I grandi articoli del passato. I tifosi di Federer, la falange Scientology del tennis

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I grandi articoli del passato. I tifosi di Federer, la falange Scientology del tennis

Per festeggiare l’anno che finisce abbiamo chiesto ad alcuni collaboratori vecchi e nuovi una strenna natalizia: l’articolo a cui sono più affezionati. In uno degli articoli più discussi di sempre, Claudio Giuliani ci porta alla scoperta di alcuni tifosi di Roger Federer

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Il tifoso di Roger Federer ha subito una bella botta. Lo svizzero ha perso contro Cilic in tre set uno Slam che in molti consideravano già vinto dopo l’eliminazione di Djokovic. Viaggio semiserio nel mondo dei tifosi dell’elvetico, i pasdaran digitali pronti a sostenerlo e difenderlo contro tutti

Qui l’articolo originale

Roger Federer è uno dei più grandi giocatori di sempre. E come i più grandi, lo svizzero è amato da tutti, o quasi. Attira l’attenzione anche di chi segue il tennis sporadicamente, perché lo conosce attraverso gli spot televisivi o le inserzioni pubblicitarie sui giornali. Roger Federer non ha quindi dei tifosi normali: lui ha un’autentica falange pronta a sostenerlo e difenderlo contro tutti. A volte però questi tifosi risultano spudoratamente parziali. Proviamo quindi a stilare un compendio delle varie sfaccettature del tifoso medio di Federer, e dei suoi argomenti “da battaglia”.

 

I tifosi di Federer sono quelli che “Federer è il tennis”. Colpire con meno tospin degli altri non significa essere il tennis. Sicuramente lo svizzero è il tennista fra i primi in classifica che adotta uno stile di gioco più pulito, e che più di altri ricorda quello di qualche decennio fa. Lo dichiara lui stesso. Ma il tennis inteso come contrapposizione di stile è anche quello più divertente dal punto di vista dello spettacolo. Che ci sia stata una uniformazione di stile nel tennis moderno è senz’altro vero (ma ne hanno responsabilità anche magari i gestori del mondo tennistico, no?  Quelli che hanno uniformato e rallentato le superfici, o no?) ma vogliamo forse dire che Rafael Nadal non è un campione con un tasso tecnico elevato? Inoltre, la tecnica di gioco è solo una parte dell’insieme delle caratteristiche che compongono un tennista. E siamo tutti d’accordo nel sostenere che RF colpisca benissimo. Non è un caso che alcune sue fotografie dei suoi impatti sono scatti bellissimi, oppure che la sua biomeccanica sia studiata in video analisi nelle scuole tennis. Ma si studia anche Nadal, o Djokovic tanto per nominare i suoi diretti rivali. Lo svizzero è un giocatore d’attacco moderno come lo sono in tanti, perché Federer non è mai stato un tennista alla Edberg o alla Becker; passa per essere considerato “il tennis” dai suoi tifosi solo perché i gesti sono più “puliti” e più “bianchi” di altri. Ha colpi straordinari, alcuni unici, e ci ha fatto vedere delle cose magnifiche sui campi da tennis. Ma anche gli altri non hanno fatto poco eh.

Il tifoso di Federer si considera parte di una casta. Federer è il tennista più chic in circolazione. Ha sponsor per classi sociali elevate come Moet & Chandon e Rolex ed è quello che meno desta la nostra sorpresa quando lo ammiriamo vestito in giacca e cravatta. Ha una sua fondazione di beneficienza, quattro figli, gira il circuito con la famiglia ed è amico dei campioni dello sport. “What else” direbbe George Clooney. Anche quindi solo tifarlo, vestendo il cappellino con il logo che la Nike gli ha appositamente disegnato, o indossando la sua maglietta che anche se non eccezionale come i prodotti americani di una volta non abbandona mai il colletto, ultimo baluardo di quella poca eleganza nei completi da tennis fluorescenti di questi tempi, fa sentire anche il tennista di quarta categoria più elegante, migliore.

