ATP Finals: Murray in finale per la prima volta, un grande Raonic cede nel finale thriller

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ATP Finals: Murray in finale per la prima volta, un grande Raonic cede nel finale thriller

LONDRA – Il canadese manca match point nel match due su tre più lungo della storia delle Finals. Ora Andy spera in Nishikori per chiudere l’anno in testa. Altrimenti deciderà la finale

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dal nostro inviato a Londra

[1] A. Murray b. [4] M. Raonic 5-7 7-6(5) 7-6(9)

Che la partita odierna sia importante lo si capisce dalla distribuzione dei posti vuoti sulle tribune della O2 Arena: ultimo anello gremito, corporate suite piene, primo anello con chiazze di scranni liberi in prossimità delle posizioni migliori. Perché quelli sono i posti che vengono assicurati agli sponsor (quelli senza suite, si intende) per i loro ospiti, i quali tendono ad essere più interessati al servizio dei camerieri nel ristorante VIP piuttosto che a quello di Raonic. Ah, se solo si potessero raccogliere tutti nelle suite, dove cibo ed alcool sono a portata di mano!
Il Raonic miracolato che è guarito da uno strappo al quadricipite in poco più di una settimana deve cercare di mettere fine alla serie di sette sconfitte consecutive negli scontri diretti contro Murray, in serie positiva da 22 partite ed impegnato nella difesa del suo neo-ruolo di n.1 mondiale.

Lo scozzese parte in maniera molto efficace con la battuta, scegliendo quasi sempre la prima ad uscire sul diritto di Raonic, che si trova così spesso e volentieri a giocare la palla in posizione di equilibrio precario. Nel palleggio poi cerca di spostarlo costantemente per non consentirgli di aggirare il rovescio e martellare con il diritto anomalo. Il canadese, dal canto suo, evita quando può di scambiare da fondo e si fionda a rete, sovente però senza essersi costruito aperture adeguate, rimanendo così esposto ai passanti di Murray o venendo costretto a volée complicate.
Sono i turni di battuta del britannico a complicarsi per primi: sul 2-2 Raonic rimonta un game da 30-0, schiocca due diritti vincenti da fondo e con un rovescio anomalo fulminante in risposta si procura la prima palla break, che però spreca con un diritto scheggiato su una seconda non proprio irresistibile. Raonic aggiusta la posizione in risposta e comincia a rimandare palle profonde sui servizi di Murray, che inizia a sbagliare qualche diritto di troppo. Dopo un paio di game di transizione, i guai tornano a bussare alla porta dello scozzese, che d’un tratto si ritrova meno sicuro dei suoi colpi da fondo, soprattutto dalla parte destra: sul 4-4 ci sono altre tre opportunità break per Raonic, in un game che dura 16 punti e che vede Murray giocare con coraggio e tenendo ben saldo in mano il pallino del gioco nei punti importanti. Sulla sua battuta il canadese, dopo un paio di game di rodaggio, è diventato il solito schiacciasassi: parziale di 16-2, con gli unici due “quindici” concessi con un doppio fallo ed una volée di rovescio a campo aperto messa in corridoio. Il break arriva immediatamente dopo, per gentile concessione di Murray, che sul 5-5 sparisce dal campo, commettendo un doppio fallo e tre gratuiti di diritto che danno il via libera al 7-5 Raonic in 58 minuti.

