dal nostro inviato a Londra
[2] N. Djokovic b. [5] K. Nishikori 6-1 6-1
Dopo la maratona di Andy Murray, che ha superato dopo più di tre ore e mezza Raonic nella partita più lunga della storia delle Finals (due set su tre), Novak Djokovic passeggia sull’ombra di Kei Nishikori, mai in palla e praticamente nullo al servizio: una preoccupante replica del match di round robin dello scorso anno, quando Djokovic chiuse con lo stesso punteggio. Perfetto il numero due del mondo, apparso in gran condizione e lontano parente del Nole insicuro e opaco visto nelle partite del girone. Si deciderà dunque sul nastro dell’arrivo il regno ATP: la finale con Murray metterà infatti in palio, oltre a più di un milione di dollari, il primo posto nel ranking.
Il serbo è rilassato, fluido, mai in affanno e centratissimo con il suo preferito rovescio; Nishikori è spesso costretto a rincorrere, continua a mostrare un body language ciondolante, quasi disinteressato, come già visto nell’inutile sfida persa con Cilic ieri sera. Attimi di inquietudine prima del secondo game: uno spettatore salta le transenne e tenta di invadere il campo, ma è perfetto l’intervento dello staff di sicurezza che blocca l’individuo prima che possa accedere al terreno di gioco. Nishikori, forse scosso, perde la concentrazione e concede palla break, salvandola con uno stupendo vincente di rovescio lungolinea in corsa; Djokovic non allenta la presa, e alla seconda occasione, strappa il servizio, accettando il regalo dell’avversario sotto forma di doppio fallo, prima di confermare in scioltezza per il 3-0. Nole sembra in una zona tutta sua, silenzioso e rapidissimo, e dà l’impressione di prevedere le traiettorie dei colpi dell’avversario con abbondante anticipo infilandolo in risposta e guadagnando comodamente campo fino al vincente: due break di vantaggio in un quarto d’ora, prima di incappare in una serie negativa con il dritto e restituire una delle cortesie. Il pubblico non sa se esaltarsi per la prestazione o disperarsi per i soldi spesi: pregevoli comunque gli interventi dagli spalti, “Andy Murray, are you watching?” e un sempreverde “We miss you Roger”. Nishikori non oppone resistenza, soffre da fondo e non incide mai al servizio: il rovescio di Djokovic sembra montato apposta per un video di dimostrazione, dal lato del dritto è solido, anche se più volte esagerare ad aprire l’angolo in fuori. Terzo break consecutivo, due ace per annullare altrettante occasioni all’avversario e set in borsa per il serbo, dopo trentacinque minuti.
Con questa vittoria Nole raggiunge la sua sesta finale – raggiunto Sampras – la quinta consecutiva, a pari con Federer e Nastase. Domani proverà a raggiungere lo svizzero anche per quel che riguarda i titoli Masters, con Roger fermo a sei. Nishikori infatti torna in campo demotivato e per nulla disposto a soffrire, peccando in profondità e lasciando sempre all’avversario l’iniziativa del gioco: non basta uno spettacolare scambio sotto rete con cui annulla la prima palla break del secondo parziale. Sulla successiva, Djokovic pare avere un telecomando al posto della racchetta e comanda dall’inizio alla fine dello scambio fino a costringere il giapponese al forzato in allungo. L’incontro è di fatto concluso, Kei cede un ulteriore servizio quando stecca e, dopo una miracolosa risposta di rovescio di Djokovic, manda la palla in prima fila. Il nipponico spara un missile che atterra sui cartelloni che proteggono un giudice di linea, ad un centimetro dal warning. Non succede più nulla, Nishikori riesce finalmente a tenere un turno di servizio al sesto tentativo, ma il resto dell’incontro è valido solo per le statistiche.
“Ho fatto tutto quanto pianificato prima del match, mi ha dato fiducia. Lui era stanco, lontano dal suo meglio, ma comunque complimenti a lui per l’ottima stagione. Il mio livello è salito nel corso della settimana, sono contento di vedere migliorare le mie condizioni. Gli ultimi match sono andati alla perfezione. Ora la finale, quella che tutti si aspettavano, speriamo di divertirci. Cercherò di godermi il momento”. I precedenti con Murray dicono 24-10 in favore di Djokovic. Un buon punto di partenza per preparare la battaglia verso la riconquista dello scettro di numero uno del mondo.
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