Il tifoso di Federer ha un nemico giurato. La falange dei Federeriani combatte da sempre contro quella dei Nadaliani. Gli argomenti (poveri) che si contrappongono le fazioni sono i soliti. “Roger è il GOAT”. “Nadal è un pallettaro”. “23 a 10”, la cifra degli scontri diretti in favore dello spagnolo e un po’ imbarazzante da interpretare. “E allora 17 a 14”, il numero dei tornei degli Slam vinti dai due con lo svizzero in vantaggio (ma a secco da Wimbledon 2012) con lo spagnolo però di cinque anni più giovane (1986 contro 1981). In genere una volta che sono finiti questi argomenti si scende su discussioni da bar nominando la parola doping, accostandola vilmente a Nadal. Un discorso totalmente infondato che vorrebbe lo spagnolo usare chissà cosa per quelle sue mostruose prestazioni atletico-tennistiche, come se invece Roger Federer non fosse uno straordinario atleta capace di danzare sul campo e reggere sulla lunga distanza come tutti gli altri in questo sport.

I tifosi di Federer hanno sempre i giornalisti di riferimento. Anche scrivere delle gesta del campione richiede un approccio ben preciso. Una partita dello svizzero si vive in contemplazione perché trascende i normali sensi impiegati per la visione del Sommo, uditivi e visivi. Una partita di RF è  èpos, e come tale va narrata. Il riferimento è Wallace e le sue cronache da Wimbledon 2006. “Roger Federer come esperienza religiosa”. C’è altro da aggiungere? Se qualcuno osa scrivere in maniera critica, o pensate: acritica, su un match di RF, allora si è in malafede. O tifosi di Nadal, ovviamente.

I tifosi di Federer non perdono mai perché lui “gli ha fatto vedere come si gioca a Tennis”. Magari in una delle storiche sconfitte contro Rafa Nadal, che lo svizzero pensava di domare giocando il tennis alla sua maniera mentre avrebbe dovuto e potuto fare tutt’altro per invertire una imbarazzante sequenza di sconfitte contro il maiorchino. Ma un rovescio lungolinea anticipato di piatto nel tennis vale forse più di due arrotate che non tornano nella propria metà campo? Una volée stoppata vale più di un ace? Purtroppo in questo sport un punto bello vale sempre come uno brutto (anche perché, altrimenti, Henri Leconte avrebbe vinto qualcosina, giusto per dire).

I tifosi di Federer sono quelli che “Federer è il GOAT, il più grande di tutti in tempi”. Castroneria. Lungi da noi l’idea di riproporre per l’ennesima volta la questione GOAT, argomento cui si ci confronta come un credente e un agnostico parlerebbero di Dio, possiamo dire senza dubbio che Roger Federer è il GOAT degli autografi. Non dei figli però, record che detiene Ivan Lendl (andando a memoria). Roger però potrà staccarlo negli anni a venire, ma intanto è il GOAT…degli autografi.

Il tifoso di Federer è quello che c’è sempre l’attenuante se RF perde. La sconfitta con Cilic non consente interpretazioni: Roger ha perso bene. “Eh ma lui ha 33 anni”. Ecco. Ora il problema è questo. Se un anno fa c’erano gli infortuni a inficiare le sue disastrose prestazioni, quest’anno abbiamo potuto riammirare il miglior Federer, ancora molto competitivo anche se a secco di Slam da Wimbledon 2012. Infatti, su di lui non c’è niente da dire quest’anno: vincitore di Master 1000, semifinale a Melbourne, ottavi a Parigi, finale a Londra e semifinale a New York. Massimo rispetto per un tennista che fa questi risultati a 33 anni. Ma niente attenuanti sulle sconfitte. Si perdono e si vincono partite con matchpoint contro e a favore, si perdono partite perché fisicamente non si è retto sulla distanza o perché si è sbagliata la strategia di gioco. Insomma: si perde e si vince come perdono e vincono tutti quanti gli altri.

