Dimitrov ha dato spettacolo, ma ora contro Fognini? L'ultima follia di Djokovic...

Editoriali del Direttore

Dimitrov ha dato spettacolo, ma ora contro Fognini? L’ultima follia di Djokovic…

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Dimitrov al torneo di Indian Wells 2015
 

MONTECARLO – Continui errori di programmazione sui campi del Country Club. E di Andreas Seppi che non impara le troppe lezioni. Novak Djokovic, meglio di Alberto Tomba, e un generoso senza limiti. Vero come pochi

Oh finalmente una bella giornata di tennis, oltre che di bel tempo che secondo il meteo locale ci sosterrà per tutta la settimana…

E noi incrociamo le dita, memori di finali interrotte dalla pioggia e di giornate terribilmente umide.

Il match migliore della giornata? Naturalmente Dimitrov-Verdasco. Una bella lotta di un paio d’ore. Lo avevo previsto nell’editoriale di ieri, criticando gli organizzatori per averlo decentrato sul “court de princes” e quindi non è senno di poi. Minor visibilità, minor copertura televisiva, perchè non tutti hanno coperto il torneo come Sky con più canali. E comunque anche Sky tiene la sua miglior coppia di telecronisti, Elena Pero e Paolo Bertolucci, sul campo centrale per un’ovvia ragione: la cabina televisiva è sistemata su quel campo, commentare sui monitor i match che si disputano sugli altri campi non avrebbe senso. Tanto varrebbe commentarla da Milano, e infatti gli altri campi da Milano sono commentati. Un errore incomprensibile, insomma, quello degli organizzatori..ma che sarebbe stato probabilmente apprezzato da Monsieur Chauvin. La Francia e i francesi davanti a tutto e tutti.

Anche se qui, nel Principato di Monaco, talvolta gli italiani sono tanti quasi quanto i francesi. E non bisognerebbe dimenticarlo. Come è stato fatto da chi aveva programmato lunedì sera Fognini e Bolelli sul campo n.11 contro i colombiani Cabal-Farah. Dalla Colombia i sostenitori erano pochi, ma dall’Italia parecchi. Come abbiamo scritto nel live, è stato impossibile accedervi per chi non si era sistemato lì un’ora prima.

Tanto per smentire chi pensa che io critichi solo il torneo di Roma (gente che non ha mai letto evidentemente le mie cronache con le critiche fatte per anni a certe assurde programmazioni dell’US Open dettate dalla CBS in barba ad ogni criterio tecnico e spesso logico e rispettoso in ugual misura delle esigenze dei giocatori – da SuperSaturday del 1984 in poi; potrei riesumare decine di articoli critici nei confronti di altri tornei), trovo che un’organizzazione che non si preoccupi di riservare almeno una decina di posti ai giornalisti dei Paesi dei protagonisti di un incontro… sia una cattiva organizzazione. Tanti anni fa poteva succedere, su certi campi periferici, anche a Wimbledon e Parigi. Ma piano piano le varie associazioni di giornalisti sono riusciti a far migliorare le cose. Premendo su ATP, Wta, direttori dei tornei. Anche le cose che ho scritto ore fa su questo sito a proposito di Roma, del suo torneo, della pessima organizzazione per quanto riguarda la situazione logistica di sala stampa, sala interviste, etc, sono costruttive; hanno lo scopo di risvegliare le menti sopite e provocare reazioni positive, non tanto nei lettori quanto negli organizzatori, perché rimedino a ciò che in questi anni si sono dimenticati di sistemare.

Ma, problemi di categoria giornalistica a parte, sottovalutare l’affluenza degli appassionati italiani è un errore grave per chi ormai dovrebbe aver capito come funzionano le cose qui. Oltretutto Fognini gioca quasi in casa. Sta a 40 minuti da qui, ha tanti tifosi, e l’exploit australiano ha reso certamente appealing ogni prestazione del duo Cabal-Farah. Cabal – apro inciso – aveva fatto finale al Roland Garros nel 2011 in coppia con l’argentino Eduardo Schwank. Quindi la coppia colombiana che aveva vinto recentemente un torneo, offriva anche una probabile resistenza di buon livello e un buono spettacolo.

Per quanto riguarda il miglior match del giorno, con la vittoria di Dimitrov di cui ha dato ampio e dettagliato resoconto Carlo Carnevale nella sua cronaca – a proposito, vi sono piaciute le cronache degli altri nostri inviati Fedele, Guidobaldi, Prestileo? E i live con tutto ciò che chi guarda soltanto la tv non può vedere? – sono contento anche del risultato, ma da un punto di vista strettamente giornalistico perchè non ho ovviamente nulla contro Fernando Verdasco. Ma Verdasco a novembre avrà 32 anni e rappresenta un po’ il passato del tennis, ivi inclusa la finale raggiunta qui a Montecarlo quando però fece un solo game con Nadal.

