Serena Williams sull'erba: cresce lei, ma cresce anche la concorrenza

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Serena Williams sull’erba: cresce lei, ma cresce anche la concorrenza

A Wimbledon Serena Williams cercherà di approfittare di una superficie amata come l’erba per eguagliare il record di Steffi Graf. Ma non mancheranno le avversarie impegnative

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Come sempre nel martedì che precede lo Slam è previsto l’articolo di presentazione del Major femminile. Di solito propongo diversi dati sulle tenniste più forti in riferimento alla superficie su cui si giocherà, e poi un riepilogo con le condizioni di forma delle prime sedici teste di serie. Ma in questa occasione ho deciso di limitarmi a una semplice tabella che sintetizza gli ultimi cinque anni di tornei sull’erba, senza altri numeri e statistiche. Eccola:


Ho scelto di cambiare impostazione per due motivi.
Il primo è determinato dalle pochissime partite disputate di recente da quasi tutte le migliori; così pochi match che la situazione rispetto a Parigi è rimasta sostanzialmente immutata. Ripetere nel dettaglio il racconto dei malanni di Halep o Azarenka, oppure dei dubbi legati all’età di Serena Williams significherebbe proporre una specie di articolo-fotocopia, estremamente simile a quello di qualche settimana fa.
Il secondo motivo è legato alla crescita delle nuove leve, che stanno diventando sempre più spesso protagoniste. Questo processo è esemplificato nel modo più eclatante da Garbiñe Muguruza, vincitrice dell’ultimo Roland Garros. Ma quando si ragiona su tenniste in grande progresso i risultati degli anni precedenti risultano meno significativi, e perfino quelli più recenti possono ingannare, dato che spesso gli alti e bassi sono una caratteristica delle più giovani. Dunque ricostruire nel dettaglio il loro rendimento non penso possa risultare particolarmente utile per capire come si potrebbero comportare a Wimbledon.

E quindi per questa volta ho deciso di proporre alcune riflessioni di carattere generale, legate alle caratteristiche della maggior parte delle attuali teste di serie. La prima riflessione è questa: penso che il prossimo torneo di Wimbledon potrebbe risultare particolarmente ben giocato, per differenti ragioni tecniche.
Innanzitutto sono convinto che l’erba sia una superficie sulla quale possono trovarsi a loro agio molte delle possibili candidate per la vittoria finale nei Major: a partire da Serena Williams, naturalmente, testa di serie numero uno e campionessa in carica.
Controllando il ranking di questa settimana ci si accorge che sono più le giocatrici che si trovano bene sull’erba rispetto a chi fatica a digerirla: fra le prime 20-25 della classifica forse solo Stosur, Svitolina ed Errani scendono chiaramente di rendimento su questa superficie. A questo piccolo gruppo non aggiungerei più nemmeno Carla Suarez Navarro, visto che nel recente torneo di Birmingham ha mostrato interessanti capacità di adattamento. E anche le giocatrici più vocate al cemento come Kerber, Azarenka e Halep vantano comunque semifinali a Wimbledon (due per Azarenka).

 

Scorrendo i primi posti del ranking, oltre a Serena e alle tre giocatrici appena citate, si trovano: Muguruza finalista a Londra l’anno scorso, Radwanska finalista nel 2012, Bencic vincitrice a Eastbourne nel 2015, Roberta Vinci con un successo a s’Hertogenbosch. Seguono Venus Williams, Madison Keys e Petra Kvitova, che credo firmerebbero per poter giocare tutto l’anno sull’erba, visto che i più grandi successi della carriera li hanno raccolti sui prati inglesi.

Ma forse l’aspetto tecnico più interessante è questo: l’erba non agevola solo le tenniste potenti che amano condurre un tennis di attacco (come Serena, Venus, Muguruza, Kvitova, Keys, Vandeweghe) ma, rispetto a terra battuta e cemento, aiuta anche le giocatrici che si potrebbero definire opposte, cioè quelle che su altri terreni soffrono per mancanza di colpi definitivi. Atlete agili e veloci, che sui prati scivolosi riescono a muoversi con più sicurezza delle avversarie. In più la superficie rapida e dal rimbalzo sfuggente consente a chi ha un deficit di forza di riuscire comunque ad ottenere vincenti approfittando dell’anticipo e appoggiandosi sulla potenza altrui; è possibile costruire punti semplicemente rubando il tempo all’avversaria e piazzando bene la palla.
Non solo: queste tenniste meno potenti sono spesso dotate di una “mano” superiore alla media, una dote che sull’erba si esprime a colpi di slice e drop-shot, o grazie ai movimenti sulla verticale del campo. Ecco perché ad esempio una tennista come Radwanska ha ottenuto a Londra i propri migliori risultati negli Slam (una finale nel 2012 e due semifinali nel 2013 e 2015).

