Chris Kermode in esclusiva: "Al tennis serve varietà, presto nuove stelle" [AUDIO]

Interviste

Chris Kermode in esclusiva: “Al tennis serve varietà, presto nuove stelle” [AUDIO]

Ai margini della presentazione delle Next Gen ATP Finals, il Presidente ed Executive Chairman dell’ATP ha parlato a Ubitennis delle sue speranze e dei suoi obiettivi per il futuro del tennis maschile

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Dal nostro inviato a Milano

Chris Kermode è coinvolto nel mondo del tennis da più di 30 anni: prima come giocatore, poi come coach, poi come direttore del torneo del Queen’s a Londra prima di diventare Managing Director delle ATP Finals. Il 1° gennaio 2014, alla vigilia del suo quarantanovesimo compleanno, è diventato presidente e direttore esecutivo dell’ATP. 

Ha presentato con orgoglio a Milano la nuova iniziativa del Masters under-21 che si giocherà a partire dal prossimo anno nel capoluogo lombardo e dopo la conferenza stampa, ha gentilmente trovato il tempo di parlare con noi prima di prendere un aereo che lo riportasse a Londra.

Presidente Kermode, siamo qui per la presentazione delle Next Gen ATP Finals, questo nuovo inedito format che prenderà il via nel 2017. Perché proprio a Milano?
Abbiamo passato due anni a lavorare su questo concept di questo evento con l’obiettivo che fosse specifico per una nuova generazione di giocatori. Così stavamo cercando una città che fosse in grado anche di attrarre una nuova generazione di appassionati. Ci siamo guardati intorno in Europa perché volevamo cominciare da lì ed è stato sorprendente il numero di persone che mi ha detto: “dovete farlo a Milano, è una delle città più orientate al futuro in Europa”. Così abbiamo cominciato a parlarne e tutta la città incluso il sindaco ha preso a cuore questo evento e dunque la combinazione tra la visione del futuro dell’ATP e la voglia di tennis di Milano, renderà questo torneo davvero esaltante.

Poco fa ha detto giustamente che oggi è più difficile essere al top da giovanissimi rispetto al passato, facendo intendere che i 21 anni di oggi sono i 18 di ieri. Forse però il discorso si potrebbe estendere fino a 23-24 anni per quanto è fisico il tennis di oggi….
Effettivamente abbiamo pensato anche di alzare la soglia oltre ai 21 anni, ma a un certo punto bisogna tirare una linea da qualche parte. Abbiamo scelto 21 per mettere in mostra giocatori che stanno ancora costruendo la loro carriera. Per esempio Sascha Zverev l’anno prossimo sarà vicino a giocare le ATP Finals dei grandi ed è ancora giovanissimo quindi penso che 21 anni sia l’età giusta ora come ora ma non è detto che non possiamo correggerla in futuro.

Come vede il futuro del tennis? Quella attuale è stata quasi esclusivamente una generazione di grandi fondocampisti fisicamente straordinari. Crede che ci sia spazio per il ritorno di un tennis più classico?
Per quanto mi riguarda, il mio interesse principale è la varietà quindi ci sarebbe bisogno di grandi fondocampisti, di qualche attaccante classico e di giocatori a tutto campo. Mi piacerebbe rivedere degli specialisti di una superficie in particolare perché questo porterebbe alternanza e varietà anche di risultati. Ma questo è un auspicio a lungo termine perché richiede la collaborazione di tutto il mondo del tennis, non solo dell’ATP. Di certo la varietà di gioco e la varietà dei personaggi nel tennis è fondamentale.

A proposito di superfici, una vostra tabella televisiva ha mostrato come Parigi Bercy e le Finals di Londra abbiano usato superfici più rapide quest’anno rispetto a quelli precedenti. Si tratta di una scelta precisa e voluta per creare quelle differenze di cui il tennis ha bisogno?
Da un certo punto di vista sì ma non è stata una decisione voluta. Semplicemente la nostra regola è quella di utilizzare la stessa velocità di campo per Bercy e Londra per una questione di comodità per i giocatori e a Parigi hanno scelto di velocizzare un po’ il campo e quindi ci siamo adeguati. Ovviamente ogni giocatore ha le sue preferenze e ha il suo punto di visto a riguardo. Si tratta comunque di una superficie che si adatta a tutti i tipi di giocatori.

Possiamo quindi aspettarci la stessa identica superficie anche per questo torneo di Milano?
Sì, senza dubbio.

