La Serena Williams di Roma basterà per vincere a Parigi?

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La Serena Williams di Roma basterà per vincere a Parigi?

Roland Garros: da Serena Williams a Madison Keys, la situazione delle prime 16 teste di serie, e quella delle giocatrici italiane alle spalle di Roberta Vinci

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L’avvicinamento a Parigi è sostanzialmente terminato; in questa settimana a ridosso dello Slam solo Roberta Vinci prenderà parte a un torneo, mentre tutte le altre giocatrici che saranno accreditate delle prime sedici teste di serie (a meno di forfait dell’ultima ora) hanno preferito non avere impegni agonistici.
La stagione sulla terra rossa si annunciava come di difficile decifrazione, e l’ipotesi di una fase senza protagoniste dominanti è stata confermata, come si deduce dal quadro riassuntivo; nei tre principali tornei del 2016 nessun nome compare più di una volta fra quelli di vincitrici e finaliste:

Rendimento terra rossa WTA 2011- 2016
Ecco come si presentano al via le prime sedici del ranking.

1. Serena Williams
Miglior risultato in carriera al Roland Garros: vittoria (2002, 2013, 2015)
Risultato 2015: vittoria (S. Williams def Safarova 6-3, 6-7, 6-2)

 

Serena è tornata a vincere un torneo dopo un digiuno inusuale (il precedente successo risaliva all’agosto 2015, Cincinnati) al primo impegno su terra. Ho letto pareri discordanti sulla sua prestazione romana; a me è sembrata in condizioni inferiori rispetto agli Australian Open, a causa dei problemi tecnici dalla parte del dritto, un colpo che ha sbagliato con troppa frequenza.
Resta il fatto che batterla rimane una possibilità riservata a poche, e quelle poche devono scendere in campo senza farsi intimorire troppo. Di recente nelle finali ci sono riuscite Kerber e Azarenka, mentre a mio avviso Madison Keys non è stata in grado di giocare con la stessa qualità mostrata nei turni precedenti.
In prospettiva Roland Garros il fatto che abbia vinto comunque a Roma dimostra che anche la condizione attuale potrebbe essere sufficiente, e questo fa di lei la prima favorita. Direi che ci sono due possibilità: o Serena cresce nella forma, e si riporta a un livello superiore alle altre, oppure la vittoria dipenderà anche dalle avversarie, e dalla loro capacità di esprimersi al meglio (o no) contro di lei.

2. Agnieszka Radwanska
Miglior risultato RG: QF (2013)
Risultato 2015: 1T (Beck def Radwanska 6-2, 3-6, 6-1)

Per Radwanska poche partite sul rosso, in due soli tornei. Sia a Stoccarda che a Madrid ha perso dalle future finaliste (Siegemund e Cibulkova); tirando le somme, su terra ha ottenuto appena due vittorie: in Germania contro Petkovic e Pliskova. Il forfait a Roma rende ancora più difficile capire quali possano essere le sue ambizioni a Parigi.

3. Angelique Kerber
Miglior risultato RG: QF (2012)
Risultato 2015: 3T (Muguruza def Kerber 4-6, 6-2, 6-2)

Su terra ha esordito vincendo i match in Fed Cup (contro Halep e Begu) e soprattutto il torneo di Stoccarda, doppiando il successo del 2015; poi però è uscita al primo turno a Madrid (da Strycova) e Roma (da Bouchard). A Madrid poteva avere la scusante della stanchezza post-vittoria, mentre a Roma ha confermato di soffrire Bouchard sul piano tattico, visto che Eugenie riesce a leggere con chiarezza le sue intenzioni, e ad anticiparla sistematicamente.
A Parigi l’anno scorso Muguruza l’aveva sconfitta in rimonta, piuttosto nettamente. Non si può certo dire che la terra sia la superficie più congeniale per Kerber, ma se riuscisse a tornare alle condizioni di forma strepitosa di Melbourne 2016 potrebbe anche puntare in alto, visto che la concorrenza, per una ragione o per l’altra, non sembra particolarmente agguerrita. Una ovvietà: avendo vinto gli Australian Open è l’unica che può ancora sperare nel Grande Slam.

4. Garbiñe Muguruza
Miglior risultato RG: QF (2014, 2015)
Risultato 2015: QF (Safarova def Muguruza 7-6, 6-3)

Muguruza ha aperto la stagione su terra in Fed Cup, contro l’Italia di Schiavone e Vinci (quattro set a zero), poi ha perso a Stoccarda da Kvitova, a Madrid da Begu e a Roma da Keys. Battute di arresto che vanno valutate considerando la qualità dei match, visto che ha trovato avversarie che per sconfiggerla hanno dovuto giocare su alti livelli, in particolare a Roma, dove prima di perdere in semifinale aveva lasciato un solo game a Makarova e vinto un gran match contro Bacsinszky.
In chiave Roland Garros sono ottimista, tenendo conto che Garbiñe è reduce da due quarti di finale: se gioca come nelle ultime settimane per me ha concrete possibilità di arrivare in fondo.

