Focus
Alle origini di un mito: quando Monica Seles giocava per il TK Novi Sad

Questa sera a New York, in una esibizione contro Gabriela Sabatini, scende nuovamente in campo Monica Seles. Per l’occasione, Ubitennis è andato a vedere dove è iniziata la carriera del fenomeno bimane che sconvolse il tennis femminile all’inizio degli anni 90. Era il 1985, quando la neocampionessa europea di tennis under 12, l’undicenne Monika Karolja Szeles, si tesserava per il TK Novi Sad…
Ritorna in campo Monica Seles. Al Madison Square Garden, in una esibizione con la sua grande ex avversaria ed amica Gabriela Sabatini.
In occasione del match di New York, Ubitennis ha voluto andare a vedere dove è iniziata la carriera della campionessa nata nell’ex Jugoslavia, un piccolo omaggio ad una fuoriclasse che probabilmente avrebbe riscritto la storia del tennis femminile, se il destino non avesse deciso diversamente.
L’esibizione di New York vuole ricordare il match disputato dalle due giocatrici 25 anni fa a New York, la finale dei WTA Championship 1990 che la Seles vinse in 5 set (6-4, 5-7, 3-6, 6-4,6-2). Fu la prima finale femminile che si concluse in cinque set da quella del 1901 degli US Open (a quei tempi si chiamavano US Championship) vinta dall’americana Elisabeth Moore. Ma agli appassionati, soprattutto quelli tifosi di Monica, più che quel match a New York, in questo periodo torna in mente il gennaio di qualche anno dopo. Quello del 1996, quando a Melbourne sembrò che la magia del suo gioco fosse tornata.
Intatta. Come se nulla fosse accaduto.
Monica Seles aveva infatti appena conquistato il suo nono Slam, a pochi mesi dal suo rientro alle gare dopo l’aggressione subita ad Amburgo nella primavera del 1993 e lo stop agonistico di più di due anni (dall’aprile 1993 all’agosto 1995). Nona vittoria in un torneo del Grande Slam che aveva già sfiorato pochi mesi prima nella finale degli US Open persa al terzo contro Steffi Graf.
Ma fu un’illusione.
La magia del suo gioco, con la straordinaria capacità di anticipo con entrambi i fondamentali giocati a due mani, quella magia che le aveva permesso di conquistare – non ancora ventenne – 8 tornei del grande Slam dal 1990 al 1993 e conquistare la vetta della classifica mondiale, era svanita.
La lama del coltello di Gunther Parche, in quella primavera del 1993, l’aveva fatta svanire, spezzando l’equilibrio della vita di Monica. Equilibrio che a causa anche di altri eventi – come la malattia e la morte del padre – riuscirà a recuperare solo dopo un percorso lungo e doloroso, come racconterà lei stessa nel 2009 nella autobiografia “Getting A Grip: On My Body, My Mind, My Self” e che ha voluto recentemente condividere di nuovo, per essere d’aiuto alle persone che soffrono della stessa patologia di cui era affetta in quel periodo.
Dopo l’aggressione “Little Mo” (il soprannome che le venne dato da bambina nell’allora Jugoslavia, ricordando l’appellativo di un’altra grande tennista, Maureen Connolly, che da teenager stupì il tennis femminile nella prima metà degli anni 50. E non è solo il soprannome ad unire il destino delle due Little Mo del tennis mondiale: anche la Connolly dovette interrompere la carriera – ma nel suo caso definitivamente – all’età di 19 anni ed entrambe hanno raggiunto quota 9 tornei Slam vinti) conquistò solo quell’ultimo Slam. Oltre alla finale 1995 a New York raggiunse altre due finali nei Major (nello 1996 a New York sconfitta nuovamente dalla Graf e due anni dopo a Parigi sconfitta da Arantxa Sanchez – che prima dell’aggressione aveva perso in tutte e tre le occasioni in cui aveva incontrato negli Slam la Seles: la finale del Roland Garros 1991, la semifinale degli Australian Open 1992, la finale degli US Open 1992), vinse 21 tornei WTA (ne aveva vinti 31 tra il 1990 ed il 1993, oltre al primo torneo vinto nel 1989 a Houston, sconfiggendo ancora quindicenne la grande Chris Evert) e conquistò tre Federation Cup e un bronzo olimpico con i colori statunitensi (era diventata cittadina americana nel 1994). Ma il suo gioco non raggiunse più la straordinaria intensità dei primi anni di carriera.