Prima ha parlato di specialisti.Oggi i primi del mondo sono in grado di arrivare in fondo in tutti i tornei a prescindere dalla superficie. Sono troppo forti loro o adesso è oggettivamente più facile?
Certamente è una bella domanda e ognuno di noi ha una risposta diversa: alcuni pensano che i primi del mondo siano talmente più forti degli altri da creare questa situazione ma io non ne sono così sicuro. Penso che ci sia meno varietà tra le superfici e quindi ogni giocatore può fare il suo gioco, qualunque esso sia, ovunque. In passato non era possibile pensare di vincere Wimbledon da fondo campo. Ma anche sulla terra battuta chi vinceva stava metri e metri dietro la linea di fondo giocando in top spin pesantissimo. Quei tempi non ci sono più

Il grande interrogativo per il tennis e per l’ATP è certamente come dare seguito a una generazione straordinaria come questa che ha avuto tre campionissimi come Federer, Nadal e Djokovic contemporanei, oltre ad un Murray che ora si sta portando al loro livello: è questo il motivo per cui avete pensato a queste Next Gen ATP Finals? Per mantenere vivo l’interesse per il tennis?
Veramente penso si possa dire che i campionissimi di quest’epoca siano 5 con Stan Wawrinka. Ad ogni modo non ho mai avuto dubbi sul fatto che il tennis sarà in grado di continuare a creare grandi giocatori. Questo sport ha un’abilità impareggiabile nel creare nuove superstar. Vi assicuro che in questa generazione che sta arrivando ci sono delle stelle e la bellezza sta proprio nel non sapere chi tra questi ce la farà e da quali Paesi arriveranno. Lo sport è come un film senza sceneggiatura ed è questo il suo bello.

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Flash

Iga Swiatek saluta Miami: “L’infortunio? Niente di grave, è precauzione”. E sulla partnership con il marchio di Federer…

La numero uno del mondo dopo il forfait per un problema alle costole: “So che perderò tanti punti, ma l’ho messo in preventivo”

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Iga Swiatek - Dubai 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Iga Swiatek, subito dopo aver annunciato il suo forfait dal WTA 1000 di Miami, si è presentata in conferenza stampa presso la sede del torneo per spiegare al meglio i motivi della sua decisione, dovuta a un infortunio alle costole. La campionessa in carica saluta il torneo della Florida ancor prima di iniziarlo: ecco come la polacca ha illustrato approfonditamente la sua situazione, già illustrata peraltro sui social.

D: Iga, parlaci rapidamente della situazione.

Swiatek: “Ho aspettato fino all’ultimo minuto. Stavamo cercando di capire se è un tipo di infortunio con cui si può giocare o se invece si rischia di peggiorare la situazione facendolo. Quindi penso che la cosa più intelligente da fare sia chiamarsi fuori dal torneo perché voglio riposare e prendermi cura della situazione”.

 

D: A Indian Wells avevi detto che non eri sicura di poter giocare qui. Quando è successo che ti sei infortunata e sai come hai fatto a farti male?

Swiatek: “Non è una cosa che è successa in un secondo. Non è una cosa seria davvero perché l’abbiamo trovata presto. E’ stato un processo. Dapprima con questi fastidi minori il tuo corpo riesce ad andare avanti senza sentire niente. Ma negli ultimi game del match contro Cirstea ho iniziato ad avvertire dolore. Ho comunque deciso di finire il torneo di Indian Wells”.

D: E’ un infortunio muscolare? O osseo? Puoi darci dei dettagli?

Swiatek: “No, non voglio. Come ho detto, l’abbiamo scoperto in fretta. Da una parte vuoi continuare a giocare, dall’altra sono quel tipo di persona che sa che trascurare un problema può essere pericoloso per il futuro. Quindi volevo farmi vedere da un dottore il prima possibile. Ho approcciato la cosa mettendo la sicurezza al primo posto e per questo ho deciso di ritirarmi dal torneo”.

D: Ti fa male tutto il tempo? Solo quando respiri? Come ti senti?

Swiatek: “No, solo quando faccio certi movimenti mi fa male. Un po’ quando servo, ma riesco a fare tante cose. Se tutto va bene, non sarà uno stop lungo. Non sono preoccupata e non è un dolore terribile. Solo che so che sarebbe peggiorato continuando a giocare”.

D: Hai iniziato qualche terapia?

Swiatek: “Faccio fisioterapia sempre, viaggio con un fisioterapista in ogni torneo, mi prendo cura di me stessa. Ma queste cose non riesci a controllarle. Ho iniziato una terapia, ho avuto un consulto con i medici ed è venuto fuori che la cosa migliore è riposare. Inizierò a fare esercizi per prevenire altri problemi”.

D: Parlando di altri temi, pensi che tu, Rybakina e Sabalenka stiate scavando un solco rispetto altre altre?

