Nei dintorni di Djokovic, speciale Coppa Davis: le fatiche di Novak, le rimonte di Basic, la prima volta di Hyda Banjska

Nei dintorni di Djokovic

Nei dintorni di Djokovic, speciale Coppa Davis: le fatiche di Novak, le rimonte di Basic, la prima volta di Hyda Banjska

In occasione del primo turno della Coppa Davis la rubrica “Nei dintorni di Djokovic” analizza i risultati del weekend e i match del prossimo turno delle varie nazionali dei paesi dell’ex Jugoslavia. Croazia e Serbia ai quarti, Slovenia a rischio retrocessione, Bosnia che sogna la promozione. Esordio storico del Kosovo

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È stato un intenso weekend di Coppa Davis quello appena trascorso, e allora questa settimana nella rubrica “Nei dintorni di Djokovic” abbiamo voluto riepilogare i risultati dei paesi dell’ex Jugoslavia impegnati nella massima competizione mondiale a squadre e dare un’occhiata ai loro prossimi match.

Si parte dall’alto, con la qualificazione delle due nazionali presenti nel World Group di Coppa Davis: la Croazia ha battuto in trasferta, a Liegi, i vicecampioni uscenti del Belgio, mentre la Serbia a Belgrado ha avuto la meglio sul Kazakistan. Tutte e due le sfide si sono decise all’ultimo singolare, ma con sviluppi decisamente diversi.

La Croazia domenica partiva dal 2-1, grazie alla vittoria di Cilic nel primo singolare e al punto nel doppio conquistato da Dodig e Skugor, e pertanto la sconfitta del 27enne tennista di Medjugorje contro Goffin non ha provocato particolari problemi, dato che poi ci ha pensato Borna Coric ha portare agevolmente a casa il terzo punto.

Molto più drammatica, sportivamente parlando, è stata la qualificazione della Serbia, che all’inizio dell’ultima giornata era in svantaggio 2-1, dopo le sconfitte di Troicki contro Kukushkin e della coppia Djokovic/Zimonjic nel doppio. Quello che doveva infatti essere un punto relativamente agevole da conquistare, il singolare di Djokovic con Kukshkin, si è invece rivelato una durissima battaglia per il n. 1 del mondo, in grossissima difficoltà fisica per tutta la durata dell’incontro, contro un giocatore che per quasi cinque ore non ha dimostrato nessun timore reverenziale ed ha giocato alla pari. Solo grazie alla sua straordinaria forza di volontà, ad un calo fisico del kazako negli ultimi due parziali ed alla spinta dei tifosi, Novak è rimasto a galla ed è riuscito alla fine a portare a casa la vittoria.
Poco più di una formalità, poi, la conquista del punto decisivo da parte di Troicki, ma quanto spavento per il c.t. Bogdan Obradovic!

Che un po’ di responsabilità forse ce l’ha per questa domenica da tachicardia vissuta dagli appassionati serbi di tennis, anche se è sempre facile parlare col senno di poi e soprattutto davanti alla tastiera di un pc. Però a posteriori la scelta di preferire Filip Krajinovic a Dusan Lajovic come quarto giocatore non si è rivelata una grande idea.
Vero che Lajovic era reduce dalla tournée sudamericana sulla terra rossa e quindi avrebbe potuto avere delle difficoltà a riabituarsi a giocare sul veloce indoor in pochi giorni, ma le condizioni non ottimali sia di Djokovic, a causa della congiuntivite, sia di Nenad Zimonjic, rientrato da poche settimane nel circuito dopo l’infortunio alla mano, forse avrebbe meritato una ulteriore riflessione sulla scelta del doppio.
Lo stesso n. 1 del mondo, al termine del match contro Kukhskin, ha ammesso che forse sarebbe stato meglio per lui non giocare sabato: durante la stagione Nole non gioca praticamente mai in doppio e per rendere al meglio deve avere al fianco un giocatore in grado di supportarlo in una specialità che non è la sua. E  questo giocatore non è stato, né poteva esserlo, lo Zimonijc di questo weekend, come ha ammesso lo stesso 39enne ex n. 1 del mondo della specialità.
Lajovic, invece, il doppio lo gioca molto più spesso e se la cava più che discretamente (ha vinto l’ATP di Istanbul lo scorso anno e nel 2014 è arrivato in finale ad Umago), e quindi avrebbe potuto probabilmente supportare meglio uno Zimonijc ancora alla ricerca della condizione migliore, ma pur sempre un doppista di livello.

Per capirci, molto più attento è stato il c.t. croato Krajan che, dopo aver assistito gli allenamenti dei suoi giocatori a Liegi, all’ultimo momento ha preferito Franko Skugor, in ottima forma ed in fiducia, ad uno specialista come Marin Draganja che arrivava da un lungo periodo d’inattività (6 mesi di stop a causa di un’operazione alle anche).

Tutto è bene quel che finisce bene, ma Obradovic forse sarà meglio che tragga qualche insegnamento da quanto accaduto in previsione della sfida di luglio contro la Gran Bretagna. Ovviamente tutto dipenderà dalla presenza di Novak Djokovic e Andy Murray, ma nell’ipotesi che i primi due giocatori del mondo rispondessero entrambi presente, il c.t. serbo dovrà valutare attentamente se schierare il suo n. 1 in un doppio contro i fratelli Murray, coppia imbattuta in Davis (5 vittorie in 5 incontri per i due scozzesi). Con il rischio di fargli consumare inutilmente energie, soprattutto nervose, pochi giorni dopo le fatiche di Wimbledon ed alla vigilia di una sfida che potrebbe rivelarsi decisiva contro Andy il giorno dopo.