5. Victoria Azarenka
Miglior risultato RG: SF (2013)
Risultato 2015: 3T (S. Williams def Azarenka 3-6, 6-4, 6-2)

Si sa che la terra non è la superficie preferita di Azarenka, ma per quest’anno non ha molto senso approfondire gli aspetti tecnici. visto che per lei la vera incognita, ancora una volta, deriva da problemi fisici; la schiena l’ha penalizzata a Madrid (forfait al terzo turno) e Roma (sconfitta da Begu 6-3, 6-2). Un vero peccato, considerando la straordinaria prima parte di 2016 sul cemento. Non resta che aspettare per capire in che condizioni si presenterà a Parigi.

6. Simona Halep
Miglior risultato RG: finale (2014)
Risultato 2015: 2T (Lucic Baroni def Halep 7-5, 6-1)

Indecifrabile Halep: una vittoria (contro Petkovic) e una sconfitta (contro Kerber) in Fed Cup. Poi: fuori all’esordio contro Siegemund a Stoccarda, vincitrice a Madrid, e di nuovo subito fuori a Roma contro Gavrilova. Alti e bassi che rendono imprevedibile il suo prossimo Slam. A maggior ragione se si considerano i due precedenti più freschi a Parigi: grandissimo torneo nel 2014 e sconfitta al secondo turno nel 2015.

7. Roberta Vinci
Miglior risultato RG: 4T (2012, 2013)
Risultato 2015: 1T (Cornet def Vinci 4-6, 6-4, 6-1)

Per Vinci due nette sconfitte in Fed Cup contro la Spagna, terzo turno a Stoccarda e due uscite al primo turno a Madrid e Roma. Al momento il bilancio 2016 su terra è di due vittorie e cinque sconfitte. Roberta in passato ha dichiarato che preferisce preparare gli Slam giocando, e infatti questa settimana è impegnata a Norimberga.
Per quanto si è visto sino a ora, ho avuto l’impressione che la terra potrebbe essere una superficie fisicamente troppo faticosa per le sue attuali condizioni; per fare bene a Parigi penso avrebbe bisogno di migliorare sul piano della resistenza, altrimenti corre il rischio di perdere di lucidità, e senza lucidità per lei è particolarmente difficile far rendere il suo tennis.

8. Belinda Bencic
Miglior risultato RG: 2T (2015)
Risultato 2015: 2T (Keys def Bencic 6-0, 6-3)

Poco da dire su Bencic: ferma da oltre un mese per un problema alla schiena, non si sono avute altre notizie, almeno fino al momento in cui scrivo. Per il prossimo Roland Garros risulterebbe iscritta in singolare ma non in doppio (da Wimbledon 2014 negli Slam aveva sempre preso parte anche al doppio). Non resta che augurarsi che sia almeno clinicamente guarita e quindi in condizioni di giocare, anche se è impossibile sapere quale potrebbe essere lo stato di forma.

9. Timea Bacsinszky
Miglior risultato RG: SF (2015)
Risultato 2015: SF (S. Williams def Radwanska 4-6, 6-3, 6-0)

Bacsinszky ha preferito giocare a Rabat (invece che a Stoccarda), torneo che ha regolarmente vinto, anche se la giocatrice di ranking più alto incontrata è stata Timea Babos (allora numero 40). Poi ha perso solo da top ten: a Madrid da Halep e a Roma da Muguruza, ma in un match ben condotto malgrado la sconfitta.
Tutto sommato mi pare una delle giocatrici più affidabili su terra, per cui a meno di imprese da parte di mine vaganti me la aspetto nella seconda settimana del Roland Garros.

10. Venus Williams
Miglior risultato RG: F (2002)
Risultato 2015: 1T (Stephens def V. Williams 7-6, 6-1)

Per Venus due sole partite su terra rossa nel 2016, giocate a Roma: vittoria contro Vandeweghe e sconfitta contro Babos. Nelle ultime quattro edizioni dello Slam francese non è mani andata oltre il secondo turno; per questo penso che per fare strada a Parigi avrà bisogno di un sorteggio favorevole.