Swiatek: “Difficile domanda perché ci sono tante giocatrici che producono un gran tennis. L’anno scorso dicevate questo di me e Jabeur. Abbiamo bisogno di un paio di mesi ancora per capire bene queste cose. Sono consapevole che ciascuna di noi può vincere tornei. Voglio essere al 100% per poter fronteggiare tutte le mie avversarie. Non faccio questo tipo di analisi. Ho giocato diverse volte contro Aryna, credo sei volte nel 2022, e contro Elena già due volte quest’anno. Forse stanno nascendo delle rivalità. Ma ci sono altre giocatrici che possono performare molto bene”.

D: Sai quando potrai tornare in campo? Hai pensato alle implicazioni relative al ranking?

Swiatek: “Ovviamente perderò tutti i punti di questo torneo, ma ciò non cambia nulla per quanto riguarda approccio e mentalità. Già da inizio stagione ero consapevole del fatto che sarebbe stata dura difendere tutti questi punti perché non è che tutti gli anni ti riesce di vincere un sacco di tornei di fila. Sto cercando di fare il mio lavoro al meglio per giocare meglio che posso. Sicuramente perdere tutti i punti di questo torneo non aiuta. Ma gli infortuni succedono. Non ne avevo da tre anni. Non è fortuna, perché c’è di mezzo anche tanto lavoro mio e del mio team. Per adesso, perdo questo torneo. Vedremo cosa succederà poi. Dipende dal recupero. Per adesso non è uno scenario terribile”.

D: Quanto ti dispiace non poter difendere il titolo visti i ricordi dello scorso anno?

Swiatek: “L’anno scorso fu un torneo meraviglioso, mi diede la convinzione di poter giocare in ogni circostanza e in ogni condizione perché qui è tutto diverso da Indian Wells ma mi sono saputa adattare in fretta. Ho solo bei ricordi qui. Ma ricordo che dal punto di vista fisico è stato tutto molto dispendioso. Mi sarebbe piaciuto poter difendere il titolo, ora non è possibile ma avrò tante altre opportunità di giocare qui”.

D: Sulla nuova giacca…

Swiatek: “Ti piace?”

D: Elegante.

Swiatek: “Grazie (risata)”.

D: Puoi darci qualche accenno su come funziona il processo decisionale riguardante un cambio di sponsor? Hai scelto un’azienda in cui è coinvolto Federer, il fatto che ci sia lui di mezzo ha influito sulla sua decisione?

Swiatek: “Dal mio punto di vista, il fatto che Roger ci sia è un segnale del fatto che è qualcosa di raccomandato per i tennisti. Penso che stiano facendo un gran lavoro nell’andare avanti a firmare accordi con i giocatori. Sono piuttosto felice che abbiamo siglato questa partnership perché penso che condividiamo determinati valori. Loro amano un approccio personale con i giocatori. Mi trattano prima come una persona piuttosto che come una macchina sforna-vittorie. Sentire questo tipo di supporto ti fa piacere. Sono felice di aver iniziato questo nuovo capitolo”.

D: Come è nata l’idea? Federer ti ha parlato direttamente?

Swiatek: “No, non abbiamo parlato all’inizio. Peraltro non ci siamo mai incontrati di persona perché quando io ho iniziato a giocare sul tour, lui era alle prese con gli infortuni. Il processo è stato normale, loro hanno contattato me e i miei agenti, e ne abbiamo parlato. L’idea non è venuta parlandone con Roger”.

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ATP

Sinner felice: “Le sfide con Alcaraz mi rendono un giocatore migliore. Lui è a un livello più alto”

“Sto lavorando tanto in palestra e ho riscontri positivi” così Jannik Sinner sul suo stato di forma, in vista del 1000 di Miami

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Jannik Sinner - Indian Wells 2023 (foto Ubitennis)

Gli incontri tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz cominciano a segnare un’epoca nella quale si sentiva la necessità di una nuova rivalità. Questa è sana e coinvolge due giovanissimi tennisti di grande prospettiva; e come ha confermato anche lo spagnolo si aiutano a progredire a vicenda. La semifinale di Indian Wells è stata combattuta nel primo set con gli episodi decisivi che hanno segnato, a favore dello spagnolo, l’inizio del secondo. L’intero percorso del Masters 1000 californiano è stato entusiasmante per l’azzurro, capace di battere anche il n. 5 in classifica Taylor Fritz. Ma come si sente Jannik: “Ho iniziato la stagione abbastanza bene con la vittoria di Montpellier, poi ho fatto finale a Rotterdam e semifinale al Master1000 di Indian Wells“.

Sto cercando di migliorarmi in ogni fase del torneo – spiega Sinner ai microfoni dell’ATP – e l’unica cosa che posso controllare ora è quella di essere felice della posizione in cui sono. Ma ovviamente non sono appagato e voglio sempre di più da me stesso. So che se gioco il mio miglior tennis riesco a competere con i migliori ed è un grande stimolo per me. E’ tutta mentale la partita che sto disputando e da inizio stagione la sto vincendo“.