Il c.t. croato Krajan, invece, avrà meno problemi da questo punto di vista nella sfida dei quarti di finale contro gli Stati Uniti: il match di doppio è proprio quello più chiuso nel pronostico, vista la presenza dei fratelli Bryan. Per giocarsi le sue carte contro la squadra capitanata da Jim Courier, l’ex coach di Dinara Safina dovrà quindi puntare sui singolari e di conseguenza sperare di avere in luglio un Marin Cilic in condizioni migliori di quelle di Liegi. Per quanto riguarda invece il 19enne Borna Coric, la sfida contro i belgi ha confermato – come dichiarato dallo stesso Krajan alla vigilia del match – che si tratta di uno di quei giocatori che in Davis si esalta e riesce a rendere al meglio.

Scendendo nei raggruppamenti zonali, nel Gruppo 1 Euro-Africano ha invece destato un po’ di stupore la netta sconfitta per 4-1 della Slovenia contro la Romania. Gli sloveni partivano leggermente favoriti contro i rumeni, data la migliore classifica ATP con cui si erano presentati i loro due singolaristi Blaz Rola (n. 169) e Grega Zemlja (n. 181) rispetto ad Adrian Ungur (n. 193) e Marius Copil (n. 202). Invece la Romania sul terreno amico di Arad ha chiuso la pratica dopo le prime due giornate. Inaspettata quanto netta la vittoria in tre set del n. 2 romeno Copil sul n. 1 sloveno Rola, mentre Grega Zemlja si è trovato in vantaggio di due set ma alla fine ha dovuto arrendersi ad Adrian Ungur. Scontata la vittoria degli specialisti Mergea/Tecau sulla coppia slovena Radinski/Ternar che ha portato il punto della qualificazione alla Romania.
Ora per gli sloveni la situazione si fa complicata, dato che in settembre dovranno affrontare il Portogallo che schiera il Top 40 Joao Sousa e un discreto giocatore come Gastao Elias, n. 121 ATP. Dopo 6 anni di permanenza nel Gruppo 1, la squadra capitanata da Blaz Trupej rischia seriamente di retrocedere nuovamente nel Gruppo 2.

Prosegue invece la corsa della Bosnia ed Erzegovina nel Gruppo 2. Mirza Basic ha letteralmente trascinato la sua nazionale nella vittoria per 3-1 contro la Tunisia, conquistando entrambi i singolari ed il doppio (in coppia con Brkic). Con due entusiasmanti rimonte nel doppio e nel singolare decisivo contro il n. 1 tunisino Malek Jaziri, match vinti entrambi al quinto set dopo uno svantaggio di due set a zero. Nel match contro Jaziri da segnalare anche che il 24enne giocatore di Sarajevo, questa settimana n. 132 in classifica, si è trovato a dover annullare match point sia nel terzo che nel quarto parziale, entrambi vinti al tie-break (quello del quarto set per 18-16). Il sogno di venir promossi per la prima volta nel Gruppo 1 Euro-Africano continua: nel prossimo match Basic e compagni affronteranno in casa la Turchia, guidata dal n. 138 ATP Marsel Ilhan.

Infine a Tallin, in Estonia, si è disputato il round-robin del Gruppo 3 europeo, alla quale partecipavano 15 squadre, tra le quali il Montenegro, la Macedonia e il Kosovo, che esordiva in Coppa Davis. Montenegro e Macedonia hanno terminato al secondo posto nei rispettivi gironi, entrambe con una vittoria e due sconfitte.
Il Montenegro – che schierava un solo giocatore classificato ATP, l’attuale n. 622 del mondo Ljubomir Celebic, ed i tre teenager Rrezart Cungu, Pavle Rogan e Matija Bulatovic – è stato sconfitto 3-0 nella sfida decisiva dalla nazionale cipriota guidata da Marcos Baghdatis.
La Macedonia – che schierava Tomislav Jotovski, la scorsa settimana n. 676 ATP, il 34enne Dimitar Grabul, ex n. 505 del mondo e attualmente n. 1887, e il 18enne Gorazd Srbljak, entrato in classifica ATP nell’agosto scorso e oggi n. 2154, si sono arresi invece solo nel doppio decisivo all’Irlanda.
Le due nazionali balcaniche si sono poi sfidate nella finale di consolazione per il quinto posto, vinta dalla Macedonia per 2-0.
Per l’esordiente Kosovo invece tre sconfitte per 3-0, nemmeno un set vinto e ultimo posto finale.
Ma per Hyda Banjska, Granit Bajraliu, Gurash Hasani e Meldin Mustafi, i quattro tennisti kosovari che hanno giocato a Tallin e di cui prima di venerdì non vi era alcuna traccia sul sito dell’ITF (fatta eccezione per il 17enne Mustafi, che ha giocato due tornei under 18 lo scorso anno) né tantomeno su quello dell’ATP, probabilmente era già una vittoria essere scesi in campo ed essere entrati così nella storia per aver difeso per primi i colori della loro nazionale in Coppa Davis.

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