Dalla mia parte ho la grande pressione che Andy sentirà addosso”, aveva detto Raonic due giorni fa, e sembra proprio che la tensione abbia giocato un brutto scherzo a Murray, con tutta la folla in suo favore ed il n.1 in classifica da difendere. Raonic invece ha solo pochi famigliari al seguito, nessun giornalista della carta stampata (e solo uno della televisione TSN) e nessun esponente della Federazione Canadese che è venuto ad assistere alla partita. Nel secondo parziale Murray esce da un primo turno di battuta complicato, nel quale è stato anche 15-30, poi sembra riuscire a scalfire l’armatura del servizio di Raonic arrivando a due palle break nel game seguente, ma sono ancora troppi i suoi errori gratuiti (fuori di quattro metri un suo diritto interlocutorio sulla prima delle due occasione) e la chance sfuma. Il break è nell’aria ed arriva puntuale il game successivo, concluso, ancora una volta, da un errore di diritto di Murray. Ciò che non era nell’aria era la successiva serie di otto punti consecutivi del n.1 del mondo, propiziata da tre errori consecutivi di diritto di Raonic, che proprio quando ha l’occasione di piazzare l’allungo decisivo nel match decide di rimettere in corsa l’avversario. La partita sembra girare quando Murray ha la chance di andare avanti di un break, ma sulle due occasioni del 4-2 Raonic attacca con coraggio e costringe l’avversario a sbagliare due difficili passanti di rovescio. Il britannico è decisamente più aggressivo e comanda gli scambi, ma anche il canadese è bravo ad alleggerire con il rovescio slice quando necessario per cambiare le carte in tavola. Murray arriva a due punti dal set sul 5-4 0-30 servizio Raonic, ma tra le battute del cannoniere di Toronto e qualche errore di Murray si arriva 5-5. Sono – passate ormai le due ore di gioco – la stanchezza si fa sentire: Raonic ricomincia a faticare sugli slice esterni da destra e Murray, dal canto suo, riprende a sbagliare copiosamente diritti. Si arriva al tie-break, nel quale i servizi la fanno da padrone: è Raonic a concedere il primo minibreak sul secondo punto, affossando un rovescio anomalo in rete, poi lo recupera sul 3-5 con un bellissimo diritto incrociato vincente dopo uno scambio da fondocampo. Sul 5-4 Murray uno scambio ravvicinato a rete vede Raonic vincitore, ma nel punto successivo il n.1 del mondo si ricorda di essere tale, carica con il diritto anomalo sul rovescio di Raonic e poi chiude con una volée incrociata il minibreak che fa la differenza: con un servizio vincente è 7-5 Murray il tie-break del secondo set, dopo 1 ora e 21 minuti di gioco per questo infinito parziale.

All’inizio del set decisivo il più tranquillo dei due sembra Raonic, ma le gambe cominciano a non spingere più a dovere dopo quasi 2 ore e mezzo di gioco: il canadese arriva ad avere due palle break nel secondo game, ma commette due errori di diritto. Murray lavora l’avversario ai fianchi costringendolo a spostamenti laterali ed in avanti, ma quando non è lui a servire è molto meno semplice poter impostare questo tipo di gioco. Si va avanti senza scossoni ma ogni punto pesa come un macigno. Murray si trova 0-30 sul 3-4, il servizio ed il diritto di Raonic ribaltano il punteggio (40-30), ma poi il canadese vince il punto migliore del match, partendo dalla difesa e poi chiudendo con un tracciante di rovescio lungolinea che strappa una standing ovation anche al pubblico più “pro-Murray” che ci sia. Tuttavia quel punto gli costa caro, perché da quel momento cede sei punti consecutivi che gli costano il break a zero, mandando Andy a servire per il match sul 5-4. Le tre ore di gioco sono ormai abbondantemente passate, ma Milos vuole provarci ancora: con due traccianti di diritto si porta 0-30, seguendo una risposta un po’ fortunosa sulla riga va 15-40, ed approfittando di un avventato drop shot di Murray chiude lo smash che dà a lui il 5-5 ed un warning allo scozzese per parole oscene. Neanche il tempo per gioire del controbreak che Raonic si trova subito sotto 0-30, tre punti consecutivi gli danno la palla del 6-5, ma un doppio fallo sul 40-40 ed un diritto crollato in rete siglano il terzo break consecutivo. Finita? Ma nemmeno per idea! Arriva il quarto break consecutivo (dopo 16 games a favore del battitore) a regalare il tie-break decisivo, dopo che i due giocatori hanno vinto 127 punti a testa ed il record di lunghezza stabilito da Murray e Nishikori in settimana (3 ore e 20) è stato superato da qualche minuto.

Due minibreak consecutivi all’inizio, su un gratuito ed un doppio fallo, poi si seguono i servizi fino a che Murray non indovina uno dei pochi diritti della serata e si porta 5-3. Sul 5-4 Raonic si butta a rete ed il passante di Andy si ferma in rete. Nel rush finale i primi tre match point sono di Murray, uno dei quali sul suo servizio, ma non c’è niente da fare, la partita ritorna in parità. Raonic conquista il suo match point sul 9-8, ma Murray lo cancella con una volée di rovescio. L’ennesimo slice esterno consegna al giocatore di casa il quarto match point, che questa volta è quello buono, perché dopo 3 ore e 38 minuti il diritto in rete di Raonic manda Andy Murray a giocarsi la difesa del primo posto in finale di queste ATP Finals 2016.

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