11. Petra Kvitova
Miglior risultato RG: SF (2012)
Risultato 2015: 4T (Bacsinszky def Kvitova 2-6, 6-0, 6-3)

Su terra percorso in regresso per Kvitova: bene a Stoccarda, dove ha perso in semifinale da Kerber, poi male a Madrid, sconfitta da Gavrilova. Avendo vinto in Spagna nel 2015, la scadenza dei punti l’ha portata dopo molto tempo fuori dalla top ten. A Roma ha subito lasciato il passo a una incontenibile Keys (che ha servito addirittura l’85% di prime, 8 ace e nessun doppio fallo), ma con la scusante di un problema muscolare agli addominali, che aveva messo in dubbio la sua partecipazione al torneo. Dovrebbe recuperare totalmente per Parigi, anche se probabilmente a prezzo di qualche giorno di stop, che difficilmente farà bene alla sua forma.

12. Lucie Safarova
Miglior risultato RG: F (2012)
Risultato 2015: F (S. Williams def Safarova 6-3, 6-7, 6-2)

Safarova è reduce da mesi complicatissimi per questioni di salute. Addirittura si è aggiudicata il primo set del 2016 in aprile, nella sconfitta subita da Pliskova a Stoccarda. Finalmente si è ripresa a Praga, dove ha vinto l’International di nuova organizzazione, confermando di essere quasi imbattibile quando gioca in patria (come testimoniano i match di Fed Cup). Poi però una intossicazione alimentare l’ha costretta al forfait al secondo turno di Madrid; infine a Roma ha perso da un’altra mancina forte di dritto come lei, Misaki Doi.
La finalista di Parigi 2015 sembra dunque ancora in fase di recupero fisico, per questo sarà difficile che riesca a ripetere l’exploit dell’anno scorso, a meno che non ritrovi la condizione nel corso delle due settimane di torneo.

13. Carla Suarez Navarro
Miglior risultato RG: QF (2008, 2014)
Risultato 2015: 3T (Pennetta def Suarez Navarro 6-3, 6-4)

Esattamente un anno fa, Suarez Navarro era reduce dalla finale di Roma, persa in tre set contro Maria Sharapova. Aggiungendo gli ottimi risultati sul cemento (che l’avevano proiettata in top ten) si avevano tutti gli elementi per ritenerla una delle giocatrici più accreditate per fare strada nello Slam su terra. Poi però a Parigi aveva perso da Flavia Pennetta in un match senza acuti; e da lì in poi si sarebbe capito che le sue energie erano in fase di esaurimento.
Quest’anno su terra ha avuto risultati inferiori al 2015: dopo la facile vittoria contro Vinci in Fed Cup, è stata sconfitta da Kerber a Stoccarda, da Stosur a Madrid, e da Bacsinszky a Roma; ma proprio in quest’ultimo match, benché perso, ha mostrato fasi di notevole tennis. Chissà che l’aver giocato meno rispetto all’anno scorso non le consenta di essere più brillante al prossimo Roland Garros.

14. Svetlana Kuznetsova
Miglior risultato RG: vittoria (2009)
Risultato 2015: 2T (Schiavone def Kuznetsova 6-7, 7-5, 10-8)

Kuznetsova su terra ha avuto una programmazione simile a quella di Safarova: invece che a Stoccarda ha preferito giocare a Praga, dove però si è dovuta ritirare prima della semifinale per un problema ai muscoli addominali. A Madrid ha subito perso da Siegemund, mentre a Roma ha superato Garcia, Stosur e Gavrilova prima di cedere nettamente contro Serena. Non sono riuscito a vederla in tutti i match, ma quando l’ho seguita mi è parsa senza quello smalto messo in mostra in altri momenti del 2016. Però Kuznetsova è una giocatrice imprevedibile, per cui non me la sentirei di escludere grandi prestazioni a Parigi. Mi sembra difficile che riesca ad essere continua per due settimane intere, ma con il talento di Sveta mai dire mai.

15. Ana Ivanovic
Miglior risultato RG: vittoria (2008)
Risultato 2015: SF (Safarova def Ivanovic 7-5, 7-5)

Tre vittorie e tre sconfitte per Ivanovic nel suo 2016 su terra. La giocatrice più alta in classifica battuta è Pavlyuchenkova (numero 27), mentre ha perso da Pliskova, Chirico e McHale; per una ex vincitrice del Roland Garros si potrebbe definire un rendimento mediocre.
Nelle giornate di vena Ivanovic rimane una giocatrice pericolosissima, bisognerà vedere se sarà in grado di sfoderare qualcuna delle sue migliori prestazioni a Parigi, dove difende l’ottima semifinale dell’anno scorso.