Un’ulteriore conferma di questo si è avuta nelle scorse settimane. In tre tornei su quattro sono arrivate in finale giocatrici tutt’altro che potenti: a Nottingham Alison Riske, particolarmente dotata nel colpire di controbalzo e nell’anticipo; a Mallorca Anastasija Sevastova, che ama appoggiarsi sulla palla avversaria per costruire geometrie che le permettano di trovare spazi di campo liberi; a Birmingham Barbora Strycova, un’altra tennista abile nell’impostare scambi articolati e nel movimento sulla verticale. E anche se poi hanno perso la finale (rispettivamente contro Pliskova, Garcia e Keys) hanno mostrato che l’erba risulta una superficie molto meno monodimensionale di quanto si potrebbe credere di primo acchito.
Penso che anche a Wimbledon sarà molto difficile che una delle giocatrici “leggere” abbia la meglio; ma sarà invece molto probabile che lungo il cammino del torneo siano in grado di ottenere eliminazioni eccellenti fra le tenniste di attacco.

In sintesi: considerando le caratteristiche tecniche delle più forti partecipanti, appare quasi certo che la rincorsa di Serena Williams al record di Steffi Graf (i famosi 22 Slam) si terrà in un contesto complessivamente al rialzo rispetto al Roland Garros. Perchè se è vero che Serena sicuramente gradisce l’erba ed è avvantaggiata da un gioco basato su pochi colpi e meno esigente sul piano fisico (soprattutto per quanto riguarda la resistenza), è anche vero che la numero uno del mondo trova a Londra una concorrenza tutto sommato più a suo agio che a Parigi: significa quindi un maggior numero di avversarie in grado di esprimersi ad alti livelli.

Rispetto alla terra rossa crescerà di più Serena o crescerà di più la concorrenza? Personalmente non riesco ad avere certezze in merito, ma credo sia questa la domanda che può riassumere meglio il prossimo Wimbledon. Ecco intanto la risposta indiretta di una nota agenzia inglese di scommesse (quote di lunedì 20 giugno):
Serena W. 2,62
Muguruza 6
Kvitova 6,50
Azarenka 9
Keys 13
Halep 17
Kerber 21
Bencic e Radwanska a 26
Bouchard, Lisicki, Stephens e Vandeweghe a 34
Ivanovic, Konta, Pliskova, Safarova, Venus W. e Wozniacki a 51
Bacsinszky, Bertens, Konjuh e Mladenovic a 67
Pironkova 81

Al di là di qualche valore che non condivido (ad esempio per me Venus e Radwanska sono sottostimate se confrontate con altre quote) rimane il fatto che, a mio avviso, molti dei nomi fatti costituiscono una credibile ipotesi di vittoria. Del resto nel 2016 su due Major disputati abbiamo avuto due nuove vincitrici slam, e quindi non è impossibile che alla lista si aggiunga una terza novità.
In più ci sono giocatrici emergenti o specialiste che potrebbero fare strada nel torneo; i nomi possibili sono tanti: tra quelli poco considerati dai bookmaker segnalerei Ostapenko (vincitrice due anni fa del torneo junior) data a 100, ma anche Riske, Strycova, Makarova, Vesnina, Flipkens, Lucic che hanno quote ancora più alte.

In conclusione il capitolo sulle italiane. Sull’erba il tennis di Roberta Vinci può risultare molto redditizio: lo slice di rovescio diventa particolarmente insidioso, il gioco di volo ancora più incisivo e la sua capacità al servizio può fare la differenza. Questo in linea teorica, perché l’aspetto più importante rimane la forma. Roberta avrà una testa di serie molto favorevole (numero 7): sarebbe un peccato non avesse la condizione fisica per approfittarne.
Sara Errani sta attraversano un periodo difficile, e soffre da sempre l’erba: difficilmente potrà essere Wimbledon il torneo della sua risalita.
Anche Francesca Schiavone e Karin Knapp in carriera hanno avuto rendimenti migliori sulla terra che sui prati (Schiavone a Wimbledon vanta comunque un quarto di finale nel 2009 e un ottavo nel 2012): molto dipenderà dai sorteggi.
Infine Camila Giorgi: l’anno scorso di questi tempi aveva appena vinto il torneo di s’Hertogenbosch in finale contro Belinda Bencic. Per Camila il discorso è molto simile a quello fatto per Roberta: l’erba può diventare una superficie che esalta il suo tennis, ma occorre riesca a presentarsi al via senza problemi fisici e con una fiducia nei propri mezzi superiore a quella degli ultimi mesi.