Il tifoso di Federer presidia i Social Network a difesa del divino.  Azzardatevi a scrivere un tweet irriverente verso lo svizzero e vedrete cosa succederà. Perderete follower ben che vi vada. C’è gente che risponde direttamente in malo modo, altri che invece linkano dei pezzi dove si lodano sperticatamente le gesta del campione elvetico che smentiscono quanto appena scritto. Insomma: i Federeriani controllano e monitorano anche la rete.

Il tifoso di Federer ha sempre la coda di paglia. Se Serena Williams arriva a 18 Slam superando Federer a quota 17, a parte commentare crossgender il tennis, si imputa questo risultato alla mancanza di avversari nel femminile. È un esempio di straw man argument, l’argomento dell’uomo di paglia. Confutare l’argomento riproponendolo in maniera simile ma errata, distogliendo la discussione dalla tesi iniziale. Provate voi a dire lo stesso sulle vittorie di Roger, a contestare qualche vittoria avvenuta quando gli  avversari erano Hewitt, Nalbandian, Safin e Roddick, e vedrete cosa avrete in risposta dalla falange. Sono dei “rosiconi”, prendono esempio dal proprio amato, giocatore che quando perde si rabbuia in volto e scaglia le palle verso i raccattapalle con fastidio, invece che con la consueta dolcezza propria di quando va tutto bene.

Facendo della sociologia spiccia riteniamo che il tifoso del campione svizzero sia quello meno obiettivo, quello che ritiene e giudica GOAT il suo beniamino sull’onda dell’entusiasmo attuale, visto che Federer è ancora attivo. Insomma: la Juventus del tennis. Ovviamente sono considerazioni sommarie, perché ci sono tifosi capaci anche di criticarlo, sia chiaro. Ad ogni modo, esaurita questa analisi che sicuramente verrà recepita come affronto, concludiamo con un’ultima precisazione.  Roger ci ha dato tanto da scrivere. Sono stati scritti articoli bellissimi per le sue vittorie e anche per le sue sconfitte. C’è chi dice che dopo il suo ritiro anche scrivere di tennis ad una certa maniera finirà. Noi ricordiamo che anche sull’eclissi politica di Berlusconi si diceva la stessa cosa, ovvero che molti giornalisti non avrebbero più avuto di che scrivere. Oggi, pare che si scriva ancora di politica. Dovremmo quindi sopravvivere anche a Roger Federer (ma si giocherà meno bene a tennis, ovviamente, no?).

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Roland Garros: strepitosa Svitolina, batte Kasatkina e accede ai quarti di finale!

Svitolina torna nei quarti Slam da US Open 2021. L’atleta ucraina si batte al limite delle forze e supera una russa troppo timida

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Elina Svitolina - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

E. Svitolina b. [9] D. Kasatkina 6-4 7-6(5)

Incredibile vittoria per Elina Svitolina che sconfigge in due set Daria Kasatkina, tornando per l’occasione a battere una top ten da aprile 2021, quando in tre set superò Kvitova ai quarti di finale sull’erba di Stoccarda. Elina ha vinto con le gambe, con un coraggio indimenticabile ma anche grazie agli errori della contendente, mai come oggi priva di killer-instinct e di lucidità nei momenti topici.

La lucidità di Svitolina è derivata dalla consapevolezza di essere decisamente sfavorita in un possibile match alla distanza. Ha moltiplicato gli sforzi e ha saputo intimidire la rivale con la propria presenza di spirito, fino a costringerla a 46 errori non forzati, di cui gli ultimi tre nei punti finali dello jeu decisif.

 

L’ex numero 3 del mondo torna a disputare i quarti di finale a livello Slam per la prima volta dallo US Open 2021, dove perse al tiebreak del terzo da Fernandez, mentre sulla terra di Parigi non raggiungeva questo traguardo dal 2020, quando perse nettamente dalla qualificata Podoroska. Per lei ora nei quarti Stephens oppure Sabalenka. E anche una posizione nel ranking intorno alla sedia numero 70.