Su cosa sta lavorando il n. 1 azzurro in questa fase? “Dato che sono ancora giovane, ho 21 anni, stiamo lavorando sodo fisicamente e sto provando a miscelare un’alternanza di cambi che possa darmi dei vantaggi. Sto lavorando tanto in palestra e in campo riscontro sensazioni positive più importanti di quelle che respiravamo un anno fa“.

 

Carlos Alcaraz ora è avanti 3-2 nei confronti diretti con Sinner: “Ogni volta che giochiamo – racconta Jannik – diamo vita a belle partite. Carlos mi rende un giocatore migliore, mi spinge a giocare al limite delle mie possibilità. Lui è su un livello più alto del mio, attualmente, tanto da meritare la prima posizione nel ranking. Siamo entrambi giovani e possiamo crescere ancora. Intanto, ho fatto tanti complimenti a lui e alla sua squadra“.

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Flash

WTA Miami, Azarenka: “Iga dice che c’è tensione nello spogliatoio? Io non l’ho vista”

“Le mie aspettative sono le stesse ovunque vada” così la tennista bielorussa Victoria Azarenka, prossima avversaria di Giorgi. “Preferivo la sede di Key Biscayne ma capisco la necessità di trasferirsi”

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Viktoria Azarenka - Australian Open 2023 (Twitter @AustralianOpen)
Viktoria Azarenka - Australian Open 2023 (Twitter @AustralianOpen)

A 33 anni, Victoria Azarenka si appresta a partecipare per la 14esima volta al WTA 1000 di Miami, torneo che ha vinto tre volte in passato (2009, 2011 e 2016). Attualmente è numero 16 del mondo e, saltando il primo turno in quanto testa di serie, affronterà Camila Giorgi (vittoriosa ieri del match femminile più lungo dell’anno). La tennista bielorussa ha incontrato la stampa durante il media day e queste sono le sue risposte.

Bentornata a Miami, hai disputato grandi tornei qua nel passato. Cercherai di divertiti quest’anno?
AZARENKA: Sono emozionata, sì. Ho giocato qua tante volte, forse troppo. Ho diverse sensazioni prima dell’inizio del torneo ma sono pronta a quello che mi attende. Sono felice di cominciare il torneo.

Preferisci la precedente sede di Key Biscayne o l’Hard Rock Stadium?
AZARENKA: Io preferisco Key Biscayne ma capisco le necessità che hanno portato a questo spostamento. Lo rispetto e penso fosse la decisione corretta. Personalmente mi piaceva l’atmosfera di prima, più intima, come guidare lungo il ponte ogni giorno, che era una cosa che amavo fare. Ma ripeto è meglio per il torneo, e hanno voluto facilitare la cosa ai fans spostandosi qua in un impianto più grande.

 

Qual è il tuo obbiettivo e le tue aspettative a Miami?
AZARENKA: Sono le stesse ovunque vada, vincere. Le mie aspettative sono cercare di lavorare duro e focalizzarmi sul presente. Ma cerco sempre di ottenere il massimo, e l’obbiettivo è sempre vincere.

Guardandoti indietro quali sono le principali differenze rispetto a prima? Cosa è cambiato dal punto di vista mentale e fisico?
AZARENKA: Io non penso sia cambiato molto. Me l’hanno chiesto tante volte e ho risposto altrettante. Non sono il tipo di persona che si guarda indietro troppo perché non c’è ragione di fare questo. Non cerco di capire come mi sentivo tanto tempo fa perché mi sono evoluta come giocatrice e come essere umano, ho imparato. Voglio solo accettare dove sono adesso e cercare di migliorarmi e sentirmi al massimo del mio potenziale. Voglio solo stare nel momento e continuare a migliorarmi perché se smetti di migliorare non vinci più.

A Indian Wells c’è stato l’episodio del ritiro di Tsurenko, Iga (Swiatek) ha detto che c’era un po’ di apprensione negli locker room, e ne hanno parlato anche nel consiglio dei giocatori. Volevo sapere i tuoi pensieri riguardo alla vicenda.
AZARENKA: Personalmente non ho visto questa tensione. Sicuramente ci sono giocatrici che hanno differenti comportamenti e sensazioni diverse, ma in generale non mi sento di condividere l’opinione di Iga. Personalmente mi sento di incoraggiare lei a guardare le cose che sono state fatte prima di fare commenti, e spero che il tour e il consiglio delle giocatrici possa aiutarla nel mostrarle tutto quanto è stato fatto. Questo credo sia il modo migliore per affrontare queste circostanze insieme. Io non l’ho vista personalmente, ma questo è l’obiettivo che vorremmo raggiungere come gruppo. […] Mi spiace che queste cose siano diventante più interessanti nelle conferenze rispetto al nostro sport.

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