P.S. Come già in occasione dei precedenti Major, questa rubrica si ferma durante lo Slam. Ritornerà fra tre settimane, al termine di Wimbledon.
Buon torneo a tutti.

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WTA Strasburgo, il tabellone: le prime due teste di serie sono Linette e Mertens, nessuna italiana presente nonostante l’ottima tradizione

A seguire, terza e quarta forza del seeding francese rispettivamente, la cinese Shuai Zhang e la croato-statunitense Bernarda Pera. Impossibilitata a difendere il titolo conquistato nel 2022 Angelique Kerber, impegnata con il primo bebè

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Magda Linette - Australian Open 2023 (foto Twitter @rolandgarros)

E’ in procinto, a partire dalla prossima settimana, di prendere piede quella che si prospetta una sette giorni ricca di bellezza tennistica sulla terra rossa del capoluogo della regione francese dell’Alsazia: il WTA 250 di Strasburgo.

Il torneo, che si svolge nello storico impianto del Tennis Club de Strasbourg, è giunto a quella che sarà la sua 37esima edizione dato che la fondazione e la conseguente introduzione nel Tour professionistico risale al lontano 1987.

Un albo d’oro di primissimo livello con fior fior di campionesse Slam

L’evento ha sempre goduto di un parterre de Roi – per dirla alla transalpina – grazie alla propria posizione strategica nel calendario anticipatrice del Roland Garros, l’appuntamento conclusivo di questa parte di stagione, ma soprattutto perché offre condizioni praticamente quasi del tutto assimilabili con quelle che poi si ritrovano allo Slam di Bois De Boulogne in termini di superficie e palle utilizzate.

 

Non a caso, infatti, l’albo d’oro può mettere in mostra nomi illustri del calibro di Jana Novotna, Lindsay Davenport, Steffi Graff, Jannifer Capriati o ancora Maria Sharapova. Ossia tutte campionesse Major che hanno scritto, di questo sport, pagine di storia eterna per poi giungere a tempi più recenti ed appurare come nulla sia cambiato: le ultime vincitrici della manifestazione sono manco a dirlo una campionessa del Roland Garros (2021) e, la detentrice del trofeo, una il cui palmares è sprovvisto proprio del “solo” Open di Francia per potersi fregiare del riconoscimento del Career Grand Slam.

Stiamo parlando di due mancine, la ceca Barbora Krejcikova e la tedesca Angelique Kerber. La 35enne di Brema, però, quest’anno non sarà ai nastri di partenza per difendere il titolo poiché affaccendata con la maternità, dato che meno di tre mesi fa è nata la figlia Liana e quindi la priorità assoluta al momento non può che essere direzionata verso la famiglia, con il tennis che inevitabilmente è scalato in secondo piano.

A guidare il tabellone dell’Internationaux de Strasbourg saranno la polacca Magda Linette, ad inizio anno spintasi clamorosamente sino alle semifinali dell’Australian Open ma ora alla ricerca di nuovi risultati che le ridiano fiducia dopo un periodo di forma abbastanza opaco, e la belga Elise Mertens.

La 31enne di Poznan ricoprendo il ruolo di prima testa di serie del tabellone, presiederà la parte alta del seeding e avvierà la sua campagna opponendosi alla rumena Cristina Bucsa; mentre a far compagnia alla 27enne di Lovanio – nella serata romana in campo per la finale di doppio (lei che è ex n. 1 di specialità) degli Internazionali BNL d’Italia in coppia con l’australiana Hunter per giocarsi il titolo al cospetto del forte duo a stelle e strisce Gauff/Pegula: n. 3 e n. 4 della classifica di doppio, prima accoppiata per quanto concerne la Race grazie anche alle due finali 1000 dell’anno con successo a Miami e KO a Madrid -. Nella metà bassa fra le altre sarà ai nastri di partenza pure Elina Svitolina, ancora in cerca della forma migliore dopo il ritorno nel Tour in seguito alla gravidanza prima e alle ripercussioni psicologiche del conflitto scoppiato in Ucraina poi.

Qualora Elise ed Elina vincessero i rispettivi match d’esordio, per Mertens l’avversaria è l’americana Katie Volynets, si incrocierebbero al 2°T.

