Quale Nadal affronterà oggi Delbonis e se... Seppi? Il clou è Djokovic-del Potro. Curiosità dai nostri inviati a Rio...

Olimpiadi

Quale Nadal affronterà oggi Delbonis e se… Seppi? Il clou è Djokovic-del Potro. Curiosità dai nostri inviati a Rio…

RIO DE JANEIRO – Il vento fa ritardare di un’ora e mezzo inizio gare (tranne “centrale” con Brown-Bellucci appena terminato per ritiro di Brown). I match del giorno con Serena Williams, Andy Murray, Muguruza e Novak

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Aggiornamento live da Rio: è franato a terra Dustin Brown nell’unico match attualmente in corso. Caviglia sinistra compromessa… fermo da 5 minuti, lo stanno fasciando. Aveva vinto il primo set e l’incidente è accaduto sul 4 pari 40-15 … quindi Bellucci ora sta 5-4… ma non so se Brown sarà in grado di riprendere… E infatti non ce la fa. Dustin Brown si è appena ritirato. Quindi ora, mentre il pubblico brasiliano applaude lo sfortunato Brown ma esulta per il passaggio del turno dell’idolo di casa Bellucci che sta tirando palle agli spettatori di ogni settore del variopinto campo centrale, scenderanno in campo Serena Williams e l’australiana Daria Gavrilova – che all’Australian Open era giunta agli ottavi e fatto dimenticare ai media australiani le sue origini russe.

Bellucci tornerà in campo, ma sul n.1, più tardi dopo il doppio delle Williams contro Safarova-Strycova, contro i due Murray. Partita ovviamente difficilissima per i due brasiliani contro i vincitori dell’ultima Coppa Davis. Qui il pubblico fa un tifo infernale per i propri beniamini, nemmeno fosse calcio. Chissà perché ieri sera hanno tifato in maniera incredibile per la Flipkens contro un mito olimpico come Venus Williams, battuta nonostante fosse avanti 5-3 e servizio nel terzo set, e avesse poi recuperato da 2-5 a 5 pari nel tiebreak decisivo. La stessa belga, che ha ricordato essere stata questa (forse perché è la prima Olimpiade cui è riuscita a prendere parte: per anni è stata “chiusa” da Clijsters e Henin) la sua vittoria più importante (ascolta l’audio registrato a Rio) dopo quella sulla Kvitova a Wimbledon 2013, quando battè poi anche la nostra Pennetta raggiungendo i quarti. La Kvitova era campionessa in carica.

A. Seppi b. I. Marchenko 6-3 3-6 7-6(6)

“Credevi di essere venuto in vacanza eh?”. Così mi approccia Andreas Seppi, pochi minuti dopo il soffertissimo successo su Illya Marchenko e la tortuosa gimkana che il tennista da una parte e il giornalista dall’altra devono sobbarcarsi per raggiungere la mixed zone, la zona mista dove tutti i giocatori devono passare tipo forche caudine, vincenti o perdenti, per sottoporsi alle domande di tv in primis, poi gli altri media che vengono sistemati in mini-recinti divisi lì per lì secondo la nazionalità. Mentre si avvicinava dall’altra parte di tante transenne, gli avevo gridato, “oh bravo ma accidenti quanto mi hai fatto soffrire, hai veramente fatto di tutto per complicarti la vita…”.

Nel “recinto” lì accanto intanto la Petkovic è presa d’assalto da non meno di 15 cronisti tedeschi. Mi dicono che abbia perso una partita quasi vinta con la Svitolina, ma chiaramente non ho visto una palla di quel match, ma aspettando Andreas mi ero messo in waiting list, dal mio box, per chiederle del doppio che lei e la Kerber dovranno giocare – da singolariste – contro Errani/Vinci, il nostro ex duo maravilha che davvero non ha avuto grande fortuna nel sorteggio, prima le due tedesche, poi in caso di quarti di finale le sorellone Williams che già le avevano bastonate agli ultimi Giochi Olimpici.

Ho seguito l’assurdo match di Seppi con l’ucraino Marchenko alle spalle di Sergey Bubka senior, l’ex recordman mondiale di salto con l’asta (6,14 al Sestriere l’ultimo record centellinato al centimetro per monetizzarli uno a uno; mi pare che l’ultimo gli valse una Ferrari…), e il figlio Sergey Junior, coetaneo di Marchenko (classe 1987), ex suo partner di Coppa Davis ed avversario (“Abbiamo vinto un match ciascuno, io a Donetsk e lui a Mosca”) nonché ex fidanzato di Vika Azarenka. Cadde da una finestra in circostanze misteriose nel 2012, si fracassò una gamba, riprese nel 2014 “ma nel 2015 mi sono fermato definitivamente”. Non se la passa male però: sta con uno schianto di ragazza. Fra le varie foto che con il mio cellulare un giovanottino di 15 anni – che sta a Roma e si allena al Vianello ma ha nome impronunciabile (Muji Jungbauer, l’origine è olandese, il padre sta a Rio) – ha scattato al clan Bubka e al gruppo di rumorosi fans ucraini, spalleggiati non so perché da diversi lituani, c’è anche lei. Merita un’occhiata.