Mentre Dimitrov, sia o non sia un Baby-Fed (accostamento che fa inferocire i tifosi dello svizzero), a 23 anni è una realtà del presente e, spero, del futuro. Se l’apprezza anche Maria Sharapova…

Verdasco, talvolta portato a mollare quando la strada si fa troppo in salita, ha invece lottato come un pazzo fino all’ultimo. Perso il primo set ha rimontato vincendo il secondo, ha avuto 6 palle per il 5 pari nel terzo, risalendo dall’1-4 e due break di svantaggio. Insomma si è battuto come un leone. Ma Dimitrov, talvolta discontinuo, non è stato da meno.

Non mi è ancora completamente chiaro quale sia per lui la miglior superficie: ma contro Verdasco ha fronteggiato con notevole disinvoltura i grandi top-spin del madrileno. Un anno fa al Roland Garros il bulgaro non aveva saputo affrontare allo stesso modo i servizi di Karlovic che non gli aveva lasciato nemmeno un set, dopo avergli frantumato qualsiasi accenno di ritmo, eliminandolo al primo turno.

Ricordo che un anno fa a Roma, Dimitrov aveva centrato le semifinali, le prime in un Masters 1000, ma poi era stato dominato, quasi ridicolizzato, da Nadal

Sulla terra rossa un torneo vinto a Bucarest, due finali giocate a Gstaad e Baastad, forse non dicono sul suo potenziale quanto la vittoria conquistata a spese di Djokovic a Madrid 2013.

Sarà Dimitrov a rappresentare un vero test per Fognini, o sarà Fognini a rappresentare un test per Dimitrov, ricordando che i due hanno vinto un duello ciascuno?

In questo momento la sensazione è che Dimitrov sia più vicino alla miglior condizione più che Fognini. Ma sono sensazioni che possono essere smentite in un baleno.

Perché per certi versi si potrebbe dire di Fognini quel che Tsonga – bentornato Jo Wilfried, secondo torneo, terzo match vinto – ha detto oggi del tedesco Struff dopo averlo battuto: “Impossibile in allenamento trovare uno che giochi come Struff, lui ha giocato come se giocasse alla Roulette Russa…tutti i colpi un rischio”.

Beh, Fognini magari non rischia ad ogni colpo come Struff, n.76, ma le sue giornate sono talmente imprevedibili, che nemmeno un Dimitrov in buona forma può sentirsi completamente al sicuro. A meno che le cose non si mettano subito bene per lui e male per Fabio, che la fiducia in se stesso in singolare la deve ancora ritrovare e per questo non sono completamente sicuro che la scelta di giocare continuamente anche il doppio sia la migliore. Mi rendo conto che, come ha detto lui questo lunedì, “Aver vinto a sorpresa l’Australian Open e fatto bene anche a Indian Wells significa aver ipotecato le finali Masters Atp di Londra”, che capisco sia un traguardo ambito e ben ricompensato (anche per gli allenatori dei due, non del tutto disinteressati…), ma forse un tennista che ha tanti problemi di concentrazione come ha sempre avuto Fabio Fognini si mette davanti a una sfida complicata se vuole reggere su entrambi i fronti. Qual è la sua priorità oggi che, dopo essere stato n.13 del mondo, si ritrova a n.28 e a rischio di uscire dai top-30? Deciderà lui. E spero che decida davvero lui, più che il suo allenatore in questo caso. I soldi più facili dicono che debba scegliere il doppio. La risalita più difficile, ma alla fine di maggior soddisfazione, dice che dovrebbe scegliere il singolare.

Che peccato che Andreas Seppi si sia fatto nuovamente battere, dopo aver condotto per 4-2 al terzo set, da Robredo. Ma errare è umano, perseverare diabolico. Non si possono perdere due turni di servizi finali facendo un solo quindici, Vuol dire servire male, non prendere iniziativa, farsi sorprendere da un vecchio marpione come lo spagnolo. Per la settima volta in 10 incontri. Quando imparerà Andreas a prendere lui l’iniziativa anche nei games finali invece di aspettare gli errori dell’avversario, errori che possono anche non venire?