La magia non c’era più.
Ubitennis è andato a vedere dov’era nata quella magia, poi sviluppata in quella sorta di Hogwarts tennistica che è l’Accademia di Albus Silente Bollettieri.
La leggenda vuole che la magia nasca nella Balzakova Ulica (la Via Balzac) di Novi Sad, per la precisione nel parcheggio della via, situata nel quartiere Liman della città, dove Karolj Seles disegnò le righe di un campo da tennis ed iniziò ad insegnare a giocare a tennis alla figlia Monica di 5 anni. Karolj Seles – vignettista e caricaturista di discreta fama in patria – non fu il tipico padre che si improvvisa allenatore di tennis essendo del tutto digiuno in tema di metodologie di allenamento. Atleta di buon livello da giovane, due volte campione jugoslavo di salto triplo, frequentò la Facoltà di Educazione Fisica e dello Sport dell’Università di Belgrado, fu insegnante di educazione fisica per diversi anni e poi anche allenatore di salto triplo (sotto la sua guida Radoslav Jocić fu il primo atleta jugoslavo a superare i 15 metri).
Per farsi raccontare qualcosa di quel periodo, Ubitennis ha contattato il Teniski Klub Novi Sad, principale tennis club della città natale della Seles, dove la tennista di origini ungheresi si allenò – undicenne – per tutto il 1985, prima di trasferirsi in Florida alla corte del guru americano, dallo scorso anno nella Hall of Fame del tennis.
Monica aveva iniziato a far parlare di sé l’anno precedente, nell’estate 1984, con la vittoria agli Europei under 12. Da un giornale jugoslavo dell’epoca (il settimanale sportivo “Tempo”) si legge:
“Gli addetti ai lavori sono entusiasti del gioco della nostra giocatrice e la maggioranza già adesso la annuncia come colei che succederà a Martina Navratilova. Lei è rimasta quasi indifferente a tutti questi complimenti, ma non è priva di ambizioni: “Il mio compito è studiare a scuola e allenarmi come mi dicono mio papà Karoly e mio fratello Zoltan. Papà si preoccupa di scoprire tutte le novità nelle tecniche di allenamento del tennis mondiale, mio fratello me le mostra in campo e mi aiuta a metterle in pratica. A giudicare dalla regolarità delle mie vittorie, sembra che tutti e tre stiamo facendo bene il nostro lavoro” dice la piccola Monika, quasi inconsapevole della dimensione dei suoi successi.”
Il tesseramento di Monica per il club della cittadina serba, capitale della provincia autonoma della Vojvodina, risale al febbraio del 1985, dopo la vittoria dell’Orange Bowl a Miami (dove fu notata da Bollettieri, che da lì iniziò ad interessarsi della bambina prodigio e a far sì che venisse ad allenarsi nella sua accademia di Bradenton).
Il TK Novi Sad ha pubblicato il modulo di tesseramento sulla home page del proprio sito (da notare – oltre al nome che era ancora Monika e non Monica – la grafia magiara del suo cognome (Szeles) ed il patronimico Karolja, cioè figlia di Karolj).
“Non abbiamo molte notizie di quel periodo. Monika giocò da noi per poco tempo, dall’inizio del 1985 sino all’autunno dello stesso anno, quando si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti. “ racconta Petar Zvekic, segretario del club.
Ma quelle poche notizie sono comunque interessanti, fanno capire che già allora c’era qualcosa di speciale.
C’era già la magia.