Disponibilissimo anche papà Bubka ad ogni tipo di scatto. D’altra parte c’è abituato.

Ubaldo Scanagatta e Sergey Bubka - Olimpiadi Rio 2016

Ubaldo Scanagatta e Sergey Bubka – Olimpiadi Rio 2016

Oggi, mi ricorda suo figlio che siede proprio sotto me: “È presidente del comitato olimpico ucraino, è vicepresidente della federazione internazionale d’atletica, è nell’executive board (consiglio) del comitato internazionale Olimpico”.

Ma veniamo al match. L’italiano numero 74 del ranking ATP ha sconfitto al terzo set l’ucraino Illya Marchenko con il punteggio di 6-3 3-6 7- 6. Ed è proprio nel terzo set che l’altoatesino non è riuscito a sfruttare un vantaggio di 4 a 0 e servizio, prima di ricorrere al tie break per chiudere il match. Seppi ha affrontato il tennista ucraino che il 1 agosto scorso ha raggiunto il suo best ranking di numero 64 del mondo anche grazie al Challenger conquistato a Recanati e alla finale persa la scorsa settimana a Segovia contro Luca VanniDovendo però far seguito a quanto scritto prima a proposito di Andrea Petkovic, una delle mie tenniste predilette. Implacabili nonostante la sconfitta i colleghi le hanno fatto non meno di 20 domande, tutte in tedesco e che comunque non sentivo, ma quando finalmente si è liberata era arrivato Andreas – molto rilassato e spiritoso come sentirete dall’audio se avete la pazienza di farlo – e lei, Andrea, passandoci alle spalle di Andreas è scivolata via.. In altre situazioni… avrei preferito il contrario.

Raggiungere il campo 9 avrebbe dovuto essere semplice, subito sotto al variopinto centrale (un’arlecchinata a mio giudizio), ma se chiedi ai volontari perdi la strada per andare ovunque. Ti fanno vedere mappe che non sanno interpretare e alla fine è meglio cavarsela da soli, anche se ogni metro in più è una sofferenza perché il sole picchia, sebbene un po’ di venticello dia la sensazione di attenuarne la forza. Alle 15,55 chissà perché si accendono tutti i riflettori, anche se ci si vede benissimo fino alle 17,30. Gli uscieri a bordo campo si comportano come credono. Uno mi avrebbe fatto passare anche durante gli scambi, ma ahimè è quello del lato tribuna al sole. L’altro invece è inflessibile. I primissimi games me li sono persi.

Andreas aveva trovato modo di perdere il servizio sull’1 a 1, ma dall’1 a 3 ha infilato 5 games di fila, fino al 6-3 colto in 37 minuti. Sembrava un match senza problemi, tant’è che il presidente FIT Binaghi accompagnato da Barazzutti e dal fido (???) Verdina, si sposta sul campo 5 a vedere la Knapp che a sorpresa ha vinto il primo set sulla Safarova: non le portano granché bene, perchè Karin perde 6-1 6-1 secondo e terzo set. A scanso di equivoci… non è colpa loro. Io non sono neppure superstizioso. E poi al presidente interessa soprattutto la propria riconferma. Ha fissato a fine luglio le nuove elezioni per l’11 settembre, il giorno della finale dell’US Open. Per candidarsi e “sbalzarlo” dalla sedia, occorre trovare 300 circoli italiani (dislocati in più di 5 regioni) che firmino per un altro candidato. Che dovrebbe in un mese e poco più aver i mezzi di Donald Trump per persuadere 300 club i quali difficilmente correranno il rischio di… assicurarsi l’eterna ingratitudine dell’attuale presidente e votare per un candidato che probabilmente non avrebbe chances anche per la mancanza di tempo.

Così, cambiando le regole statutarie ad hoc (come è accaduto nel dicembre 2009), si resta presidenti a vita!

Alla sera giocava la nostra attuale n.1, Roberta Vinci. Ha purtroppo perso dalla slovacca Schmiedlova, che quest’anno aveva vinto soltanto tre partite. Ma cui stava tutto dentro. Colpa delle palle pesanti, che invece la nostra Roberta, dal tennis elegante ma antico, su quel campo lento non riusciva a forzare. Binaghi a vederla non è rimasto. Il presidente FIT, ubi maior…, ha preferito abbandonare la Vinci al suo destino per andare a Casa Italia nella speranza di  incontrare Matteo Renzi…il quale è invece scappato via prestissimo con il presidente del CONI Giovanni Malagò per andare a seguire il nuoto e il bronzo conquistato dal livornese Detti, dopo aver visto in giornata l’argento conquistato dalla siciliana Fiamingo ed essersi dispiaciuto tantissimo per la disastrosa caduta di Nibali a 11 km dal traguardo (niente duecentocentesima medaglia d’oro per lo sport italiano) con la conseguente rottura in due punti della clavicola. Nibali tornerà oggi in Italia con il Presidente del Consiglio, con moglie e figlio, sul nuovo aereo presidenziale.

Chiedo scusa per il lungo inciso. Il ragazzino quindicenne che sfoggia una bandiera italiana, tifa Roma e che “sfrutterò” come fotografo improvvisato chiedendogli di immortalare Bubka, non sbaglia quando mi dice che…

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