In attesa dell’esordio di Roger Federer, contro Chardy – che ho visto l’anno scorso in una serata umida al Foro Italico vincere 7-6 al terzo e 8 punti a 6 nel tiebreak contro Roger nel solo match giocato sulla terra rossa (i due sul “duro” li ha vinti lo svizzero) – e dell’altro elvetico Wawrinka, campione in carica, contro un Monaco in ripresa, questa giornata di martedì mi ha consentito di rivedere all’opera Novak Djokovic. Ma non tanto sul campo, dove il qualificato Ramos Vinolas non poteva costituire un ostacolo probante, quanto dopo. 61 64 e via al secondo turno dove troverà Haider-Maurer capace di lottare per 2h e 50 m per aver la meglio su un ritrovato Tomic: 67 76 64. Gran battaglia.

Ma sentite cosa è successo dopo la conferenza stampa di rito, con Djokovic che aveva ricevuto complimenti per come parla ormai sia in francese sia in italiano. I serbi hanno una facilità nell’apprendere la nostra lingua che fa tanta più impressione se pensiamo a quanto sia invece difficile per noi italiani imparare la loro.

Nel corso della conferenza stampa Djoker Nole aveva voluto rendere omaggio (dopo averlo visto comparire in fondo alla sala, con la solita grande capacità d’improvvisazione che lo caratterizza) ad un suo grande amico d’infanzia italo-francese che anch’io ho trovato personaggio interessante e per questo intervistato.

Andate a leggere la flash dedicata all’intervista fatta al bellissimo ragazzo amico di Djokovic che scherzando mi aveva definito “Misterioso” quando, dopo averlo a lungo tampinato, non riuscivo a bloccarlo. Alla fine mi ha detto, fra le altre cose, “Siamo amici fin da ragazzini…” e quando io l’ho pregato di raccontarmi qualche aneddoto lui si schermiva “Ma sono fatti personali…”. Alla fine si è fatto sfuggire un “Novak mi ha presentato anche la mia ex ragazza…” senza aggiungere null’altro all’aneddoto. Sarebbe finita lì, sennonchè…

Beh, solo più tardi in sala stampa avrei scoperto, grazie alla preparazione fisiognomica di Laura Guidobaldi che lo ha… “smascherato” da una foto di cui sono entrato in possesso e che abbiamo pubblicato…che l’uomo testimone di nozze di Novak era stato fidanzato con Ana Ivanovic! Ecco chi era stata la ragazza presentatagli da Novak….

Ma quel che volevo raccontarvi è altro. Finisce la conferenza stampa e Novak chiede a Nicola Arzani dell’Atp in rigoroso italiano: “Tutto finito Nicola, niente tv? Non devo fare più niente?”.

Nicola conferma. E allora Djoko dice al volo in una frazione di secondo : “Beh allora vado dai miei amici di ‘Djokolife’ (anche per questa sua improvvisata vedete nostra flash)”…

Arzani preccupato che Nole possa mischiarsi alla folla, gli dice: “Sì, ma passiamo da qua, da dentro, così eviti la gente…”

E Novak: “Ma no dai, da qua si fa prima, basta correre…”. E lui, l’ex testimone di nozze Mark Stilitano più il vostro vecchio cronista che voleva parlare con l’amico di Novak più che con Novak per raccogliere qualche aneddoto inedito, abbandonano Arzani che, impotente ad arginare quel tornado serbo spalanca le braccia in segno di resa, e scattano giù per le scalette a perdifiato e a tempo record. Se non mi sono ammazzato per seguirli e per le scalette, e nello slalom fatto fra centinaia, forse migliaia di spettatori in giro per il Country Club nella corsa verso il Villaggio dell’Hospitality (in realtà degli sponsor e degli stand), è un vero miracolo. Mi avesse visto mia moglie mi avrebbe dato del pazzo, o dell’incosciente.

In un battibaleno chi lo ha visto ha avvertito gli altri, così ragazzini e ragazzine a caccia di autografi, ma anche adulti, si sono scatenati alla rincorsa prima, all’assedio poi davanti alla tenda della Djoko-life dove campeggiava anche, nelle due versioni italiana e inglese, anche il libro autobiografico di Djokovic. Un assembramento pazzesco. Ma Djokovic mi era parso migliore, nello schivare i “ragazzi-paletti” del miglior Tomba dei tempi in cui vinceva le medaglie d’oro alle Olimpiadi. Uno spettacolo. E uno spettacolo di generosità anche Novak nel firmare tutti i blocnotes, i foglietti che gli presentavano sotto gli occhi, cercando davvero di non deludere troppa gente. Ma era impossibile soddisfare tutti. Uno spettacolo.

E Mark Stilitano su Novak: “Tanta gente pensa che Novak talvolta reciti. E invece lui è davvero così. È spontaneo e generoso. Voleva fare un piacere ai suoi amici e ha deciso di farlo. Lui è sempre così, davvero. Chi non lo conosce non può saperlo”.

Ed è oggi più che mai anche la mia sensazione.

 

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