“Da quello che raccontano i soci che c’erano già a quei tempi, Monica era molto timida e modesta, ma molto coscienziosa e responsabile nell’approccio all’allenamento per la sua età. Si allenava due ore al mattino e due ore al pomeriggio, sempre concentrata al massimo, cosa che tutti gli altri bambini della sua età non riuscivano a fare”.
Una curiosità: chi scrive questo articolo, che tra il 1984 ed il 1985 era a Novi Sad ed era già appassionato di tennis, si recò al TK Novi Sad proprio per vedere gli allenamenti della giovane promessa di cui tutti parlavano in maniera entusiasta. Purtroppo senza successo, altrimenti questo articolo si sarebbe arricchito di un ulteriore ricordo della Seles sui campi del TK Novi Sad…
Il club ha mandato anche una foto del periodo in cui Monica si allenava da loro:
Lo staff tecnico del club non seguì mai la undicenne promessa, che veniva allenata esclusivamente dai familiari.
“Monika veniva allenata dal padre e dal fratello. Quest’ultimo, Zoltan, era a sua volta un tennista di talento, ma rinunciò alla carriera agonistica per allenare la sorella”.
Doveroso precisare che la crescita tennistica della piccola Seles non fu gestita solo dai familiari. Tra il campo disegnato nel parcheggio della Balzakova Ulica ed i campi di terra rossa del TK Novi Sad, per un lungo periodo fu seguita da Jelena Gengic, la famosa allenatrice jugoslava che in quegli anni seguì anche Goran Ivanisevic e poi più tardi fu la scopritrice e prima allenatrice dell’attuale numero 1 del mondo, Novak Djokovic.
In un’intervista del 2011 la Gencic, scomparsa nel 2013, ricordava così gli anni di lavoro con la Seles e il padre della giocatrice:
“Quando erano piccoli ho allenato Monica Seles e Goran Ivanisevic. Li ho seguiti nei tornei junior per quattro anni. Ho insegnato a Monica quasi tutto quello che c’era da sapere per avere successo nel tennis. Suo padre Karoly ha davvero sacrificato molto per la sua carriera. Era perseverante ed era presente quasi ad ogni sessione di allenamento. Non ha mai interferito e ha sempre collaborato”.
Il TK Novi Sad – dotato di 9 campi all’aperto, 6 in terra battuta e 3 in sintetico, di cui 7 illuminati – ha in Monica Seles il suo fiore all’occhiello, ma ha sfornato anche altri ottimi giocatori, diversi dei quali sono stati campioni nazionali a livello individuale o a squadre. Da ricordare in particolare due nomi a livello femminile: Tatjana Jecemenica, attuale selezionatrice della nazionale di Federation Cup serba ed ex n. 86 del mondo (6 titoli ITF vinti in carriera), e Sandra Nacuk, che è stata n.81 della classifica WTA (4 titoli ITF conquistati, raggiunse il terzo turno a Wimbledon nel 2000, dove perse in 3 set da Arantxa Sanchez, poi sconfitta proprio dalla Seles nel turno successivo).
Il sodalizio organizza ogni anno un torneo ITF juniores under 18 di seconda categoria, che quest’anno giungerà alla 17esima edizione. E che nel 2011 fu vinto da un quindicenne Borna Coric, il giovane talento croato oggi n. 60 ATP e grande promessa del tennis mondiale.
“Il torneo ha ogni anno diversi partecipanti dall’Italia, che ottengono sempre buoni risultati” (lo scorso anno Federico Bonacia è arrivato in finale nel singolare maschile, mentre Ludmila Samsonova in semifinale tra le ragazze, ndr) e di cui conserviamo sempre bei ricordi, sia dei giocatori che degli allenatori. Anche perché abbiamo una mentalità molto simile e siamo sempre pronti a divertirci e a stare in compagnia assieme” ha concluso il segretario del club.
