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(S)punti Tecnici

AO, spunti tecnici: gambe come molle e grinta, il resto non Konta

MELBOURNE - La britannica Johanna Konta sta dimostrando di meritare la top-ten, e si presenta ai quarti contro Serena Williams senza aver perso un set. Sarà un match meno scontato di quello che sembra, viste le sue qualità

Last updated: 26/01/2017 14:23
By Luca Baldissera Published 24/01/2017
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10 Min Read

La storia tennistica di Johanna Konta è piuttosto particolare. L’affermazione ad altissimi livelli è arrivata relativamente tardi, dopo un percorso fatto di tanto lavoro sia fisico, che tecnico e mentale, tanto che a 24 anni, nel 2015, arriva a porsi la domanda se sia il caso di continuare a provarci. Manca il sostegno della federazione inglese, e Johanna deve fare affidamento soprattutto sul suo team e sul compagno-sparring Kether. Ma potete leggere più in dettaglio il profilo della giocatrice nell’esaustivo articolo dedicatole dal nostro AGF. La prima buona prestazione Slam la ottiene agli US Open 2015, dove arriva agli ottavi, per poi volare in semifinale qui a Melbourne l’anno successivo. Il 2016 è l’anno della definitiva consacrazione ai piani alti del ranking WTA, con finale a Pechino e vittoria a Stanford. Il 2017 si apre con il secondo titolo, a Sydney, dove supera tra le altre Daria Gavrilova, Eugenie Bouchard e in finale Agnieszka Radwanska. In questi Australian Open ha battuto due set a zero nell’ordine Kirsten Flipkens, Naomi Osaka, Caroline Wozniacki, Ekaterina Makarova, e ora la attende nei quarti Serena Williams. Un salto di qualità mica da ridere, nel giro di un paio di anni.

Stamattina, in attesa di andare a vedere e fare cronaca del loro match, ero andato a dare un’occhiata al warm-up di Stan Wawrinka e Jo-Wilfried Tsonga, rispettivamente sui campi 16 e 17. Una faccenda breve, come sempre sono i riscaldamenti prima delle partite. Rientrando verso la sala stampa, sul campo 18, erano le 11 e 30, con un sole che bruciava non poco, mi sono imbattuto proprio in Johanna, che – come sempre avviene nel giorno di riposo tra una partita e l’altra – era invece impegnata in una sessione di training completa, da un’ora abbondante, che mi ha rapito per intensità e impegno. Andiamo ad analizzarla insieme, e capirete perché si merita tutto quello che sta ottenendo.

Konta preparazione dritto

Non avevo mai visto Johanna da vicino, e la prima cosa che salta all’occhio è che ha un gran bel fisico. Magra, muscolata il giusto, 1.80 per 70 kg (scarsi, secondo me, i dati di peso della WTA non sono del tutto affidabili). Quello che ha di speciale sono le gambe. Il baricentro è alto, ma l’elasticità degli arti inferiori è uno spettacolo. Qui sopra, il caricamento del dritto, a sinistra l’inizio della preparazione, bello l’accompagnamento della mano sinistra a sostenere la racchetta in verticale fino all’ultimo istante, a destra ha piantato giù la open stance, sempre in piegamento, non la si vede praticamente mai a gambe distese, la cosiddetta postura dinamica è costante, come se stesse sciando.

Konta dritto basso finali

Qui sopra, accompagnamento e finale sempre del dritto, che è un windshield-wiper (tergicristallo) standard con grip western, ma sono ancora le gambe a impressionare, flessione estrema, spinta delle caviglie verso il colpo tanto potente che si percepisce anche dalle semplici foto statiche.

Konta rovescio basso

Qui sopra, due preparazioni del colpo migliore di Johanna, il rovescio, qui sta andando su due palle basse, e oltre alla splendida e potente flessione delle gambe, come nei dritti visti prima, possiamo ammirare la grinta, la cattiveria nell’andare ad aggredire il colpo che Johanna esprime con l’espressione del viso. Era un allenamento, al sole, a mezzogiorno, con oltre 30 gradi, lei stava dando tutto su ogni palla come fosse il match point della finale.

