[5] E. Svitolina b. T. Pironkova 3-6 6-3 6-2 (Michele Trabace)
Elina Svitolina accede faticando più del previsto al terzo turno. Lo fa dopo aver perso un set, lo fa dopo aver smaltito la tensione e aver ritrovato il suo gioco. Ricordiamo anche che la tennista ucraina è considerata una delle maggiori favorite alla vittoria finale di questa edizione del Roland Garros, considerando l’ingresso ormai consolidato tra le top 10, i quattro trionfi stagionali compresi Taipei e Dubai, ma soprattutto è l’unica giocatrice in questa annata ad conquistato due titoli sulla terra battuta e parliamo di Istanbul e quello più importante vinto a Roma. Sul Campo 2 la numero 5 del seeding apre il programma contro la bulgara Tsvetana Pironkova, scivolata al numero 77 in classifica mondiale. Pironkova, che ha interrotto nel primo turno un filotto di sei sconfitte consecutive (comprese le qualificazioni a Madrid e Roma), rimane in netta crisi di risultati ma è una giocatrice che può vantare a livello slam i quarti di finale raggiunti lo scorso anno qui a Parigi, ancora quarti di finale a Wimbledon nel 2011 e addirittura una semifinale ai Championships nel 2010. Il primo set rimane equilibrato fino al settimo game, quando Pironkova si procura una palla break che innervosisce Svitolina, la quale dimostra tutto il suo disappunto scaraventando la racchetta per terra. Ma è il punto successivo ad essere decisivo grazie ad un nastro beffardo che segna il sorpasso della bulgara; da questo momento Pironkova sale ancora di più come livello, andandosi a prendere il parziale con un altro break nel nono game grazie ad un doppio fallo di Svitolina, che pare non essere nella sua versione migliore.
La recente vincitrice al Foro Italico prova ad essere più aggressiva da fondocampo, ottiene per due volte consecutive un break di vantaggio, ma cede in entrambe le circostanze il servizio fissando il punteggio sul 2 pari; Svitolina accelera gli scambi, colpendo più forte e più profondo la pallina con il risultato di strappare nel quinto game ancora il servizio alla sua avversaria, riuscendo a conservare questa volta la battuta fino al nono game, quando ottiene un altro break che le consegna la seconda partita per 6-3 al secondo set point grazie ad un rovescio affossato in rete da Pironkova. Una volta rasserenata per aver ritrovato fiducia e il suo tennis, la ragazza nativa di Odessa sembra giocare in maniera più sciolta portandosi dopo pochi minuti sul 3 a 0. Pironkova tenta l’ultima reazione arrivando sul 2 a 3, ma Svitolina risolve la pratica vincendo 3 giochi di fila che la portano a chiudere il set 6-2 al secondo match point con una risposta vincente lungolinea di rovescio dopo un’ora e cinquanta minuti. Durante tutto l’arco del match ha realizzato 32 colpi vincenti ma anche 28 errori non forzati, dato che dovrà migliorare necessariamente nei prossimi impegni se vorrà almeno eguagliare il suo miglior risultato qui in Francia, quando nel 2015 arrivò nei quarti di finale. Ad attenderla al prossimo turno ci sarà la polacca Linette, con cui non ci sono precedenti.