Come detto, Monica giocò sui campi del TK Novi Sad fino alla fine del 1985. Si trasferì negli Stati Uniti nella primavera del 1986, quando il padre riuscì a vendere la casa nella Balzakova Ulica e la famiglia Seles partì per stare vicino alla figlia che iniziò ad allenarsi alla corte di Bollettieri. Che nel 2014 in una intervista esclusiva alla pagina inglese Ubitennis ricordava così la fuoriclasse di origine jugoslava:
“Immaginate una ragazzina magra, che all’età di 12 anni colpisce a due mani da tutti e due i lati e sta attaccata alla linea di fondo muovendosi benissimo. Questo è quello che io vidi guardando Monica giocare all’Orange Bowl molti anni fa. Cosa feci? Offrii a lei e alla sua famiglia una borsa di studio e non ho mai cambiato niente nel suo gioco, non importa cosa le persone pensavano io dovessi fare. Monica è una delle migliori di tutti i tempi e non potrebbe essere una persona migliore fuori dal campo”.
Monica fece ritorno a Novi Sad nel 1990 per giocare un’esibizione contro Arantxa Sanchez. Da quella volta torna periodicamente nella città natale.
E se Monica non ha dimenticato Novi Sad, nemmeno Novi Sad ha dimenticato la sua “Little Mo”. Anzi. Oltre alle foto custodite dal TK Novi Sad, c’è anche dell’altro a ricordarla nella sua città.
Nel maggio 2012 sulle rive del Danubio, il fiume che bagna Novi Sad, è stato inaugurato un nuovo complesso sportivo dove sono stati costruiti due campi di tennis. Uno dei quali, con il consenso di Monica, è stato intitolato alla campionessa e riporta il suo nome e la riproduzione della sua firma a fondo campo.
Ma il ricordo più particolare si trova al n.26 della Balzakova Ulica, dove abitavano i Seles. Nell’ottobre 2013 sulla facciata della casa, che Monica da piccola utilizzava come muro di allenamento, è stato dipinto un murale che la raffigura da giovanissima con in mano un trofeo ed un orsacchiotto – proprio come nella foto all’inizio di questo articolo – e con scritto di fianco il suo nome nell’originale grafia ungherese e la frase in serbo “Qui è iniziato tutto”.
A ricordare dove la magia ebbe inizio.
Area test
Asics Gel Resolution 9: l’innovazione di un grande classico
Il modello di ASICS per chi ama giocare da fondocampo si rinnova: Gel Resolution 9 è una scarpa ancora migliore di prima. Il nostro test in campo

ASICS ha presentato i nuovi modelli 2023 delle scarpe GEL Resolution 9 e COURT FF 3, entrambe sviluppate in collaborazione con tennisti professionisti. Come sappiamo, ASICS ha studiato numerosi giocatori, pro e non, e ha individuato tre categorie principali di giocatori: chi gioca da fondo campo, chi ama sprintare verso la rete e la terza che è formata dal meglio di queste due tipologie.
La scarpa GEL Resolution è il modello dei cosiddetti baseliner, chi gioca prevalentemente da fondo campo; Matteo Berrettini e Iga Swiatek sono i testimonial principali di questa scarpa. Ma è una scelta super popolare per chi paga per averla, e questo fatto vale più di ogni recensione.
Nel proprio istituto di scienze sportiva, dove Asics progetta, innova e testa ogni modello prima di immetterlo sul mercato, hanno pensato di migliorare ancora di più quelle caratteristiche necessarie a stare al passo con il gioco “che si evolve con ritmi sempre più alti che richiedono movimenti altrettanto rapidi, recuperi rapidi e cambi di direzione repentini”, come ha affermato Azumi Taoka.