konta dritto aggressivo

La fase più spettacolare del training è arrivata poco dopo, allenamento ai colpi aggressivi e in chiusura da metà campo su palle cariche di topspin date al cesto, la grinta e l’aggressività sono al massimo, qui sopra Johanna tira giù due sberle dall’alto in basso da far paura, e già che c’è ci fa vedere un ottimo esempio di come si deve andare su una palla sopra l’altezza delle spalle (che è anche la tipica situazione di gioco, il cosiddetto “dritto facile da chiudere” che tra gli amatori viene sbagliato spessissimo: il segreto, guardate l’immagine a sinistra, è che anche su palle che andranno spinte verso il basso, la testa della racchetta va fatta andare sul colpo dal basso, e poi, solo poi, avverrà la chiusura a coprire la palla. L’errore in questi casi è quasi sempre: “Palla alta? Vado su anche con la racchetta da subito!” e il risultato è la pallata in rete).

konta rovescio risposta

Qui sopra, il meglio del repertorio di Johanna, i rovesci alti aggressivi, qui stava allenando la risposta (e le servirà eccome contro Serena), da ammirare – ma ormai abbiamo capito che la ragazza è una molla – la proiezione in alto-avanti, e la precisione (immagine a destra) del movimento di chiusura dello swing, che porta la racchetta dietro le spalle in linea con la schiena e la gamba sinistra. Tecnicamente perfetta.

konta rovescio aggressivo

Qui sopra, le esecuzioni da applausi, quelle che anche ultimamente hanno messo all’angolo un’avversaria dietro l’altra: le chiusure da metà campo in avanzamento, sempre di rovescio. A sinistra, Johanna vola letteralmente a chiudere in diagonale una traiettoria a uscire, a destra l’immagine non ha bisogno di commenti: come una ballerina, la Konta si proietta verso uin colpo da aggredire in verticale, sfiorando il terreno solo con la punta della scarpa destra, il movimento è di un’eleganza al tempo stesso leggera e potente da rimanere a bocca aperta.

Mettiamo vicine queste due foto, e il rovescio in testa al pezzo, dove Johanna dà l’effetto ottico di fluttuare nell’aria come in assenza di peso, nel bel mezzo di esecuzioni tirate al massimo della potenza, e non è difficile capire come quel rovescio lì per chi ci gioca sia meglio lasciarlo stare. Qualunque cosa le arrivi, dalle pallate basse e poco liftate, ai topponi carichi e profondi, lei ci entra d’incontro e spara missili anticipati paurosi.

konta servizio

Infine, l’altro colpo tremendamente efficace della britannica, il servizio, che le fornisce tanti punti facili, e la rende difficilmente attaccabile dalle ribattitrici. Molto fluida ed elegante la postura di caricamento, esplosiva e tecnicamente ottima la sbracciata in alto-avanti a martellare giù la palla verso il campo. Una piccola curiosità finale, quel buffo e un po’ esagerato gesto con cui Johanna palleggia a terra prima del lancio di palla, in allenamento è totalmente assente. Per le restrizioni dovute ai diritti televisivi, non abbiamo la possibilità di pubblicare video dai campi, ma fidatevi, palleggia una volta, in modo normalissimo, poi se la alza e serve.

Immagino che quel rituale le faciliti la concentrazione quando è in partita, non c’è altra spiegazione, era una cosa che tre anni fa ebbi modo di notare anche in Rafa Nadal: durante i match-play di fine training, i suoi tic, gli aggiustamenti vari, eccetera, non c’erano, e lo spagnolo era anche piuttosto rapido tra un punto e l’altro. Ma ognuno ha facoltà di gestire i tempi e i gesti del servizio come meglio crede, in fin dei conti è l’unica esecuzione del tennis che non dipende dalla palla avversaria, e può essere completamente controllata dal giocatore. In ogni caso, Johanna veleggia ai piani altissimi della classifica degli ace, insieme a Karolina Pliskova, Coco Vandeweghe, Venus e Serena Williams. Serena che rimane favorita nei quarti di finale, ci mancherebbe, ma come detto, a questa signorina inglese così piena di grinta, di talento fisico e tecnico, e con le gambe come elastici da tanto sono scattanti, dovrà starci molto molto attenta anche lei.

Gli spunti tecnici da bordocampo precedenti:

Serena e Venus Williams, la qualità prima della potenza

Scopriamo insieme Jennifer Brady, servizio e dritto

Nishikori serioso, Kerber e Hingis allegre, e il giocoliere Chang

Denis Shapovalov, il futuro del rovescio a una mano

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Roger Federer, lo spettacolo non è finito


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