16. Madison Keys
Miglior risultato RG: 3T (2015)
Risultato 2015: 3T (Bacsinszky def Keys 6-4, 6-2)

La tennista del momento, dopo lo straordinario torneo appena concluso. Sono riuscito a seguirla in quasi tutti i match di Roma: a mio avviso quello che ha giocato meno bene è stato proprio l’ultimo, contro Serena; probabilmente l’emozione (per l’avversaria, per la finale, o per entrambe) le ha fatto crescere il numero di errori gratuiti, e quando parlo di gratuiti intendo proprio errori in cui la palla era perfettamente giocabile, indipendentemente dall’avversaria che fronteggiava.
Quando Keys è al massimo, il suo tennis è quasi irresistibile, visto che dispone della media di velocità di palla più alta del circuito (dati misurati in diversi Slam); ma sino a oggi le giornate “perfette” sono state poche. E’ però ancora molto giovane, per cui è presto per sapere se rimarranno momenti sporadici, o se invece con la maturità il suo tennis diventerà più solido e continuo. In ogni caso nell’ultimo periodo ha mostrato diversi progressi, su cui conto di tornare con un articolo specifico.
Qui lo spazio a disposizione è poco, giusto quello per confermare quanto scritto un anno fa: ritenevo lei e Muguruza le due giovani con maggiori possibilità di vincere uno Slam. Da allora Garbiñe è arrivata in finale a Wimbledon, mentre Madison è sempre ferma alla semifinale di Melbourne.
Probabilmente deve ancora imparare a gestire la pressione, e sotto questo aspetto la finale appena raggiunta potrebbe non aiutarla, visto che l’ha portata al centro dell’attenzione; se a questo aggiungiamo che la terra non è certo la sua superficie preferita mi pare difficile che in Francia riesca ripetersi ai livelli romani; ma per le enormi potenzialità di cui dispone non me la sento di escluderlo del tutto.

Le Italiane
Come si è visto a Roma, non è un buon momento per il tennis femminile italiano.
Sara Errani, probabile testa di serie numero 17 a Parigi, è reduce da un periodo negativo: fuori al primo turno in tutti e tre i tornei su terra rossa a cui ha partecipato. In questo caso la parola crisi non sembra fuori luogo.
Non l’ho seguita a Strasburgo contro Puig, e il match contro Giorgi di Madrid non era coperto dalle TV. Quindi posso dare un parere limitato, sulla scorta di quanto visto contro Heather Watson: Sara mi è sembrata molto più fallosa del solito e con una convinzione agonistica lontana da quella dei giorni migliori. Il Roland Garros è il suo Slam preferito: una finale (2012), una semifinale (2013) e due quarti di finale (2014, 2015) testimoniano che sui campi parigini riesce a esprimersi ad altissimi livelli. Magari con un buon sorteggio potrebbe avere il tempo di crescere nella fiducia per cercare di recuperare progressivamente il suo miglior tennis.

Camila Giorgi e Karin Knapp stanno attraversando momenti difficili, penalizzate da problemi fisici, alla schiena e al ginocchio. Knapp ha dovuto dare forfait a Norimberga, dove nel 2015 aveva vinto: significa che non potrà nemmeno provare a difendere i 280 punti in uscita.
Giorgi è ferma da Madrid, e anche lei ha dovuto rinunciare, dopo Roma, a Strasburgo. Per loro dunque sarebbe già un successo partecipare al prossimo Roland Garros, anche se è difficile pensare che possano presentarsi in condizioni tali da essere competitive. Ma la guarigione sarebbe quantomeno una prima buona notizia.

Ultima (per ragioni di ranking) ma non meno importante (considerando il suo passato di vincitrice del 2010 e di finalista del 2011 a Parigi) Francesca Schiavone.
Sulla terra europea ha giocato solo due match, persi contro Muguruza in Fed Cup e contro Safarova a Roma, però nel mese di febbraio aveva vinto sul rosso il torneo di Rio de Janeiro: il campo di partecipazione non era di primissima fascia, ma in Brasile ha dimostrato che ha ancora la possibilità di passare alcuni turni al Roland Garros, magari aiutata da un sorteggio non proibitivo.

Le Outsider
In un periodo di livellamento di valori, in cui le seconde linee si sono avvicinate ai vertici, diventa ancora più difficile scegliere possibili outsider, perché i nomi degni di nota sono molti. Per questo rimanderei all’articolo di un mese fa, in cui erano presentati i dati di rendimento sulla terra delle prime 32 tenniste del ranking, e indicate in aggiunta altre giocatrici in grado di far bene sul rosso. Fra l’altro alcune di loro, come Begu e Cibulkova, grazie ai risultati delle ultime settimane si sono conquistate un posto fra le teste di serie a Parigi.

A questo proposito segnalo in chiusura il caso di Daria Kasatkina. Ottima giocatrice su terra, vincitrice del Roland Garros junior nel 2014, grazie alla rapida crescita dovrebbe presentarsi per la prima volta tra le adulte usufruendo direttamente di una testa di serie, la numero 30.
Esordire in uno Slam avendo diritto a una testa di serie non è cosa di tutti i giorni. Se non vogliamo risalire ai tempi delle “bambine prodigio” (come Monica Seles, Jennifer Capriati, Andrea Jaeger, che addirittura riuscirono nell’impresa quando c’erano solo 16 posti disponibili) e ci limitiamo agli anni duemila, in poche possono vantare questo record: escludendo chi aveva già provato, e fallito, il passaggio attraverso le qualificazioni, a me viene in mente solo Ana Ivanovic (nel 2005, a Parigi e Londra). Ma per avere maggiori certezze occorrerebbe l’aiuto di qualche statistico.