Terza e quarta forza del main-draw, che vorranno certamente recitare un ruolo da protagoniste, saranno rispettivamente la cinese Shuai Zhang e la croata – naturalizzata statunitense – Bernarda Pera. Da segnalare anche, tra le giocatrici in odore di percorso importante, la recente semifinalista al WTA 1000 di Miami Sorana Cirstea e la svizzera Jil Teichmann, quest’ultima con l’obiettivo di dare linfa alla sua stagione dopo alcuni mesi di mero compitino: sono state sorteggiate in due lati diversi del tabellone, con la 25enne nativa di Barcellona pronta ad insidiare la favorita numero uno Linette partendo dal secondo spicchio; al contrario la rumena è stata dislocata nel terzo, il primo della parte sottostante.

Tante francesi, nessuna azzurra nonostante l’ottima tradizione

Infine evidenziamo, come sempre, la nutrita truppa francese al via: ben 6 giocatrici presenti nel tabellone principale di un torneo che in passato è stato testimone di tre conquiste casalinghe, Aravane Rezai – di origini iraniane – nel 2009, Alizé Cornet nel 2013 e l’attuale n. 1 di Francia Caroline Garcia nel 2016. L’unica di queste a ballare anche nel 2023 sarà la 33enne di Nizza, che debutterà con la bulgara Viktorija Tomova.

Mentre non ci sarà alcuna italiana a giocarsi le sua chances, nonostante l’ottima tradizione tricolore che può infatti vantare ben 5 allori: la prima in assoluto ad alzare il trofeo nella sede del Parlamento Europeo fu Sandra Cecchini nel 1988 alla seconda edizione dell’evento – e che fu finalista anche nella prima -, poi fu la volta della tripletta di Silvia Farina tra il 2001 e il 2003 e dulcis in fundo Flavia Pennetta nel 2012.

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Camila Giorgi riparte da Linz, per Trevisan doppia avventura a Doha e Abu Dhabi: il febbraio delle tenniste italiane

Dopo un Australian Open non proprio esaltante, ecco le partecipazioni azzurre ai tornei WTA di febbraio.

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Mettersi alle spalle l’Australian Open, tuffarsi in un febbraio che deve servire a trovare conferme per Camila Giorgi e Jasmine Paolini, ad accumulare ancor più punti in vista di Indian Wells e Miami per Martina Trevisan e Lucia Bronzetti. Sullo sfondo c’è anche la voglia di Sara Errani di tornare tra le prime 100 nel ranking WTA.

Le belle notizie dal tennis femminile, in questo avvio di 2023, sono arrivate proprio da Giorgi e Paolini. Il cammino della n. 69 del ranking all’Australian Open si è interrotto al terzo turno per merito di Belinda Bencic, testa di serie n. 12. Un’eliminazione in due set, dopo le vittorie su Pavlyuchenkova e Schmiedlova, ma che hanno dato indicazioni importanti su un percorso positivo da intraprendere in questo 2023. Sconfitta nettamente da Ljudmila Samsonova al primo turno a Melbourne, Jasmine Paolini è in corsa per una semifinale al WTA di Lione. Avversaria odierna, Caroline Garcia, beniamina di casa.

Il gennaio di Lucia Bronzetti è stato esaltante nella United Cup, competizione che ha galvanizzato la n. 62 del ranking, uscita, però, al primo all’Australian Open Siegemund in tre set.

 

Il match più esaltante fin qui disputato dalla n. 1 del tennis femminile, Martina Trevisan lo ha disputato alla United Cup. La vittoria in tre set su Maria Sakkari è stato un gran sussulto in questo nuovo anno. Male all’Australian Open, uscita al primo turno contro Anna Schmiedlova.

Sarà ancora il cemento il grande protagonista nei tornei femminili di tennis del mese di febbraio.

Dal 6 al 12 si giocherà contemporaneamente ad Abu Dhabi e a Linz.

Nel tabellone principale di Abu Dhabi l’Italia sarà rappresentata da Martina Trevisan. Ons Jabeur ha, invece, annunciato il forfait: sarebbe stata la testa di serie n. 1 del ranking.

In Austria, invece, al WTA di Linz ci saranno Lucia Bronzetti e Camila Giorgi. La partecipazione di Sara Errani, invece, passerà dalle qualificazioni.

Dal 13 al 19 febbraio si giocherà a Doha. Già in tabellone Martina Trevisan, dovrà affrontare le qualificazioni Jasmine Paolini.

Il febbraio delle principali tenniste italiane.