Per questo ASICS ha introdotto due sostanziali novità sulla Resolution 9. La prima è l’estensione del DYNAWALL (presente nella versione 8), la tecnologia che facilita i movimenti laterali del piede per poi favorirne il ritorno nella posizione di partenza, fin sotto il tacco della scarpa. Queste consente di avere movimenti più dinamici, una scelta arrivata proprio dopo lo studio dei movimenti dei tennisti in campo. E poi maggiore stabilità con la suola di nuova costruzione, che ora ha un contatto con il terreno più ampio per aumentare quindi la stabilità. ASICS dichiara una frenata migliorata del 4,4% rispetto alla Gel Resolution 8.
Altre tecnologie impiegate includono il classico GEL in zona rearfoot e forefoot, per ammortizzazione degli impatti al suolo e restituzione di energia, AHARPLUS nella suola per incrementarne la durata e PGUARD per rinforzare ulteriormente la zona del tallone.

TEST IN CAMPO
La Gel Resolution 9 è una scarpa pronta all’uso, e già questa è una prima differenza con la Resolution 8, che necessitava di qualche ora di gioco per trovare il comfort giusto. Adesso, con la nuova nuova tomaia più morbida ed elastica grazie alla tecnoogia DYNAWRAP, c’è un alloggiamento più comodo per quanto riguarda il piede e quindi fin da subito è una scarpa ready to play. Si percepisce subito anche il gran lavoro di supporto e stabilità frutto del sistema DYNAWALL. A livello estetico si nota il cambio del disegno della parte superiore della scarpa, lì dove non c’è contatto con il terreno e che quindi ASICS ha alleggerito ancora, usando meno materiale possibile proprio per contenere il peso e rendere ancora più morbida quella sezione. E cambia anche il sistema di allacciatura rispetto alla versione 8. Si percepisce un feeling di solidità maggiore rispetto al passato, si scivola sulla terra, si riparte duramente sul veloce per poi frenare all’improvviso per un cambio di direzione e la scarpa risponde prontamente, con un gran comfort e la sensazione di avere il piede protetto e sempre al sicuro. Detto della stabilità, che rimane la qualità principale di questo modello, riscontriamo un comfort migliorato e decisamente percepibile. Inoltre, la Gel Resolution 9 nella misura 44 è più leggera del modello precedente di circa il 2% (siamo sui 430 grammi circa). Infine le due suole, quella per tutte le superfici e quella specifica per terra battuta, hanno praticamente la stessa resa sui campi in terra. Abbiamo provato quella all-court sulla terra battuta e sull’erba sintetica, la scarpa non ha mai perso aderenza col terreno. Le scalanature classiche della suola da terra favoriscono ulteriormente la dispersione della terra rossa, ma come detto le differenze sono impercettibili giocando sul rosso.
CONCLUSIONE
La stabilità è sempre stata la caratteristica principale di questo modello e anche la versione 9 non fa che ribadirlo, specie chi vuole tenere al sicuro le proprie caviglie senza preoccuparsi dei movimenti repentini troverà in questa Gel Resolution 9 una fedele alleata.
ATP
Il tabellone maschile di Miami 2023: possibile un’altra semifinale Sinner-Alcaraz
Berrettini e Musetti hanno un bye: possibili secondi turni contro McDonald e Lehecka. Ci sono Fognini-Lestienne e Sonego-Thiem

Neanche il tempo di tirare le somme del primo Master 1000 della stagione, Indian Wells, che il circuito e il Sunshine Double si spostano in Florida, nella relativamente nuova location dell’Hard Rock Stadium, casa, nel resto dell’anno, della squadra locale di football americano, i Miami Dolphins. Quello che andrà in scena a Miami sarà un master 1000 sulla falsariga di quello che abbiamo visto in California: due settimane di gara, novantasei giocatori di altissimo livello coinvolti. Come ad Indian Wells, tuttavia, le assenze si faranno sentire: non saranno al via né Rafa Nadal (out per infortunio, tornerà a Montecarlo), né Novak Djokovic, il cui forfait è stato ufficializzato qualche giorno fa per la ricorrente problematica della mancata vaccinazione del numero uno serbo.
