Il tricolore di Lavazza completa tre-quarti di Slam

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Il tricolore di Lavazza completa tre-quarti di Slam

L’azienda torinese Lavazza, dopo le partnership con Wimbledon ed il Roland Garros, atttraversa l’Atlantico e sponsorizza anche l’US Open. Un “Grande Slam” italiano potrebbe non essere così lontano

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Dopo cinque anni di presenza a Wimbledon ed il debutto avvenuto la primavera scorsa al Roland Garros, il marchio Lavazza, sinonimo di caffè in Italia ed ormai sempre più anche nel mondo, è sbarcato agli US Open. Da quest’anno infatti la casa torinese è diventata sponsor ufficiale della tappa statunitense del Grande Slam, a coronamento di un impegno del mondo del tennis che iniziato cinque anni fa a Wimbledon ha conosciuto nel 2015 un grande impulso nel mercato nordamericano.

Lavazza for US Open (photo by AK Media Services)

Lavazza agli US Open (photo by AK Media Services)

Da Indian Wells alla Rogers Cup di Toronto per arrivare a questi US Open, la Lavazza ha davvero fatto le cose in grande per celebrare il proprio binomio con il mondo del tennis. “Oltre ad una presenza all’interno dei vari tornei con il nostro punto vendita ed uno stand per gli assaggi, abbiamo organizzato un tour negli Stati Uniti con un furgone Lavazza che ci permette di far conoscere i nostri prodotti nelle maggiori città del Paese – ci racconta la Responsabile Eventi e Pubbliche Relazioni per gli USA Ambra Malagola – in questi giorni siamo a New York in occasione degli US Open, dopo essere partiti da Los Angeles e Palm Springs in primavera ed essere passati per Toronto, Chicago, Atlanta e la Florida”.
Negli USA la Lavazza è molto attiva sui social network: “La nostra piattaforma principale è Facebook, ma siamo attivi anche su Twitter, Instagram e Pinterest. Nel corso dell’estate abbiamo lanciato un concorso proprio attraverso Facebook che ha consentito a due tifosi italiani ed a due tifosi americani di venire qui a Flushing Meadows a prendere un caffè con Caroline Wozniacki, nostra testimonial, ed ovviamente assistere agli incontri del torneo”.

Il grande sforzo promozionale in Nord America, che ha nell’investimento sul tennis uno dei suoi pilastri, rientra nella strategia Lavazza volta a stabilire il marchio all’estero, mantenendo la propria posizione nel mercato italiano. “Ci stiamo concentrando soprattutto su cinque mercati: Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti ed Australia – ci racconta Marco Lavazza, Vice Presidente del Gruppo, quarta generazione di Lavazza impegnati anima e corpo nell’azienda di famiglia che festeggia quest’anno i 120 anni di attivitàe nonostante la minore notorietà di cui gode il nostro marchio al di fuori dei confini nazionali, non di rado rimango sorpreso quando le autorità di frontiera, controllando il passaporto, colleghino il mio nome al caffè. Tuttavia, una volta, arrivando in Israele e rispondendo alle domande dei doganieri, mi venne chiesto per quale motivo volevo andare in Israele ad esplorare il mercato proprio per conto della azienda Lavazza e non per conto di qualche altro marchio…

La partnership con il tennis per Lavazza come detto dura dal 2011, quando fu loro concesso il “privilegio” di sponsorizzare il più prestigioso dei tornei di tennis, i Championships di Wimbledon.Siamo stati davvero onorati di aver ricevuto la richiesta da parte dell’All England Club di estendere la nostra partnership dopo la scadenza del primo contratto triennale – continua Marco Lavazza – considerando la selettività del torneo inglese per quanto riguarda i suoi sponsor, consideriamo questa loro decisione come un attestato del nostro valore. Ed anche l’avventura del Roland Garros quest’anno è stata davvero una piacevolissima sorpresa, su cui siamo certi di poter costruire”.

E dopo aver realizzato tre quarti di Slam, la domanda a Mr. Lavazza è d’obbligo: a quando lo sbarco anche all’Australian Open?Beh, perché no? Ne saremmo davvero entusiasti. Tuttavia per il momento vogliamo concentrarci su Roland Garros e gli US Open, perché la presenza ad eventi di questo tipo richiede un notevole spiegamento di mezzi e risorse per poter ottenere un adeguato ritorno sull’investimento effettuato. Ma in un futuro nemmeno troppo lontano, speriamo di poter essere presenti anche all’Australian Open”.

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