P.S. Come già in occasione degli Open d’Australia, questa rubrica si ferma durante lo Slam. Ritornerà fra tre settimane, al termine del torneo.
Buon Roland Garros a tutti.

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US Open: Trevisan vince una sfida di nervi interminabile contro Putintseva e si trascina al secondo turno, Giorgi dominata da Pegula

I crampi non fermano Martina Trevisan che in 3 ore e 20 minuti di gioco conquista il primo turno degli US Open. Camila raccoglie 4 giochi contro la N.3 del seeding

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M. Trevisan b. Y. Putintseva 0-6 7-6(0) 7-6(8)

Martina Trevisan vince il primo turno degli US Open contro Yulia Putintseva in 3 ore e 20 minuti al tiebreak del terzo set: 0-6 7-6(0) 7-6(8).

Quante volte può cambiare una partita di tennis non smetteremo mai di chiedercelo. Quella di oggi, tra Martina Trevisan e Yulia Putintseva è stata l’ennesima dimostrazione che niente può essere prevedibile, tanto meno sui campi di Flashing Meadows. C’era stato un solo precedente tra le due giocatrici, al torneo di Abu Dhabi 2021, dove la kazaka aveva vinto con un doppio 6-3. Difficile quindi dire, a inizio partita, chi fosse la favorita tra due giocatrici separate solo da 20 posizioni in classifica e 1 anno di età. L’azzurra di 29 anni, numero 58 del mondo, è partita malissimo. Demoralizzata, nervosa e notevolmente fallosa. Il primo parziale si è concluso con 24 punti a favore della kazaka numero 78 del ranking, contro i soli 5 punti di Trevisan e nient’altro da aggiungere. Ma nel secondo parziale è entrata in campo la lottatrice che conosciamo ed è iniziata un’altra partita. La giocatrice toscana ha iniziato a mettere in gioco dei cambi di ritmo, alternando colpi in cui respirare a sfiammate di dritto imprendibili. Non a caso per due volte nel set è stata avanti di due game. E nonostante la kazaka sia riuscita a recuperarla entrambe le volte, Trevisan, con le idee decisamente più chiare è arrivata a prendersi un tie-break vinto a 0. Ma nonostante i precedenti 7 punti consecutivi dell’azzurra e il recupero di un set, Putintseva è rimasta lucida nel terzo parziale, dove gli errori sono aumentati da entrambe le parti. A metà del terzo set la partita sembrava di nuovo finita: Trevisan ha iniziato a non reggersi più in piedi per via dei crampi, e il match, dopo il turno di servizio perso a 0 dell’azzurra, sembrava scritto. Ma proprio in quel momento la partita è cambiata ancora. Trevisan ha iniziato a correre di nuovo, trovando l’energia chissà dove, e da sotto 4-2 è riuscita a rimontare 4 giochi pari. Da lì è stata una lotta punto dopo punto, scambi perfetti seguiti da errori non forzati sul finale di scambi strazianti. La partita non ha preso una direzione precisa fino alla fine del tiebreak decisivo dove con soli due punti di distanza, la giocatrice Toscana ha chiuso 10 punti a 8 mettendo a segni i due punti più belli dell’intero match. Al secondo turno l’aspetta la testa di serie numero 9, Marketa Vondrousova.

 

IL MATCH

Primo set: Dominio totale di Putintseva e prestazione inesistente di Trevisan

Trevisan inizia al servizio e si ritrova subito costretta a salvare tre palle break. Annulla la prima con uno schema servizio e dritto vincente. Ma Putintseva risponde aggressiva sul secondo servizio e segue con una palla corta insidiosa che costringe Trevisan a rispondere male, buttando largamente fuori la palla. Il primo vantaggio è della Kazaka: 1-0.  Inizia la serie infinita di errori gravi da parte di Trevisan che nei primi due game porta a casa un punto soltanto: 2 a 0 Putintseva. Anche nel terzo gioco l’azzurra si ritrova in svantaggio e la kazaka continua ad avere le idee molto più chiare. Grazie ad un dropshot sotto rete e un passante preciso Putintseva si aggiudica anche il terzo game: 3-0. Completamente fuori dalla partita, Trevisan lascia poco spazio alle parole e concede anche il 4 gioco alla kazaka. Prende anche il triplo break a sfavore e si ritrova sotto 5 game a 0 con 21 punti a 4 a favore di Putintseva. Proprio sul finale, Trevisan sembra risvegliarsi, annulla molto bene i primi due set point risalendo da sotto 40-0 a 40-30. Ma Putintseva sfrutta la terza chance per chiudere il primo parziale totalmente dominato.   

