C’è solo Nole: nei dintorni di Djokovic non è rimasto più nessuno…

Nei dintorni di Djokovic

C’è solo Nole: nei dintorni di Djokovic non è rimasto più nessuno…

Al termine della prima settimana degli Australian Open si può già tracciare un bilancio dello Slam dei 19 giocatori dei paesi dell’ex Jugoslavia che erano presenti ai nastri di partenza dei tabelloni di singolare, dato che agli ottavi di finale se ne è presentato solo uno. Ovviamente Novak Djokovic. Entusiasmo Bosnia, crisi Croazia

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Gli Australian Open sono alle semifinali, ma già dagli ottavi la presenza di giocatori e giocatrici provenienti dai paesi dell’ex Jugoslavia non era più numericamente significativa. Dopo il terzo turno, infatti, dei 19 rappresentanti inziali di Bosnia-Erzegovina, Croazia, Montenegro, Serbia e Slovenia ne era rimasto solo uno. L’Highlander non poteva che essere lui, Novak Djokovic. Tralasciando perciò Nole, riepiloghiamo brevemente come è andato il primo Slam della stagione “nei dintorni di Djokovic”…

Montenegro e Slovenia
Una giocatrice per parte per i due paesi più piccoli per superficie e popolazione, la giovane montenegrina Danka Kovinic e la 25enne di Maribor Polona Hercog. Alla tennista di Cetinje, che con il secondo turno raggiunto alla sua prima presenza nel main draw di Melbourne può continuare ad inseguire il sogno di rappresentare il suo paese alle Olimpiadi di Rio, non si poteva chiedere di più, dato che si è vista sbarrare il cammino dall’Azareka formato de luxe vista nella prima settimana. Anche la slovena ha poco da recriminare, visto che il sorteggio le ha riservato al primo turno Jelena Jankovic, la quale ha chiuso con un doppio 6-3 a suo favore l’unico derby ex-jugoslavo giocatosi a Melbourne.

Bosnia-Erzegovina
Grande soddisfazione per il paese con capitale Sarajevo, che piazza per la prima volta nella sua storia due giocatori al secondo turno dello Slam. Al più conosciuto Damir Dzuhur, già da un paio d’anni presente nei tabelloni dei tornei Slam, si è unito infatti l’altro giocatore di Sarajevo, Mirza Basic, che alla sua prima apparizione nel main draw di un Major è riuscito a superare lo scoglio del primo turno. Entrambi hanno fatto il massimo, dato che nei 32esimi sono usciti per mano di due giocatori a loro superiori, rispettivamente David Goffin e Thomas Berdych.

Croazia
Un disastro vero e proprio
. Sulle tre singolariste Lucic-Baroni, Konjuh e Vekic, non erano riposte molte attese, ma se la sconfitta all’esordio della quasi 34enne Lucic-Baroni contro la Filipkens ci può stare, quella della 19enne Donna Vekic un pochino preoccupa. Anche se la qualificata giapponese Osaka che l’ha battuta ha poi estromesso la n.18 del seeding Svitolina ed è stata fermata solo nei sedicesimi da Vika Azarenka, dopo ormai due anni di risultati scadenti si comincia a parlare della Vekic di una ex grande promessa, nonostante sia ancora una teenager. Anche il secondo turno della 18enne Ana Konjuh, di per sé un risultato soddisfacente, mette qualche piccolo dubbio sulle prospettive future della tennista di Dubrovnik, dato che ha perso con la coetanea Kasatkina, sebbene questa la sopravanzasse in classifica di una ventina di posizioni.
Sui 4 maschietti invece le speranze erano riposte, eccome, dato che Marin Cilic e Ivo Karlovic erano teste di serie, Borna Coric aveva fatto finale a Chennai solo dieci giorni prima e Ivan Dodig era fresco reduce della finale Challenger di Canberra. Invece Karlovic, Coric e Dodig sono usciti subito. Karlovic ha dovuto dare forfait per un infortunio, quando però era già sotto di due set contro l’argentino Delbonis, mentre gli altri due hanno perso contro avversari alla loro portata come Ramos-Vinolas e la wildcard francese Halys. Rimaneva in corsa il solo Cilic, ma anche lui ha fatto ben poca strada. Il campione degli US Open 2014 veniva infatti battuto inaspettatamente in tre set dallo spagnolo Bautista-Agut, con cui aveva vinto entrambi i due precedenti.
Soprattutto le due nette sconfitte di Cilic e Coric rappresentano per il tennis croato una brutta sorpresa, anche in previsione della sfida di primo turno di Coppa Davis in casa dei vicecampioni del Belgio.

Serbia
A Belgrado e zone limitrofe il bilancio alla fine sarà sempre positivo finché ci sarà un certo Novak Djokovic, grande favorito alla vittoria finale nonostante i cinque set a cui l’ha costretto Gilles Simon negli ottavi. Per il resto, in campo maschile, Troicki ha fatto la sua parte, spingendosi fino al terzo turno dove è stato fermato da un Raonic in stato di grazia, come dimostrato dalla vittoria in cinque set contro Wawrinka negli ottavi di finale. Addirittura qualcosina in più del suo ha fatto Dusan Lajovic, sfiorando l’impresa al secondo turno contro quel Roberto Batista-Agut che sarà poi il giustiziere di Cilic, dato che si era trovato in vantaggio due set a uno ma i crampi non gli hanno permesso di giocarsela fino in fondo. Filip Krajinovic si è invece dovuto ritirare per un infortunio nel match di esordio, mentre era in svantaggio di due set contro l’americano Kudla.
Nel tabellone femminile sono uscite subito di scena Alekandra Krunic e Bojana Jovanovski. La prima per mano di Eugenie Bouchard, mentre la seconda è stata letteralmente demolita (6-0 6-1) dalla francese Cornet.
Rimanevano così in corsa solo le due star del tennis serbo in gonnella, le ex n. 1 del mondo Jelena Jankovic e Ana Ivanovic. Ma per poco. La Jankovic è uscita al secondo turno, con molti rimpianti, per mano della tedesca Siegemund, che l’ha superata con il punteggio di 3-6 7-6 6-4. Drammatica invece l’eliminazione di Ana Ivanovic, sconfitta al turno successivo per 4-6 6-4 6-4 dalla n. 15 del seeding Madison Keys, in un match che è stato sospeso dopo il malore che ha colpito Nigel Sears, allenatore della Ivanovic e suocero di Murray Nigel Sears, per fortuna senza conseguenze.

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