6/12 febbraio: Trevisan ad Abu Dhabi, Bronzetti e Giorgi a Linz, Errani alle qualificazioni

13/19 febbraio: Trevisan e Paolini a Doha

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United Cup: delusione Australia, ottimo avvio per Grecia, USA e Svizzera. Wawrinka sorprende Bublik

Kvitova regala l’unico punto alla Repubblica ceca. Tsitsipas e Sakkari brillano anche in doppio. Disfatta argentina contro la Francia

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Stan Wawrinka - United Cup 2022 (Twitter @UnitedCupTennis)

In attesa dell’esordio di Nadal e Zverev in programma domani, ecco i risultati definitivi dopo le prime due giornate di gioco alla United Cup. Non c’è solo il successo dell’Italia sul Brasile, di cui vi abbiamo parlato qui.

Grecia – Bulgaria 4-1

Kuzmanov – Pervolarakis 6-1, 6-1

 

Sakkari – Tomova 6-3, 6-2

Sakkari/Stefanos Tsitsipas – Topalova/Andreev 6-4, 6-4

La Grecia si aggiudica la sfida con la Bulgaria nel primo turno di United Cup per 4-1. La Bulgaria rispetta il pronostico nella sfida tra Dimitar Kuzmanov, n. 196 del ranking, e Michail Pervolakis, n. 504. Il doppio 6-1 dà coraggio ai bulgari che riaprono il computo complessivo della sfida. Ma poi ci pensano i rispettivi n. 1 ellenici del maschile e femminile a dare la sterzata decisiva alla sfida. Vince Maria Sakkari agevolmente in due set su Viktorya Tomova, 6-3, 6-2. Poi in coppia con Strefanos Tsitsipas, la greca dà spettacolo e con un doppio 6-4 si pensa al turno successivo. Debole nelle seconde linee, con Sakkari e Tsitsipas la Grecia può dir la sua nella competizione.

USA – Repubblica Ceca 4-1

Kvitova – Pegula 7-6, 6-4

Tiafoe – Machac 6-3, 2-4 ret Machac

Pegula/Taylor Pegula – Bouzkova – Lehecka 2-6, 6-3, 10-7

Ottimo il debutto nella competizione per gli statunitensi. La sconfitta in due set di Pegula contro Kvitova alla fine risulterà ininfluente. Decisivo il tie-break del primo set, in cui Petra annulla ben tre set point alla sua avversaria. Machac è costretto sul più bello al ritiro nella sfida con Tiafoe. Sotto di un set, ma avanti di un break, il ceco è costretto al forfait per una distorsione alla caviglia destra. Il doppio se l’aggiudica la coppia composta da Jessica e Taylor Pegula.

Francia – Argentina 4-0

Garcia – Podoska 6-2, 6-0

Mannarino – Coria 6-1, 6-0

La vittoria della Francia sa di rivincita mondiale nei confronti dell’Argentina. Dal campo di calcio a quello di tennis, dal Qatar all’Australia, stavolta sono i transalpini a gioire e anche abbastanza nettamente lasciando soli tre game ai singolari odierni. Rullo compressore Caroline Garcia, n. 4, supera Nadia Podoska, n. 195, per 6-2, 6-0. Adrian Mannarino, n. 46, la imita battendo Federico Coria, n. 75, 6-1, 6-0, il tutto in 2he10’ complessivi.

Australia Gran Bretagna 1-3

Dart – Inglis 6-4, 6-4

Kubler – Evans 6-3, 7-6(3)

Momento decisamente sfortunato per l’Australia, data da molti per favorita nella competizione. Il forfait di Kyrgios e successivamente quello di Tomljanovic, per un problema al ginocchio sinistro, hanno cambiato l’inerzia del confronto con la Gran Bretagna. In svantaggio 0-2, è toccato a Maddison Inglis, n. 180 del mondo, affrontare Harriet Dart, n. 98 del ranking Wta. Doppio 6-4 e semaforo verde per i britannici. Inutile ma comunque rocambolesca la sconfitta di Evans contro Kubler. Sotto di un set, nel secondo parziale il britannico si è fatto rimontare da 5-0, perdendo in malo modo al tie-break.

Svizzera – Kazakhistan 4-0

Teichmann – Kulambayeva 6-3, 6-2

Wawrinka vs Bublik 6-3, 7-6(3)

Tutto facile per la Svizzera. Stan Wawrinka (n. 148) soffre nel secondo set contro il talentuoso Alexander Bublik, n. 37. Ricambio generazionale? Non ditelo al buon vecchio Stan che porta a casa il punto decisivo per il passaggio del turno dei rossocrociati. Bene anche Jil Teichmann, n. 35, nel singolare femminile contro Zhibek Kulambayeva, n. 441, che viene sconfitta 6-3, 6-2.

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