Fabio Fognini fu vera gloria? Ma Rafa Nadal è risorto o no?

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Fabio Fognini fu vera gloria? Ma Rafa Nadal è risorto o no?

Sul ring dell’ATP Beijing quinto fight del Fabio Fognini vs-Rafa Nadal versione 2015. Rievocando i combattimenti precedenti sorge un dubbio: se ne possono trarre indicazioni significative?

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Chi l’avrebbe mai detto che Fognini-Nadal potesse diventare un “classico” (in Spagna “el clasico” è Real Madrid Barca…)? Più che il Bernabeu oggi il campo centrale di Pechino potrebbe rivelarsi un ring. E chi l’avrebbe detto che i continui confronti tra i due sarebbero stati una “via crucis” più per lo spagnolo che per l’italiano? Complici i tabelloni, la disastrosa annata di Nadal – disastrosa rispetto alle sue abitudini, perchè  lui è pur sempre un top-ten e Fabio no –  l’altalenante umore di Fabio, i due, tra qualche ora a Pechino, si scontreranno racchette in pugno, per la quinta volta quest’anno. Non sono poi tanti i giocatori che si sono incrociati così tante volte, soprattutto in così poco tempo. Certo, i soliti Federer e Djokovic (3-2 per il serbo) o Dhokovic e Murray (4-1 sempre per Nole) ma poi praticamente nessuno di quelli che frequentano i quartieri alti del ranking. Come sappiamo tutti, Fognini ha battuto tre volte Nadal e ha perso l’unica volta che si sono incontrati in finale, ad Amburgo, dove però si era trovato a servire per il secondo set e sul 40/15 prima di crollare abbastanza misteriosamente.

La prima volta fu a Rio. Rafa vola rapidamente sul 6-1 2-1 e servizio poi si spegne la luce o, se volete, si accende quella di Fabio. Nadal crolla al servizio, perde sei game di fila e il set per 6-2. Il terzo si chiude al dodicesimo game, 7-5, con quell’incredibile punto di puro tocco di Fognini su una palla che era stata corretta dal nastro e sembrava irraggiungibile.

I due si ritrovano due mesi dopo a Barcellona, ancora sulla terra rossa. La partita è bellissima, soprattutto dopo che Fabio ha chiuso il primo set sul 6-4. Nadal non ci sta a perdere, diventa furioso nel secondo set ma deve fare i conti con un paio di “Fogna-Moments” (quelli buoni però eh?) che letteralmente lo annichiliscono. Il tiebreak è pura emozione con Fabio che va 6-3, Nadal che recupera tutto ma che alla fine cede, incredibile, alla superiore saldezza di nervi (quel giorno…) del ligure.

Nel bel mezzo dell’estate Nadal e Fognini sono ad Amburgo. È l’unica vittoria di Nadal dell’anno, con Fabio che litiga con Toni rivolgendosi a Rafa al cambo campo  (“Diga que no me rompas los huevos!”) e butta alle ortiche il secondo set, regalando il titolo a Rafa.

Ma è a New York che si consuma il dramma. Il dramma per Nadal, la grande festa per Fognini. Rafa va avanti 2 set a 0 e nel terzo si porta addirittura sul 3 a 1, ma non basta, non basta nulla contro il Fognini di quella incredibile notte. Fabio vince grazie anche a 70 (settanta!) vincenti, primo (e unico finora) tennista a vincere una partita contro Nadal, in uno slam, rimontando due set.

Da quella notte non è poi passato tanto tempo. I due si sono riposati, hanno giocato entrambi in coppa Davis e hanno ricominciato a Pechino. Nadal fin qui è stato balbettante, ma la tigna del grande campione (che fu?) sembra rimasta quella, come si è visto anche nel match di quarti contro Sock. Fognini invece ha avuto i suoi soliti misteriosi passaggi a vuoto a ma ha sorpreso il modo con cui si è liberato di Goffin, contro il quale partiva largamente sfavorito. L’incontro, come al solito, girerà sul dritto di Rafa. Se è rimasto il tremebondo colpo che muore sulla linea di servizio per un Fognini appena appena decente sarà uno scherzo avventarsi sulla ferita.

Poi magari c’è anche l’aspetto psicologico, chissà cos’è rimasto nella testa dei due, dopo l’incontro di New York e dopo tutti questi match. Senza dimenticare che, come diceva Agassi, non conta chi ha vinto le partite precedenti: conta chi vincerà la prossima. Questa.

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