[9] A. Radwanska b. [Q] A. Van Uytvanck 6-7(3) 6-2 6-3 (Bruno Apicella)
Agnieszka Radwanska ha vinto in rimonta il suo match di secondo turno al Roland Garros dopo quasi due ore e mezza di gioco. La tennista polacca, dopo aver perso il primo set, è riuscita ad imporre il suo gioco e ad avere la meglio sulla belga Alison Van Uytvanck (n. 113 WTA) che nel 2015 aveva raggiunto i quarti di finale a Parigi. Aga è partita al servizio ma sin di punti iniziali si è dimostrata subito fallosa e ha regalato subito il break all’avversaria. Van Uytvanck, che proveniva dalle qualificazioni, ha quindi iniziato a giocare con il braccio sciolto, lasciando andare i colpi, variando il gioco e trovando molti punti vincenti grazie anche a drop shot, lob efficaci e soprattutto è riuscita a coprire bene la rete. La numero 10 del ranking WTA ha recuperato il break di svantaggio ma non è riuscita a dare continuità al suo gioco, e quando si è trovata a servire per salire in vantaggio è tornata ad essere fallosa con i colpi di inizio gioco ed ha ceduto, di nuovo, la battuta. La belga, invece, si è sciolta nel momento in cui ha servito per il primo set che, alla fine, è stato deciso dal tie break. Con Aga che si è trovata sin da subito a rincorrere nel punteggio ed ha continuato a commettere errori gratuiti, mentre Van Utyvanck ha posizionato bene i piedi dentro il campo ed ha fatto prevalere la sua aggressività chiudendo per 7 punti a 3, dopo più di un’ora di gioco. Radwanska si è lasciata alle spalle il primo set e nel secondo parziale ha ridotto il numero degli errori (saranno 4 in tutto il set), aumentato il numero dei vincenti e cercato con continuità la rete. Van Uytvanck, dal canto suo, è stata molto fallosa soprattutto con il dritto non riuscendo ad esprimere il gioco messo in campo nel primo set. La finalista di Wimbledon del 2012 è salita sul 5 a 2 ed ha chiuso il parziale al servizio rimandando la contesa del match al set decisivo. Nel terzo parziale, infatti, Aga ha continuato ad imporre il suo gioco, sbagliando quasi nulla, e soprattutto si è dimostrata solida al servizio. Dopo aver conquistato il break nel terzo gioco ha chiuso il match nel game di risposta e al primo match point. Radwanska, adesso, affronterà Alize Cornet per un posto negli ottavi di finale: la polacca conduce per 7 vittorie a 1 nei precedenti.
[26] D. Kasatkina b. [Q] M. Vondrousova 7-6(1) 6-4 (Andrea Ciocci)
Nel tennis senza mezze generazioni, puoi imbatterti nei 35 anni di Serena Williams ma anche nei 37 combined della 20enne russa Daria Kasatkina e della quasi maggiorenne (a fine mese) ceca Marketa Vondrousova. Due tenniste di domani, si direbbe, se non fosse che già si sono fatte notare, con la ceca addirittura vincitrice a Biel. Parte meglio Marketa, con i suoi dritti mancini uncinati e qualche bella palla corta. Ma l’avversaria entra in partita e, allungando gli scambi, evidenzia qualche lacuna di mobilità della ceca. Un break per parte e si arriva al tie-break. Tanto incerto il set quanto a senso unico il gioco decisivo. In cui Vondrousova sparisce, fra errori e palle corte telefonate. Il punteggio dice tutto: 7-1 e la prima frazione parla russo. All’inizio della seconda partita sembra quasi che chi tiene il servizio debba pagar pegno: 5 giochi su 6 vinti strappando la battuta, con la russa che comunque conferma di essere più giocatrice. Muovendo la mancina di Sokolov, la costringe a farle perdere campo e al conseguente errore. Ormai la trama è chiara e Daria arriva a servire per il match sul 5-4. Al secondo matchpoint si aggiudica questo primo (di tanti?) scontro diretto, in cui ha fatto valere la maggiore esperienza. Ci sentiamo di dire che Vondrousova avrà la possibilità di rifarsi presto.