Secondo set: La rivincita di Trevisan premiata da un tie-break perfetto, agevolato dagli errori di Putintseva

 Per la prima volta dall’inizio del match Trevisan prende tre punti di vantaggio consecutivi nel primo game e tiene a 0 il turno di servizio:1 a 0. Entra finalmente in campo un’altra giocatrice italiana che va a prendersi le prime due palle break del match per chiudere avanti 2-0. Nel terzo gioco ritornano gli errori non forzati dell’azzurra e Putintseva si riprende il game di svantaggio. La kazaka regala qualcosa a Trevisan nel quarto gioco trascinandosi fino ai vantaggi. Putintseva inizia ad avere le idee più confuse ma l’italiana è ancora troppo fallosa e non sfrutta le occasioni fino in fondo: 2 giochi pari. Arriva un altro calo di Trevisan al servizio che regala alla kazaka tre palle break consecutive. Ma l’italiana riesce ad arrampicarsi con le unghie fino a vantaggi per poi chiudere un game complicatissimo: 3-2. Con quel carico di fiducia, Trevisan strappa il servizio all’avversaria per ritornare sopra 4-2. Ottima reazione della kazaka che dimostra di essere ancora nettamente in partita e va a prendersi subito due occasioni per chiudere il game sul servizio di Trevisan: 4-3. Nell’ottavo gioco arriva lo scambio più lungo del match dove Trevisan non vuole mollare, ma è lei la prima a sbagliare: 4 pari. L’azzurra non si fa demoralizzare dalla seconda rimonta del set di Putintseva e tiene dignitosamente il turno di servizio per restare avanti 5-4. Per sei volte, Trevisan si ritrova a due punti dal set ma la kazaka non molla la presa e con un lob imprendibile conquista il decimo e più lungo game del match: 5 pari. Dopo tanta fatica, Trevisan gioca due brutti punti e Putintseva vede uno spiraglio dove attaccare di prepotenza. Con coraggio, Trevisan annulla tre palle break, di cui due consecutive, per guadagnarsi la prima chance di 6-5. E grazie al servizio si tira fuori da un fosso profondo. La kazaka tiene bene il turno di servizio successivo che la porta al tiebreak decisivo.

 Tiebreak: Inizia con un vincente di dritto Trevisan e tiene il turno di servizio: 1-0. L’italiana fa correre in avanti la kazaka due volte di fila con due drop-shot efficaci e conquista due mini-break consecutivi: 3-0. Continua il tiebreak perfetto di Trevisan che tiene il servizio e avanza: 5 a 0. Putintseva ormai sembra senza idee, sbaglia di rovescio e concede un altro punto importante: 6-0. E dopo un ‘ora e 45 minuti, Trevisan vince il tiebreak senza concedere neanche un punto.

Terzo set: Una sfida di nervi interminabile dove non c’è spazio per nessun vantaggio netto, ma il tiebreak decisivo lo vince Trevisan

Ora la partita sembra davvero essere girata: Trevisan attacca fin dal primo punto e come nel secondo parziale parte in vantaggio: 2-0. Nel quarto game, l’italiana avanti 2-1 commette un doppio fallo e perde il turno di servizio a 0. Putintsova rientra nel terzo set: 2 pari. Insiste con la palla corta la kazaka, Trevisan corre ma inizia a far fatica a stare in piedi per i crampi dopo quasi 2 ore e mezza di gioco. Si arrende a Putintseva che chiude il terzo game di fila e va in vantaggio: 3-2. L’azzurra può finalmente chiamare il fisioterapista anche se sa bene che per i crampi non può farsi trattare. Torna a servire Trevisan, ma senza forze, e regala di nuovo a 0 il suo turno di servizio alla kazaka che ora conduce 4-2. Difficile immaginare che la numero 58 del mondo possa rientrare in partita. Ma questo match è totalmente imprevedibile: l’azzurra ricomincia a correre e recupera con grande personalità il break di svantaggio: 4-3 Putintseva. Continua a muoversi meglio Trevisan che riesce a guadagnarsi due chance del 4 pari. Il primo dritto finisce in corridoio, ma il secondo prende un angolo maledetto e la 29enne toscana resta aggrappata: 4 pari. Putintseva sale nuovamente in cattedra con un rovescio incrociato perfetto: 5-4 per la kazaka. Il decimo game è il momento più importante fino a qui per l’italiana che è costretta a tenere un turno di servizio determinante ai vantaggi. Trevisan tiene la battuta: 5 giochi pari e quasi 3 ore di gioco. Da quel momento in avanti inizia una lotta infinita, straziante: parità e vantaggi; break e contro-break. L’ultima parola va al tie-break decisivo.

