Quando il piatto forte è il tennis femminile

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Quando il piatto forte è il tennis femminile

Nei tornei combined ci si attende sempre che a “tirare” siano gli incontri maschili. Qui a Madrid, invece…

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Il torneo di Madrid è iniziato ufficialmente il 5 maggio, ma con l’apprestarsi dell’inizio della quinta giornata, un solo top 10 della classifica ATP è sceso in campo. In totale in Spagna si gioca per 10 giorni, 4 in meno rispetto a Indian Wells e 2 rispetto a Miami, e queste non sono le sole differenze. Vi avevamo raccontato come le prime fasi dei due Master americani stentasssero a carburare mentre nella capitale spagnola, oltre alla nutrita cornice di pubblico, c’è anche parecchio tennis da vedere. La cosa però che sorprende di più è che proviene dal circuito che non ti aspetti. Con l’assenza di Serena, Kvitova e Azarenka, seguito poi dal ritiro di Radwanska, c’erano seri dubbi sul fatto che la WTA avrebbe retto il colpo. Il ritorno di Sharapova, con tutte le polemiche che si è portato dietro, ha sicuramente influito positivamente sull’aumento di interesse verso il circuito femminile, ma non è tutto. Ovviamente è ancora valido il tacito principio che, prima dell’inizio di ogni torneo, tutte, ma proprio tutte, possano essere considerate possibili trionfartici e quindi pare ancora un azzardo fare una previsione su chi possa vincere questo evento. Tenendo in considerazione questo, ci limitiamo a sottolineare che in questi primi giorni di Mutua Madrid Open gli spunti interessanti sono stati innumerevoli. Se è vero che attraverso la televisione difficilmente ci si riesce ad appassionare ad un match femminile, osservando queste atlete dal vivo non si può non rimanere colpiti dall’altissima qualità che mettono in campo.

Il giocatore con la testa di serie più alta sceso in campo finora è Goffin, n. 9, e il suo primo match contro Khachanov ha attirato sicuramente meno pubblico rispetto a Sharapova e alla campionessa uscente Halep, programmate rispettivamente prima e dopo il belga. Per quel che riguarda il Premier Mandatory della WTA, tutte le 16 teste di serie hanno già giocato almeno un match e ben 7  hanno fatto i bagagli. Un tennista che invece attira sempre una gran folla (di estimatori e detrattori) è Kyrgios e per il suo esordio nel torneo, avvenuto domenica pomeriggio, gli organizzatori gli hanno assegnato il campo 3, che per via di tutto il metallo che lo compone e il caldo che fa quando è al completo ricorda tanto un forno a microonde. Il campo centrale era ovviamente prenotato dal main event Bouchard-Sharapova, mentre in contemporanea sull’Aranxta Sanchez Stadium c’era la spagnola Arruabarrena. Prima dell’australiano, la piccola Lauren Davis con i suoi rovesci giocati d’anticipo era riuscita a mettere in crisi una che del rovescio, e delle sue variazioni, ne fa un’arma fondamentale. Solo al tie-break Mladenovic è riuscita a sbarazzarsi della statunitense che il giorno prima, dopo un’altra maratona aveva eliminato la medaglia d’oro Puig, dando prova in questi gionri di grande carattere e capacità di risalire durante i match. Accennavamo al big match della quarta giornata e si può solo dire che le aspettative non sono state deluse, (se volete saperne di più eccovi la cronaca).

Il pubblico italiano ha vissuto gioie e dolori in questi giorni, le prime con Roberta Vinci che si è liberata anche troppo agevolmente della giovane promessa Kasatkina, che ha sempre detto di amare la varietà di gioco che la terra ha da offrire (tant’è che il suo primo titolo è arrivato a Charleston). Poi Roberta ha ceduto, con grandi rimpianti, alla campionessa in carica Halep. Altri dolori sono stati procurati da Errani e Schiavone con quest’ultima che, come ci ha raccontato lei stessa in esclusiva, sta soffrendo e non poco anche a livello fisico. Per una serie di circostanze del tutto differenti, entrambe le italiane si trovano in una fase discendente della loro carriera, ma guardando i loro match ci si è resi conto che il successo era alla loro portata, e questa non vuole essere una critica bensì un messaggio di positività per i tornei futuri.

