionale vincendo il primo titolo Slam della propria carriera. Ma ciò che si ricorda meglio di quell’anno non è tanto la finale, quanto la semifinale tra Henin e Capriati, tenutasi appena 18 ore prima e durata 3 ore e 3 minuti. Capriati, tre volte campionessa Slam e di certo la favorita del pubblico, si trovava avanti di un set e di un break prima che Henin prendesse in mano la situazione vincendo cinque giochi consecutivi, l’ultimo dei quali la portò avanti di un break nel terzo parziale. In un emozionante finale, Capriati, dopo essersi riportata in vantaggio, può servire per l’incontro, ma due errori gratuiti di troppo consentono a Henin di trascinarla al tie break, dove finalmente riuscirà ad aggiudicarsi un posto in finale.
La fatica della semifinale non impedisce a Justine di ottenere il titolo, battendo in due set la connazionale Clijsters  75 61 “Non sapevo se sarei stata in grado di competere e lottare al 100%. E’ difficile quando si deve giocare una finale Slam e si hanno solo venti ore per recuperare. Sono sempre stata una grande combattente”. Henin vincerà nuovamente gli US Open nel 2007 come prima testa di serie, Clijsters da parte sua ebbe modo di rifarsi vincendo il titolo tre volte, nel 2005 e dopo essere rientrata nel circuito nel 2009 e 2010.

2004 – Il match che segnò la svolta
I quarti di finale del 2004, disputati tra Serena Williams e Jennifer Capriati furono teatro di un’infinità di chiamate contestate e colpi al fulmicotone. Di certo il match ha soddisfatto le aspettative degli spettatori, ma rimane storica la chiamata del giudice di sedia Mariana Alves, che tramite overrule chiamò fuori un perfetto rovescio vincente della Williams, nonostante non ci fossero state chiamate dai vicini giudici di linea. Gli errori arbitrali condussero Serena a perdere la partita 26 64 64, consentendo a Capriati di recuperare dal set di svantaggio.
Dopo il match Serena si palesò infuriata “Sono molto arrabbiata e amareggiata adesso” “ Mi sento tradita, dovrei andare avanti? Mi sento derubata”. A fronte del replay televisivo la USTA non poté fare a meno di scusarsi e il giudice Alves fu interdetta dall’arbitrare altre partite nel corso del torneo.
Questo match è considerato lo spartiacque che ha condotto all’utilizzo dell’occhio di falco durante gli incontri; dopo una serie di test effettuati nel 2005, l’ITF ha approvato il sistema di controllo e gli US Open sono stati il primo slam ad introdurlo già nel 2006, concedendo ai giocatori due chiamate per set.

2006 – Navratilova senza età
“Tutte le ere hanno i loro grandi giocatori, ma Martina sta a cavallo di varie ere come la più grande” a dirlo è Billy Jean King e come darle torto? Questa campionessa, già leggenda, ha avuto la grinta per rimettersi in gioco a cinquant’anni e vincere uno slam in doppio misto con Bob Brian, sconfiggendo in due set, 62 63, i cechi Kveta Peschke e Martin Damm. “Si possono fare grandi cose indipendentemente dalla vostra età se ci si crede e, sai, se lo si desidera” ha detto dopo l’ultimo dei suoi sedici titoli agli US Open “Non fatevi limitare dalle persone che dicono: ‘No, non puoi farlo perché sei troppo vecchio o perché sei pesante o non sei un atleta.’ Qualunque siano le vostre limitazioni, non lasciate che vi definiscano. Io non l’ho permesso”. Un altro record che si perde fra quelli già registrati in carriera.

2009 – Il ritorno di Kim
Dopo tre anni di assenza dalle competizioni Kim Clijsters fa centro al primo colpo, aggiudicandosi il primo torneo Slam a cui prende parte, divenendo il primo giocatore, uomo o donna, a vincere gli US Open entrando con una wild card. Con appena sette partite ufficiali alle spalle è riuscita nell’impresa di sconfiggere Marion Bartoli, Venus, allora terza testa di serie e Li Na, per poi aggiudicarsi, in semifinale, lo scalpo di Serena con un perentorio 64 75. In finale Clijsters troverà Caroline Wozniacki e completerà la sua improbabile corsa al titolo battendo la danese 75 63.
La cerimonia di premiazione è ricordata come una delle più toccanti, dove Kim condivide la gioia col marito e la piccola Jada, all’epoca di soli diciotto mesi. Clijsters è riuscita nel compito eccezionale di conciliare la vita privata, la famiglia e la maternità con la propria carriera, prima di lei solo Evonne Goolagong vantava il primato di Mamma Slam, dopo essere divenuta mamma nel ’76, vinse Wimbledon nel 1980.
Nel 2010 Kim difende il titolo battendo una spaesata Vera Zvonareva 61 62, inoltre viene nominata WTA Comeback Player of the Year nel 2009 e WTA Player of the Year nel 2010, nel 2011 tornerà in vetta alla classifica WTA dopo aver vinto gli Australian Open.

2011 – Esther Vergeer vince il suo ultimo US Open
Il 2011 vede l’ultima apparizione di Esther Vergeer a Flushing Meadows, la tennista olandese viene considerata la giocatrice che ha dominato maggiormente uno sport, tanto da diventare un’icona e un esempio di determinazione sia per i diversamente abili che per tutti gli atleti di qualsiasi disciplina. A fine carriera, nel 2012, il suo palmares conterà 700 vittorie, di cui 470 consecutive fino all’ultima apparizione nelle competizioni ufficiali, avvenuta alle Olimpiadi di Londra, dove ha conquistato la medaglia d’oro in singolare e doppio. In totale ha vinto 160 titoli in singolare e 133 in doppio, fra cui, in entrambi i casi, 21 sono Slam, tutti quelli a cui ha partecipato. Il suo dominio come numero uno, si è esteso dal ’99 fino al febbraio 2013, quando ha annunciato il ritiro dal professionismo.

2012 – Il quarto US Open di Serena
L’estate del 2012 è stata sicuramente magica per Serena Williams, reduce dalla vittoria a Wimbledon e dalla due medaglie d’oro, singolare e doppio, conquistate alle Olimpiadi di Londra, la vittoria agli US Open non poteva che essere la ciliegina sulla torta ad una stagione che sembrava partita male, con l’infortunio alla caviglia patito a Brisbane e la sconfitta al primo turno del Roland Garros per mano di un’incredibile Virgine Razzano.
Battendo Viktoria Azarenka, dopo aver recuperato un deficit di 3-5 nell’ultimo è decisivo set, con la bielorussa a due punti dal match, Serena è diventata la quarta donna a vincere gli US Open dopo aver compiuto i trent’anni, unendosi a Margaret Court (31), Martina Navratilova (30) e Billie Jean King (30), inoltre, questo febbraio è diventata la più anziana numero uno di sempre.

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