Tiebreak: Trevisan parte di nuovo bene anche nel secondo tiebreak del match e si prende il vantaggio avanti 2-0. Chiude con un schiaffo al volo la kazaka che si prende il primo punto dei due tiebreak giocati: 3-1 per la toscana. Con un dritto scarico a metà rete e un doppio fallo Trevisan deve ricominciare da capo: 3 pari. Senza mini-break di vantaggio Trevisan va a servire sotto 5-4. Chiude di rovescio lungolinea il primo punto ma la volée successiva la tradisce: 6-5 per la kazaka che le restituisce in fretta il favore con una pallonetto fuori dalla riga di fondo: 6 pari. Doppio fallo di Putintseva: 7-6. Ma finalmente, da sotto 7-8, la giocatrice toscana si aggiudica due punti consecutivi uno più bello dell’altro che le regalano il primo match-point di questa sfida. Senza forze, quasi in lacrime, Martina Trevisan si aggiudica il secondo turno degli US Open in 3 ore e venti minuti.


[3] J. Pegula b. C. Giorgi 6-2 6-2 (Federico Martegani)

Si sapeva che sarebbe stata dura per Camila Giorgi, che non aveva certo goduto di un sorteggio fortunato pescando al primo turno la testa di serie n° 3, nonché n° 3 del mondo, Jessica Pegula, e il pronostico è stato in tutto e per tutto rispettato, con un punteggio, 6-2 6-2 in un’ora e 24 minuti, forse anche troppo severo per quanto visto sul campo. Fatto sta che era l’undicesima volta che le due si affrontavano e solo in due circostanze l’italiana aveva avuto la meglio. Chiaro segnale che la solidità dell’americana, per di più sospinta dal pubblico ovviamente di parte, è per la marchigiana quasi sempre inscalfibile.

Giorgi ha mostrato un buon tennis soprattutto verso la metà di entrambi i parziali, ma è andata sotto troppo presto di un break sia nel primo che nel secondo, non riuscendo poi a rimontare. Il game chiave è forse stato proprio quello che ha offerto l’allungo decisivo a Pegula, avvenuto sul 2-2 del secondo set. Un gioco in cui Camila ha avuto cinque palle per rimanere con il naso avanti, ma che alla fine le è costato il break, decisivo per spezzare anche quei pochi appigli rimasti. Pegula avanza dunque al secondo turno e dovrà ora affrontare, in ogni caso da netta favorita, o Patricia Maria Tig o Rebecca Marino.

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US Open, Pegula: “Accordo tra WTA e Arabia Saudita? Se ci pagano abbastanza…”

Jessica Pegula parla anche del rapporto straordinario con Gauff: “Coco favorita, io vivrò alla giornata”

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Jessica Pegula - Montreal 2023 (foto Twitter @OBNmontreal)

C’è grande fermento e attesa negli Stati Uniti per l’edizione 2023 dell’US Open. In campo femminile le speranze sono riposte in Coco Gauff e Jessica Pegula. Le due sono pronte a riportare la propria nazione sul gradino più alto, spolverando i grandi fasti delle sorelle Williams. Gauff e Pegula sono state protagoniste nella stagione sul cemento che ha condotto le atleti all’ultimo Slam dell’anno: “Sono molto felice di essere qui – spiega Jessica – da americana poi si sente una responsabilità differente”.

La n. 3 del mondo debutterà contro Camila Giorgi lunedì 28 agosto e ha motivato la presenza di Ace, il cane che fa parte del suo team: “Esce sempre con me! Sto raccogliendo fondi anche per la fondazione di Elina (Svitolina) ed è molto divertente farlo. Mercoledì sera abbiamo contribuito a questa causa facendo un bel match di esibizione. Mi è servito per respirare l’aria pre torneo alla presenza di tanti tifosi. Mi sono adoperata anche per l’evento promosso dalla WTA. È stato davvero carino”.

Che effetto le fa arrivare all’US Open da atleta n. 3 del ranking: “Anche l’anno scorso ero in una posizione simile e so cosa si prova. Quest’anno sarà molto più impegnativo. In generale mi sento come se rappresentassi il tennis americano”. Pegula ha anche parlato del suo splendido rapporto con Coco Gauff: “La sconfitta subita a Wimbledon l’ha spinta a migliorare. E’ venuta fuori molto affamata da una situazione negativa ed è bello vedere che una tennista così giovane abbia già vinto tanto. Ho giocato a Montreal contro di lei, io poi ho vinto con Iga e lei ha fatto la stesa cosa a Cincinnati. Ha detto che la mia vittoria l’ha spronata a far bene. Succede spesso che le vittorie delle tue amiche o colleghe ti siano da stimolo, ti aiutano ad avere più fiducia. Sono felice che anche lei abbia acquisito sicurezza da quella settimana e sia riuscita a portarla a Cincinnati. Penso che sia davvero in fiducia. Quando un giocatore è in questo stato è più difficile da battere. So che adora giocare con il pubblico. Penso che ci siano molti favoriti, ma il pubblico potrebbe aiutarla molto. Sono felice che stia migliorando e imparando. Lei è il futuro di questo sport, quindi… è bello da vedere”.