Presenti in ogni caso tutti gli altri top ten: a guidare il tabellone sarà Carlos Alcaraz, detentore del titolo, seguito da Stefanos Tsitsipas e Casper Ruud, finalista uscente. Poco più in basso ecco comparire Daniil Medvdedev, finalista come Alcaraz del BNP Paribas Open, indubbiamente il giocatore del momento.
Cinque, poi, gli italiani al via: guida la pattuglia azzurra Jannik Sinner, reduce dalla grande settimana californiana. Oltre a lui presenti Matteo Berrettini (eliminato ai quarti del challenger di Phoenix), ancora alla ricerca di una degna condizione, e poi Lorenzo Musetti (anche lui in un momento di crisi), Lorenzo Sonego ed infine, come ultimo ammesso al tabellone principale, Fabio Fognini.
Il tabellone – Parte Alta


Il tabellone – Parte Bassa


Ottavi teorici
(1) Alcaraz vs Paul (16)
(9) Fritz vs Rune (7)
(3) Ruud vs Zverev (13)
(10) Sinner vs Rublev (6)
(8) Hurkacz vs Norrie (11)
(15) De Minaur vs Medvedev (4)
(5) Auger-Aliassime vs Tiafoe (12)
(14) Khachanov vs Tsitsipas (2)
Primi turni degli italiani
[10] J. Sinner vs bye / 2T vs Qualificato / Djere
[19] M. Berrettini vs bye / 2T vs Galan / McDonald
[18] L. Musetti vs bye / 2T vs Coria / Lehecka
F. Fognini vs Lestienne
L. Sonego vs Thiem
Informazioni sul torneo
Tabellone a 96 giocatori (32 teste di serie con un bye al primo turno)
4 wild card
Copertura televisiva
Come per Indian Wells, Sky dedicherà due canali anche all’ATP di Miami: Sky Sport Uno e Sky Sport tennis.
Calendario di gioco
Mercoledì 22: primo turno
Giovedi 23: primo turno
Venerdì 24: secondo turno
Sabato 25: secondo turno
Domenica 26: terzo turno
Lunedì 27: terzo turno
Martedì 28: quarto turno
Mercoledì 29: quarti di finale
Giovedì 30: quarti di finale
Venerdì 31: semifinali
Sabato 1: finale di doppio
Domenica 2: finale di singolo
Punti/montepremi
Vincitore: 1000 punti/ $ 1,262,220
Finalista: 600 punti/ $662, 360
Semifinalista: 360 punti/ $ 352, 635
Quarti di finale: 180 punti/ $ 184, 465
Ottavi di finale: 90 punti/ $ 96, 955
Terzo turno: 45 punti/ $ 55, 770
Secondo turno: 25 punti/ $ 30, 885
Primo turno: 10 punti/ $ 18, 660
Record del torneo
Maggior numero di titoli in singolare: Andre Agassi, Novak Djokovic (6)
Maggior numero di titoli in doppio: Bob/Mike Bryan (6)
Campione più anziano: Roger Federer, 2019 (37 anni)
Campione più giovane: Alcaraz, 2022 (18 anni)
Ultimo campione casalingo: John Isner, 2018
ATP
Presentato a Torino il Piemonte Open Intesa Sanpaolo: “Un bel regalo per appassionati italiani”
Il torneo si disputerà nella seconda settimana degli Internazionali d’Italia a Roma. Previsto un importante parco giocatori

Torino val bene un Super Challenger. Nella mattinata di oggi, lunedì 20 marzo, è stato presentato il nuovo “Piemonte Open Intesa Sanpaolo”, torneo in programma dal 14 al 20 maggio 2023 appartenente alla neonata categoria ATP Challenger 175, quella che comprende anche gli eventi di Phoenix (andato in scena nella settimana appena conclusa, con la vittoria di Nuno Borges) e Cagliari (si gioca dall’1 al 7 maggio). Si tratta di un ristrettissimo elenco di eventi “Premium” che si collocano di fatto a metà tra il circuito Challenger e quello ATP per punti, montepremi e parco partecipanti. L’idea, come noto, è stata quella di collocare questi tornei durante la seconda settimana dei Masters 1000 con tabelloni a 96 giocatori, in modo da consentire ai tennisti eliminati nei primi turni di avere una possibilità per rifarsi in tornei logisticamente collegabili. A Torino si giocherà dunque nella seconda settimana degli Internazionali d’Italia a Roma.