Primo set: subito Elina, Daria rientra ma non basta

Svitolina comincia da subito in spinta per evitare di rimanere intrappolata nel palleggio lento e sapiente della russa. Appare calda sin dai primi scambi l’ucraina mentre Kasatkina è imprecisa e fallosa con la prima di servizio; la seconda è inconsistente e per una ribattitrice come mamma Elina è troppo facile contrattaccare. Con due break consecutivi Svitolina sale 4-1 imponendo il suo maggiore punch.

Dopo venti minuti nelle mani dell’atleta di Odessa, il match vira dalle parti di Togliatti: Kasatkina migliora la percentuale di prime palle e prende a disegnare il campo come sa fare, togliendo pazienza e sicurezza alla rivale. Aumentano gli errori della numero 192 del ranking che spesso non ha gli appoggi a posto mentre cerca di anestetizzare il palleggio vicino alle righe della russa.

Il match è ora equilibrato e si apprezzano le trame delle due tenniste, con Kasatkina che allunga lo scambio e sposta l’avversaria e Svitolina che rintuzza e aspetta il momento giusto per piazzare l’attacco.

Daria recupera un break con una risposta incrociata di rovescio vincente ma non si avvicina più sui game di battuta di Elina, cedendo 6-4 la frazione. Quarantasei minuti di tennis piacevole e intelligente, anche se con qualche errore di troppo.

Secondo set: Svitolina stanca ma indomita vince su Kasatkina sprecona e impaurita

Nonostante la sconfitta nel parziale, Kasatkina finisce meglio il set e riprende con decisione la via intrapresa. Inoltre, Svitolina appare provata dal ritmo imposto dalla russa; non dimentichiamo che questo è il settimo match per lei a Parigi e che la settimana precedente ha giocato e vinto a Strasburgo.

Così Daria sale 2-0 imponendo i suoi colpi lenti e liftati che schiacciano Elina oltre la linea di fondo. L’ucraina prova a far ripartire il gioco da posizioni poco agevoli ma non sembra avere energia per dar seguito alle sue intenzioni. In questo quadro generale accade l’improbabile: l’atleta ucraina vince tre game consecutivi e sopravanza di un break la russa.

Kasatkina gioca con intelligenza ma è fallosa al momento di chiudere e sembra subire la personalita della dirimpettaia. Svitolina è ammirevole per come tiene lo scambio e aspetta l’errore dell’avversaria, che conferma di non essere propriamente un cuor di leone. La russa ottiene la parità a 3-3 ma di nuovo la lepre di Odessa scappa a 5-3, mentre il pubblico ne prende le parti, riconoscendo chi sta facendo la partita.

Svitolina serve per il match sul 5-4 e spreca una occasione per vincere. Ma sul 5-5 Kasatkina ne combina di tutti i colori: un doppio fallo, un dritto steccato e due palle oltre la linea di fondo. È prigioniera della paura e di nuovo manda la rivale a servire per i quarti di finale. Ma di nuovo tutto inutile perché Svitolina non ha le gambe per spingere per due game consecutivi. Si va al tie-break che è forse decisivo perché è difficile immaginare Svitolina competitiva in un eventuale terza frazione. Il tredicesimo gioco è il sunto ideale del set: cuore-Svitolina e braccino-Kasatkina. Quattro errori della russa che sale 5-4 per poi commettere tre errori in lunghezza e consegnare la vittoria all’ucraina.

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WTA Birmingham: wild card per Venus Williams e Svitolina

Si comincia il 19 giugno. La campionessa americana sarà anche al via una settimana prima a ‘s-Hertogenbosh

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Elina Svitolina - Strasburgo 2023 (foto Twitter @WTA_Strasbourg/Christoph de Barry / C’est qui Maurice ?)

Il sito ufficiale del circuito femminile professionistico riporta nella giornata di venerdì 2 giugno la notizia che gli organizzatori del Rothesay Classic Birmingham, un evento sull’erba di livello 250 che comincerà lunedì 19 giugno, hanno concesso una wild card a Venus Williams e a Elina Svitolina.