 

Come membro del consiglio dei giocatori, come Pegula giudica l’impatto dell’Arabia Saudita sul tennis e sulla WTA che sta per stilare un accordo con i sauditi? “Parliamo di voci e non so se accadrà. Bisogna valutare i pro e i contro: di positivo c’è che entreranno più soldi nel nostro sport al femminile e lavoreremo per i diritti delle donne in Arabia Saudita per sperare in un cambiamento e sostenere le giuste cause. Se riusciamo a cambiare quei popoli sarebbe un grande successo. Sfortunatamente, molti posti non pagano abbastanza le donne e purtroppo non possiamo permetterci il lusso di dire no ad alcune cose. Credo che se i soldi fossero giusti e l’accordo fosse qualcosa per cui possiamo creare un cambiamento, andrebbe bene giocare là. Vediamo come andrà a finire”. Ma i soldi arabi hanno un attivo profumo, a sentire il direttore Scanagatta.

Ma come sta Pegula? “Non mi sento più in fiducia delle altre volte, a dire il vero. Ancora una volta, il tennis è così e cambiam di settimana in settimana. Ho vinto a Montreal, poi sono stata sconfitta e ho perso a Cincinnati. In un certo senso sono tornata al punto di partenza nell’analizzare le cose su cui lavorare. Prendo questo Slam come un’ulteriore sfida con me stessa”.

Per l’americana c’è il taboo semifinale e finale in uno Slam da abbattere. Sei quarti di finale negli ultimi suoi otto Major: “Mi manca solo vincere i quarti di finale (sorride). Questo mi aiuterebbe a superare i quarti di finale e arrivare in semifinale. Ci sono andata molto vicina a Wimbledon. Non so cos’altro dire. Cercherò sempre di vincere ogni singola partita, non importa in quale round sia. Il mio “must” è pensare una gara alla volta: penso che questo sia il modo migliore per giocare senza troppa pressione, affrontando una partita alla volta. Saranno due settimane lunghe. Ogni giorno mi sentirò diversa. Probabilmente ci saranno delle sfide mentali e fisiche da combattere o non mi sentirò al top. Dovrò vivere giorno dopo giorno”.

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Al femminile

Martina Navratilova sulle atlete trans: “Il tennis femminile non è per atleti maschi falliti”

L’ex campionessa statunitense torna nel mirino dei social: il commento sulle atlete trans che stona con la sua veste di icona Lgbtq+

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Martina Navratilova contro le atlete trans: un paradosso che sa di reazionarismo. L’ex campionessa di tennis e icona Lgbtq+ nel panorama sportivo mondiale, tuona sulla questione legata alla presenza di atlete trans nei tornei per donne over 55 organizzati dall’USTA (United States Tennis Association) la Federazione tennis a stelle e strisce. Prima atleta professionista a fare coming out nel 1981, la tennista ceca (naturalizzata statunitense) si butta a capofitto nel mezzo di una discussione su Twitter riguardante, nello specifico, la vittoria di una tennista nata uomo, Alicia Rowley che ora partecipa ad eventi per donne dopo il periodo di transizione: “Il tennis femminile non è per atleti maschi falliti” commenta Navratilova.

E continua ribadendo: “Hey, Usta: il tennis femminile non è per atleti maschi falliti, qualunque sia l’età. Questo sarà consentito allo US Open di questo mese? Solo con un documento d’identità? Non credo. […] È patriarcato per gli uomini biologici insistere sul diritto di entrare negli spazi creati per le donne. Quanto è difficile da capire? È patriarcato che gli uomini biologici insistano sul diritto di competere nella categoria femminile nello sport“.

Per quanto sorprendente, la posizione presa da Navratilova non è tuttavia una completa novità: nel 2019 era stata espulsa da un’associazione che combatte battaglie in sostegno di atleti omosessuali, l’Athlete Ally, accusata di transfobia per aver pronunciato le seguenti parole (riportate dal Sunday Times): “È sicuramente ingiusto per le donne che devono competere contro persone che, biologicamente, sono ancora uomini. Sono felice di rivolgermi a una donna transgender in qualsiasi forma preferisca, ma non sarei felice di competere contro di lei”. A distanza di quattro anni, nulla è cambiato. Almeno per lei.

 

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