Il Challenger 175 della capitale piemontese non è certo paragonabile alle ATP Finals, ma ne è in qualche modo parente, non foss’altro perché si gioca nella struttura che a novembre funge da Training Center per il torneo dei maestri. Ovviamente, cambia la stagione e la collocazione nel calendario, dunque la superficie sarà la terra rossa. “La prima edizione del Challenger ATP ‘Piemonte Open Intesa Sanpaolo’ è una grande notizia per il Circolo della Stampa Sporting e per il movimento tennistico piemontese, per almeno tre motivi – dice Pietro Garibaldi, presidente del Circolo -. Innanzitutto il torneo segna il ritorno del grande tennis nel restaurato Campo Stadio del Circolo della Stampa Sporting che ospitò gli Internazionali del 1961 e degli incontri di Coppa Davis degli anni ‘70. Il secondo motivo riguarda il movimento tennistico piemontese; con il torneo di prequalificazione che si svolgerà presso il Circolo della Stampa Sporting a partire dal 23 aprile 2022, daremo a tutte le giovani leve tennistiche piemontesi e del resto d’Italia la possibilità di qualificarsi per un torneo internazionale di primo livello. Infine, il Challenger ATP ‘Piemonte Open Intesa Sanpaolo’ conferma il ruolo del Circolo della Stampa Sporting come casa del tennis piemontese in stretto legame con tutte le istituzioni che ci hanno sostenuto in questi anni: il Comune di Torino, la Regione Piemonte, la Camera di commercio di Torino, la Sovrintendenza ai Beni Architettonici, le Fondazioni ex bancarie e lo sponsor Intesa Sanpaolo”.
Proprio nella forte presenza di Intesa Sanpaolo, title sponsor dell’evento, si ravvisa un altro elemento di contatto con le ATP Finals. Così Fabrizio Paschina, Executive Director Comunicazione e Immagine Intesa Sanpaolo: “Nel percorso di sostegno al tennis intrapreso da Intesa Sanpaolo con le Nitto ATP Finals e le Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals si apre oggi il nuovo capitolo del torneo Challenger 175. Gli atleti che si sfideranno al Circolo della Stampa Sporting, del quale sosteniamo il rilancio, esprimono capacità, energia, passione – le stesse della Banca nell’accompagnare ogni giorno lo sviluppo del Paese. Grazie a questo nuovo evento Torino si consolida come sede ideale per i grandi eventi sportivi e culturali”.
Direttore del torneo sarà Giorgio Di Palermo. “Il Challenger 175 ‘Piemonte Open Intesa Sanpaolo’ rappresenta un bel regalo per gli appassionati italiani e una nuova grande occasione per tutti i tennisti impegnati in quei giorni sulla terra rossa europea. I campioni usciti di scena nei primi giorni del Foro Italico avranno, infatti, l’opportunità di confrontarsi da domenica 14 a sabato 20 maggio al Circolo della Stampa Sporting; sugli storici campi torinesi troveranno le condizioni ideali per acquisire punti importanti per la classifica mondiale ATP. Questa nuova categoria premier garantisce, infatti, un alto tasso di qualità di tutti i partecipanti e rappresenta un’ottima opportunità per i giovani azzurri in rampa di lancio sul tour”, ha detto.
Le partite del torneo di Torino saranno trasmesse live sulla tv della Federazione Italiana Tennis e Padel SuperTennis Tv e sulla piattaforma digitale SuperTenniX. I biglietti per il torneo sono acquistabili a questo link: https://www.ticketone.it/artist/piemonte-open-intesa-sanpaolo/