Anche i nostri cugini spagnoli sorridono a mezza bocca perché a bilanciare le vittorie di Arruabarrena e Suarez-Navarro c’è la sconfitta della numero 1 iberica. Stando alle sue parole però non si dovrebbe essere troppo sorpresi dell’amaro risultato di Muguruza. Arruabarrena invece, incarnando in pieno lo spirito battagliero del suo paese, ha trovato due vittorie giunte al terzo che le valgono i primi ottavi di finale nel torneo spagnolo. Suarez-Navarro invece, che ieri ha battuto una stanca Wozniacki, in conferenza stampa ha avuto modo di parlare del pubblico e del suo sostegno. “A Madrid il sabato e la domenica è sempre pieno, le persone sfruttano questi giorni per venire a vedere un po’ di tennis, Mi piace giocare sui campi numero 2 e 3 perché la gente è più vicina. Anche il centrale è bello ma forse non è sempre pieno e la cosa si nota.” Carla ha ragione quando sottolinea questo neo del torneo, e la cosa la si è potuta osservare anche in match che magari avrebbero potuto avere maggior risalto, come la sfida tra Cornet e Bouchard, svoltasi in uno stadio quasi deserto nonostante il complesso della Caja Magica fosse pullulante di attività.

A Madrid, come ormai molti altri tornei del circuito, si è presa l’abitudine di dividere in due il programma, separando così la sessione diurna – 11:00 a 19:00 circa – da quella serale – 20:00 in poi. Tuttavia considerando l’abitudine dei latini di prendersela sempre con calma, ha fatto si che questa formula spesso si trasformasse in una sessione notturna, che se non suscita l’interesse per i match proposti quanto meno fa venire un po’ di curiosità per sapere com’è andata a finire (o ancora meglio, a che ora è andata a finire). La domenica sera dopo avervi raccontato l’uno a uno dell’Italia (vittoria di Fognini e sconfitta di Seppi) c’è stato modo di passare la serata in compagnia di Jankovic e Cibulkova. Quest’ultima per il suo compleanno si è regalata una vittoria tanto entusiasmante da portare dalla sua tutto il pubblico spagnolo presente, che è rimasto in massa a seguire la sua rimonta ben oltre la mezzanotte.

Tutt’altra storia è stata invece quella del giorno prima (anche se ad esser precisi si è trattato dello stesso 10 maggio), con Konta e Siegemund che hanno messo in piedi uno spettacolo dal quale non si riusciva a distoglier lo sguardo, nonostante ormai a guardare non ci fosse più nessuno. La vittoria della tedesca, arrivata 10 minuti prima delle 3 di notte, con conseguente intervista rilasciata ai reporter rimasti fino a quell’ora, resterà certamente un evento memorabile per lei, ma non ci stupisce che abbia suscitato anche qualche perplessità da parte di Murray.

In conclusione si può sottolineare come l’affluenza di pubblico sia stata elevata in questa prima parte di torneo, anche senza la presenza di grossi nomi maschili, e soprattutto anche con la presenza di un caldo torrido che in certi casi rendeva stancante persino il semplice stare seduti a guardar tennis. Le temperature hanno raggiunto massimi di 30° C, ma anche nelle ora più calde le tenniste trovavano qualcuno pronto ad applaudire le loro gesta. Va ricordato inoltre a chi non ha mai avuto la fortuna di recarsi alla Caja Magica, che qui c’è molto altro da fare oltre allo sport. È innegabile che una grande funzione attrattiva venga svolta anche da tutti i negozi presenti – a partire dall’abbigliamento sportivo per finire con i completi da sera – e da tutti gli stand culinari – a partire dagli hot dog venduti da un furgoncino per finire con ostriche servite in piatti di ceramica. Ma in definitiva, dopo aver fatto dei complimenti fittizi a Ion Tiriac per la sua lungimiranza, fa piacere credere che la maggior parte del pubblico non sia venuto qui per mangiare cozze, bensì per assistere a del buon, sano, tennis femminile di alto livello.

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