[17] A. Sevastova b. E. Bouchard 6-3 6-0 (da Parigi, Ruggero Canevazzi)
Il campo 2 ospita, in anticipo rispetto al previsto, la sfida tra Eugenie Bouchard, attuale n. 57 del mondo (e assoluta protagonista con le scaramucce con Sharapova), e la n.19 Anastasija Sevastova. 1-1 i precedenti, con la prima vittoriosa sul veloce di Doha e la seconda sull’erba di Maiorca, sempre l’anno scorso. Il campo 2, alle 15:30 circa, è assolato e pieno, la gente entusiasta (ci mancherebbe altro…). Il match finisce rapidamente a favore della lettone (pochi mesi fa a Doha alle prese con grossi problemi tecnici…) in 1 ora netta. Anastasija troppo superiore in questo momento, in particolare sulla terra, contro una Genie che è impazzita a rincorrere invano le meravigliose palle corte (sia di dritto che di rovescio) della baltica. Per la canadese è il quarto bagel subito sulla terra in questa stagione: non uno score invidiabile, specie se pensiamo che uno è arrivato all’ITF di Indian Harbour Beach. Meno ingeneroso allora spostarsi su alcune chicche regalate dalla nostra posizione, veramente privilegiata. Dalla tribuna stampa possiamo apprezzare prima un Pascal Maria più fiscale e antipatico del solito (per quanto possibile): sul 2-1 e servizio Sevastova, richiama il coach di Genie, Thomas Högstedt, solo per due applausi di troppo, ben prima di riprendere il gioco: “Coach, finish! Thank you!”. “Apprezziamo” però anche il rigore e la professionalità dei due coach, che ci negano categoricamente un domanda al volo durante il break successivo sul 3-2 Sevastova. Quello della lettone, Ronald Schmidt, si volta dall’altra parte dopo averci stretto la mano, mentre Saviano non ce la dà nemmeno: “I’m coaching!”. Per carità, hanno tutte le ragioni, ma dedicare 10 secondi per una domanda non li avrebbe rovinati… Al terzo turno Sevastova sfiderà la vincente del match tra Madison Keys e la qualificata croata Petra Martic.
[3] S. Halep b. T. Maria 6-4 6-3 (Niccolò Ludovici)
Nel match di metà pomeriggio andato in scena sul campo Suzanne Lenglen subito dopo il combattuto scontro tra il numero 1 del mondo Andy Murray e il talentuoso (seppure discontinuo) slovacco Martin Klizan, si affrontano per la prima volta dopo 8 anni Simona Halep, attuale numero 4 del ranking WTA e testa di serie numero 3 del torneo, e Tatjana Malek-Maria, un passato da protagonista nel circuito ITF con numerosi titoli e nella sua bacheca, ed un presente (specie nelle ultime 3/4 stagioni) più votato al ruolo di moglie e madre. Pensando al presente, che vede la Maria ormai fuori dalle prime cento giocatrici del mondo (seppur non di molto), e la notevole ascesa di cui si è invece resa protagonista la Halep nelle ultime stagioni, complice la mano di un ottimo ex-pro, ed altrettanto valido coach, che risponde al nome di Darren Cahill, si sarebbe dovuto a tutti gli effetti pensare ad un match dal pronostico assolutamente chiuso. Ma così non è stato, dato che la Maria, per ben un set, è riuscita ad imbrigliare la nro. 1 rumena nella tela del suo gioco brillante ed intelligente, più ‘di fioretto’ anziché ‘di sciabola’, fatto di top spin molto carichi di effetto molto ben calibrati e tutt’altro che ‘pesanti’. Il 6-4 del primo parziale, dunque, forse non rende piena giustizia al notevole impegno profuso dalla 30enne tennista tedesca, che ha visto sfumare la clamorosa opportunità di portarsi in vantaggio di un set al termine di dieci, combattutissimi giochi (3 break in favore di Halep, 2 in favore di Maria). Discorso diverso per quel che riguarda il secondo parziale, invece, dove Halep ha subito incamerato il break sul 