La tennista americana, che solo due giorni prima compirà 43 anni, ha già partecipato quattro anni fa al torneo raggiungendo i quarti di finali e cedendo solo ad Ashleigh Barty. La cinque volte campionessa di Wimbledon tornerà così a calcare i campi del lawn tennis dall’edizione 2021 dei Championships, quando uscì al secondo turno per mano di Ons Jabeur.

Quest’anno Venus ha giocato solo due incontri ufficiali, in gennaio ad Auckland, cedendo alla cinese Zhu al secondo turno. La ex numero uno del mondo parteciperà anche a ‘s-Hertogenbosh nella settimana precedente l’evento inglese.

 

Situazione diversa per Elina Svitolina. La ventinovenne ucraina come è noto è rientrata lo scorso aprile dopo un anno di assenza per maternità e si sta ricostruendo una classifica interessante grazie a piazzamenti nei tornei minori e alla vittoria a Strasburgo una settimana fa. Gli ottavi di finali sinora raggiunti a Parigi la proiettano nel ranking a ridosso della posizione numero 110: ad aprile era oltre la 1300°!

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Roland Garros: squalifica nel doppio femminile per una pallata su una ballgirl [VIDEO]

Episodio sfortunato sul campo 14 dove la coppia Kato/Sutjiadi ha perso a tavolino dopo che la prima ha colpito involontariamente una raccattapalle

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Ieri Mirra Andreeva aveva rischiato di diventare la prima giocatrice a essere squalificata a match in corso in questo Roland Garros: una palla scaraventata con rabbia dopo un punto perso non aveva colpito, per sua fortuna, nessuno. Oggi la sorte è girata in senso completamente opposto alla giapponese Miyu Kato e di conseguenza anche all’indonesiana Aldila Sutjiadi, che insieme formavano la coppia accreditata della 16esima testa di serie nel tabellone di doppio femminile. In campo nel loro match di ottavi di finale contro Sorribes-Tormo/Bouzkova, le due asiatiche avevano perso il primo set al tie-break ma erano avanti 3-1 nel secondo set prima di ricevere una squalifica a tavolino. Finito il quarto gioco, Kato ha infatti involontariamente colpito una ballgirl – non accortasi della pallina in arrivo – alla testa, quando voleva semplicemente mandare la pallina dall’altra parte del campo per il turno di servizio delle avversarie.

Come si nota nel video dell’episodio, non c’era alcuna rabbia nel gesto della giapponese (anche perché lei e la sua compagna avevano appena tenuto la battuta confermando il break di vantaggio) che probabilmente ha solo calibrato male la forza o non colpito bene la palla. Proprio per questo motivo inizialmente il giudice di sedia aveva optato per un ordinario warning spiegando a Sorribes-Tormo e Bouzkova che la raccattapalle colpita non si era fatta male. La spagnola e la ceca, però, hanno fatto notare all’arbitro che la ragazza era in lacrime insistendo per la squalifica delle avversarie. Il giudice di sedia si è allora confrontato con il supervisor e ha poi decretato la fine del match per default. Kato, che prima si era avvicinata alla ballgirl per scusarsi e sincerarsi delle sue condizioni, è così scoppiata in lacrime.

Il regolamento prevede che “i giocatori non devono colpire, calciare o lanciare una pallina da tennis in modo violento, pericoloso o con rabbia”. In questo caso è chiaro non vi fosse violenza né rabbia. Quanto alla pericolosità, giudice di sedia e supervisor l’hanno valutata e considerata integrata sulla base della reazione della raccattapalle. Di sicuro non è stata una decisione facile e si può discutere sia stata corretta o meno. Una soluzione, in futuro, potrebbe essere quella di prevedere nel regolamento una sanzione intermedia tra il semplice warning e la squalifica in questi casi-limite in cui, oltre a non esserci volontarietà, non si riscontra nemmeno eccessiva pericolosità nel gesto compiuto.

 

Intanto Sorribes-Tormo, che ieri aveva vinto a tavolino anche in singolare per il forfait di Rybakina, e Bouzkova sono le prime due giocatrici qualificate per i quarti di finale del tabellone di doppio femminile.

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