2-1, e con Maria che non è stata capace, come invece le era riuscito nel primo set, di contrastare con intelligenza tattica e pregevoli variazioni il forcing da fondo campo della tennista di Costanza. Un’affermazione senz’altro galvanizzante per Halep, visto che entrambi i precedenti fin qui disputati (ITF di Monzon e di Makarska, 2009) erano stati favorevoli alla sua avversaria odierna, anche se è opportuno ricordare che all’epoca Simona Halep non era ancora la campionessa di oggi. Se vuole vincere questo torneo, la 25enne rumena dovrà tuttavia cominciare a trovare più angoli nel suo gioco, visto che un a tratti forse eccessivo ‘andare per vie centrali’ di questo pomeriggio, non ha certo impensierito la sua avversaria, ma le ha piuttosto dato, forse anche più spazio del previsto…
[2] Ka. Pliskova b. E. Alexandrova 6-2 4-6 6-3 (Matteo Polimanti)
La testa di serie numero 2 del seeding Karolina Pliskova, dopo il buon esordio contro Saisai Zheng torna in campo per il suo match di secondo turno, in una sfida inedita con la giovane Ekaterina Alexandrova. La ventiduenne russa, attualmente numero 86 del mondo, sta disputando il suo primo Roland Garros in carriera, e lunedì ha sconfitto a sorpresa la più quotata Siniakova, connazionale della sua avversaria odierna. Il primo set è a senso unico; Pliskova sfrutta la partenza contratta di Alexandrova, conquista il break in apertura e si porta agevolmente sul 5-2, perdendo solamente tre punti nei suoi quattro turni di servizio. Nell’ottavo gioco, la finalista dell’ultimo Us Open, strappa a 0 la battuta alla russa e conquista in appena 22 minuti il primo parziale, grazie ad un pregevole rovescio lungolinea sul set point. Proprio quando Pliskova sembrava essere in totale controllo del match, arriva sul 2 pari un passaggio a vuoto; la ceca commette alcuni errori banali e consegna il break ad Alexandrova. La giovane russa prende coraggio, trova numerose soluzioni vincenti, soprattutto con il rovescio bimane, il colpo su cui fa più affidamento, e sale 5-3; Pliskova annulla un set point con il servizio ma al cambio campo Alexandrova non trema e chiude 6-4. Da notare nelle statistiche del secondo set, il numero degli errori non forzati della numero 3 del mondo, ben 12. Fin dalle prime battute del parziale decisivo, appare evidente come Pliskova non voglia più concedere nulla alla russa; Karolina sale 2-0, subisce il contro break immediato, ma sul 3-2 a suo favore compie l’allungo decisivo, strappando di nuovo la battuta ad Alexandrova grazie ad un passante di rovescio sul break point. Pliskova non sfrutta sul 5-2 un match point, ma nel game successivo tiene comodamente la battuta, aggiudicandosi l’incontro 6-2 4-6 6-3 dopo 1 ora e 41 minuti. La ceca, che non ha mai nascosto di non amare la terra battuta, affronterà sabato per un posto negli ottavi di finale, la non irresistibile Carina Witthoeft, numero 73 del mondo.
Risultati:
A. Cornet b. [20] B. Strycova 6-4 6-1
[2] Ka. Pliskova b. E. Alexandrova 6-2 4-6 6-3
[9] A. Radwanska b. [Q] A. Van Uytvanck 6-7(3) 6-2 6-3
[3] S. Halep b. T. Maria 6-4 6-3
[28] C. Garcia b. [WC] C. Paquet 7-5 6-4
C. Witthoeft b. P. Parmentier 6-4 7-6(5)
[5] E. Svitolina b. T. Pironkova 3-6 6-2 6-2
[17] A. Sevastova b. E. Bouchard 6-3 6-0
[21] C. Suarez Navarro b. S. Cirstea 7-5 6-4
[Q] P. Martic b. [12] M. Keys 3-6 6-3 6-1
[26] D. Kasatkina b. [Q] M. Vondrousova 7-6(1) 6-4
V. Cepede Royg b. [16] A. Pavlyuchenkova 7-6(4) 2-6 6-4
[14] E. Vesnina b. V. Lepchenko 4-6 6-3 6-0
M. Linette b. [29] A. Konjuh 6-0 7-5
S.W. Hsieh b. T. Townsend 6-0 2-6 6-3
M. Duque-Marino b. M. Rybarikova 1-6 6-3 8-6